domenica 26 luglio 2020

Senza giri di parole

Quando muore qualcuno, la vita di rimane cambia. Cambia tantissimo, cambia profondamente, cambia così tanto che solo se ci siete passati capirete cosa intendo.
Non credo di stare dicendo qualcosa di nuovo, non credo di essere la prima a dirlo e non credo neanche che sarò l'ultima.

Mio padre é morto improvvisamente quasi un anno e mezzo fa e la mia vita da allora é completamente cambiata.
Non in peggio, non in meglio, ma é cambiata.
Dopo quasi un anno e mezzo, il giorno che è morto mio padre resta il giorno più brutto della mia vita e quello che é seguito é stato -a tratti- anche peggio. E lo dico così senza giri di parole, esattamente come senza giri di parole avevo scritto che papà non c'era più.
Ci sono state anche cose belle, io ho ritrovato la serenità e la felicità, ma non é la stessa cosa, non sarà mai la stessa cosa.

Io non ho dormito per mesi, ancora oggi a volte faccio fatica.
Mi sono svegliata urlando durante la notte centinaia di volte, sempre con la stessa immagine di mio padre steso dentro una bara.
Quando non ho urlato, ho avuto il sonno talmente agitato da essere svegliata persino dai cani preoccupati.
Sono andata da una psicologa perché rivolevo la mia serenità. E si, mi ha dato una grossa mano, piano piano, ci é voluto tempo e non credo sia ancora finita.
Ho chiesto di mio padre rincoglionita dall'anestesia appena uscita dalla sala operatoria.
Ho chiesto di mio padre quelle volte che mi sono resa conto che stavo per smettere di respirare per una reazione allergica.
Ho passato il primo anno a contare ogni singola ricorrenza.
La prima festa del papà senza un papà a cui fare gli auguri.
Il primo compleanno senza papà, consapevole che da sempre era il primo a farmi gli auguri.
Il primo compleanno di mio padre, cinque giorni dopo il mio.
Il primo anniversario di matrimonio dei miei genitori, cosciente che ai miei auguri avrebbe risposto sempre con la stessa frase.
Il primo Capodanno, considerato che mio padre era il primo a farmi gli auguri a mezzanotte.
La prima vacanza senza mio padre ad aspettarmi per abbracciare la sua bambina.
La prima pizza nella nostra pizzeria del cuore senza di lui, il primo gelato nella nostra gelateria senza di lui. Mio padre viveva a Palermo da cinquantasette anni quando é morto e ancora non si capacitava di come fosse possibile che la gente mangiasse pane e gelato (dove per pane si intende la brioche), mentre io -palermitana doc- continuavo a chiedermi come fosse possibile che lui, pur vivendo da sempre a Palermo, mangiasse il gelato nella coppetta.
Ho comprato decine e decine di vestiti e mi sono sempre chiesta cosa avrebbe detto mio padre a cui da sempre chiedevo un parere su ogni singola gonna, ogni singolo vestito, ogni singola maglia.
Mi sono chiesta cosa avrebbe detto del coronavirus e del lockdown, soprattutto del lockdown.
Ho immaginato che mio padre avrebbe amato Mila perché é una ruffiana e lo avrebbe conquistato.
Ho pensato a tutte quelle volte che ho detto "papà sto lavorando, ci sentiamo dopo" quando mio padre mi chiamava perché voleva salutarmi, ma ho ringraziato quell'ostinazione per cui ho sempre voluto fare le vacanze estive a Palermo pensando che mio padre non ci sarebbe stato per sempre.
Ho pianto.
Ho detto milioni di volte che mi manca mio padre ed era sempre vero. Ci sono state volte in cui non l'ho detto, ma mi mancava da morire.
Non sono mai andata al cimitero, tutte le volte che mi convinco succede sempre qualcosa: una volta tutte le strade chiuse, un altro giorno l'alluvione, manca solo l'invasione delle cavallette.
Ho un promemoria in cui mi sono segnata esattamente il punto in cui si trova mio padre, all'interno della cappella di famiglia, perché al cimitero di Palermo, dove é seppellito, non hanno spazio per le nuove sepolture e hanno preso l'abitudine di mettere le bare nelle cappelle altrui e io temo che un giorno, quando porteranno via gli ospiti per dare loro una degna sepoltura, sbaglino e si portino via mio padre, cosa che razionalmente é impossibile, me ne rendo conto, ma le paure non sono razionali.
È stato un anno e mezzo lungo, a volte complesso, sono convinta che se ci fosse stato mio padre sarebbe stato tutto più semplice.
Ho tatuato il nome di mio padre sul braccio un anno fa, un paio di giorni dopo la sua morte avevo detto ad una collega che volevo fare un tatuaggio. Volevo una scritta. Ci avevo messo quasi quattro mesi per fare effettivamente quel tatuaggio (ne avevo parlato qui). Ad oggi, dei dieci tatuaggi che ho, tre sono dedicati a mio padre. Mi sono chiesta milioni di volte se gli sarebbero piaciuti e la risposta che mi do sempre é che probabilmente quello che gli sarebbe piaciuto di meno é quello dei tre che io trovo più bello.


