Mettiamo che un giorno vi prenda il matto e decidiate di organizzare il vostro matrimonio in venti giorni. Credetemi che succede, eccome se succede.
Ecco allora una non troppo breve guida su come e cosa fare passo dopo passo.
Da cosa si parte? Qual è la prima cosa da fare?
-Telefonare (o andare di persona) al proprio comune per chiedere informazioni circa le pubblicazioni che si, sono obbligatorie e senza non potete sposarvi.
Nel mio municipio i tempi di attesa per fare le pubblicazioni sono di circa un mese.
Serve una marca da bollo da 16€ se siete entrambi residenti nello stesso comune, due marche da bollo da 16€ se residenti in comuni diversi. Bisogna dare i propri dati e pensano a tutto loro. Ovviamente bisogna avere una carta d'identità valida per poter fare richiesta di pubblicazioni.
Per gli stranieri, per i divorziati e per non so chi altro servono anche altri documenti.
Noi abbiamo fissato la data delle pubblicazioni senza avere la più pallida idea di quando volessimo sposarci: avevamo un paio di date in mente, ma nulla di sicuro.
Mentre aspettavamo di fare le pubblicazioni, non avendo una data (ma magari voi siete più decisi di noi), cosa abbiamo fatto?
-Scegliere le fedi: per noi erano molto importanti, eravamo orientati su una cosa (e lo dicevamo da sempre) e chiaramente alla fine abbiamo scelto un'altra cosa. Siamo andati in sole due gioiellerie e abbiamo scelto subito il modello che ci piaceva e che stava bene ad entrambi dato che volevamo avere la fede identica. Dopo aver scelto, ci siamo rivolti direttamente al rappresentante UnoAerre (che, appunto, è il marchio delle fedi che abbiamo scelto) e le abbiamo ordinate. Sono arrivate in circa dieci giorni e a quel punto per fare incidere la data (e qualsiasi altra cosa) bisognava aspettare quanto meno di sceglierla sta benedetta data. A posteriori, di ritirare le fedi (abbiamo aspettato circa 24 ore da quando abbiamo detto cosa ci volevamo inciso) e controllare che fosse tutto ok se ne sono occupati i miei genitori, mentre io continuavo a ripetere: "Ma l'incisione è giusta, vero?".
Al cuscino portafedi per la cerimonia ci ha pensato una delle mie cognate.
-Fare la lista degli invitati: io l'ho scritta e riscritta almeno dieci volte perché puntualmente mi dimenticavo qualcuno. Alla fine, nell'ultima versione della lista che serviva per il catering, avevo dimenticato gli sposi.
-Guardarsi intorno: per farsi un'idea, seppur vaga, di come muoversi una volta che si sarà scelta la data. Noi, per non smentire la fama di matti che ci precede, ovviamente non l'abbiamo fatto.
Quando siamo andati a fare le pubblicazioni, io con le stampelle e lui morto di sonno dopo una notte al lavoro, abbiamo chiesto quale fosse la prima data utile per sposarsi.
Le pubblicazioni devono rimanere affisse (ormai online, io ho fatto un milione di screenshot senza un motivo) per 8 giorni + 3 giorni per le opposizioni, ma bisogna fare i conti con eventuali feste e capire da quando effettivamente partono. Valgono 180 giorni, dopodiché bisogna rifarle.
La prima data utile a noi non piaceva, quindi abbiamo chiesto se la sala comunale che ci interessava fosse libera il venerdì seguente. Mentre le funzionarie comunali ci guardavano sconvolte, abbiamo scoperto che non solo c'era la possibilità di sposarsi quel giorno, ma che era disponibile l'orario che piaceva a noi. Data scelta, io e Fidanzato nel panico. Conto alla rovescia di venti giorni e mezzo iniziato. E a quel punto?
