sabato 9 gennaio 2021

Il lockdown ha rotto i coglioni

Sono una persona che si adatta.
Mi adatto più o meno a tutto, mi lamento poco, sorrido sempre, ma proprio sempre sempre, pure quando non c'è proprio niente da sorridere.
Sono ottimista, vedo sempre il lato positivo delle cose e cerco sempre una soluzione o un'alternativa.

Quando é arrivato il coronavirus io ero in ospedale, ricoverata.
Prima di operarmi, la mattina camminavo avanti e indietro per il reparto fermandomi a chiacchierare con più o meno chiunque ed elargendo sorrisoni a chi  non aveva preso benissimo il ricovero, trascorrevo le serate a chiacchierare e fumare davanti all'ingresso del padiglione con i giovani del reparto, mi veniva a trovare un sacco di gente, nessuno portava la mascherina, a Roma non c'erano casi, tutti avevamo appena scoperto che in Italia esiste un posto che si chiama Codogno.
Poi sono stata operata e, infine, sono stata dimessa. 
Mentre dormicchiavo sul divano di casa mia, stordita dai postumi dell'anestesia e dagli antidolorifici, veniva annunciato il primo lockdown e la gente si ammassava al supermercato aperto di notte.

Ho preso il lockdown molto sportivamente.
Dobbiamo stare a casa? Bene, starò a casa.
Non si può andare in palestra? Bene, mi allenerò a casa.
Non posso andare al ristorante? Ordinerò a domicilio?
Il sushi all you can eat é stato cancellato dalla faccia della terra? Mangerò la pizza.
Non posso vedere i miei amici? Li videochiamerò.
Non posso andare a fare shopping? Comprerò online.
Devo stampare un'autocertificazione diversa ogni due ore per uscire di casa per motivi improrogabili? Abbatterò personalmente tutta la foresta Amazzonica (o quel che ne resta) per procurarmi la carta necessaria.
Devo fare due ore di fila al supermercato per fare la spesa? Diventerò amica dei vecchietti che vanno a comprare le patate e la cipolla per ingannare il tempo.
Devo festeggiare il compleanno in lockdown? Mi procurerò la torta più bella di sempre e tormenterà amici e conoscenti spammando foto della torta in questione ovunque.
Durante il primo lockdown, che ai tempi pensavamo fosse l'unico, io stavo bene e si che uscivo di casa solo per andare ai controlli in ospedale e che ho persino vinto un secondo ricovero e un secondo intervento, completamente da sola visto che non poteva entrare nessuno e vi assicuro che, se non ci fosse stata la pandemia, io avrei fatto i controlli, non avrebbero pensato che la febbre che avevo post operatoria fosse probabilmente covid e mi sarei risparmiata un secondo intervento di quattro ore in anestesia totale che mi ha completamente distrutta.

Finito il lockdown, mi sono comunque adattata alla vita ai tempi della pandemia.
Bisogna andare in palestra con la mascherina? Mi procurerò una mascherina abbinata allo zainetto in cui infilo tutte le cose di cui non posso fare a meno durante l'allenamento.
Devo stare lontana dai colleghi al lavoro, rinunciando anche a prendere il caffè con loro? Berrò il thè, così, a caso.
Non posso viaggiare come vorrei? Riprogrammerò le mie vacanze.
Bisogna tenere la distanza di un metro? Starò a due metri.
E così via.
Ho rispettato qualsiasi regola ci venisse imposta, ho sempre portato la mascherina, mantenuto le distanze, rinunciato a qualsiasi cosa potesse essere anche solo un minimo rischiosa e siccome sono evidentemente una stronza mi sono anche presa il covid senza essere mai riuscita a capire come.

Poi é arrivato il secondo lockdown che però non è un vero e proprio lockdown, ma una cosa a metà che non si capisce bene.
Hanno chiuso le palestre? Ho iniziato ad allenarmi all'aperto, ho sfidato il freddo comprando maglie termiche in quantità e probabilmente prima o poi mi verrà la polmonite.
Mi hanno messa in smartworking? Ho trasformato il mio salotto in un ufficio e i miei cani in segretari, nonostante la mancanza del pollice opponibile.
Non si può andare a cena fuori? Ordino la pizza (aridaje).
E potrei continuare all'infinito.
Anche stavolta ho rispettato ogni singola regola, ci sono persone che amo che non vedo da mesi, ho passato le feste da sola, continuo ad indossare la mascherina, a mantenere le distanze, ad essere ligia alle regole. 

