giovedì 9 febbraio 2023

Sono nata donna, ma non sono una fattrice

Perché non fai un figlio?
Quando fai un figlio?
Se non hai figli non vali niente.
Mia moglie/mia zia/mia sorella alla tua età avevano già tre figli.
Un figlio è la cosa più nella del mondo, non sai cosa ti perdi.
Devi fare un figlio.
Ormai sei vecchia, devi sbrigarti a fare un figlio.
Perché non fai un figlio?
Quindi? Perché?
Fai un figlio.
Perché  non lo fai? 
Non sei nulla senza un figlio.


Perché sono cazzi -o forse sarebbe meglio dire uteri- miei.
Perché non posso averne.
Perché il mio compagno non può averne.
Perché sia io che il mio compagno possiamo avere figli, ma non arrivano, nonostante ci stiamo provando da cinque anni.
Perché il mio compagno mi riempie di botte, non so come uscirne e un figlio è l'ultimo dei miei pensieri.
Perché non ho un compagno e non voglio riprodurmi con il primo che passa.
Perché sono ala quinta PMA e nessuna di queste ha avuto successo e, sia io che il mio compagno, siamo distrutti da questo percorso.
Perché ho avuto tre aborti spontanei alla quinta settimana di gravidanza.
Perché ho fatto un IVG e ne sono uscita traumatizzata.
Perché ho avuto un aborto, poco importa se spontaneo o meno, ci sono state delle complicazioni e non posso più avere figli.
Perché ho subito una isterectomia.
Perché mi hanno tolto le ovaie.
Perché ho una patologia che mi impedisce di portare e termine una gravidanza.
Perché ho una malattia ereditaria e l'idea che possa avercela anche mio figlio mi spaventa.
Perché ho un cancro al seno e mi sto curando.
Perché soffro di DCA  e le alterazioni dell'immagine corporea mi devasterebbero.
Perché ho una dipendenza e voglio prima curarmi, poi si vedrà.
Perché ho altre priorità.
Perché voglio laurearmi.
Perché voglio dedicarmi alla carriera.
Perché ho lo stesso istinto materno di Erode.
Perché sono stata violentata e ho difficoltà ad avere rapporti sessuali per lo shock.
Perché non ho un lavoro.
Perché non ho un lavoro stabile.
Perché non ho una stabilità economica tale da poter mantenere un figlio.
Perché ho molti debiti e non riesco neanche a mangiare tutti i giorni.
Perché voglio dedicarmi alla mia carriera sportiva.
Perché l'utero è mio e ne faccio quello che voglio.
Perché sono nata donna, ma non sono una fattrice che deve riprodursi per forza.
Perché non voglio figli.
Per un milione di ragioni che non sono tenuta a spiegarti, mentre tu sei tenuto a non molestarmi.
Si, sono molestie.
Molestie di cui dovreste solo vergognarvi.


Se siete vittime di un parente, un amico, un collega che vi tormenta con domande o affermazioni simili alzate la voce. Sempre. Non permettete a nessuno di dirvi chi dovete essere e cosa dovete fare.
Non vergognatevi. Deve vergognarsi chi vi molesta, non voi. Mai.

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mercoledì 22 dicembre 2021

Di un anno bello e di auguri di Buon Natale

Sono passati talmente tanti mesi dall'ultima volta che ho scritto qualcosa che, a dire il vero, non saprei neanche da dove iniziare. Non so neanche se alla fine questo post riuscirò a finirlo perché magari, arrivata a metà, mi incarterò, chiuderò tutto e lascerò perdere.

Questo, per me, é stato un anno molto bello.
Nonostante la pandemia.
Nonostante un mare di batoste.
Nonostante senta sempre la mancanza di mio padre.

Che questo fosse un anno bello l'ho sempre pensato, salvo in rarissimi momenti, poi dieci giorni fa é arrivata una notizia molto felice e ho concluso che questo non é un anno molto bello, questo é proprio il mio anno.
Pure se due settimane fa mi sono chiusa un dito tra porta e muro e mi é saltato un polpastrello e pure se qualche giorno, nel tentativo di svitare con i denti un tubetto di Attack, ne ho ingoiata la metà. Al pronto soccorso stanno ancora ridendo, al lavoro continuano a prendermi in giro (e fanno bene), mentre il Marito mi chiede continuamente se per caso voglio passare a trovare i medici del pronto soccorso visto che, magari,  se non mi vedono per troppo tempo si preoccupano.