Io non so cosa ci sia dopo la morte, ammesso che ci sia qualcosa.
So però cosa c'é per chi rimane qui, a fare i conti con la morte di qualcuno che si ama.
So che non é facile, che per qualcuno -e io sono evidentemente tra questi- é particolarmente difficile.
So che se il dolore é troppo e non si riesce ad affrontarlo da soli, chiedere aiuto non é una cosa sbagliata, né una vergogna.
So che il dolore può farci impazzire.
So che non é vero che passa: il dolore cambia, si trasforma, ma non passa.
So che vorrei che mio padre fosse ancora qui a dirmi che starà sempre con me.


Un paio di settimane fa é morto il padre di un mio amico che si chiamava come mio padre. Questa coincidenza mi ha sempre fatto sorridere visto che si tratta di un nome non troppo comune.
Quando l'ho saputo, non sapevo cosa dirgli e gli ho mandato un messaggio con un cuore.
Ho poi parlato un po' con lui e, ad un certo punto, gli ho detto che il dolore non sarebbe passato e che da me non avrebbe sentito dire una cosa diversa da quella, anche se fa male. Perché io avrei voluto che lo dicessero a me, perché io avrei voluto saperlo ed é una cosa su cui proprio non riesco a mentire.
Questo post nasce da quello scambio di messaggi.


31 commenti:

  1. Sono passati nove anni dalla perdita improvvisa del mio splendido papà cinquantenne.
    Il dolore cambia, ma resta.
    Oggi pomeriggio ho visto un film molto divertente su un padre e una figlia, ma piangevo.
    Piangevo perché mi manca da morire la nostra complicità, piangevo perché nessuno mi abbraccerà mai più con la sua forza ed il suo amore.
    La ferita che ha lasciato è eterna.
    E no, io non ci sono andata dalla psicologa. Non si addiceva alla superdonna cocciuta che sono.
    Credo, comunque, che non avrebbe fatto differenza.
    Papà se n'è andato in un attimo, letteralmente tra le braccia di mia madre, mie e di mio fratello.
    Il trauma della bara non ce l'ho più. Lo immagino sempre vivo e felice, ma la sua assenza mi toglie il fiato.
    E no, saperlo prima non avrebbe cambiato nulla.
    Ti abbraccio forte.
    Proprio oggi che sono a terra "per colpa" di quel film. 🖤

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    1. A me la psicologa ha fatto bene, anzi ti dirò: mi ha salvato la vita, in un periodo in cui mi ero completamente persa. Mi ha dato la forza di riprendermi in mano la mia vita.
      Se oggi sono serena, nonostante tutto, lo devo a lei :)

      Ti mando un grande bacio, in questa giornata un po' così ❤

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  2. Sono passati 15 anni per me e il dolore è sicuramente mutato. Non se ne va mai e quando ci penso la sua assenza mi lacera, ma col tempo impari a non pensarci, impari a convivere con la sua assenza e con tutto quello che è venuto dopo, senza di lui. Saperlo prima non avrebbe aiutato a sentire meno male, non avrebbe aiutato a pensarci di meno. Nel mio caso almeno il tempo ha aiutato ad attenuare la ferita è il dolore. Bacino

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    1. Io spero davvero che il tempo aiuti a guarire le ferite, almeno un po' perché a volte mi sembra di non potere sopportare tutto questo dolore.

      Ti mando un grande abbraccio Claudia ❤

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  3. a me non è ancora successo di perdere un genitore. non so veramente come affronterò la cosa

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    1. Spero che ti accada il più tardi possibile, davvero :) ❤

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  4. Cara Gilda, un grazie dal cuore di questo bellissimo post!!!
    Ciao e buona settimana con un forte abbraccio e in sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Grazie a te per averlo letto Tomaso!

      Ti mando un grosso abbraccio ❤

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  5. Il dolore non passa mai. Ho perso mia mamma nel 2005, mi sembra ieri. Pensi sempre a ciò che avrebbe potuto esserci e invece non ci sarà mai mai mai più a ciò che era e non cieci sarà. ti abbraccio.

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  6. Ho iniziato a leggere ma non ho proseguito. Mi spiace per te e non ce la faccio a proseguire per me stessa.
    Barbara

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    1. Non preoccuparti Barbara, é un tema "particolare".

      Un abbraccio ❤

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  7. Credo che per quanto se ne possa dire l'età faccia la differenza. Tu hai perso tuo papà molto giovane e all'improvviso. Fosse stato tra quaranta o cinquant'anni credo sarebbe stato più sopportabile. Non meno doloroso ma più accettabile. La tua mamma come se la cava? Un abbraccio.

