domenica 3 gennaio 2021

Da quando hanno chiuso le palestre: come e perché non mollare

Da quando hanno chiuso le palestre -l'ultimo giorno di apertura é stato il 26 Ottobre scorso- io non ho mai saltato un giorno di allenamento.
Mi sono allenata con il freddo, con l'umidità, con la pioggia, con il vento, all'alba, la sera, al parco, per strada, al mare. Ovunque, in qualsiasi condizione climatica.
Sono stata ferma, se vogliamo essere precisi, soltanto la settimana di sintomi da covid perché materialmente non riuscivo neanche ad alzarmi dal divano, né a mangiare. Man mano che i sintomi sono passati, ho ripreso gradualmente ad allenarmi, inizialmente a casa -finché ovviamente non é terminata la quarantena- e poi di nuovo fuori, all'aperto. 
Il primo giorno di allenamento all'aperto post quarantena, nonostante il fiato corto, credo di avere raggiunto picchi di felicità altissimi.
Non mi piace allenarmi in casa, da sola, con i cani che mi molestano ed è per questo che, nonostante tutto, preferisco allenarmi all'aperto.

Facciamo però un passo indietro: che le palestre avrebbero chiuso era, almeno per me, una certezza sin da quando era stato detto che veniva concessa un'altra settimana di apertura e poi si sarebbe deciso.
Venerdì 23 Ottobre, terminata una bellissima classe di crossfit, ho voluto scattare qualche foto con le mie fedelissime compagne di allenamento -Giulia ed Arianna- perché ero convinta che quella sarebbe stata l'ultima classe per un bel pezzo.
Il giorno dopo, sabato 24 Ottobre, sono andata in palestra -con Giulia, ma senza Arianna che lavorava- a fare i massimali. Pioveva, esattamente come oggi e, guardando fuori dalla vetrata del box, mi è presa la tristezza.
Il giorno dopo hanno confermato la chiusura delle palestre fino a data da destinarsi. Palestre che, ad oggi, sono ancora chiuse e che chissà quando riapriranno.
Lunedì 26 Ottobre ero ad allenarmi al parco con Giulia, Arianna e Valentina. 
Quando al parco ha iniziato a fare troppo freddo o non si riusciva ad allenarsi la mattina, ci siamo spostati sotto i portici dell'Eur.
In un'occasione, nonostante non stessimo facendo nulla di male, i guardiani di alcuni uffici pubblici hanno chiamato la polizia che, per la cronaca, ha detto che potevamo restare perché non sussisteva alcun reato come sostenevano i solerti guardiani (di uno degli enti che funziona peggio in Italia per altro, ma questa è solo una piccolissima polemica sterile).


"Ma come ti va?" é ovviamente la domanda che mi sono sentita rivolgere più spesso.
Ora, sarei falsa ed ipocrita se dicessi che mi va sempre. 
Ci sono volte che non mi va, che piuttosto che fare 50 burpees sul lercissimo pavimento di fronte Old Wild West dell'Eur mi farei tagliare un braccio o una gamba o qualsiasi altra parte possa essere anche solo lontanamente coinvolta nell'esecuzione di un burpee.
Credo sia questione di abitudine da una parte e di necessità dall'altra.
Io sento il bisogno di allenarmi, come più o meno chiunque sia abituato ad andare in palestra ogni santo giorno sparandosi minimo due ore di allenamento, e se non lo faccio poi sto male. 
No, non parlo di sensi di colpa perché ingrasserò, rotolerò o cose così, parlo proprio di un'esigenza fisica.
E poi sono abituata a farlo, qualche giorno fa, durante una classe di funzionale molesto, una ragazza ha detto che stava andando avanti in automatico ed é vero, ci sono giorni in cui è l'inerzia che spinge a fare i burpees di cui sopra e non solo, ma pare che i burpees siano il capro espiatorio di ogni cosa: burpees che a me, per la cronaca, piacciono moltissimo.
Inoltre, tenete in considerazione che, oltre alle amiche della palestra (inteso come conosciute in palestra, non é che se le incontro per strada fingo di non conoscerle) di cui sopra, ci sono le mie amiche di sempre con cui abbiamo fondato un club motivazionale senza uguali: se una non ha voglia, arriva un'altra a motivarla (l'altra che arriva a motivare non sono praticamente mai io). Conosco Claudia, Valeria e Nadia da sempre ed é curioso come due di noi siano a Roma, le altre due a Palermo, ma tutt'e quattro abbiamo questo amore -chiamiamolo così- per la palestra. Io, ovviamente, sono la più cafona tra le quattro.

