Mio marito ha perso la fede.
No, non la fede religiosa, quella credo che non ce l'abbia proprio mai avuta.
Sto parlando della fede nuziale, quella che ci siamo scambiati neanche otto mesi fa e che, di fatto, era una delle due cose -marito a parte- a cui tenevamo di più quando ci siamo sposati.
L'altra cosa era la torta. Per dire, eh.
Ma facciamo un passo indietro: giovedì mi è arrivato un messaggio vocale su Whatsapp del marito che diceva "Amore, sono disperato".
Io ero a Milano (qui per saperne di più), stavo lavorando ed ero anche abbastanza oberata.
Cioè, se vogliamo essere sinceri quando ho sentito il messaggio ero in bagno, ma questo è solo un dettaglio.
La mia mente ha iniziato a viaggiare e già immaginavo il cane spappolato sotto ad una macchina, la casa allagata o qualche altra tragedia simile.
"Ho perso la fede" mi ha detto.
"Ma come hai perso la fede?"
Mi ha spiegato che era sicuro di averla messa, la notte prima appena rientrato di lavoro, sul piatto svuota tasche che abbiamo in salotto; lo stesso piatto in cui entrambi da ormai quasi otto mesi mettiamo ognuno la propria fede quando ce la togliamo la sera, insieme agli orologi.
É partita, a quel punto, la ricerca folle della fede con me che, da Milano, davo suggerimenti su dove cercare.
Dopo che il Marito ha spostato tutti i mobili di casa -per fortuna che abitiamo in una casa che è un buco- a me sono iniziate a venire le ideone con la i maiuscola.
"Ma non è che l'ha mangiata il cane? Prova ad esaminare la sua cacca che se l'ha mangiata l'avrà anche buttata fuori in qualche modo".
"Ma non è che per sbaglio è finita nell'immondizia? Prova a cercare nel sacchetto".
"Fai una cosa, magari è finita sul pavimento, passa l'aspirapolvere e dopo prova a cercare dentro al sacchetto".
"Ma non è che finita dentro il gabinetto? Prova a metterci una mano dentro".
Tutte soluzioni pulite e soprattutto igieniche, insomma.
Com'è che si dice? Che siamo tutti finocchi col sedere degli altri? Che io non lo so mica se avrei cercato tra la cacca del cane, eh. E non so neanche se avrei anche solo lontanamente pensato di infilare la mia mano santa dentro il gabinetto, ma tant'è.
Dopo aver smontato tutta casa per cercare sta benedetta fede e cercato ovunque, sono partiti i piani B, C e D.
Ha cercato in macchina, ha percorso a piedi tutta la strada fatta con il cane (tanto è sempre la stessa da anni), poi ha cercato al lavoro e ha anche interrogato i colleghi che magari potevano fornire indizi utili al ritrovamento della fede scomparsa.
"Ma voi avete fatto caso se avevo la fede?"
Perché ecco, lì la sua certezza di averla messa dentro il famoso piatto svuota tasche cominciava a vacillare.
Una collega però gli ha detto di avergliela vista al dito mentre era al pc, quindi è stata smontata anche la messa in onda (qui per saperne di più) dove lavora, ma della fede ancora nessuna traccia.
Le ricerche sono proseguite anche il giorno dopo, a quel punto le sue certezze non vacillavano più, ma erano proprio sparite.
"Ma se per caso quando sono andato a cena, qualcuno me l'ha rubata togliendomela dal dito?"
"Ehm, amore, credo che te ne saresti accorto"
"E se qualcuno è entrato in casa e l'ha presa mentre dormivo?"
"Ehm, ma la porta è chiusa dall'interno e poi, dai, quale ladro entrerebbe solo per una fede?"
Io nel frattempo ho anche avuto un paio di crisi di pianto pensando alla fede perduta.
Cercate di capirmi: io ero lontana, non potevo aiutarlo in nessun modo se non facendo da supporto morale al telefono (oltre a dare suggerimenti su dove cercare che forse avrebbe preferito non ricevere) e mi disperavo. Le mie amiche e le mie colleghe ringraziano intanto davano supporto morale a me.
Poi ho scritto al gioielliere per dirgli quello che era successo e comunicargli che avremmo dovuto rifare la fede perduta.
"Certo, non sarà mai la stessa cosa" ho detto al Marito.
Quando ho smesso di piangere, mi è partita la demenza e ho iniziato a mandare messaggi al Marito da parte del cane (si lo so, non mi fa onore): "Ehi papà ho trovato un tondino d'oro sul pavimento, posso mangiarlo?"
Insomma, nella vita bisogna anche prendersi in giro quando succedono queste cose, no?
Della fede comunque nessuna traccia (l'ho già detto, vero?), quindi ci siamo rassegnati, anche se dentro di me io pensavo che una volta tornata a Roma avrei cercato io e magari sarebbe saltata fuori.
La prima cosa che ho fatto una volta arrivata a casa nostra infatti ho cominciato a spostare mobili, a guardare nei posti più impensabili, a chiedere al cane se per caso non l'avesse presa lui.
Dopo ore di ricerca mi sono completamente arresa anche io: la fede è sparita, il marito ha perso la fede e tocca ricomprarla.
Ad un certo punto sono anche partita con un discorso molto lungo e profondo sul fatto che se effettivamente l'avesse persa fuori casa se ne sarebbe accorto la sera, appena rientrato dal lavoro, perché lui di fatto ogni sera fa lo stesso gesto automatico e se facendolo non si fosse ritrovato la fede al dito si sarebbe allarmato subito, quindi -secondo me- l'aveva poggiata in un posto diverso dal solito e non si ricordava dove, ma la fede era sicuramente dentro casa.
É seguito trattato orale della sottoscritta sulla psicologia umana -non so neanche da dove mi sia uscito- incentrato sul fatto che tutti noi facciamo dei gesti automatici di cui in realtà non ci rendiamo neanche conto e che, se per caso, facciamo qualcosa di diverso per una volta non ce lo ricordiamo neanche.
Comunque, a quel punto avevamo davvero cercato ovunque e quando dico ovunque intendo ovunque.
E ci siamo rassegnati davvero perché va bene che la speranza è l'ultima a morire, ma ecco più di quello che abbiamo fatto non potevamo fare. E lo dico davvero.
Mi sono alzata dal divano, con le lacrime agli occhi, ripensando alle parole di mio cugino che mi ha detto che in fondo è solo un oggetto, che si ricompra, che l'importante è il nostro amore.
Mi sono avvicinata alla scrivania dove il Marito tiene il suo pc, ho passato la mano sotto il coperchio del vassoio della carta della stampante e ho trovato la fede.
No, davvero, ho trovato la fede.
La stampante l'avevamo spostata dieci volte per cercarla, eh.
E lì, al Marito è partita la risata isterica, a me invece è partito l'insulto facile verso di lui.
"Amore, sai cosa? Effettivamente io quando sono rientrato dal lavoro, ho portato fuori il cane e poi ho messo il guinzaglio dietro la stampante perché mi sono messo al pc a fare delle cose".
"Ah".
Quindi possiamo affermare che abbiamo spostato mobili, rovistato nei rifiuti, analizzato la cacca del cane e la fede è sempre stata sotto il nostro naso.
Cosa ci ha insegnato questa storia? Ovviamente che io ho sempre ragione, che sono una psicologa mancata e che dovrei passare il mio tempo ad analizzare la psiche umana.
No dai, facciamo la persone serie: ci ha insegnato che è proprio vero che la soluzione spesso ce l'abbiamo davanti agli occhi e non la vediamo, ma tant'è.