sabato 27 giugno 2020

L'allergia LTP, a parole mie

A 14 anni mi hanno detto che non avrei più potuto mangiare determinate cose, altrimenti sarei morta. Me lo hanno detto dopo un'anafilassi, la prima di una lunga serie.
A 15 anni mi sono resa conto che dovevo lavare tutto, che nessuno poteva toccarmi se non era sicuro che non fosse entrato in contatto con alcuni alimenti (figuriamoci se ne era sicuro).
A 16 anni sono stata intubata la prima volta, dopo aver sperimentato cosa vuol dire quando l'aria non passa e i polmoni stanno per collassare.
A 17 anni ho dovuto smettere di fare sport perché lo sforzo fisico innescava reazione anafilattica.
A 19 anni ho scoperto le contaminazioni: tutto, se contaminato, avrebbe potuto uccidermi.
A 20 anni ho scoperto che alle mie allergie piace cambiare, come le scale di Harry Potter, o -per meglio dire- aumentare. L'ho scoperto dopo essere stata intubata e aver ripreso conoscenza dopo 4 giorni.
Da lì in poi, ogni tot. ho dovuto eliminare cose che fino al giorno prima potevo mangiare, sempre in seguito a reazioni anafilattiche.
Ho dovuto portare per mesi guanti e mascherina. Ho pianto. Mi sono chiesta perché proprio a me.
A 21 anni, quando sono andata a vivere da sola, ho scoperto che per tre mesi l'anno non posso andare al supermercato perché ci sono le pesche che mi causano reazioni anafilattiche da inalazione, quindi niente spesa quando mi pare.
Man mano, ho scoperto che non posso andare dove mi pare quando mi pare: niente laghetto coi ciliegi in fiore, niente giardini di aranci, niente ristoranti che non siano sicuri (e non avete idea di quanto sia sbattimento accertarsene) e potrei continuare all'infinito.
A 26 anni ho scoperto che non potevo più fare il lavoro che amo, quanto meno in quell'azienda, perché non mi davano l'idoneità a fare le notti (non c'è nessuno, i corridoi sono lunghi, potresti morire mentre vai in bagno) e quindi ciao ciao appena è scaduto il contratto.
A 28 anni ho scoperto che sarei solo peggiorata nel corso del tempo, che ho un sistema immunitario che fa acqua da tutte le parti e ho dovuto trascorrere diversi mesi chiusa in casa per una serie di complicazioni.
A 32 anni ho trovato colleghi che mangiano arance in bagno per non contaminarmi l'ufficio perché mettere a rischio i più "deboli" è follia pura.
I miei genitori non mangiano quello che mi uccide, tutti gli uomini che ho avuto a fianco idem. Per evitare di uccidermi. Rinunciano loro per permettere a me di non rischiare più di quanto già non rischi.


Lavo le mani ogni trenta secondi, pulisco e disinfetto tutto perché non si sa chi ha toccato cosa, ma vado ovunque, non mi ferma nessuno.
Ho un rapporto col il cibo molto complesso, ma mangio eccome, il mio e anche il vostro.
Faccio tanta, ma tanta attività fisica perché -ad un certo punto- la quadra l'abbiamo trovata (non io, ma l'allergologo ovviamente) e io sognavo la pancia piatta e scolpita e il culo sodo.
Questi 19 anni sono stati tortuosi, a tratti faticosi, ho perso il conto delle rinunce e dei "vi prego, non fatemi morire", ma chi mi conosce sa che non ho mai smesso di sorridere e che, se non mi conoscete, tutto questo non lo direste mai.
Non mi sono mai lamentata, pure quando avrei voluto fare cose -e mangiare cose- che non potevo fare. 
E non perché sia migliore di altri, ma perché di vita questa ho e posso solo accettare quello che non posso cambiare, facendo del mio meglio per vivere la vita migliore possibile, anche quando ho dovuto aspettare tempi migliori senza sapere se quei tempi migliori sarebbero mai arrivati.