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    1. Nbeh dai, tra 40 anni mio padre ne avrebbe avuti 117, quindi abbastanza improbabile 😅

      Scherzi a parte, mia mamma se la cava sicuramente meglio di me ❤

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  8. Come ti capisco, il mese prossimo saranno due anni che ho perso mio padre e ancora soffro tantissimo, come una ferita appena cicatrizzata che si riapre ad ogni minimo sussulto. Dalla psicologa intanto ho dovuto portare il mio bambino che ha assistito a tutto in prima persona. Per lui ho trovato la forza di andare avanti e ho fatto il terzo tatuaggio dedicato a mio padre, so che gli sarebbe piaciuto... Ho appena finito la fase della rabbia nei confronti di chi non ha ancora perso un genitore e ti dice che fa parte della vita, non bisogna farsi abbattere e banalità simili..ora compatisco certe persone, un giorno purtroppo succederà anche a loro e capiranno che sarebbe stato meglio tacere! Un abbraccio forte

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    1. A me fortunatamente nessuno ha detto frasi del genere, credo ci sarei rimasta davvero molto male.
      Devo dire che chi mi è stato accanto ha avuto un modo molto bello di farlo.

      Un abbraccio anche a te e al ruo bimbo ❤

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  9. Cmq il Top sono i commenti di Tomaso, sempre uguali, puoi scrivere di cani, allergie, alieni o bonsai e lui ti manda un abbraccio e un sorriso. Calcola che ormai vado a vedere prima i commenti. Poi alla fine capisco che è un modo "furbo" per pubblicizzare il suo blog. :)

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    1. Veramente riesci a dire una cosa simile di un uomo di 90 anni che ha fatto la guerra e che di sicuro non campa di click?

      Ma che vergogna 🤦‍♀️

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    2. comunque, magari lo avessimo tutti qualcuno che ci regala sempre un abbraccio e un sorriso, saremmo meno acidi di sicuro.
      anna

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    3. Già :)
      Tomaso è sempre molto carino, quando di recente é "scomparso" per problemi di salute ci siamo tutti molto preoccupati.

      Mi rendo però conto che se uno è arido dentro penserà ad una presunta pubblicità invece che alla dolcezza dei suoi commenti.

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    4. Hai ragione infatti. Mi scuso con Tomaso, purtroppo a volte uno pensa che i lettori siano come te, ma invece non è così... Fortunatamente.

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    5. Come me? Fortunatamente?

      Ah che bello non avere nulla da fare e passare il tempo a insultare gli altri senza avere neanche il coraggio di metterci la faccia 😂

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  10. Dopo 10 anni di Alzheimer dovevo esserci preparata, invece no, la botta c'è stata. Fai cose, mangi e dormi e ogni tanto un pensiero ti assale ed è come il giorno dopo. (mamma è a casa con me su una mensola... non ho ancora capito se è meglio o peggio)

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    1. Per come vedo la situazione al cimitero dove sta mio padre, preferirei averlo su una mensola, ma lo dico senza avere mai provato quindi non so.

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  11. Io faccio parte di una di quelle persone fortunate che non ha ancora perso i genitori. Ho perso i miei nonnima di tutti e 4 i nonni che ho avuto, ho persi i 3 ai quali ero meno legata e la mia nonnina, quella che mi ha fatto da mamma, è ancora viva.

    Non so neanche immaginare come sarebbe perdere qualcuno di così amato, non lo voglio neanche immaginare, mi fa paura solo l'idea.
    Per questo non posso dirti che ti capisco, non posso dirti di comprendere appieno il tuo dolore, ma posso invece dirti che condivido l'affetto che si prova.

    Ti abbraccio forte.

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  12. Le mie nipoti hanno perso 4mesi fa il loro papà di covid. 7 e 4anni e mezzo. E' un dolore forte, forse meno consapevole ma si legge la mancanza nei loro occhi. Piango io, che ero "solo" la cognata, per loro. Perchè non vogliono vedere la mamma piangere, che di conseguenza le rende tristi.
    Un abbraccio forte
    Enry

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    1. Ti mando un grosso abbraccio. A te e a loro, soprattutto a loro 😘

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  13. Ho perso mia madre 6 anni fa. E' morta all'improvviso d'infarto davanti ai miei occhi. Il dolore è stato straziante.Ero disperata. Sono andata quasi tutti i giorni al cimitero per circa due anni. Poi almeno due volte a settimana. A casa fingevo di reagire anche perchè dovevo accudire mio padre all'epoca ultra ottantenne e per mio figlio. Il dolore è diventato un compagno fedele ma pian piano è cambiato diventando in genere più sopportabile. Qualche mese fa in pieno lockdown è venuto a mancare anche papá. Sono orfana.


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    1. Ti mando un abbraccio perchè non so che altro dire 😘

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