sabato 24 marzo 2018

Impariamo ad essere gentili

Oggi è stata una giornata triste.
Niente di che, eh: che sono di cattivo umore ultimamente è cosa nota a tutti, tanto che scrivo poco perché di tediare la gente coi miei melodrammi non ho poi così voglia.

Oggi è stata una giornata triste, sono stanca (da dieci giorni non dico altro), mi manca il marito, mi manca casa, mi manca soprattutto il cane, non avevo voglia di andare al lavoro (ma ci sono andata lo stesso ovviamente) , volevo dormire e alle 8 avevo gli occhi sbarrati.
Però, ecco, c'è una cosa che ho imparato: ci sono tante piccole cose belle fuori e bisogna cercare di vederle. Parlo di piccole cose, niente di enorme.
Tipo quando arriva qualcuno e vi offre un biscotto o un pezzo di cioccolata. 
Io non posso praticamente mai accettare nessuna delle due cose per ovvi motivi, ma avete capito che intendo, no?


Stamattina sono andata a ritirare la macchina dal meccanico ed ero disturbata dal fatto che stavo per lasciargli un sacco di soldi, però -ecco- non potevo farne a meno perché forse non farla sistemare e rischiare di morire in autostrada non è una brillante idea. Forse però.
Il proprietario dell'officina, che non avevo mai visto prima di due giorno fa, è stato molto gentile.
Poteva essere mio padre e mi parlava con fare paterno.
Poi si è avvicinato un signore, anche lui poteva essere mio padre, e mi ha detto: "Ho visto che avevi il paraurti anteriore uscito fuori".
"Si, l'ho trovato così una mattina davanti casa, ero arrabbiatissima"
"Te l'ho sistemato" mi ha detto.
"Ma grazie, quanto vi devo?"
"Ma scherzi? Non ci devi nulla, è davvero una cosa di un attimo".
Quello che questo signore non sapeva è che a me, notoriamente fissata con i dettagli, questo paraurti sporgente (di poco eh, ma io lo vedevo) dava molto fastidio, lo guardavo ogni volta, maledicendo lo stronzo (o stronza che sia) che non si era degnato neanche di lasciarmi un biglietto di scuse.
Uscita di là ho telefonato a mia mamma per darla la lieta novella, dopo che per due mesi ogni santo giorno le avevo sfrantato le palle con sta storia del paraurti. Sorridendo.
Che io lo so che al signore meccanico rimettere a posto un paraurti non è costato nulla, ma mi ha fatto piacere. Molto.

Ho parcheggiato la macchina, ho preso la metro, sono andata al lavoro, ma era troppo presto, quindi ho fatto un giro.
Sono andata al mio negozio del cuore di sigarette elettroniche che è una delle poche cose di Milano che mi mancherà.
Lo gestisce un signore di cinquant'anni, si chiama Cristian e sa che sono qui in trasferta e che al massimo il venerdì dopo pranzo vado via.
Oggi è sabato, il negozio era stranamente vuoto e mi ha chiesto perché non fossi a Roma.
Abbiamo chiacchierato un po', è stato mezzora dietro a me e alle mie richieste strane, gli ho detto che a breve non tornerò più. Ha degli ottimi prezzi, sa fare il suo lavoro e ha un assortimento incredibile.
É il miglior negozio di sigarette elettroniche in cui io sia mai stata e mi piace comprare da lui.
Lui era lì a cercare di rincuorarmi perché mi ha vista triste e lo dico davvero, eh.
Poi è squillato il telefono e mi ha detto che doveva rispondere perché la sua mamma era in ospedale, stava molto male ed era la sorella con le notizie.
E io pensato che quest'uomo, con un problema molto più grande di quelli che ho io, stava lì a cercare di consolarmi mentre aveva cose più importanti a cui pensare. 

E infine sulla metro, di ritorno dal lavoro, ho rischiato di restarci secca perché le porte erano difettose e si sono chiuse subito dopo essersi aperte.
É una metro automatica, non ha neanche il conducente, quindi non c'è verso di farle riaprire se resti incastrata. 
Devo dire che io sono anche stata fortunata -ad una signora è finita peggio- visto che al massimo probabilmente mi sarei rotta una mano o un polso , lei ha rischiato di fare una brutta fine.
Però sono intervenute delle persone per evitare che restassimo incastrate e oh, io non lo so mica quanti rischierebbero qualcosa per evitare che altre due persone, sconosciute, si facciano male.
"Come stai? Tutto bene?" mi hanno chiesto dei perfetti sconosciuti.
"Si, grazie".
Che a questa gente di me in fondo non sarebbe dovuto fregare niente, però il fatto che in fondo c'è ancora qualcuno che si preoccupa degli altri è bello.

