giovedì 28 maggio 2020

La fine della quarantena

La quarantena é finita da ormai dieci giorni e sembra quasi che il coronavirus non sia mai esistito, almeno qui. L'unica cosa che me lo ricorda sono le mascherine e qualche sporadica fila al supermercato: fila che ormai non supera più i dieci minuti.
Ero convinta che la fine delle restrizioni avrebbe portato ad un aumento pazzesco dei contagi e ad una chiusura ancora più serrata, invece sbagliavo e spero -dico davvero- di continuare a sbagliarmi.

Sono andata dal parrucchiere e dall'estetista, ho preso appuntamento per tre tatuaggi, sono tornata in palestra, ho rivisto gli amici -anche se ancora ne manca qualcuno all'appello- e la vita ha ricominciato a scorrere più o meno come prima. Tra due giorni andrò per la prima volta a cena fuori e da lunedì tornerà praticamente tutto uguale a prima, con la differenza che quando ci eravamo fermati avevo addosso vestiti invernali e adesso ho quelli estivi. Ho anche qualche chilo in meno, ma era prevedibile, e un sacco di mascherine bellissime.



Una cosa che continuo a dire é che a me la quarantena non é pesata poi così tanto, per alcuni versi non mi é proprio dispiaciuta e a casa mia sono stata più che bene. E no, non ho una casa grande, prima che vi venga in mente di dirlo né tanto meno ho la piscina in terrazzo (anche se stavo pensando di comprarne una gonfiabile, ma questa é un'altra storia).
Ho programmato le vacanze, in Italia, anche se ho ancora il dubbio che non sarà possibile farle, ma diciamo che man mano si vedrà.

Non credo che da tutta questa storia ne siamo usciti migliorati, eh.
Ho visto, in questi due mesi, gente impazzire perché non poteva andare in metro. Giuro.
Sarà che io i mezzi pubblici li ho sempre odiati, ma la mancanza della metro non l'ho proprio capita. Capisco la mancanza degli amici, dei genitori, dei nonni, persino quella del cornetto e cappuccino al bar, ma non quella della metro.
Ho sentito tatuatori arrabbiarsi perché venivano considerati meno importanti dei medici e non era giusto.
Sono tatuata, non vedevo l'ora di poter fissare gli appuntamenti di cui sopra (uno in particolare, fuori regione), ma non ho capito il nesso tra le due professioni.
Ho letto complotti che in confronto le scie chimiche sembrano quasi una cosa plausibile.

Ho però provato un sentimento misto di compassione (lo so, la compassione non é una bella cosa) e solidarietà verso tutti quei liberi professionisti, quei proprietari di negozi e via dicendo che non potevano lavorare. Avevo il timore che qualche attività non riaprisse perché non tutti sarebbero stati in grado -e non per colpa loro- di superare questa chiusura forzata.
Sotto casa mia é solo una l'attività che non ha riaperto, le altre si e ogni volta che passo davanti quella saracinesca, sarà che conoscevo i proprietari -come credo sia normale nel proprio quartiere- mi prende un po' male. Erano un padre e un figlio che avevano aperto da relativamente poco, mi sono chiesta che fine avessero fatto, ma non ho avuto il coraggio di chiedere ai negozianti intorno.
Ho ricominciato a fermarmi a fare due chiacchiere con i negozianti qui intorno quando passo, per due mesi ho salutato solo i ragazzi della pizzeria, praticamente gli unici che erano aperti, anche se solo per il domicilio prima e per l'asporto poi.

Non mi convince del tutto il fatto che c'è davvero tanta gente, io non credo di avere mai visto così tanta gente in questo quartiere, al parco sotto casa non si può proprio camminare e sono anni che abito qui, se fosse stato sempre così probabilmente me ne sarei accorta.