Dopo quasi un anno (qui per saperne di più) casa comincia a prendere forma sempre di più, ci siamo svenati, ma sono sempre più convinta ne sia valsa la pena. E non solo confermo che mio serviva proprio una casa grande, ma ad oggi sono sempre più convinta di avere fatto la scelta giusta -anzi, giustissima- nel cambiare quartiere.
Lo sport mi regala tante soddisfazioni ogni giorno e no, non pensavo che mai sarei arrivata a fare determinate cose. In alcuni  momenti è stato complesso gestire sport e alimentazione, ma solo perché mi sono imbattuta in una nutrizionista sportiva sbagliata che ha fatto più danni che altro.
Quello che ho scoperto é che gestire un'alimentazione sportiva è una cosa molto  complessa ed è un attimo che si sbaglia e si creano un mare di danni. Io mi ero affidata ad una professionista proprio per evitare questi danni, alla fine ho passato due mesi un po' così. Poi ho cambiato e sono rinata, trovando  un equilibrio che non credo di avere mai avuto in vita mia.
Il lavoro è la parte migliore, quella che mi ha regalato tante di quelle soddisfazioni che non pensavo  avrei mai avuto. L'anno prossimo -che tanto ormai ci siamo- comincerà col botto e, ogni tanto, mi ritrovo come una cretina a ridere da sola mentre guido pensando a tutto quello che mi aspetta.

Non so cos'altro arriverà, non so come sarà il 2022, ma per il momento va bene così.
E quini Buon Natale e anche Buon Anno, non so se tornerò a scrivere, se sparirò per altri otto mesi, se prima o poi questo blog tornerà ad essere attivo.


Non lo so perché non solo ho poco tempo, ma ho anche poca voglia.
Riprendere qualcosa é più difficile che iniziarla, mantenere la costanza -e questo lo so bene per ovvi motivi- è quanto di più complesso possa esistere.

Ps. Comunque dai, alla fine il post l'ho finito.

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domenica 11 aprile 2021

Le mamme pancine sono tra noi ovvero "se non sei mai mamma non puoi capire"

Qualche settimana fa mi sono imbattuta nella classica pancina convinta che aver portato in grembo un pargolo, averlo partorito e crescerlo, sia una cosa che renda un Dio sceso in terra, superiore a chiunque altro respiri, pesci rossi e opossum inclusi.
Sarà che le donne partoriscono da qualche migliaio di anni, da qualche tempo partoriscono persino alcuni uomini, quindi figuriamoci; sarà che di madri  è pieno il mondo; sarà che fortunatamente tutte le madri che conosco, inclusa la mia, sono madri normali che non sono convinte di avere salvato il mondo da una pandemia mondiale (ogni riferimento a pandemie in corso è puramente casuale), ma no, io non pensavo che avrei avuto così vicino a me una pancina. Pensavo fossero un'invenzione dei media o che comunque fossero relegate in gruppi Facebook in cui l'unico requisito per entrare fosse quello di avere un q.i. inferiore a 15 e invece sbagliavo: è un attimo che ci si trovi di fronte una pancina salvatrice del mondo.

Nel caso specifico, si parlava di tenersi in forma: l'articolo in se sosteneva fosse una questione di genetica, fortuna e molto tempo libero; chi -come me- tiene molto alla forma fisica, sosteneva che volere è potere, ma che -almeno secondo me- non bisogna volerlo per forza.
L'addome scolpito non salva vite e, credetemi, non serve a niente: se vi piace e lo volete potete averlo, ma se non ve ne frega nulla posso solo dirvi che fate bene. E ve lo dico pur avendo gli addominali in vista che manco Dio sa quanta fatica e costanza mi costano e quanto spesso io ripeta che forse sarebbe meglio avere la massa grassa al 92%, ma porre fine a tutta sta fatica.
Lo stesso vale per il culo sodo e per una serie di altre cose di cui, giuro, potete fare a meno e vivere ugualmente felici.
La mammina pancina sosteneva che no, le mamme non possono tenersi in forma: le mamme sono tutte -ma proprio tutte- grasse e sciatte perché non hanno tempo di prendersi cura di se, figuriamoci se lavorano (ma meglio che una mamma non lavori ovviamente, potrebbe essere considerato abbandono di minore). Tale mamma pancina, dall'alto della sua supremazia rispettoo ai comuni mortali, ha altresi affermato che chi non è mamma non può capire. Una non mamma non può capire che le mamme devono essere tutte grasse e sciatte e non tenersi in forma. Dopo qualche altro insulto su come le non madri siano praticamente degli esseri umani a metà, non meritevoli di respirare la stessa aria delle onniscienti pancine, le madri normali sono quasi insorte e, a quel punto, la sciatta pancina si è data, come si dice a Roma.
Al di là che io sono cresciuta con una madre che ha sempre fatto sport pur essendosi riprodotta e avendo un lavoro, ci sono moltissime madri -lavoratrici e non- che si tengono in forma, che fanno sport, che hanno fisici che io mi sognavo anche a vent'anni e che hanno -udite, udite- dei compagni che si prendono cura dei figli e che non vengono trattati come meri donatori di sperma che, una volta concepito il sacro pargolo che permetterà alla donna di fregiarsi del titolo di pancina, non servono più a niente, il problema non è questo. 