Eppure, devo dirlo: il lockdown ha rotto i coglioni.
E ha rotto i coglioni perché non ha senso.
Attenzione: io sono convinta fermamente che l'unico modo per sconfiggere il virus sarebbe chiudere tutto -ma tutto davvero- fino a che una buona parte della popolazione non sarà vaccinata (si, sono pro vaccini), ma ho anche due neuroni -d'altronde tanti ne bastano per fare una considerazione simile- che mi permettono di capire che non è fattibile perché a quel punto la popolazione non sarebbe decimata dal virus, ma dai suicidi dovuti alla disperazione.
L'apri e chiudi però non lo capisco: oggi giallo, domani giallo rinforzato, dopodomani arancione, tra tre giorni verde a pois rossi, fra una settimana rosso a pois verde con sfumature di carta da zucchero, ma solo dalle cinque alle sette perché dalle sette e un minuto blu con sfumature di viola.
Chiusi i ristoranti e le palestre, ma non i negozi.
Vietato fare la fila all'agenzia delle entrate, ma non da Primark.
Possibile ammassarsi in Via del Corso, ma non si può andare allo stadio.
Scuola si, ma solo dai cinque a sei anni e trentasette giorni, dai sei anni e trentotto giorni no perché non si mai.
Non si può vedere nessuno, ma non proprio nessuno nessuno, magari un amico al giorno lo puoi vedere, ma solo se siete in due in famiglia, altrimenti no. 
Puoi uscire dal comune, ma solo se il comune ha meno di 5000 abitanti, quindi io non posso andare a Fiumicino da Decathlon a prendermi le kettlebell (scherzo eh, le kettlebell da Decathlon sono esaurite da centoventi mesi) che è a due passi da casa mia, ma posso andare a Roma nord che, dall'Eur e  con il traffico, ci vogliono quattro giorni per arrivarci.


Mi sono rotta i coglioni. Davvero eh.
Nonostante io sia una che si adatta, che cerca sempre il lato positivo delle cose e tutte le belle cose che ho raccontato all'inizio, io mi sono rotta i coglioni. Leggetelo detto da Aldo in Tre uomini e una gamba, tanto siamo pure conterranei.
E me li sono rotta perché tutto questo apri e chiudi, questo non sapere, non capire, non avere idea, di andare a tentoni, il non avere una linea chiara é devastante.
Perché mi manca mia madre, che è sola e non è una ragazzina.
Perché mi mancano le mie amiche, i miei amici, il programmare.
Perché lavoro e basta, nel salotto di casa mia, quindi manco esco.
Oppure mi alleno, ma molto meno rispetto a prima e questo non mi piace.
Non sono le piccole cose. Sono le piccole cose tutte insieme che sono diventate pesanti da sopportare.
E tutto questo lo dico da persona fortunata che ha sempre lavorato da quando è iniziata tutta questa storia, che non si è mai vista ridurre lo stipendio, che non è mai andata in cassa integrazione, che ha un tetto sopra la testa, che ha dei progetti che vanno avanti, però ecco, non tutti sono stati fortunati come me, anzi direi siamo in pochi a non avere perso tutto o quasi o comunque ad aver dovuto cambiare la propria vita.

E se state per dire "allora vacci te al governo a prendere decisioni" sappiate che io di lavoro faccio palinsesti e che al massimo sono in grado di mettere in onda cose, quindi no, non sta a me prendere decisioni sensate per il bene del paese.

29 commenti:

  1. Penso che i più abbiano raggiunto un livello alto di esasperazione. Speriamo nei vaccini, che possano aiutare ad uscirne altrimenti diamo di matto tutti.