Ho dovuto cambiare un sacco di cose e adattarmi ad altre cose: pensare di poter fare le stesse cose che facevo in palestra é ovviamente impensabile.
In primis, ho dovuto comprare maglie termiche come se piovesse, adesso ho più maglie termiche che jeans. Tutte uguali, praticamente tutte dello stesso colore che presumo -quando prima o poi tutto questo sarà finito- mi darò in faccia.
Ho anche iniziato ad usare i guanti, io che sono sempre stata una fautrice dei calli, se non altro perché le mie nobili mani non le poggio sul marciapiede lercio manco dopo morta E comunque si, l'ho fatto (di non usare i guanti un paio di volte intendo) e poi mi faceva schifo toccare il volante della macchina per tornare a casa, visto che le mani erano nero nero fuliggine manco di mestiere facessi lo spazzacamino.
Allenarsi all'aperto comporta anche un tipo diverso di respirazione a cui bisogna abituarsi e un adattamento al terreno che no, non é neanche lontanamente paragonabile al gommato della palestra.
Ho cambiato tipologia di allenamento: se prima non saltavo una classe di crossfit e avevo una predilezione per i pesi pesanti, termine che mi piace tantissimo, adesso ho dovuto fare ciao ciao con la manina a pesi pesanti e massimali, visto che il massimo che sono riuscita ad avere, in termini di ghisa, sono circa trenta chili che sono utili, utilissimi, ma nulla a che vedere con i pesi che utilizzavo prima (e che chissà se sarò ancora in grado di utilizzare).  Ho imparato cose nuove, mi sono soffermata sulla mobilità, ho stabilizzato cose a cui davo poca importanza o per le quali non avevo tempo. sto facendo tanto corpo libero, sto migliorando su cose che mai avrei pensato di migliorare.
Da due mesi a questa parte, per altro, non ho praticamente più avuto lividi, escoriazioni, dolori di varia natura e via dicendo, il che mi viene da pensare che sia una cosa positiva. Non mi sono neanche più data attrezzi in faccia, in questo caso nel vero senso della parola (qualche mese fa, mi sono data un bilanciere  carico in faccia e ha fatto male, molto male, sento ancora il sapore del sangue in bocca se ci penso).
Ho cambiato obiettivi, non sul lungo termine ovviamente: se prima l'obiettivo era aumentare sempre e comunque, adesso è diventato mantenere e perfezionare. No, non é la stessa cosa. Si, mantenere è più difficile che aumentare. 
Nell'ultimo anno ho perso sette chili senza volerlo perché è così che funziona: controllando l'alimentazione (che non significa fare la fame, significa bilanciare i macro, poi le calorie sono soggettive) e allenandosi tanto succede. Tuttavia devo fare presente una cosa: ho la galleria del cellulare piena di foto che servono a me per rendermi conto dei cambiamenti che faccio (ma che in piccola parte ho pubblicato qua e là sui miei social). Cambiando obiettivi, ovviamente è cambiato anche il fisico, seppur siano passati solo due mesi. Se in meglio o in peggio non lo so, l'obiettivo fisico ormai è secondario, ma oggettivamente è cambiato e questa é una cosa che bisogna tenere in considerazione.

