domenica 29 novembre 2020

E infine lo smart working

Qualche giorno fa sono tornata al lavoro.
O meglio: ho ricominciato a lavorare, ma non sono tornata al lavoro, visto che il mio nuovo ufficio é il salotto di casa mia.
Dopo quindici giorni dal tampone positivo e da sintomi che mi fanno affermare sempre con più certezza che non si tratta affatto di una semplice influenza, ho acceso il pc, timbrato l'entrata e mi sono messa a lavorare. 
Il covid mi ha lasciato stanca e debilitata, oltre che priva di olfatto e gusto e con un paio di chili in meno persi in quattro giorni (no, non è una buona cosa perdere due chili in quattro giorni, è più o meno una tragedia), ma ho ripreso subito con ritmi serratissimi.
Il periodo è quello che é, si lavora tanto, pure troppo e, per venire incontro ad una serie di esigenze aziendali, ho detto si a fare per un periodo un turno spezzato, con tre lunghissime ore di pausa pranzo e al sesto giorno. Se vi state chiedendo se mi pagano tutto, la risposta é ovviamente si, io gratis non mi alzo neanche dal divano, questo più o meno da sempre.
La prima settimana di lavoro è finita ieri alle 20.00 e qualche spiccio e io volevo più o meno morire.


A me lo smart working non piace.
Mi piace svegliarmi la mattina, farmi la doccia, vestirmi e fare anche due ore di macchina, che tanto trascorro ascoltando musica e ascoltando messaggi vocali (santo bluetooth).
Mi piace arrivare al lavoro, prendere il caffè con i colleghi, fare due chiacchiere, scherzare, cazzeggiare, almeno quanto mi piace -ad un certo punto- mettermi le cuffie e non ascoltare più nessuno.
Mi piace, staccare ogni tanto prendendo caffè, chiacchierando o semplicemente facendo due passi intorno al palazzo per sgranchirmi le gambe.
Non mi piace passare dal letto al tavolo del salotto, con il pc e un sacco di altra roba in mezzo alla casa tutti i giorni, tutto il giorno.
L'altra notte mi sono svegliata disturbata da una luce perché avevo lasciato il monitor acceso che era esattamente in traiettoria con il mio sguardo.
Lavorando da casa, inoltre, non ho praticamente più pause vere perché quando vado in pausa faccio partire la lavatrice, stendo i panni, li rientro, imbastisco il pranzo o la cena, pulisco il bagno (si, ho fatto anche questo!), spazzo, passo lo straccio e ad altri sei milioni di cose che vi vengono in mente. E questo sia che faccio una pausa di quindici minuti, sia che sto in pausa tre ore. Non mi siedo mai, ieri in pausa pranzo mi sono messa a trasportare cose pesantissime dal garage a casa e viceversa.
E poi aggiungerei anche che ho una marea di vestiti, ma proprio tanti, tutti bellissimi (ok, prima che lo dica qualche amica lo dico io: qualcuno ha una bellezza opinabile, ma a me piacciono) che stanno lì dentro l'armadio e che probabilmente, ora che potrò riutilizzarli, saranno passati di moda, visto che in casa sto sempre in tuta (si, sono bellissime pure le mie tute, ma n on é uguale) e che ieri ho persino lavorato con il pigiama di Paperina.
E infine ci sono i cani - e non solo loro- che, mentre lavoro, mi saltano in braccio perché mi vedono a casa e non riescono a capire che sto lavorando. Anche per loro, considerato che consumano più di un'Alfa Romeo a benzina.
Ah, e mi mancano i colleghi, mi mancano le chiacchiere, vero che abbiamo 3000 gruppi Whatsapp e che comunque ci sentiamo, ma non é la stessa cosa.
Non so quando finirà lo smart working, a dire il vero certe volte temo che non finirà mai, al massimo magari tra qualche mese si tornerà ad andare in ufficio ogni tanto, il che mi fa sorridere se penso che in teoria -fino ad un anno fa- sarebbe stato impensabile poter lavorare da casa.
La scelta (non mia, si intende) é stata fatta a causa dell'aumento dei casi e della paura che chiudessero tutto a causa di eventuali casi in azienda, creando problemi serissimi.
Nel mio caso specifico, essendo debilitata dal covid, é stata fatto una scelta per tutelare il mio stato di salute il più possibile.