-Avvisare chi si vuole invitare: le prime a saperlo sono state le nostre mamme, a cui lo abbiamo detto subito di persona ed entrambe c'è mancato poco che collassassero, probabilmente all'idea di avere due figli talmente sciroccati da organizzare un matrimonio in così poco tempo.
Per fare le partecipazioni e distribuirle non c'era il tempo materiale, quindi abbiamo usato WhatsApp e le telefonate, ad alcuni è stato detto a voce. Ovviamente tutti hanno reagito con un quasi svenimento perché, ecco, non lo aspettavano così di botto. "Ma me lo dici così?" è stata la risposta più diffusa tra i nostri invitati.
-Rispondere alle domande inopportune: nel giro di pochissimo sono stati parecchi a sapere del nostro matrimonio (anche se la data l'abbiamo detta solo agli invitati e pochi altri perché ci piaceva l'effetto sorpresa) e diverse persone hanno sentito il bisogno di chiamarmi o scrivermi per chiedermi se fossi incinta e se ci stessimo sposando per questo. Dopo sei anni e passa di convivenza.
Roba che mia nonna, classe 1932, che ha prima fatto una figlia e poi si è sposata facendosi portare le fedi dalla pargola (mia madre) era più avanti di tanta gente nel 2017.
-Scegliere la location: in venti giorni, soprattutto nel periodo che va da Maggio a Settembre, sarà abbastanza difficile trovare un posto disposto ad ospitare un pranzo o una cena di un matrimonio, ma cercando cercando qualcosa potrebbe uscire fuori. Noi avevamo a disposizione una location privata con tanto di giardino e abbiamo optato per quella. E lì è iniziato il difficile, visto che bisogna pensare a tutto, ma proprio a tutto tutto (carta igienica compresa).
-Scegliere i testimoni: io la mia testimone l'avevo già scelta e ne era al corrente, solo che non sapeva quando ci saremmo sposati (ma tanto non lo sapevamo neanche noi), il che non era una cosa da sottovalutare considerato che vive a 600 km da me.
L'ormai Marito non aveva detto neanche a me chi voleva come testimone e l'ho scoperto nello stesso momento in cui lo ha scoperto lui (il testimone).
-Scegliere paggetti e damigelle: io ho voluto solo il paggetto che mi portasse le fedi e la scelta è caduta in modo abbastanza naturale su mio nipote di dieci anni, gliel'ho chiesto e mi ha detto: "Zia, va bene, ma solo se non ti sposi in Chiesa".
-Scegliere il catering: ho girato per catering con mia madre, visto che il quasi sposo aveva qualche problemino a lavoro a causa dell'assenza improvvisa di una collega. Ho definito in linea di massima il menù, chiesto preventivi e ho atteso delle risposte. Abbiamo scelto io e l'allora Fidanzato il menù definitivo a 15 giorni dal matrimonio, abbiamo versato una caparra e stabilito le cose di massima.
-Scegliere i vestiti: io ho impiegato una mattinata a scegliere tutto, ma sapevo di non volere il classico abito da sposa con cui mi sarei sentita a disagio. Volevo un abito corto e possibilmente a ruota. L'ho trovato al terzo negozio in cui sono entrata, l'ho provato e ho detto: "Voglio lui!". La scelta del coprispalle da abbinare è stata più ardua, ci ho impiegato circa mezzora. Le scarpe le avevo adocchiate in un negozio sotto casa, sono andata a provarle (il negozio aveva appena chiuso, ma la gentile proprietaria ha riaperto per me) e le ho prese. L'intimo l'ho scelto in dieci minuti. All'ultimo momento ho comprato un paio di calze perché sai mai che piova, ma sono ancora impacchettate.
