mercoledì 6 maggio 2015

Magari ci ripensa

Ero davvero intenzionata a raccontarvi dell'emozione che ho provato a vedere per la prima volta il Centro Tecnico Federale di Milano dal vivo e non solo in tv (ebbene si, anche io guardo Ginnaste, ma anche se non avessi voluto vederlo, sarei stata costretta dagli eventi), ma poi qualcosa è cambiato.
Ci ha pensato Vanessa a sconvolgere i miei piani.
Ieri infatti è uscita la sua biografia, Effetto Farfalla.
Ammetto che non ho ancora comprato il libro, ma che lo comprerò quanto prima.
E voglio anche l'autografo con dedica.


Però ho letto un articolo con tanto di intervista. L'articolo è di Folco Donati che non è una persona qualsiasi, ma è il presidente della società per cui da sempre gareggia Vanessa e, leggendo quello che scrive, ho sempre avuto l'impressione che lui voglia bene a SuperVany come a una figlia.
Tra le cose che ricordo del Mondiale che vide Vanessa salire sul tetto del mondo c'è l'urlo di Folco alla fine dell'esercizio al corpo libero, quell'esercizio dopo il quale tutti sapevamo che avrebbe vinto, ma dovevamo aspettare il punteggio della giuria per poterlo dire alta voce.

Leggendo l'articolo ho visto per la prima volta nero su bianco una cosa che, lo ammetto, non mi piace.
Dopo le Olimpiadi di Rio de Janeiro dell'anno prossimo, Vanessa ci saluterà.
Non è che se ne va da qualche parte, eh.
Non cambia nemmeno passaporto e va a gareggiare per un'altra nazione.
Semplicemente, ha intenzione di ritirarsi dopo oltre dieci anni di onorata carriera.

Il problema è che io la ginnastica artistica senza Vanessa non me la so immaginare.
Dai, pensate di vedere un Mondiale o un Europeo senza Vanessa.
Non mi pare assolutamente una cosa fattibile. Ma proprio per niente.

Quasi con le lacrime agli occhi ho detto a Fidanzato:"Amore qui c'è scritto che Vanessa, dopo Rio, si ritira".
"Ma non lo sapevi già?"
"Ehm, si, ma che c'entra?"
Come distruggere un momento struggente con due parole.
Facendo due conti significa: un mondiale, qualche tappa di coppa del mondo, un europeo, un'olimpiade e poi basta.
Si, lo so che sto manifestando tutta la mia angoscia con fin troppo anticipo, ma questo quadriennio è praticamente volato. A me sembra ieri che ci qualificavamo per le Olimpiadi di Londra e invece Rio de Janeiro è alle porte.
Ho fatto due conti e sono dieci anni esatti che piango, rido e impazzisco con e per Vanessa. DIECI ANNI.
No, davvero, dieci anni sono tantissimi.
Ho visto ginnaste sparire completamente dalla circolazione senza aver finito nemmeno un quadriennio e qua stiamo per completare il terzo.
E con Vanessa ho girato il mondo. Siamo state un pò ovunque, alcune volte è andata bene, altre volte un pò meno, ma ne siamo usciti sempre a testa alta.
E in questi dieci anni ho fatto in tempo ad affezionarmi a lei, anche se è un po' timida e io sono una chiacchierona, anche se lei fa tutte quelle cose pericolose e io se tiro su una gamba come minimo me la rompo. O potrei slogarmi un polso, che ne so, scrivendo il mio nome.
Ovviamente non ci conosciamo, eh. Ma questo è secondario.
Vorrei che ci fosse un quarto quadriennio. E poi un quinto. E poi un sesto.
Non posso limitarmi a volere solo un altro quadriennio perchè tanto, tra quattro anni, non sarò pronta comunque.
Vorrei tutte le medaglie che ci mancano che,  a dire il vero, non sono poi così tante.
Soprattutto vorrei la medaglia olimpica.
Vorrei potervi dire che va bene di qualsiasi colore, ma quello che vorrei davvero è un oro.
Vorrei anche che istituissero le medaglie olimpiche ad honorem, un po' come le lauree.E che ad ogni Olimpiade a cui Vanessa non parteciperà, gliene assegnassero una. Perché, sapete, ci sono tante ginnaste che hanno scritto la storia della ginnastica, ma poche che sono rimaste in attività per tutto questo tempo in modo continuativo e a questo livello.
Vorrei che Vanessa gareggiasse per sempre perchè lei c'è sempre da quando seguo io la ginnastica e non so immaginare una gara senza di lei.
Vorrei che ci ripensasse.
Vorrei che fosse eterna.
Vorrei essere meno melodrammatica.

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