domenica 12 maggio 2019

Mi manca il mio papà

Mi manca il mio papà.
Lo dico così senza giri di parole, così come quando -senza giri di parole- avevo raccontato del giorno che è morto mio padre (qui).

Un paio di giorni non sono stata bene, ero a cena fuori e improvvisamente qualcosa è andato a nero.
Ne parlavo con mia madre che mi ha ricordato che una cosa del genere mi era già successa anni fa: avevo vent'anni, stavo andando all'università, fuori città, e in macchina non ero stata bene. Barre nel cervello, poi nero, nessun cartello.
I miei genitori mi avevano raggiunta, mio padre era rimasto con me per permettermi di seguire la lezione, mi aveva aspettata per ore, poi mi aveva riportata a casa. 
Avevo dimenticato questa storia, poi mi è tornata alla mente al punto che sono riuscita a ricordare dettagli che erano sepolti chissà dove.
Mi manca tanto il mio papà, così tanto che ci sono momenti in cui non riesco a pensare ad altro.
Mi capita di essere in macchina, seduta dal lato passeggero, e rivedere in chi guida cose che faceva mio padre quando mi portava in giro. 
Mi capita di prendere il telefono per mandargli un sms idiota e poi rinunciare a farlo perché tanto non lo leggerebbe nessuno.
Mi capita di guardare l'orologio la mattina e pensare: "si sarà già svegliato?".

Mi manca non potere andare al cimitero quando mi pare, credo che se potessi ci andrei ogni settimana almeno, forse ogni giorno.
Mio padre mi ha sempre portata al cimitero da mia nonna, aspettava fuori, lui non ha mai amato andare al cimitero. Io entravo, mi mettevo seduta, mi mettevo a chiacchierare con mia nonna raccontando aneddoti idioti, facevo domande a mio zio (qui per saperne di più), poi dopo un po' tornavo da papà che mi chiedeva "stanno bene?" e a cui rispondevo "ma si, mi pare di si".
Al cimitero da mia nonna ci vado ogni volta che torno a Palermo, l'ultima volta che ci sono stata è stata la prima in tanti anni in cui non mi è neanche venuto in mente di andare.
Mio padre e mia nonna sono in cimiteri diversi, una scelta che io non ho condiviso, ma che ho accettato. Mi sono chiesta tante volte, negli ultimi due mesi e mezzo, come farò a dividermi quando avrò poco tempo.
So che è stupido, so che non sono credente, so tante cose, ma mi è sempre piaciuto andare al cimitero. Mi rilassa, mi mette serenità, è una cosa a cui non credo riuscirò mai a rinunciare.
Mi metto lì e comincio a chiacchierare, credo che potrei andare avanti per ore.
Probabilmente qualcuno penserà che sono completamente pazza, ma onestamente sti cazzi.

