[Disclaimer: non leggete questo post se non avete letto questo e quest'altro altrimenti non capite un tubo].
Alla fine, ho fatto la TAC. Che ecco, io non ci volevo andare da sola a farla, ma hanno pensato bene di anticiparmi l'appuntamento facendo saltare l'accompagnamento da parte di Fidanzato.
C'erano tante signore carine in sala d'aspetto che cercavano di rincuorarmi che tanto non è niente, mentre il reparto era ancora chiuso perché avevano si anticipato gli appuntamenti, ma li avevano inseriti durante l'ora di pausa causa festa di Natale.
"Attività sospese dalle 13 alle 14" recitava il cartello. Alle 14.05 un donnone enorme -e quando dico enorme, fidatevi che era enorme- ha sfondato la porta e fatto presente che erano le 14.05, buttando all'aria pandori e panettoni e facendo tornare sulla retta via il personale medico intento a gozzovigliare.
Ecco, lì ho pensato che forse era il caso di darsi alla fuga, ma un infermiere mi ha recuperata tirandomi per l'orecchio e portandomi dentro la stanza delle TAC.
"Togli collane, piercing, jeans"
Tolgo collana, piercing e jeans.
"Metti il grembiule che pesa 96 kg"
Metto il grembiule che pesa 96 kg che non ho manco capito a cosa servisse visto che poi hanno dovuto toglierlo.
"Infermiere, ma se c'è qualcosa di brutto me lo dite subito?"
"Si, adesso sdraiati e stai tranquilla"
Non che fossi troppo felice di vedermi passare un tubo addosso.
"Trattieni il respiro, adesso respira, ora smetti di respirare".
Poi ho visto, attraverso un vetro, medici raggrupparsi intorno ad un monitor. E lì mi è preso lo sconforto.
"Non si vede bene, ci vuole ancora un pò"
"Cosa non si vede bene?"
"Chiamate il medico"
"Ma che succede?"
"Niente, adesso è tutto finito, puoi rivestirti"
"Scusate, ma c'è qualcosa?"
"Hanno visto una massa"
MASSA. M-A-S-S-A. MASSA.
Che io non so voi, io sarò anche ipocondriaca, ma a me l'infermiere che mi dice che hanno visto una massa e hanno sentito il bisogno di chiamare altri medici non è che mi ha fatto sentire troppo bene.
"Scusate, ma mi dite cosa c'è?"
"Devi attendere che guardano bene tutte le immagini, potrebbe essere una massa tumorale".
Sono uscita piangendo disperata, ma una disperazione che credetemi io non ve la so spiegare.
Ho chiamato mia madre e le ho detto: "Mamma, ti prego venite a Roma a Natale, magari è l'ultimo Natale che possiamo passare insieme"
E mia madre -col cuore in gola- ha chiamato la clinica, hanno cazziato l'infermiere e si sono fatti spiegare da lei tutta la mia storia clinica che io gli avevo già spiegato, ma forse non avevano capito. O forse sono io che non mi so spiegare.
Con Lui ho fatto finta di niente, ma dopo sei anni insieme, mi sa che un pochino mi conosce.
"Hai la voce strana" e io sono scoppiata a piangere e ho riferito.
Per tutto il giorno la parola massa ha risuonato nella mia testa e infine Lui si è inventato una soluzione.
Sapete, io sono l'eterna indecisa.
Chiedetemi cosa voglio mangiare a cena e vi dirò che non lo so. Datemi due alternative e vi dirò che ci devo pensare e quando, dopo tre ore, me lo richiederete io vi chiederò se posso avere un pò di entrambe le cose, che tanto ancora non ho deciso. Faccio così con un sacco di cose.
Lui questo lo sa. "Visto che stai morendo, fai una lista di quello che ti vuoi portare nella tomba" e mi ha dato un post-it giallo e una penna.
Gina, la borsa Louis Vitton che tanto ho voluto e che tratto come una figlia.
Arabella, la mia mucca di peluche che ho da sempre e che ho dovuto riportare a casa dei miei perchè Fuffi ha provato ad ucciderla.
Il vestito nero di paillettes, quello da Drag Queen che resta il mio vestito preferito di sempre anche se non lo metto più perchè è troppo corto.
L'orologio, che io senza il mio orologio -lo stesso Sector da 14 anni- sono incapace di fare qualsiasi cosa.
Gli occhiali sia da sole che da vista.
Un barattolo di Nutella, sai mai.
"Amore, ma non ti puoi portare tutta questa roba"
"Io non posso scegliere. E comunque non ho finito"
Fuffi, che io senza Fuffi come faccio?
"Fuffi non lo puoi portare"
Sono passate ore. Ore a fare questa lista e, quando ho finito, alla massa non ci pensavo più.
Sono passati i giorni, le ore, i minuti. E nessuno ha chiamato.
Poi abbiamo chiamato noi.
"Signora, se era una massa e c'era il sospetto di un tumore, l'avremmo chiamata di corsa" hanno detto a mia madre.
Queste parole sono arrivate lo stesso giorno di altre parole di cui avevo parlato qui.
È passato Natale, abbiamo ritirato il referto che è stato visto dal medico.
Pare che sopravviverò. Pare che debba solo curarmi, ma che in fondo non morirò a breve.
Un problema seccante, doloroso, lungo, ma non è una massa tumorale.
E io vi chiedo scusa, chiedo scusa a chi sta molto più male di me ed è un leone perché io sono stata una pecora. Ho avuto paura.
Ho sentito la parola massa e ho smesso di ragionare.
E adesso non parliamone più, adesso non c'è più niente da aggiungere.
Ho l'ascendente in leone e sono incline al melodramma, non è colpa mia. Però una decina di persona le ho fatte ridere quando ho raccontato della lista che ho scritto.
Rideteci su anche voi che domani inizia una nuova avventura e tocca essere belli carichi.