Il problema è che una frase che trovo pessima, ma davvero pessima, è dire a qualcuno "se non sei mamma non puoi capire", esattamente come troverei pessima la stessa frase anche se il sostantivo mamma fosse sostituito da un qualsiasi altro sostantivo.
Fermo restando che il problema non è essere in forma o meno: se una donna vuole essere grassa, sciatta, magra, curata, avere il bicipite possente, i capelli fucsia (che io desidero moltissimo, ma questa è un'altra storia), le braccia piene di tatuaggi o qualsiasi altra cosa va benissimo. Presumo che ognuno possa decidere di essere come vuole e come si sente felice, ma questo forse lo penso io e altri tre scemi idealisti come me e comunque chi se ne frega se vi allenate o no (ma quest'ultima frase forse non si dice).
Il problema è, appunto, la frase: bullizzare qualcuno perché non è madre o padre o qualsiasi altra cosa fa schifo
E fa schifo perché non sappiamo -e non sapremo mai- cosa si nasconde dietro la non maternità di una persona.
Ho un'amica che ha affrontato un lungo percorso di pma per riuscire ad avere il suo primo figlio e che ne ha sofferto molto.
Ho un'altra amica che è state vittime di poliabortività, idem la sorella di una mia compagna di scuola: entrambe ne hanno sofferto molto.
Ho una persona molto vicina che non è mai riuscita a coronare il desiderio di diventare madre a causa di problemi di salute e che, per questo, ha visto la sua vita sgretolarsi.
C'è poi un'amica che ha ricorso ad un aborto terapeutico, una scelta che l'ha segnata moltissimo e che l'ha fatta soffrire più di quanto lei stessa immaginasse.
Conosco donne che sono realizzate pur senza essere diventate madri e donne che non vogliono figli neanche dopo morte: alcune di queste donne hanno subito pressioni perché intorno a loro qualcuno riteneva che dovessero riprodursi e, se per qualcuna non è stato un problema, per altre lo è stato.
La maternità è un tema estremamente delicato e nessuna donna, ma neppure nessun uomo, dovrebbe permettersi di bullizzare chi madre non lo é, a maggior ragione se non si ha idea del motivo per cui non si hanno figli e quanto questo motivo abbia influito sulla psiche di chi si ha di fronte.



Che poi io non sono neanche troppo convinta che ad un figlio faccia bene avere una madre bulla, ma tant'è.


Di mamme pancine ne avevo parlato qui, trattandole come un fenomeno che aveva rotto le palle e affermando che non andavano prese in giro, ma semmai aiutate. Dopo essermi imbattuta nella bulla pancina, io non so mica più come è giusto rapportarsi a questa gente.

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giovedì 8 aprile 2021

A volte ritornano (ma non per molto)

Dal giorno in cui ho traslocato, fatta eccezione per tre giorni di ferie che mi sono stati offerti per gentile concessione del mio responsabile (che non me lo dirà mai, ma presumo mi abbia visto un po' esaurita), non mi sono mai fermata.
Ad oggi non siamo ancora completamente sistemati, ad onore del vero non ho neppure la cucina a causa di un ritardo nella consegna. 
Non ho neppure tutti i lampadari, né lo specchio in uno dei due bagni, deve arrivare l'armadio della cameretta, i divani (si, due) arriveranno quando probabilmente avrò definitivamente optato per la sedia a dondolo e, quando avrei avuto bisogno di Ikea più che di ogni altra cosa al mondo, eravamo in zona rossa, praticamente per la prima volta -feste di Natale escluse- da quando esiste il sistema a colori.
Abbiamo avuto ritardi con quelli che dovevano togliere i sigilli al contatore del gas, con quelli che dovevano metterci la fibra (ricordo a tutti che io sono in smart working e la fibra mi serve quasi quanto mi serviva Ikea quando eravamo in zona rossa), con il comune di Roma che per cambiare la residenza ci sta mettendo quanto ci metto io per andare a piedi da Roma a Budapest.
Ho continuato a lavorare, ho continuato ad allenarmi, a portare fuori i cani, ad avere mille cose da fare, eppure -nonostante la stanchezza- non penso di essere mai stata così felice.