Lui ha fatto impazzire me e altre diciotto persone: ha ordinato la camicia rigorosamente su misura e con tanto di iniziali dal suo camiciaio di fiducia (tempo di consegna della camicia di solito: un mese; tempo di consegna per la camicia del matrimonio a cliente abituale da dieci anni: cinque giorni), ci ha impiegato un pomeriggio per scegliere il vestito e le scarpe, poi ci ha ripensato ed è andato a cambiare la giacca, poi ci ha messo una settimana per decidere se papillon o cravatta, poi mi ha delegato l'acquisto delle calze, poi sono state prese le misure per le modifiche dell'abito, poi le prove (ad un certo punto ho smesso di contarle), poi non gli ho spaccato la testa solo perché sono buona (e molto innamorata).
Ad una settimana dal matrimonio avevamo tutto, la camicia di Lui era pronta tre giorni prima.
-Scegliere i vini: spesso sono compresi nel catering, ma mio padre è veneto e quindi abbiamo delegato a lui l'arduo compito di sceglierli, ordinarli dall'azienda vinicola di fiducia e farli arrivare a destinazione. Quattro giorni prima avevamo tutto.
-Scegliere la torta: ho contattato una cake designer molto brava dopo un paio di giorni di ricerca e ho scelto più o meno il tipo di torta al telefono. Io e l'allora Fidanzato siamo poi andati da lei circa dieci giorni prima del matrimonio per concordare bene tutto. La scelta del ripieno mi ha riempita di dubbi per ore e ore, non parliamo poi della grandezza della torta e delle decorazioni.
-Comprare piatti, bicchieri, tovagliati e affini: molti posti li affittano e alcuni catering li comprendono. Io volevo delle cose del colore che dicevo io, fatte come dicevo io e quindi ho ordinato tutto su internet, pagando a peso d'oro le spedizioni veloci e pregando che tutto arrivasse in tempo.
-Le bomboniere: noi non volevamo la classica bomboniera, avevamo un'idea un po' particolare che però è stata apprezzata. Ordinate su internet, con la solita spedizione rapida pagata oro. Ordinate otto giorni prima.
-Trucco e parrucco: io ho chiamato il miglior parrucchiere della mia zona circa dieci giorni prima, ho spiegato cosa mi serviva e quando e sono andata da loro una settimana prima, su appuntamento, per mostrargli i miei capelli, da me definiti una massa di pelo di pecora informe, e contestualmente ho fatto una prova sia dell'acconciatura che del trucco, scegliendo una loro Mua per facilitarmi la vita.
-Ceretta, unghie e trattamenti estetici vari: mia nipote e la mia vicina di casa sono entrambe estetiste, ma in generale i centri estetici sono ovunque.
-Il bouquet: una mia amica ha cercato per me delle idee di bouquet su internet, poi tre giorni prima sono andata con mia madre dal fioraio sotto casa e lo abbiamo ordinato. La mattina del matrimonio è andata la mamma a ritirarlo.
-Allestimenti vari, centrotavola e affini: se ne sono occupate le mie cognate che hanno più fantasia e più voglia di fare di me per queste cose e il risultato finale era meraviglioso. Ordinati tra i dieci e gli otto giorni prima. È stato tutto fatto a mano, ma non so bene i tempi.
-Coni portariso: non sono indispensabili, ma secondo me sono stupendi. A me li ha confezionati una mia amica, la stessa amica che si è occupata dei palloncini a cui non potevo assolutamente rinunciare e che mi ha sopportata per tutta la durata dei preparativi. Erano pronti una settimana prima (ha impiegato circa due sere) e ,due giorni prima il matrimonio, io ho lavato e fatto asciugare il riso e riempito i coni.
-Photoboot: va tanto di moda, ma non è indispensabile. Ovviamente noi non potevamo farne a meno. Ovunque su internet si trova il materiale per allestirlo e anche qui vale la regola della spedizione rapida che costa un sacco.
-Il fotografo: inizialmente non lo volevo, ma non avevo fatto i conti con il fatto che ho tanti, troppi amici fotografi (no, non fotografi improvvisati, ma fotografi veri). Sono stati in parecchi ad offrirsi volontari tanto che mi sono sentita un po' Kate Middleton.