Mio padre non mi ha mai chiesto "com'è andata a scuola?" come tutti i genitori normali, ma negli ultimi dieci anni mi ha sempre chiesto "com'è andata al lavoro?" e io ho sempre risposto "bene".
Mi ha anche sempre chiesto "ma che lavoro fai?", credo sia morto senza averlo mai veramente saputo.
Il giorno che mi hanno telefonato per dirmi di andare a firmare il contratto nel posto in cui tuttora lavoro ero dal parrucchiere. Erano cinque anni che aspettavo di rientrare in un'azienda che ho sempre amato moltissimo: quella chiamata l'ho aspettata per due settimane, sapevo che sarebbe arrivata, ma c'era qualcosa che mi faceva dire "finché non ti chiamano per firmare non esultare".
Avevo telefonato a papà e avevo detto un paio di frasi sconnesse, lui aveva capito e piangeva.
Piangeva perché non avevo passato un bel periodo dal punto di vista lavorativo, piangeva perché io quel lavoro lo volevo tantissimo, piangeva perché io quell'azienda la volevo tantissimo, piangeva perché io rivolevo il mio capo. "Pensa ai capelli, dopo ti vengo a prendere".
Quello è stato il giorno in cui ho tagliato i miei lunghissimi capelli in un cortissimo caschetto, ho fatto le méches : mio padre mi aveva detto che sembravo un cane bracco.
"Ma sei sicura di questi capelli?"
"E tanto mica me li posso fare riattaccare".
Non ero sicura manco per niente, adesso appena crescono di due centimetri corro dal parrucchiere perché i capelli mi si impigliano sulle spalle e non posso proprio sopportarlo.
"Vestiti bene per andare a firmare questo contratto, non andare sempre in giro come una stracciona" mi aveva detto. Mi ero vestita bene in effetti.
Il primo giorno di lavoro papà mi aveva mandato qualche sms, io a quel punto non ero più vestita bene, era più in ansia lui di me.
"Ti piace? Ti piacciono i colleghi?"
"Sono sempre gli stessi a dire il vero, qualcuno in più, qualcuno in meno".
Ogni giorno, da quel giorno, mi aveva chiesto come sempre "com'è andata al lavoro?" e ogni giorno gli avevo risposto "bene" pure quando prendevo incazzature fotoniche, anche quando sbagliavamo qualcosa oppure non sbagliavamo niente e c'era lo stesso un problema.
Mio padre non sa che il giorno che mi hanno detto che stava poco bene, subito dopo è morto, io ero al lavoro e sono scoppiata in un pianto disperato.
Non sa neanche che il mio capo mi ha detto di andarmene a casa e di prendere il primo aereo disponibile.
Non sa che ho pianto tutte le mie lacrime seduta alla mia scrivania -una scrivania piena di unicorni e altre amenità- con il mio capo che mi diceva "non ti voglio vedere così".
Non sa che ho spento il pc, per la prima volta in vita mia, lasciando a metà quello che stavo facendo, io che piuttosto chiedo ai servizi generali di portarmi una brandina, ma non lascio a metà proprio niente.
Non sa che ho timbrato l'uscita e non mi sono fermata a salutare nessuno come faccio di solito.
Non sa neanche che sono uscita da lì che avevo un papà e che ci sono rientrata dopo due settimane che un papà non ce l'avevo più.
Non sa che tra le prime persone che ho chiamato ci sono due mie colleghi e ci sono i miei capi.
Non sa neanche che il giorno che sono tornata al lavoro ho ricacciato indietro le lacrime per tutta la giornata, che ho preso tanti abbracci e tante parole che mi hanno fatto sentire meglio.
Mi manca il mio papà e queste cose gliele avrei volute raccontare, ma non posso farlo.


Dicono che prima o poi si riesca a farsene una ragione, io adesso non lo so se sarà davvero così, presumo di si, adesso mi manca solo tanto il mio papà.


Nb. Sono settimane che vorrei scrivere questo post, l'ho sempre iniziato e non l'ho mai finito, non ho tenuto neanche tutte le bozze perché non mi convincevano. Non mi succede mai: io di solito scrivo di getto, quando sono ispirata, e vado come un treno. Oggi è venuto fuori questo post che forse non è il miglior post del mondo, ma a volte va così.

43 commenti:

  1. Mi dispiace. Vorrei dirti che passerà ma io non lo so proprio se è vero. Posso solo continuare a mandarti i miei inutili abbracci