Realizzare il desiderio di una casa grande e come la volevamo non era facilissimo, vuoi perché abbiamo fatto tutto da soli, vuoi perché viviamo a Roma e a Roma fai prima a comprarti il Colosseo che non a trovare una casa come davvero la vuoi, dove davvero la vuoi, spendendo i soldi che vuoi.
Presumo sia così in tutte le grandi città, ma non ne ho esperienza visto che a Bologna e a Milano, dove ho vissuto da quando sono andata via da casa dei miei, avevo esigenze molto diverse.

Non ci sono comunque grosse novità: come tutti gli anni, è arrivato Aprile, io ho iniziato il conto alla rovescia per il mio compleanno, quest'anno la torta sarà bellissima, probabilmente persino più bella di quella dell'anno scorso (che trovate qui), forse la più bella mai avuta, anche se c'è stato un periodo in cui avevo stupende torte a forma di mucca con disegni creati apposta per me.
Non ci sarà neanche quest'anno una festa e non si potrà andare a cena fuori, ma ci sarà qualche piccolo festeggiamento e tanto mi basta. E poi ci saranno i regali da scartare (che praticamente, senza volerlo, mi sono scelta da sola).
Il lockdown, la zona rossa, la pandemia sono sempre più difficili da sopportare, tra qualche giorno mia madre subirà un'operazione delicata e io sarò a 1000 km. Se ve lo state chiedendo: si, sarei potuta andare a Palermo, ma in nessun caso sarei potuta entrare in clinica, neanche per portare un cambio di biancheria, quindi resterò lontana, pronta -in caso di emergenza- a partire di corsa.
Se è giusto o sbagliato non permettere ai familiari stretti di accedere per portare un cambio non sta a me dirlo, io stessa mi sono operata da sola lo scorso anno e ricordo molto bene con che fatica sono riuscita ad accendere il cellulare per fare squillare il telefono di mia mamma solo perché sapesse che ero viva (no, l'ospedale non avvisava nessuno), però mi dispiace. 

In questo Aprile inaspettatamente freddo, fatta eccezione per questa storia dell'operazione, io credo di avere realizzato tutti i desideri che avevo (tranquilli che comunque ne troverò di altri da realizzare) ed è curioso come questo sia accaduto in un anno segnato dalla pandemia. 
Ogni tanto penso che ci ho messo quasi trentacinque anni per arrivare a conclusione di tanti piccoli percorsi che mi permettessero di avere davvero tutto quello che volevo, compreso trovare una crema spalmabile quanto più simile possibile alla Nutella, ma che potessi mangiare (che a voi sembrerà una stupidaggine, ma io ho investito moltissime energie in questa ricerca).


Succedono ancora cose che non possono essere vere, eh: potrei raccontarvi della mamma pancina che ha portato avanti la tesi per cui le madri, in quanto tali, sono tutte grasse e sciatte o di tutte quelle persone che si fingono allergiche e che hanno la sfiga di trovare me nel loro cammino.
O di Fuffi e Mila che sono scappati di casa -aprendo la porta da soli- perché temevano che li avessimo abbandonati la sera in cui ci siamo trasferiti a casa nuova.
O della botta alla tibia che ho preso saltando su un box di legno a causa del quale mi manca -letteralmente- un pezzo di pelle dalla gamba che ormai immagino non crescerà mai più (ammesso che la pelle cresca, non ne ho idea).
O di quanto mi sia risultato difficile trovare qualcuno disposto a farsi mettere in regola per pulirmi casa.
Il problema è che il tempo per raccontare ogni singolo episodio che non può essere vero mi manca. A volte penso a questo blog, a quanto avrei voluto scrivere un post al giorno, a quanto io lo abbia sacrificato, a quanto spero sempre di trovare -prima o poi- di nuovo il tempo, a quanto non capisco dove lo trovassi prima, visto che facevo più o meno le stesse cose.
Però ci sono, cerco di esserci, rispondo ad ogni singolo messaggio o mail che mi arriva che comunque è qualcosa, no?