Questi due mesi e mezzo di lockdown a me hanno portato bene, ho ricevuto solo buone notizie, dalle più piccole alle più grandi. Una in particolare, ricevuta il giorno del mio compleanno, mi ha praticamente svoltato la quarantena e un pochino anche la vita, ma ce ne sono state altre che mi hanno resa particolarmente felice e, insomma, io l'ho sempre detto che il karma esiste e, in effetti, non si é smentito neanche stavolta.

Mio padre mi ha raccontato per tutta una vita le cose che io studiavo sui libri di storia, il mio nove in storia a scuola e il trenta all'esame di storia contemporanea all'università li devo in buona parte a lui.
Mi raccontava il dopoguerra, gli anni del boom economico e un sacco di altre cose e -devo dire- che un conto é leggere le cose sui libri di storia, un altro é sentirle raccontare da chi se le ricorda.
Mi sono chiesta spesso cosa avrebbe detto mio padre del coronavirus, del lockdown e via dicendo, ma mi sono anche detta che un giorno magari racconterò io queste cose ai miei figli come lui faceva con me. Che forse questo é un pensiero stupido, ma é stato davvero il pensiero più ricorrente di questi due mesi e mezzo.


12 commenti:

  1. mah, io dico solo che se sto cazzo di covid non veniva era meglio

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    1. Quello sicuro, ma tu lo sai che io cerco sempre il lato positivo delle cose 😁

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  2. Pensa te che sono andato come sempre a lavoro come ogni giorno e per me non è cambiato molto ovvero due mesi di panino insomma si resiste
    Buon venerdì
    Maurizio

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    1. Io se non fossi stata in malattia avrei fatto la stessa cosa 😁
      Solo che io mi porto il pranzo/la cena da sempre.

      Buon venerdì anche a te!

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  3. Le persone sembrano non siano state in quarantena, e non va bene, anche perché il virus non è mica scomparso.

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    1. Esatto.
      Ti dirò, per altro, che qui erano tutti in giro già da fine Aprile, quindi prima dal fatidico 3 Maggio.

      Spero vivamente non succeda nulla e non ci sia un'altra chiusura 🤦‍♀️

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  4. Devo dire che mi ritrovo abbastanza nelle tue parole e nella tua visione della cosa.
    Anche a me due mesi non hanno stufato, non sono stati pesanti, anzi.
    Ma è vero che alcuni hanno cercato in ogni modo di uscire, come se stessero in prigione.
    La gente è tornata in giro è, salvo i distanziamenti sociali, tutto pare come prima. Per fortuna dai, qualche accorgimento c'è.
    Speriamo bene per il futuro.

    Moz-

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    1. Quanto hai ragione su quelli che cercavano di uscire a tutti i costi 😅 purtroppo ne conosco persino qualcuno 🤦‍♀️

      Non capirò mai, salvo casi particolari di contesti familiari "impegnativi" come si possa sentirsi in prigione a casa propria.

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  5. La quarantena non mi è pesata. La situazione attuale si. I bambini danno segni di cedimento, sono Stati mesi senza la loro quotidianità scolastica e settembre è ancora lontano. Certo ora potranno vedere qualche amico ma non è la stessa cosa, anche perché i genitori lavorano e è difficile farli incontrare. E a me sono passati la voglia e l'entusiasmo di fare. Insomma, sono parecchio abbattuta

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    1. Pensa che sotto casa mia c'è un parco e, ormai da un mese, è pieno di bambini (ma pieno pieno, mao vista una cosa simile) che giocano. Non so come si siano organizzati i genitori però.

      Cmq credo che questo abbattimento passerà, il periodo è stato quello che è stato e uscirne indenni non è così scontato.

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  6. A me la quarantena un po’ ha fatto bene e un po’ ha fatto male, certo tendo a dimenticare il negativo e a prendere il positivo ma adesso ricominciare è difficile

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    1. Per ricominciare come si deve ci vuole tempo. Non è facile e non è uguale per tutti

      Piano piano!

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