giovedì 12 ottobre 2017

Vanessa che, ancora una volta, ce l'ha messa tutta

Quante volte ho scritto di Vanessa?
Tante volte, ve lo dico io.
Ho raccontato la sua storia (qui), ho raccontato di quando aveva annunciato il ritiro (qui) e ho raccontato le lacrime di disperazione dopo la medaglia mancata alle Olimpiadi di Rio de Janeiro (qui). Dopo quelle Olimpiadi, Vanessa si è fermata per un anno, si è operata e, con calma, è tornata.
A sostenere il suo ritorno eravamo in pochi, pochissimi perché, per l'ennesima volta, Vanessa è stata data per finita.
Vanessa Ferrari viene data per finita a periodi alterni, ma poi tutti salgono sul carro dei vincitori quando Vanessa -che doveva essere finita- torna. È una storia vista e rivista.
Prima veniva data per finita perché era rotta, poi perché era vecchia, poi perché era rotta e vecchia insieme. Non escludo sia stata data per finita anche per il colore dei capelli e per il numero di tatuaggi, ma non ho notizie certe al riguardo.
Mi piace Vanessa Ferrari, non è una questione di ginnastica, è una questione di carattere.
Mi piace il fatto che non si da mai per vinta.
Mi piace il suo non arrendersi mai.
E in effetti si, mi piace anche la sua ginnastica.

Dobbiamo tornare indietro di qualche giorno, però.
Finale Mondiale a corpo libero, Montréal, Canada, quattro giorni fa.
Vanessa non doveva esserci a questo Mondiale, quando è stato resa noto la sua convocazione il mondo si è espresso: "Vanessa non deve andare, Vanessa è finita, Vanessa è malconcia".
Non tutto il mondo, eh. Qualcuno ha detto che se Vanessa era pronta, si sentiva pronta, pensavano fosse pronta, era giusto che andasse.
A me sono tornate in mente le parole che ho sentito uscire dalla sua bocca: "Non devo farlo per forza questo Mondiale, ma se sto bene vado".
Non vi dico da che parte stavo io: se mi conoscete, lo sapete e se non mi conoscete, potete immaginarlo. E io, anche adesso, non me lo rimangio quello che ho detto.