Ogni riferimento a fatti, cose o persone é puramente casuale. Volevo solo raccontarvi una storia, nello specifico quella di un soggetto poliallergico LTP grave. Enjoy.


Di alcune di queste cose ne avevo già parlato qui, in occasione del diciannovesimo compleanno delle mie allergie.
Questa, in ogni caso, é una riflessione fatta durante la quarantena che non avevo però condiviso sul blog.


20 commenti:

  1. Cara Gilda, con tutta quella verdura, certo che li può fare un buon piatto.
    Auguro anche a te una bella e serena domenica.
    Tomaso

    RispondiElimina
  2. Penso sia impossibile capire veramente cosa voglia dire essere TE. Io vivrei nel terrore, forse, o forse come dici tu si reagisce e si cerca di vivere al meglio questa strana vita.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La fase terrore ce l'abbiamo tutti e per qualcuno è più lunga di altri, ma passa quasi sempre :)
      Credo che siamo davvero fatti per adattarci a qualsiasi condizione!

      Elimina
  3. Ti capisco benissimo, quello che si può fare è andare avanti, adattandoci e soprattutto sorridendo, anche se dentro ti piange il cuore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Devo dire che io sorrido anche dentro 😅 ma sono dell'idea che tanto c'è sempre di peggio, quindi...

      Elimina
  4. Mamma mia non riesco nemmeno a immaginare lontanamente che difficoltà possa essere affrontare una vita cosi; comunque vedo che sei forte e comunque vai avanti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In realtà è più difficile a dirsi che a farsi :)
      Ci si abitua a tutto!

      Elimina
  5. Gilda ❤️

    I cibi in foto sono una parte di quelli che non puoi mangiare, giusto?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La foto è presa da Pixabay, ma posso mangiare solo i funghi e i pomodori (e anche l'avocado, se quello in basso a sinistra del pomodoro è avocado) 😁😘

      Elimina
  6. Posso solo darti il mio sostegno, che è poca cosa, però dimostri grande resilienza, ogni giorno.
    Quando un giorno, finito tutto 'sto casino Covid, potrò tornare al mio lavoro nella formazione, nel parlare di allergie alimentari un pensiero a te mi sa che lo farò...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Davvero ti capita di parlare di allergie alimentari per lavoro? Come mai? (Sono una curiosona incredibile 😅).

      Cmq grazie, hai scritto cose molto belle ❤

      Elimina
    2. Mi occupo anche di formazione nell'ambito della sicurezza sul lavoro e di igiene degli alimenti, quindi un po' di spazio lo dedico ad allergie e intolleranze alimentari. Purtroppo, come puoi immaginare, da febbraio sono a casa, speriamo a settembre di poter riprendere.

      Elimina
    3. Ho fatto un sacco di corsi di sicurezza sul lavoro (per forza), ma mai di igiene degli alimenti e sembra un sacco interessante.

      Speriamo cmq che a Settembre le cose tornino alla normalità, anche se io temo che se ne parli (in generale) all'anno nuovo :(

      Elimina
  7. Forza e coraggio, non deve essere per nulla semplice....

    RispondiElimina
  8. Non trovo le parole. Solo tanto coraggio a te <3 Il mio pensiero fisso è che anche solo essere in salute è la più grande ricchezza. Hai tutta la mia ammirazione.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma grazie :)
      Eppure giuro che sembra difficile, ma ci si abitua e si vive benissimo, certo con qualche limitazione, ma davvero credo ci sia di peggio 😘

      Elimina
  9. Ma a Palermo il panino con le pagnelle lo puoi mangiare?
    Spero di si
    Il mio abbraccio Gilda
    Maurizio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I ceci sono al momento l'unico legume che ancora mangio (ma gli altri li ho persi negli anni, quindi non so quanto durerà), quindi le panelle le mangio :)

      Io però preferisco le crocchè 😁😁😁

      Elimina