E lo so, sono tutte cavolate probabilmente, ma forse -e sottolineo il forse- se imparassimo ad essere gentili con gli altri, a fare e dire delle piccole cose che non ci costano nulla, a chiedere "come stai?" a qualcuno senza pensare sempre a "io, io, io" sarebbe tutto più bello. 
Perché credetemi io oggi sono triste, ma lo sono un po' meno di stamattina.

Questo post è particolarmente melenso, ma queste piccole cose fanno stare bene, giuro.
Sullo stesso argomento, più o meno, potete leggere anche questo.

20 commenti:

  1. Le piccole gentilezze hanno questa magia che le rende semplicissime da donare e meravigliose da ricevere, come se si ingigantissero nell'atto del dono.
    Certo, bisogna avere la capacità di notarle e apprezzarle come hai fatto tu oggi! :D

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    1. Concordo su tutto e devo dire che hai ragione: dobbiamo anche imparare ad apprezzarle, probabilmente troppo spesso non ci facciamo neanche caso!

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  2. Cara Gilda, se si è gentili e sorridenti, è già l'inizio di stare molto bene.
    Ciao e buona domenica delle palme con un forte abbraccio.
    Tomaso

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  3. Come ti capisco! Come è vero! Ci sono giornate che un piccolo gesto basta già per renderle meno brutte! Forza che manca poco!

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    1. Grazie Giò, non vedo l'ora di abbracciarti 😘😘😘

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    1. Già fatto https://www.nonpuoesserevero.it/2017/06/smettere-di-fumare-lo-sto-facendo-bene.html?m=1

      La mia sigaretta elettronica non ha nicotina ed è un buon mezzo per evitare di riprendere :)

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  5. I piccoli gesti sono quelli che fanno le grandi cose. Però è gran cosa notarli e non darli per scontati.
    Un abbraccio a te e alla tua tristezza.

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  6. Il giorno che ho fatto il trasloco e stavo cercando di trascinare una stufa a gas con tanto di bombola a seguito su una strada del centro storico di Cagliari una tizia si è fermata ad aiutarmi, e l'abbiamo trasportata insieme. Non me lo sarei mai aspettata, in effetti la gentilezza ormai è diventata una cosa rara, e io stessa sono una stronza menefreghista la maggior parte delle volte. Quella ragazza poi, quando l'ho ringraziata, mi ha detto di ricambiare facendo una cosa gentile per qualcun altro. Non può essere vero, invece lo è!

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    1. La catena dei gesti gentili... se ci pensi è una bellissima cosa!

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  7. Alla gentilezza ormai ci credono in pochi, anche se servirebbe come il pane a giorno d'oggi, ma per fortuna qualcuno c'è e ci sarà sempre ;)

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    1. Per fortuna si, anche se non sono mai abbastanza i gesti gentili!

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  8. Ricordo che da piccolo avevo imparato una canzone che diceva così: "Se più gente guardasse alla gente con favor, avremmo meno gente difficile e più gente di cuor."

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  9. Ciao! Come ti capisco... Ho imparato negli anni ad essere sempre gentile con il prossimo, perché sto meglio io, e stop. Quando le gambe facevano il loro dovere era prassi chinarmi a prendere i passeggini dalla pedana per aiutare la mamma di turno a fare il ponte (a Venezia è così), poi facevo finta di non vedere perché era già faticoso far salire me stessa. Bellissima una volta in cui stavo salendo su un ponte e mi sono resa conto di essere sbilanciata in avanti. Pensavo di essere sul punto di cadere lunga distesa, ma non succedeva mai. Arrivata al colmo del ponte sento "siorina, la molo?" Ossia "signorina, posso lasciarla?"insomma, un facchino o un netturbino, vedendo che stavo per cadere, aveva infilato la mano nella maniglia dello zaino e mi aveva mantenuta in equilibrio fino alla fine della salita.

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    1. Bridigala, oggi è una giornata un po' così, ma posso dire che la storia del netturbino/facchino mi ha regalato un grandissimo sorriso?

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  10. Cara, hai ragionissima, io 2 giorni fa sono volata dalla bici (ho preso le rotaie del tram) e si sono fermate due persone a aiutarmi: un ciclista figone e una vecchietta. Il ciclista ha tirato su la mia bici e mi ha farra sedere su un muretto, la vecchietta mi ha perfino accarezzato i capelli. Sono tutta ammaccata e ogni volta che sento dolore non ripenso alla caduta ma alla gentilezza di quelle due persone (un po’ più al figone a dire il vero...)

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    1. Eh beh, direi che i figoni meritano sempre un pochino più degli altri!

      Scherzi a parte, è proprio così, alla fine gentilezza (forse perché non siamo più abituati) ci resta impressa più della "disgrazia"!

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