Alla fine avevo non uno, ma ben due fotografi che, conoscendomi più che bene, mi hanno detto: "Pensiamo a tutto noi". E per quello che ho visto finora la parola capolavoro non basta per definire quello che è venuto fuori.
-La musica: ci hanno pensato le mie cognate visto che io non me n'ero completamente ricordata.
-Scegliere l'hotel per la mia testimone (o, in generale, per chi viene da fuori): tenete bene a mente che le distanze sono relative, per me che vivo a Roma l'hotel scelto era vicinissimo, ma proprio tanto tanto vicino, per lei che abita a Soresina (si, dove c'è la Latteria) era lontanissimo (però era bellissimo, eh). C'est la vie!
-L'addio al celibato/nubilato: noi non lo abbiamo voluto, ma per una settimana di fila siamo stati invitati a cena praticamente da chiunque per festeggiare l'imminente matrimonio.
Una volta finito di preparato tutto, gli ultimissimi giorni abbiamo dovuto rifinire le cose.
-Chiedere le conferme: e questa è roba semplice perché ce le hanno date spontaneamente.
-Fissare le ultime cose con il catering: orario di inizio e fine servizio, numero dei camerieri e altre piccole cose.
-Preparare la location: io ho sistemato solo alcune cose insieme a mia madre e a mia suocera, al resto ci hanno pensato le mie cognate.
-Mandare i documenti al municipio: questo varia da comune a comune, noi abbiamo dovuto consegnare i moduli con la scelta dei testimoni e copia dei loro documenti d'identità e il modulo indicante la scelta del regime patrimoniale.
-Chiamare o scrivere a chi ci ha mandato un regalo o un biglietto o qualsiasi altra cosa: noi abbiamo preferito ringraziare man mano che arrivavano le cose, casa nostra è stata sommersa da regali e biglietti d'auguri nonostante avessimo detto esplicitamente di non volere nulla.
-Fronteggiare gli imprevisti: io sono finita in ospedale a quattro giorni dal matrimonio e, alla fine, erano tutti in ansia tranne me.
Ed infine il giorno prima, quello più difficile di tutti.
Io ho sistemato parecchie cose con mia madre per la cena, non mi sono mai fermata finché alle 19, seduta sul terrazzo di casa mia intenta a fumare una sigaretta con il quasi Marito, è arrivata mia madre che mi ha guardata in faccia e mi ha detto: "Adesso puoi piangere". E mentre io piangevo disperata, il quasi Marito rideva di me dicendo al cane: "Guarda la mamma come piange, è proprio cretina!".
La sera abbiamo recuperato la testimone, l'abbiamo portata in hotel e ci siamo concessi una capatina al bar io, lo sposo e miei genitori.
Ho dormito tutta la notte, idem Lui e se qualcuno non ci avesse svegliati (la solita santa mamma) non ci sarebbe stato nessun matrimonio.
Abbiamo deciso di dormire insieme a casa nostra o meglio non abbiamo mai neppure pensato di dormire separati perché viviamo insieme da troppo tempo e ci sembrava naturale così.
Il
giorno del matrimonio è stato perfetto, molto più bello di come lo avevamo immaginato e tornando indietro vorrei che fosse tutto uguale.
Organizzare un matrimonio in venti giorni è fattibile, ma bisogna tenere a mente due cose: che è quasi indispensabile l'aiuto e il supporto delle persone care (amici o parenti o chi volete voi) e che le spese che normalmente si sostengono in tanti mesi saranno concentrate in pochissimi giorni. E di soldi ne andranno via tanti, molti più di quelli che avrete immaginato, tant'è che qualche giorno dopo il matrimonio -se avrete cuore di controllare il saldo del conto corrente- vi scoprirete improvvisamente poveri.
Nb. Noi ci siamo sposati civilmente, non conosco i tempi e i documenti richiesti per celebrare un matrimonio concordatario in Chiesa ed è per questo che non ne accenno minimamente.