Io sto bene, ho -come dicevo- degli strascichi, ma è assolutamente normale, sarebbe stato strano il contrario.
Quando ho fatto il tampone molecolare di controllo, prenotato tramite sito della Regione Lazio, senza attendere chiamate o altro, ho potuto scegliere il drive in che preferivo (ho scelto sulla base della velocità con cui davano il risultato, visto che avevo letto che alcuni erano più lenti di altri), nel giro di praticamente un giorno -ora più, ora meno- avevo il risultato e, sulla base del risultato, sono potuta tornare a vita normale.
Le prime due cose che ho fatto sono state tornare ad allenarmi all'aperto e fare la spesa al supermercato, visto che la spesa online sarà anche comoda, ma anche no se posso scegliere.
Ho trovato la gestione della Regione Lazio e del mio medico di base ottima, sono stata in costante contatto con loro, in particolare con il mio medico e, per qualsiasi dubbio o peggioramento, non mi sono mai sentita abbandonata o altro. Ho tremato solo quando mi si è prospettata l'ipotesi del ricovero, ma solo perché non sarei stata poi così contenta di finire in ospedale, ma questo credo sia normale.
E questo é, niente di più, niente di meno.


Per leggere il mio post sul covid, con tutti i dettagli di come l'ho vissuto, cliccate qui.
Se invece volete sapere quali sono, secondo me, i pro e i contro di lavorare da casa cliccate qua.

16 commenti:

  1. Ma se sei debilitata come riesci ad allenarti? Comunque concordo, lo smart-working è una merda

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    1. Basta ridurre l'intensità e gestire ripetizioni e tempi di riposo in modo consono :)
      Magari invece di fare 100 swing con 32 chili di fila, ne fai 20 con 24 e ti fermi 30 secondi (per fare un esempio) :)

      Poi ovviamente, un conto è un fisico forte e allenato debilitato, un conto è un fisico non forte e non allenato debilitato :)

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  2. Speriamo tutti di tornare quanto prima ad una vita più normale possibile! E comunque finirà che metterò i miei vestiti bellissimi per stare a casa... fallo anche tu e mi sentirò meno scema 😂😂

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    1. Proprio ieri sera dicevo che a Febbraio ho comprato due vestiti da sera stupendi, ovviamente mai messi, e chd li utilizzerò per cenare in casa visto che, secondo me, prima di Pasqua non ci liberano 😂😂😂

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  3. C'è stata la proposta del direttore della Deutsche Bank di tassare del 5% i lavoratori in Smart working.
    Vorrei talmente tanto poter farlo che avrei accettato pure la tassa, fai tu.

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    1. Era una proposta indegna e non vale neanche la pena di parlarne. Riassumendo il concetto era: tu a casa consumi meno (carburante, vestiti, pasti, trucco, parrucchiere, razzi e mazzi) quindi l'economia stagna quindi ti tasso.
      Indegna appunto.
      L'ho citato solo per far capire quanto vorrei poter lavorare da casa, ecco.

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    2. Si si avevo capito cosa intendevi, mi perplimeva la questione della tassa.
      Che poi in teoria risparmi quelle cose, ma spendi in utenze (che non tutti rimborsano), quindi...

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  4. ho anelato al lavoro da casa per anni, in realtà lo vorrei ancora, più che altro la possibilità di scegliere, almeno qualche giorno. Però ora come ora, con l'animo che ho mi darebbe una mazzata all'umore che non sopporterei, quindi mi "godo" il lavoro in presenza

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    1. A me proprio non piace :(
      Poi aggiungo che è un lavoro che in teoria non si può svolgere da casa se non per qualche mansione, quindi lavoro il triplo per gestire i contatti con chi è rimasto al lavoro e deve sobbarcarsi quello che da casa da sola non posso fare, quindi sbattimento per tutti :(

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  5. Hai ragione, ma non sarà per sempre, è un sacrificio che si può fare al momento, poi si vedrà ;)

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  6. Certo in casa con i cani e con Marito (non so se anche lui sta in SW) doppio stress. Io che ho anche un bambino e un gatto (oltre a marito e un cane) sto impazzendo...

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    1. No, nessun marito in sw :) dici che è una rogna di meno? 😅

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  7. Pro e contro nello smart working, come in ogni cosa. Io non ho mai provato la particolarità del lavoro da casa... e ti dico la verità: mi piacerebbe provare. Peccato che non si possa... e allora amen, si continua ad andare in giro. 😅
    Grazie per essere passata da me, ti seguirò volentieri ;)

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