Ci sono giorni che so perfettamente che l'incastro perfetto delle cose è dovuto a qualcuno che mi osserva e mi protegge.
Non sono credente, non so cosa ci sia dopo la morte, ma sono certa che mio padre mi vede, sa quello che faccio (pure le cose che prima non gli dicevo per non farlo preoccupare) e, in alcuni casi, ci mette lo zampino. Liberissimi di prendermi per scema, lo capirei eh.
La scorsa settimana ho fatto due brutti sogni, con lo stesso protagonista, di quelli che fanno da presagio a qualcosa di sgradevole.
Puntuale come i treni in Svizzera, il presagio (ora, non vorrei sembrare una maga, ma immagino sia chiaro cosa intendo) si è trasformato in un paio di telefonate fastidiose, di quelle che ti fanno pensare seriamente che dovresti cambiare numero (anche se ecco, ho lo stesso numero di telefono da vent'anni e so che non lo cambierei mai). Il fastidio mi è rimasto tutto per qualche giorno, un inizio settimana al sapore di male, di quelli in cui ti chiedi quale disgrazia accadrà, con la mia migliore amica (qui avevo parlato di lei) che mi ha fatto presente che lei crede nei segnali -e tanti se ne sono manifestati in questa settimana- e se non l'amassi immensamente probabilmente l'avrei sgozzata.
Attendo ancora che i segnali diano il loro frutto, sperando non accada, però c'è un però.
Devo comunque dire che tutta sta storia l'ho affrontata in modo sportivo, prendendo applausi dalle amiche che temevano che, ecco, l'avrei presa peggio, magari uccidendo qualcuno (scherzo eh, nessuna persona, animale o cosa é stata maltrattata e non ho manco lanciato il telefono contro il muro).
Oggi è venerdì.
Nonostante una vita da turnista, che ha sempre considerato sabati, domeniche e festivi normali giorni lavorativi, sono vittima del fascino del venerdì (qui vi fare un'idea) che chiude la settimana e del fastidio del lunedì che la apre.
C'è anche da aggiungere che succede qualcosa di venerdì di solito devo aspettare il lunedì per risolverla, se non succede qualcosa che aspetto devo aspettare quanto meno il lunedì, insomma un macello.
Questo é un venerdì iniziato al sapore di male, con la cagna che é stata male tutta la notte, corse contro il tempo per uscire di casa all'orario giusto che se perdi il minuto giusto poi sono sette ore di traffico in più e ulteriori insulti gratuiti a chiunque, Pippo in primis (se non sapete a cosa mi riferisco, é evidente che non conoscete nessun romano).
Poi é arrivata la prima buona notizia, poi la seconda, poi la terza, infine la quarta. Quattro buone notizie nel giro di due ore sono troppo persino per me che sono un'inguaribile ottimista che vede pace, gioia e amore infinito anche nella fine del mondo. Cose che aspettavo, cose che non aspettavo.
Se non fosse che io non voglio assolutamente sfidare il karma, chiederei anche di ricevere una notizia -o meglio una data- che attendo da ormai un po' e che non arriva, ma sto calma, buona e attendo che poi magari il karma si incazza e tra due anni sto ancora aspettando.
Quando succedono queste cose, inaspettate, che migliorano la giornata e anche il week-end -devo comunque dire che io sono una che si accontenta di poco per essere felice- tutte insieme io credo sempre che sia mio papà, come dicevo, che mi guarda e mi da una mano, magari memore della settimana precedente che mi ha visto un pochino più avvilita.
Basti pensare che ieri sera, per andare a cena con un'amica, ci ho messo un'ora quando normalmente ci avrei dovuto mettere venti minuti e ovviamente avevo calcolato tutto, infilando anche il rifacimento delle unghie e il crossfit, al centesimo di secondo.
E quindi niente: grazie papi, sei tu che mi hai dato la forza di affrontare cose che non avrei mai pensato di poter affrontare, di allontanare tutto quello che c'era di negativo, di non avere bisogno di chi avrebbe fatto più danni che altro e sei sempre tu che, secondo me, ci metti lo zampino per regalarmi sorrisoni e venerdì felici.
Ps. Se oggi riesco anche a comprare i prodotti per capelli che mi ha consigliato l'amica di cui sopra (che per queste cose é la numero uno e non scherzo) credo che esco in strada e mi metto a ballare. Chiedo comunque scusa per la latitanza, sono attiva sui social, ma poco sul blog, per i motivi di cui sopra. Un giorno incastrerò tutto al meglio, ma quel giorno evidentemente non é oggi.