lunedì 25 giugno 2018

Ogni oro è un'emozione: Lara Mori

L'ultima volta che mi aspettavo una medaglia e ho visto un'uscita di pedana sull'ultima diagonale del corpo libero è stata una tragedia.
Le lacrime di quella sera me le ricordo come fosse ieri e invece sono già passati due anni.
Era una gara diversa, una ginnasta diversa, un'attesa diversa, ma quell'uscita di pedana è la prima cosa che mi è venuta in mente qualche ora fa quando ho visto Lara (Mori, ndr) mettere il piedino fuori dalla pedana.

Mi piacerebbe essere abbastanza brava con le parole da poter raccontare tutte le emozioni che provo ogni volta, a cosa sono dovute tutte le lacrime -di gioia o di dolore- e a fare capire lo stato d'animo che accompagna, da anni ormai, una gara internazionale di ginnastica.
Mi piacerebbe davvero, ma so che non ci riuscirò mai. Non con tutti almeno.

Lara è una ginnasta a cui sono particolarmente affezionata, mi piace lei, mi piace la sua allenatrice e mi piace persino sua madre. Mi piace la sua tenacia, mi piace il fatto che non abbia mai mollato, mi piace il fatto che sempre e comunque lei si è fatta trovare pronta, anche quando ci sarebbe stato bene un sonoro vaffanculo (scusate, ma quando ci vuole ci vuole).
Che Lara sia partita per i Giochi del Mediterraneo per vincere una medaglia -e non solo quella a squadre- era chiaro ed evidente persino al mio cane, ma ecco: tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare.
La ginnastica artistica è uno sport cattivissimo: sbagli e ciao, sarà per la prossima volta.
E non importa quante volte tu quella stessa cosa l'abbia fatte bene, hai solo un'occasione e devi sapertela giocare. E spesso non dipende manco da te se l'errore è dietro l'angolo.
Non so quanto possa essere brutto perdere una medaglia o prenderla del colore sbagliato per un errore, ma so che la tensione è a mille quando sei a casa e la gara te la stai guardando in televisione, quindi figuriamoci quando sei lì e la medaglia stai provando a vincerla con le tue forze.
Ho guardato la gara con un'ansia un po' diversa dal solito, sarà che ero in diretta telefonica con Samira -che, per citarla, adora Lara come forse nessun altro- commentando ogni singola espressione facciale. Solo che lei ad un certo punto è dovuta uscire. E io mi sono sentita abbandonata.
Poi, quando ho visto quell'uscita di pedana ho -come spesso accade in questi casi- cominciato a pregare chiunque.
Ho preso il telefono e ho mandato un messaggio alla mia amica Cristina per dirle: "Oooo ma quanto le serve per sto benedetto oro?"
"Non lo so, non si capisce niente".
E lì, mentre aspetti che esca il punteggio e che "i giudici decidano anche loro che lei ha vinto" (questa è una citazione colta, per chi la coglie ricchi premi e cotillon), non passa mai. Ma proprio mai.
Un minuto che dura tre ore.
E infine poi è arrivato l'oro, gli abbracci, i sorrisi, le lacrime, gli abbracci, un sacco di cose belle.
Ogni oro è un'emozione immensa, ma questo è un oro che mi piace particolarmente.


A Lara vorrei dire che ce lo aspettavamo, ma facile parlare dopo.
Larina te lo sei meritato, questo lo sai.
Per la tenacia, l'impegno, la forza, il coraggio che ci hai messo ogni santo giorno da qualche anno a questa parte.
Per il diploma preso frequentando una scuola pubblica nonostante gli impegni sportivi, per la festa dei diciotto anni rimasta appesa ad un filo con un biglietto aperto per Rio che non hai usato, per l'infortunio del 2015, per il doppio teso con cui sei andata ai Mondiali di Montreal.
Per il fatto che metti d'accordo tutti visto che non conosco una sola persona che non abbia detto che te lo meritavi senza se e senza ma. 
E anche per il fatto che erano mesi, tanti mesi, che non scrivevo di ginnastica artistica per un sacco di motivi e sei riuscita a farmene parlare di nuovo.
Quello che ho imparato, da quando ti conosco, è che l'importante è non mollare mai perché solo non mollando si arriva da qualche parte. E per questo non smetterò mai di ringraziarti.

Avevo scritto la storia di Lara qualche mese fa, se volete leggerla la trovate qui.

La foto del post è di Silvia Vatteroni.

12 commenti:

  1. ma 'sta passione per la ginnastica da dove viene?

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    1. Nata per caso ormai più di un decennio fa 😅

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    2. sarete in 45 in Italia, praticanti e parenti a parte

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    3. Non scherziamo,io ho una schiera di amici che sono come me (e che in realtà sono diventati miei amici proprio per questo,ma vabbè 😂).

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  2. Cara Gilda, a volte è difficile controllarsi, comunque complimenti per questa disciplina.
    Ciao e buon pomeriggio, con un abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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  3. Che bello! Io ho g
    Fatto un anno di ritmica a sette anni, senza essere minimamente portata, né' snodata. Difficile, ma almeno ho capito quanto può costare arrivare a certi livelli. E per quelle atlete che non mollano mai, aspettando il loro turno di gioire, mi unisco ai tuoi rallegramenti. Bravissima Lara!

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    1. Come ti capisco, io sono portata solo per la nobile arte del "divaning", quindi...
      Magari è per questo che ammiro tanto queste ragazze!

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  4. Eh guarda, in questi giorni che sono pure sotto cortisone per una ricaduta da sclerosi multipla pensare alla fatica dello sport me le fa ammirare il quadruplo ;-)
    E pure io campionessa di divani g e in più di carpiato su asfalto.

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    1. Io non ho la sclerosi multipla, ma so cosa vuol dire essere imbottiti di cortisone (lo sono anche in questo momento) e so quanto sia orribile, quindi ti mando un abbraccio enorme 😘 e ti regalo anche una perla: sai che il cortisone è doping e loro non possono farlo?

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  5. Lo so, in effetti io e te sappiamo quanto è potente, e sappiamo che così gonfie e con tutta questa tachicardia, altro che sport...solo che se lo fanno a loro lo fanno mirato, per imbrogliare, quindi meglio se non succede.

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    1. Qualche anno fa una ginnasta fu squalificata per avere utilizzato una crema al cortisone per i calli mi pare. In quel caso, nonostante io non sia particolarmente esperta, mi era sembrato esagerato, anche perché che effetto può avere?

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