    RispondiElimina
  2. Anch'io sono una che si adatta, e che ha sempre il sorriso.
    Ma anch'io mi sono rotta i coglioni di giocare alla Strega mangia colori.
    Queste reclusioni forzate non hanno alcun senso e mai ne hanno avuto.
    Tanto, trascorso il periodo di clausura, si torna punto e a capo.
    La nostra economia e la nostra salute mentale non possono permettersi altri balletti.
    Sarebbe bastato intensificare i controlli anti assembramento mascherina e distanziamento, aumentare i trasporti, e altro.
    Ma no. Meglio giocare con la vita degli Italiani.
    Non sappiamo più quello che potremo o non potremo fare DOMANI. Non tra un mese o un anno, ma tra un giorno esatto.
    Se non è assurdo questo, allora com'è? No comment.
    Passerà? Chissà. Noi ci speriamo. Altrimenti i suicidi di cui parli supereranno di gran lunga le morti per Covid.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Condivido ogni singola parola 🤦‍♀️

      Elimina
    2. E bello tutto tanto lavori e seivsiddisfatta ma quando non produci piu perche nessuno ti porta i soldi cge fai ti butti dalla finestra tanto e finita lonstesso ti arrivera lonpsuedo virus di ca che nessuno vuol debellare ...si perche cosi e altrimentini vaccini barra sperimentazioni a chi li iniettano da medici che prima non venivano nemmeno a guardarti in casa e ora prendono soldi per iniettartelo e si proprio cosi ...be svrei ancira da dire ...ma mi fermo perche ho ancora un po di ottimismo da risparmiare pervandare avanti ....ho paura dinquesta pecoraggine che e arrivata grazie al terrirismo mediatico imposto ....grazie governo di corrotti avete fatto un bel lavoro ....non su di me pero . ...

      Elimina
    3. Scie chimiche levatevi proprio 😅

      Elimina
  3. Una tira e molla che effettivamente sta stufando, ma bisogna anche capire che è la prima volta che succede, poca preparazione purtroppo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sicuramente è la prima volta, però immagino ci siano dei tecnici pagati per affrontare questo tipo di emergenze...

      Elimina
    2. Eh, mi sa che il problema è proprio quello...

      Elimina
  4. Nono, dici proprio bene e mi aggiungo al coro. Tutta questa storia del covid, i dpcm, le chiusure ecc hanno rotto il cazzo. Ovviamente, come hai precisato anche tu, è doveroso sottolineare che qui quasi tutti vogliamo rispettare le regole ma a patto che poi si giunga a un risultato. Sono d'accordo con te in lungo e in largo. Poco da aggiungere, sperando che riusciremo a riprenderci molte cose perdute (tranne purtroppo chi non c'è più)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E soprattutto le regole devono avere un senso. Se il senso non ce lo hanno, mi sento una cretina a rispettarle 😅

      Elimina
  5. Ora, non per facilitare eh... Ma penso che qualsiasi persona che ha più non dico due ma almeno quattro neuroni può fare meglio di questo semaforo di colori che stanno portando al delirio collettivo più di un lockdown fatto bene.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. 😂😂😂😂😂😂😂

      (Sono sbottata a ridere come una scema 😂😅)

      Elimina
  6. Mi posso aggiungere al club con i coglioni rotti?
    Io ho figli che vivono perennemente davanti al pc, si sentono con gli amici su discord e non hanno più voglia di uscire di casa: sono DaD imbalsamati!
    Non si rendono conto che qui ne va della sanità mentale di una generazione!
    Per sopravvivere a tutto questo io affogo il mio disagio nel mojito, sperando che non sappia nuotare!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. DaD imbalsamati è la mia nuova definzione preferita, sai? 😂😅

      Elimina
  7. condivido ogni riga di quanto scrivi ed essendo io e te amici su facebook ti sarà capitato di leggere qualche mio (raro) commento sull'argomento

    la verità è che questo governo di merda esiste perchè esiste la pandemia. gli ospedali (ne sa qualcosa la mia famiglia) e le rsa sono i luoghi in cui sono avvenuti la maggior parte dei contagi. non le palestre, non le scuole, non i ristoranti. poi è insopportabile questa corsa paternalistica a colpevolizzare le persone. io che non sono certo di destra al prossimo giro voterò chiunque faccia scomparire dalla storia Conte, Zingaretti, Boccia, Franceschini, Speranza e compagnia cantante

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Condivido ogni cosa che dici, avevo letto qualche commento e, sebbene io sia più "moderata" su determinate questioni, ormai trovo che si sia giunti al limite...