Come e perché non mollare e continuare ad allenarsi?
Se non si è capito da quello che ho scritto prima, lo spiego in due parole.
Come? Cambiando obiettivi e allenamento, se la situazione attuale non permette di continuare lo stesso tipo di allenamento di prima. Possibilmente con un coach -o istruttore che dir si voglia- che vi segue. Io il mio coach non smetterò mai di ringraziarlo, se non altro per avermi aiutato in questi due mesi a superare paure che mi facevano dire "io questo non lo farò mai" relativamente a cose che poi effettivamente ho fatto, anche con parecchia soddisfazione.
Se state pensando che siete impegnatissimi e non avete il tempo, sappiate che io lavoro nove ore al giorno, ultimamente sei giorni su sette e non più cinque su sette, che ho una casa e una famiglia e in questo momento un sacco di cose a cui pensare (vedi post precedente), eppure continuo ad allenarmi. E fidatevi che non sono Wonder Woman e me ne guardo bene dal diventarlo.
Ho persino le unghie lunghe e curate, quindi immaginate (in riferimento ad una tizia che mi disse che se hai le unghie curate non puoi allenarti con i pesi, cosa che non capirò mai, ma tant'è).
Perché? A meno che non abbiate vent'anni, se vi fermate per un mesi, poi riprendere sarà difficilissimo, oltre al fatto che -e questo vale a qualsiasi età- stare fermi è tempo perso, un po' come quelli che dicono che vogliono il culo sodo e la pancia piatta e poi stanno sul divano pensando che tanto è un obiettivo così lontano che non vale la pena, quando basterebbe solo iniziare e poi il resto viene da se.
Ma anche perché, in questo periodo un po' così, aiuta a staccare la spina. Mi è capitato spesso di essere triste o arrabbiata e di riprendermi completamente dopo un'ora di allenamento fatto bene.

Io voglio tornare in palestra, sia chiaro.
Non vedo l'ora di varcare la soglia, di abbracciare un bilanciere olimpico, di farmi la doccia in palestra, di uscire da lì con i capelli bagnati in pieno inverno sperando di non rimanerci secca.
Tanta gente che conosco ha detto che in palestra non ci vuole più tornare, che preferisce questa tipologia di allenamenti all'aperto che fanno aumentare la socialità tra persone (questo é vero, lo confermo), ma io no. Io voglio la palestra, senza se e senza ma.
Ho smesso di scherzare sull'argomento perché mi sono resa conto che non è sicuramente tra le priorità, nonostante al di là di chi -come me- in palestra ci va solo per allenarsi, c'é tanta gente che in palestra ci lavora, che ne è proprietaria e via dicendo e che rientra in quelle categorie a cui si sono chiesti e chiedono sacrifici su sacrifici senza dare una certezza che sia una.

Questo post lo dedico a tutte le persone menzionate in questo post: Giulia, Arianna, Valentina, Nadia, Valeria e Claudia (ultima nell'elenco, ma prima nel cuore, lo preciso se no si arrabbia), ma anche a tutti quelli che -in questi due mesi e un pezzettino- hanno condiviso con me allenamenti, freddo, pioggia, gioie e dolori.

10 commenti:

  1. Cara Gilda, purtroppo ciò che sta avvenendo fa male, ma dobbiamo accettate.
    Ciao e buona serata con un forte forte abbraccio.
    Tomaso

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  2. Gilda, solo massimo rispetto ed encomio

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  3. Io non frequento palestre, ne ho una mia, con pesi, bilanciere, tapis roulant ecc. Mio marito era un appassionato di body building anni fa , qui di sì era attrezzato, abbiamo una stanza grande. Certo con vuole una motivazione forte per farla ogni giorno, come te anch'io dopo aver fatto palestra mi sento bene. Io faccio tapis e yoga, quasi tutti i giorni. Mi piace molto.

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    1. Pensa che io, al momento, ho attrezzi sparsi per casa perchè non ho una stanza da adibire a palestra 😭😭

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  4. Visto le foto, e vedo che è un'esigenza allenarsi, sapendo di te è comprensibile, quindi palestre chiuse o meno, non arrenderti ;)

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  5. Bè chi fa palestra normale può sostituire o adattare altri esercizi. Io purtroppo faccio nuoto e pur avendo la piscina a casa non posso farlo e non posso sostituirlo con niente. È uno strazio. Sono come un pesce a cui manca l'acqua. Mi sento disperata. Il nuoto è la mia passione, anche se faccio danza e trekking e altre cose, nulla mi dà quello che mi dà nuotare. Quibdi son contenta che tu hai trovato un buon compromesso col lockdown. Io non vedo l'ora che tutto finiscs e si torni come prima 😁

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    1. Si, ci si adatta, anche se ovviamente non si hanno gli stessi pesi.

      Hai pensato di nuotare al mare? Conosco persone che lo fanno (con muta e tutto ovviamente).

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