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mercoledì 17 febbraio 2021

Una nuova casa: passare da una casa molto piccola ad una molto grande

Ho sempre abitato in case minuscole, piccole, molto piccole.
Cioè, non sempre: sono cresciuta e ho vissuto fino al mio trasferimento in una villa: tre piani, il giardino, un tetto su cui arrampicarsi (non rischiavamo la vita, ho un sacco di amiche che possono confermare), un bagno -rosso, bellissimo, che ho amato tanto- tutto per me e un sacco di spazio, ma quella era casa dei miei genitori.
Da quando mi sono trasferita ho vissuto prima in appartamenti condivisi fin tanto che studiavo, poi in bilocali con Fidanzato poi divenuto Marito. La grandezza massima in cui abbiamo vissuto è di ben 58 mq, ovvero camera da letto, salotto con cucina più o meno a vista, un ripostiglio, un bagno e terrazzo.
Che ad un certo punto sono diventati pochi (i mq intendo).
No, non a causa della pandemia, del lockdowon, dello smart working.
Sono diventati pochi in generale, non ci entravamo più, avevamo bisogno di spazio perché non abbiamo più vent'anni che ci stringiamo in dieci in un divano e quattro sedie, quindi è iniziata la spasmodica ricerca di una casa più grande, un piccolo -manco tanto piccolo se vogliamo- investimento che ci ha quasi del tutto impoveriti perché ecco una casa a Roma è costosa se si tratta di, appunto, 58 mq, figuriamoci se si tratta di qualche mq in più.
Mesi di ricerca, di appuntamenti incastrati, di delusioni.
Dove per delusioni intendo che ho sprecato una mattinata per vedere una casa che gli eredi di una povera signora finita in una rsa all'improvviso si sono sbrigati ad affidare ad un'agenzia e ce l'hanno mostrata con i vestiti della signora ancora sul letto, la carta da parati anni '80 marrone scuro penzolante e un odore di cane bagnato che i miei cani manco se li lascio sotto l'acqua per due anni (cosa che, in ogni caso, non ho intenzione di fare).
Ho fatto richiesta per case con almeno due camere da letto e la cucina rigorosamente separata ed abitabile e mi hanno mostrato case con una camera da letto di tre mq, con un fornelletto da campeggio in garage al posto della cucina (ok sto esagerando, ma è chiaro cosa voglio dire, giusto?).
Abbiamo fatto una proposta per una casa che ci piaceva e dopo un mese che ci stavamo dietro abbiamo dovuto rinunciare.
Poi un giorno è arrivata una telefonata in cui mi proponevano di vedere un appartamento e ho pensato che era lui ancora prima di vederlo. Un appartamento che non avevo trovato io, ma che mi proponeva un'agenzia che non è la classica agenzia in franchising, ma di quelle vecchio stile in cui ti segue il proprietario, che non è esattamente un ragazzino (e a cui nel frattempo mi sono affezionata). E, in effetti, era lei. Ci abbiamo messo più o meno due ore a decidere che era lei.
L'abbiamo rivista, riguardata, riosservata, misurata e continuava ad essere lei.
Ce la siamo immaginata tra un anno, tra cinque, tra dieci, tra venti.
Ho visto i miei figli diventare grandi lì.
Ho pensato che Fuffi sarebbe impazzito di gioia. Anche Mila eh, ma lei ha meno pretese.
L'abbiamo arredata con l'immaginazione.
E infine, è diventata nostra. 
E poi i lavori, gli scatoloni, il trasloco, scegli i mobili, ordina i mobili, io vi dico solo che il divano che ho scelto arriva dopo il mio compleanno che non è esattamente domani (ma se volete farmi dei regali anticipati per la mia nuova casa sappiate che non ho ancora scelto lampadari e mobili del bagno e neanche un sacco di altre cose a dire il vero, quindi qualsiasi cosa è ben accetta).


E devo dirlo: io volevo la cucina separata e abitabile, due camere da letto ed ero intransigente sulla zona, però mai e poi avrei pensato che sarebbero tornati i tempi del bagno rosso e che avrei avuto un bagno tutto per me. Un bagno che non è rosso, ma va bene uguale, no?

Ecco, questo è il motivo per cui non ho avuto tempo di scrivere nulla, nonché il motivo per cui forse non avrò il tempo di scrivere nulla neanche nei prossimi due mesi a volere essere ottimisti. Corriamo avanti e indietro, non penso di avere mai corso così tanto e, nel frattempo, viviamo accampati, nel vero senso della parola. E le mie amiche sopportano i miei deliri, compreso quello in cui volevo assolutamente comprare delle sedie rosa fluo per il salotto.

Ps. Il molto piccola e il molto grande del titolo suonavano bene, so perfettamente che esistono case molto più piccole e molto più grandi.
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