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  2. Non potrai fartene una ragione.
    Sai, io e te abbiamo un sacco di cose in comune, e presto te le racconterò.
    Se sei pazza, lo sono anch'io.
    Non ero mai entrata al cimitero prima di perdere papà, nonostante ci fosse la mia amata nonna.
    Mi dava ansia.
    Adesso, invece, ci vado ogni volta che posso, mi siedo sulla sua lapide e chiacchiero. Contestualmente, accarezzo la sua foto e gli dico che è ogni giorno più bello. Perché così avrei continuato a vederlo, anche oggi che avrebbe avuto 59 anni.
    Infine, mi permetto di raccontarti un aneddoto veloce.
    Avevo comprato la mia Smart nuova da un mese, quindi pneumatici ed ammortizzatori perfetti.
    Papà, che guidava camion per lavoro, criticava la mia scelta di acquistare una "caffettiera".
    Quel giorno, però, la sua Yaris lo abbandonò e avevamo urgenza di recarci a 100 km da casa, per degli impegni di lavoro.
    Guidò la mia "scatoletta di tonno".
    "Minchia come corre". Euforico come un bimbo, viaggiava a 150 km/h.
    Eravamo felici. D'improvviso un dosso artificiale non indicato, e lui che non fece in tempo a rallentare. Volammo letteralmente per qualche metro, fino ad atterrare poco più in là.
    "Cazzo. Non lo dire alla mamma, ti prego".
    Da allora, ogni volta che incontro un dosso, sorrido e mi sento felice. Perché so che lui è con me.
    Scusami, non ho resistito.
    A presto. Ti abbraccio. ❤

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    1. È curioso, sai?
      Anche io avevo appena comprato la macchina (due mesi) quando mio papà è morto, una macchina fucsia di cui vado tanto fiera e che ho desiderato moltissimo, macchina che mio padre ha ovviamente "insultato" 😅

      Un abbraccio grande ❤

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    2. Ciao,
      sono capitato su questo post per caso.
      Mio padre è mancato ormai 7 anni fa, ma ultimamente mi ha preso alla gola una nostalgia atroce.
      Commento qua sotto perché, è buffo, anche io avevo da poco acquistato la mia (prima) auto quando, pochi mesi dopo, è mancato.
      Ma torno a me. Mio padre è mancato dopo una malattia relativamente breve. E' letteralmente spirato tra le mie braccia, un giorno che, tutto sommato, non vedevo l'ora arrivasse, tante erano le sofferenze che lo travolgevano.
      I primi mesi sono stati un turbinio di cose, essendo io figlio unico e l'unico a potersi curare della tanto tremenda quanto asettica e labirintica burocrazia.
      Questo mi ha sicuramente permesso di non concentrarmi su quanto accaduto, come vivendo in uno stato di sospensione.
      Poi, la botta è arrivata, ed è passata, come naturale che sia.
      Sino ad oggi. E' un continuo tornare a galla di momenti vissuti, è un desiderio di viverli ancora, è una mancanza di quello che era, di quella normalità, seppur non avessi mai avuto un rapporto particolarmente stretto con mio padre (pur essendo maschio e figlio unico).
      Forse talvolta desidero solo potergli parlare di nuovo, o sentirlo. O forse è solo bisogno di normalità, dal momento che dopo la sua morte tutto è accaduto (in ambito parentame) meno che la normalità dei rapporti. Non direi che mi manchi una guida, dal momento che ho dato una direzione alla mia vita, talvolta faccio delle variazioni, ma vivo, lavoro, sono una persona attiva, mi dedico a mille interessi, sono tutto sommato soddisfatto di chi sono.
      E' così, passerà sicuramente, ma per ora sentivo il bisogno di affidare queste parole a qualcuno, di condividere.
      Grazie!

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  3. credo sia legittimo e naturale. e durerà ancora a lungo

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  4. E' comprensibile quello che stai passando, e probabilmente non se ne andrà mai, ma andare avanti si deve, quindi forza e coraggio :)

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  5. Da quel che so quella mancanza non passa...si trasforma...io mio caposocio mi racconta che ogni tanto la sera tornando a casa pensa'devo chiamare mia mamma è tanto che non la sento' eppure lo sa che è morta da 10 anni ma in certi giorni l'assenza è più forte insopportabile...incredibile pensare che non ci sia più...un abbraccio...

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  6. un abbraccio sincero,anche se non ti conosco... K.