Prima che iniziasse la finale, il Marito mi ha chiesto: "Quando c'è Vanessa? E quando Lara?"
"Sono insieme, amore, stessa finale"
"Vinciamo una medaglia?"
"Non lo so amò, volendo Vanessa potrebbe arrivare al bronzo, ma devo vedere prima le altre"
"E se vince l'oro?"
"E se vince l'oro, amò, mi butto al settimo piano".
L'ho detto davvero, eh. Il Marito sa che dal settimo piano non mi sarei buttata, ma probabilmente avrei urlato fino all'arrivo dei carabinieri, giustamente allertati dai vicini per disturbo della quiete pubblica. È già successa una cosa simile, se ve lo state chiedendo.
E poi è arrivato il turno di Vanessa,  l'ultima a salire sul quadrato del corpo libero.
"Bello il body" ho detto.
Non mi piacciono quasi mai i suoi body, ma questo era davvero bello. Bellissimo.
"Ha una bella faccia" ho detto.
"Amò, ma la medaglia?"
A quel punto avevo anche visto le altre.
"Ce la può fare amore, guardala in faccia, è la sua faccia da voglio la medaglia".
Ho detto davvero anche questo, eh.
E che Vanessa potesse vincere quella medaglia lo sapeva anche quella che in quel momento era terza e che rischiava di finire ai piedi del podio. Le si leggeva in faccia, la faccia di chi se la sta facendo sotto.
Poi è iniziato l'esercizio, io guardavo la tv seduta sul pavimento per stare più vicina.
E  l'ho vista cadere e pure in malo modo e la prima cosa che ho pensato è stata: "Cazzo, la medaglia".
Solo che non si è rialzata. 
Quello che ho imparato è che se una ginnasta cade, poi si rialza e finisce l'esercizio, anche se sa che la medaglia non la prenderà. L'esercizio va finito anche se se arriverà ultime. Si finisce sempre l'esercizio. E a quel punto il problema non era più la medaglia, chi se ne frega della medaglia, ne abbiamo tante di medaglie.
"Che succede amò?
"Succede che si è rotta, stai zitto, fammi capire che succede".
Ho preso il telefono e ho iniziato a mandare messaggi a chiunque. I miei messaggi sono arrivati fino in Canada perché a me era venuta l'angoscia. E poi mi è presa a piangere.
E Vanessa l'hanno portata via in sedia a rotelle.
Se ve lo state chiedendo, la risposta è si, lo sapevo prima della notizia ufficiale quello che era successo.
Quello che non sapevo è che Vanessa voleva l'oro.
L'avrebbe preso? Difficile dirlo adesso, molto difficile, ma mi piace pensare di si.
Io mi sono disperata in quel momento ed è curioso come le ultime due finali a corpo libero di Vanessa siano finite tra le lacrime -le mie, ma soprattutto le sue e di chissà quanta altra gente- seppur per motivi differenti.
E lì sono iniziate le critiche, i "io l'avevo detto che Vanessa non doveva andare", bla bla bla.
Qualcuno mi ha chiesto cosa ne pensavo, non perché io sia chissà che esperta, ma perché io la mia la dico sempre. E io non ho detto niente, neanche una parola, neanche al Marito, neanche al cane.
La ginnastica artistica è così, io continuo a pensare che sia uno sport pericolosissimo.
Succede di farsi male, poteva succedere ed è successo.
Non credo che qualcuno lo avesse davvero previsto, credo che la paura di farsi male ci sia sempre, in qualsiasi momento, credo che sarebbe potuto succedere anche il giorno prima o quello dopo.
Credo, però, che farsi male lottando per una medaglia a quasi ventisette anni sia comunque un buon motivo per fare un applauso a Vanessa. Anche più di uno.
Perché lei, ancora una volta, ce l'ha messa tutta, ci ha provato, non si è arresa.
E lo dice una che si è rotta il ginocchio senza aver bisogno di fare quei salti lì, ma banalmente camminando.


E allora lo dico: per me Vanessa è la ginnastica artistica italiana, se fosse per me la manderei ovunque, dal campionato dell'oratorio ai Campionati Integalattici su Plutone. Ovunque, proprio ovunque, a lottare per una medaglia.
Mi piace vederla gareggiare, mi piace vedere le sue vittorie e mi piace il modo in cui affronta le sconfitte. Vorrei che non ci fossero sconfitte, ma ci sono e tocca accettarle.
E io adesso aspetto che Vanessa torni perché tornerà, lei è così: lei risorge di continuo dalle sue ceneri come la fenice. E proverà a portarci di nuovo tutti sul carro dei vincitori, anche a quelli che la danno per finita a giorni alterni.
E se non tornerà, allora vorrà dire che avevo torto, ma io -per la cronaca- non amo avere torto e soprattutto: non me la so immaginare la ginnastica senza Vanessa, non ci riesco proprio per quanto mi sforzi. Non voglio immaginarla la ginnastica senza Vanessa, non adesso, non sono ancora pronta.


La foto del post è di Ginnastica Artistica Italiana.

2 commenti:

  1. Il giorno prima dell'intervento (credo quindi l'altroieri) ho sentito una bellissima intervista a Vanessa al TGR Lombardia (chè siamo corregionali e per fortuna al TGR ne hanno parlato, di lei, sebbene forse troppo poco)
    Ha parlato con un coraggio e una serenità invidiabili.
    Ha detto che non sa se tornerà o si ritirerà. Che vedrà come starà e farà quello che si sentirà
    Io non la conosco di persona ma in tv sembrava davvero coraggiosa e ottimista
    Tanta stima!

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    Risposte
    1. Devo dire che ne hanno parlato abbastanza anche sulla tv nazionale e su vari giornali, ma Vanessa è Vanessa.
      C'è da dire che quando si tratta di infortuni, soprattutto se si tratta di ginnaste particolarmente famose (passami il termine) si fiondano tutti come sciacalli.

      Lei era tranquilla, è davvero pazzesca questa ragazza, ha una forza incredibile!

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