      Elimina
  8. oooo finalmente! com'è liberatorio poter dire "mi sono rotta i coglioni"! Io sono in chemioterapia lavoro da casa perché il medico aziendale non mi da l'ok al rientro in ufficio o fino al mio vaccino o fino alla fine della chemio (e nessuna delle due cose ha al momento una data). Da un anno praticamente la mia quotidianità è fatta di casa e ospedale. Sono fortunata ? sì ho un lavoro che non conosce crisi, non sono ancora morta (ottimo risultato!!) nelle pause posso andare a fare sport all'aperto perchè vivo i mezzo al nulla cosmico delle colline del Monferrato, ho un marito che amo e amici che resistono con me ma .. MI SONO ROTTA I COGLIONI, voglio di più, voglio il vaccino, voglio mettermi i tacchi per andare al lavoro, voglio l'aperitivo, voglio vedere e abbracciare i miei genitori, voglio i miei capelli in testa, voglio guidare in città nella notte, voglio le pause pranzo con i colleghi e non voglio sentirmi "ingrata" nel desiderare tutto questo, ne ho le palle piene di pensare "c'è di peggio c'è chi .." vivo in Piemonte e mi curo in Lombardia faccio tutto quello che è necessario, sto alle regole ma voglio urlare che MI SONO ROTTA I COGLIONI. A furia di vivere in modalità provvisoria si rischia di smettere di sentirsi vivi

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Chemio a parte, avrei potuto scrivere io il commento. È esattamente quello che provo pure io.

      Elimina
  9. Eh, mi sa che è un pensiero comune :)
    Cerco di mantenermi attiva, faccio un sacco di cose così evito di pensare troppo altrimenti mi viene l'ansia. Nelle settimane passate ho dovuto segnare in agenda in che zona eravamo, del tipo che mi alzavo e invece di pensare "che giorno è" dicevo "oggi in quale cacchio di colore siamo?".
    Il lavoro poi, lasciamo perdere.

    Questo nuovo lockdown (farlocco) sta rosicchiando il mio ottimismo, seriamente. Sarà durissima riprendersi da tutto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non ci avevo pensato, ma in effetti segnare in agenda il colore non è una cattiva idea, almeno non di fa confusione (o quanto meno, se ne fa meno).

      Ma il cinema come sta reagendo? Immagino che mesi e mesi di chiusura lo stiano mettendo a rischio enorme :(

      Elimina
  10. A chi lo dici...non mi riferisco solo alla vita normale, viaggi, uscite, teatro, mostre ecc. Pensa che i primi di gennaio abbiamo perso mio suocero improvvisamente per un'altra terribile malattia(no covid) e noi non lo vedevamo da settembre quando avevano riaperto le scuole(frequentate da me e mio figlio). E ora? Non lo vedremo mai più tranne per quella breve videochiamata a Natale... Poi penso a mia mamma da sola nella mia terra natia e mi sento malissimo...Eh sì, mi sono proprio rotta di tutto

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche io ho mamma da sola, quindi ti capisco bene.
      Le dicevo proprio ieri che sarei voluta andare almeno 2 o 3 giorni, ma risulta difficilissimo tra quarantena, ecc :(

      Elimina
  11. Grazie per questo racconto, mi fà capire che non siamo soli e siamo tutte persone (bene o male eh :D ) ..

    RispondiElimina
  12. Questa pandemia lascerà strascichi di disagio mentale molto più grandi di quelli lasciati dal virus. Non hanno pensato al benessere psichico di nessuno. Bambini e adolescenti inclusi. Speriamo di essere agli sgoccioli, un altro anno così e impazziremo tutti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I bambini secondo me sono quelli che si sono adattati meglio, sarà che sono più intelligenti di noi adulti :)

      Elimina
    2. è passato un altro anno... e siamo punto e a capo... io sono già impazzito, pd.

      Elimina