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  7. Il tempo passa, le cose cambiano, la vita prende quasi sempre il sopravvento, come è logico.
    A me però è rimasto un buco.
    Non è un brutto buco, però, sarà che io me lo coccolo quando posso.
    E lui mi ripaga, facendo zampillare ricordi buffi, mettendomi in bocca frasi e modi di dire che mi ha insegnato il mio babbo, facendomi rivedere i suoi occhiacci, pungenti e sorridenti, in quelli del mio bambino che gli somiglia tanto.
    Al cimitero no, non vado, ci passod avanti due volte al giorno e lo saluto sempre, ma non entro.
    Se entro piango

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    1. Io non ci sono ancora tornata da quando non c'è più, non so cosa succederà quando ci metterò piede, non so davvero cosa aspettarmi.

      Sai che anche io mi sono resa conto di dire cosa che diceva mio papà? Modi di dire, roba del genere. E mi piace molto questa cosa!

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  8. Anche a me manca mio padre, vado regolarmente al cimitero e quando porto in giro il suo cane mi sento più vicina a lui.

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    1. Mi è appena venuto in mente che forse se avessi vicino il suo gatto sarebbe "meglio", però ecco: anche quello non è possibile!

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  9. Mi dispiace...un abbraccio

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  10. Un abbraccio speciale, certi vuoti non si colmano e non si possono colmare in nessun modo, ma la vita scorre ugualmente... Forse si cresce anche così..
    Alessia.

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  11. Mi dispiace per la perdita del tuo papà, ti capisco purtroppo io ho perso il mio due anni fa e credimi se ti dico che io piango ancora perché mi manca da morire ero troppo legata a lui, esiste la riassegnazione dicono.. Ma il dolore quello è sempre presente e ormai fa parte della mia vita e lo sarà per sempre.Ti abbraccio e fatti coraggio.

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  12. ... sono certa che il tuo babbo da lassù abbia seguito ogni tuo passo e che quindi sappia già tutto, ma comunque hai fatto benissimo ad esternarlo!
    Io ho perso i miei genitori 13 anni fa, a poca distanza l'una dall'altro ed in concomitanza con la nascita del mio 2° figlio... la sua età mi ricorda ogni volta la loro dipartita... ancora oggi mi mancano come il primo giorno! Certo, la vita va avanti... il ns istinto primordiale di sopravvivenza ci costringe e ci spinge a vivere, riempiamo le ns vite per non farci ingoiare dai ns vuoti! Ma a volte mi piace crogiolarmi nel mio dolore, ricordare, piangere... mi aiuta a non farli diventare immagini sfocate nella mia mente!
    Non riesco ad andare al cimitero, ci sono andata solo quando abbiamo dovuto scegliere la lapide... Non accetto l'idea che stiano lì!
    Preferisco saperli nel mio cuore e nella mia mente!
    Un caro abbraccio ♡

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    1. Ci sono dei momenti in cui il dolore per la perdita di papà è l'unica cosa di cui mi circondo, non so se mi piace, ma poi un pochino passa.
      Un abbraccio!

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  13. Io ho perso mio padre tre settimane fà. Io ho 30 anni e lui aveva 57 anni. Domenica sera ridevamo insieme al telefono e lunedì mattina un arresto cardiaco sul lavoro.. Senza preavviso, senza poter salutarlo. Mi mancherà ogni giorno della mia vita

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  14. Io l’ho perso la vigilia di Natale.. e non passa giorno e notte che non lo pensi.. lo sogno spesso e al mattino è ancora più devastante il risveglio.
    Alcuni giorni sto meglio.. altri peggio.. fino a toccare il fondo. Niente è più come prima, niente sarà più come prima senza di lui. 💔

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    1. È vero, niente è più come prima e niente lo sarà più. Purtruppo :(

      Un abbraccio!

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  15. Anche a me manca il mio papà 😢era il mio ragio di sole,riusciva sempre a darmi fiducia in me stessa.A novembre sarà un anno senza di lui e io mi sento povera senza di lui

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  16. Ti ho conosciuta per caso scrivendo una frase su google. Ho perso mio padre 4 mesi fa e nonostante sia adulta il vuoto è enorme. Non passa giorno senza che io lo pensi. Non riesco ancora a rendermene conto, un mese fa telefonai a casa e mi sembrò quasi di sentire la sua voce. Fu un colpo al cuore. Io sono credente e vivo nella speranza di poterlo un giorno riabbracciare. Perchè tutto questo amore non può esserci a caso. Ti mando un forte abbraccio, le parole del tuo post mi hanno fatto versare quelle lacrime che mi tenevo dentro e che avevo bisogno di tirare fuori

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    1. Io non sono credente, ma sono convinta che prima o poi ci abbracceremo di nuovo 💛

      Ti abbraccio anche io 😘

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  17. ciao, purtroppo capisco molto bene (e solo da qualche mese) tutto quello che hai provato....non commento mai nulla da nessuna parte, non ho social per scelta...eppure mi sono trovata a scrivere qui, forse solo per me stessa. Mi farebbe piacere comunicare con te e potermi confrontare, con qualcuno che davvero parla con cognizione di causa ed ha più o meno la mia stessa età, sulla moltitudine di pensieri che si affollano nella testa di chi vive tutto questo. Un abbraccio

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    1. Scrivimi pure atrraverso il modulo di contatto del blog o all'indirizzo mail gilda@nonpuoesserevero.it :)

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  18. Io ho perso papà il 14 giugno, dopo tanta sofferenza.. Ma ancora sto davvero malissimo, specialmente la mattina e fino al primo pomeriggio... Sto seguendo una cura ma i progressi sono pochi... Sento di non vivere più la mia vita come prima... Cerco di fare, di uscire.. Con mio marito e i miei figli e le amiche più care... Ma poi da solail dolore è forte, penetrante e il vuoto incolmabile... Il pensiero di non poterlo più rivedere i distrugge..Quando si potrà tornare ad essere un po più sereni... Forse mai più...

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    1. Ti abbraccio 💕 purtroppo non ci sono molte cose da dire!

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  19. Ti capisco. Io ho perso mio papà tre settimane fa e non mi sembra vero. Guardo le sue foto e penso che tra poco ritornerà. L'avevo salutato alla sera, come tutte le volte che andavo a trovarlo e alla mattina se ne era andato per sempre. I sono momenti che mi viene da scrivergli, chiedergli consiglio. Una volta mia mamma mi ha chiamato per sbaglio con il cellulare di mio papà e quando ho visto il suo nome sul display la mia testa era convinta che fosse proprio lui a chiamarmi.
    Si cerca di andare avanti, in qualche modo, ma deve andare avanti, sperando che un giorno non farà più così male.
    Un abbraccio

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  20. Un mese. Sabato 09 settembre sarà un mese dalla morte del mio amato papà. Come puoi, potete vedere, sono una “novellina” alla ricerca di un piccolo conforto nei momenti bui. È successo da così poco… Eppure in un mese ho provato infinite sfumature di emozioni… Tra cui anche la pace e la serenità. Ma oggi… Oggi sono proprio caduta. Ho 28 anni, mio padre era malato dal 2016. Ho vissuto in casa con lui e ho lottato insieme a lui. Posso dire di aver vissuto per lui e, se potessi tornare indietro, rifarei tutto, ancora con più tenacia.
    Ero legatissima al mio papà è in questo momento provo troppo dolore per condividere qualsiasi suo ricordo. Tuttavia lo sento con me, anche ora mentre scrivo, ma la mancanza fisica si sente.

    Mi sto rendendo conto che la classica affermazione “vedrai, col tempo andrà meglio” è solo una farsa per darci la forza di pensare che davvero sarà così, quando stiamo in realtà capendo benissimo che purtroppo non è così.

    Mi piace pensare che bisogna trasformare questo immenso dolore nella nostra più grande forza, per andare avanti.

    E allora condivido con tutti voi un grande insegnamento che mio papà ha sempre raccomandato di seguire:

    “Nella vita bisogna sempre andare avanti… E mai tornare indietro. Take care!”

    Un grande abbraccio

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