domenica 14 gennaio 2018

Tutti abbiamo dei problemi (che agli altri non interessano)

Io sono una persona essenzialmente fatta molto male: mi aspetto che non ci sia bisogno di piangere, lagnarsi, lamentarsi per far si che gli altri sappiano che in fondo tutti abbiamo delle difficoltà e dei problemi.
Magari non è facile immaginarsi i problemi altrui se non ci vengono detti, ma ecco: i problemi li abbiamo tutti
Io, voi, chiunque. 
Qualcuno forse sarà più grave, qualcun altro meno, ma chi può dirlo?
A me basta sapere questo, ma sono fatta male io, ve l'ho detto.
Ed è il motivo per cui non passo, per scelta, la mia vita ad andare a raccontare a tutti i miei problemi sottolineando quando io stia peggio, quanto io sia l'unica ad avere problemi, mentre gli altri, beh, loro si che sono fortunati.
Che poi probabilmente agli altri i miei problemi manco interessano visto che hanno già i loro, no? Quindi perché dovrei raccontarglieli per farglieli sapere?

Sono fatta male anche perché non mi arrabbio praticamente mai, cerco sempre di essere disponibile, di capire, di essere comprensiva. Si, anche con chi si piange addosso.
Però se mi arrabbio sono cavoli perché significa che quello era il mio limite massimo e non ci sarà una seconda possibilità.
Ieri ho sbottato di brutto e in fondo mi spiace.
Una tizia non faceva altro che ripetere ad ogni cosa, ormai da tempo, l'elenco di patologie della sua famiglia. Così, a caso, con supponenza, evidenziando come gli altri siano degli scemi che non si curano bene, che non sanno cosa voglia dire stare male, che inventano le cose, mentre lei, oh lei si che sa tutto, lei sola al mondo sa cosa voglia dire stare male, conosce le cure, è seguita bene, si cura bene.
Alle centesima volta che lo faceva, mi sono incavolata e di brutto anche, ve l'ho detto.
Perché ecco, l'argomento salute è una delle cose che mi fa arrabbiare di più.
Mia madre si è stupita: "amore, ma tu rispondi con educazione anche a chi ti dice le cose peggiori".
Poi mi sono quasi pentita. No, non di essermi arrabbiata, ma di non aver tirato fuori la storia strappalacrime di quello che ha passato il Marito da bambino, di quello che abbiamo passato insieme quando si è operato l'ultima volta, di quando lui non abbia avuto un'infanzia normale e di quanto, se potessi, gli darei le mie gambe (anche se non so se farebbe un affare), il mio femore, le mie anche.

Voi lo sapete che ho sposato un invalido? Lo sapete che ho pianto tutte le mie lacrime fuori da una sala operatoria pensando che non lo avrei più rivisto? Lo sapete che ho sposato una delle persone più forti del mondo che non si è mai arresa? No, non lo sapete, a meno che non mi siate stati vicini quando abbiamo affrontato il peggio (qui per saperne di più). 

Io ero (o forse mi sentivo) una ragazzina, avevo ventisette anni, le Converse a quadretti rossi e bianchi e prendevo decisioni difficili da sola dall'alto di un divano di pelle nera della stanza della clinica. 
Tra le cose più brutte che io abbia mai dovuto fare c'è stata quella di decidere di autorizzare una trasfusione di sangue sapendo che il Marito avrebbe scelto diversamente. 
No, non l'ho mai detto, non credevo servisse a nessuno raccontare quanto sia stato complesso -e anche doloroso- decidere per qualcun altro.
Ne parliamo poco di quei mesi, non c'è molto da dire, e fortunatamente -da ormai qualche anno- per capire che c'è un problema dovreste vederlo nudo e ecco, direi che potrei uccidere per questo.
Non ho però mai smesso un solo giorno di litigare in vari uffici per fare rispettare i diritti di un invalido  e non ho smesso di preoccuparmi quando c'è una complicazione o un problema.
Non ho neanche mai smesso di riderci su. Quando il Marito è uscito dalla clinica e l'ho riportato a casa lo chiamavo storpicus, versione affettuosa di storpio. 
Forse non è politicamente corretto, ma noi ci facevamo delle grasse risate e ridere ci è servito per affrontare quelli che ad oggi ritengo siano stati i mesi più duri della mia vita.

Non sapete neanche che mio padre ha smesso di lavorare, andando in pensione anticipatamente, perché gli hanno riscontrato un brutto problema al cuore.
E non sapete neanche di tutte le altre patologie, della sua di invalidità, non dalla nascita come per il Marito, e della mia paura che gli succeda qualcosa, soprattutto perché sono lontana.
Mio padre, dovete sapere, mi prende in giro perché sono paranoica sui miei malanni.
Mia madre invece prende in giro mio padre perché dice che io ho preso da lui.
Alla fine, ci ridiamo su perché non sappiamo fare altro che affrontare le cose con il sorriso.

Non sapete neanche che mia madre ha avuto un tumore i cui strascichi sono presenti ancora oggi.
Io dico sempre che la vita mi ha riservato  un marito e una madre entrambi con problemi agli arti inferiori ed entrambi mancini, ma che il problema maggiore è ovviamente il secondo.
Siamo fatti così, ve l'ho detto? Si cerca, almeno quando si può, di sdrammatizzare.

Della mia condizione di salute pessima lo sapete, ma solo perché ho deciso che tutti devono sapere cosa sono le allergie e di quello a cui possono portare. 
Non sapete però che ho fatto due coma, che sono credo uno dei pochi casi ad avere avuto così tanti shock anafilattici (e ad essere arrabbiata perché non me li ricordo) e che ho paura di morire. Sono terrorizzata.
Ma so anche che i miei genitori prima e anche mio marito poi hanno sempre fatto in modo che io fossi seguita benissimo, anche fosse solo per un mal di testa. 
E non sapete neanche che ho un sacco di problemi legati alle pessime condizioni del mio sistema immunitario, alle troppe medicine che prendo, al fatto che sono anche abbastanza tonta e mi succedono cose assurde che aggiungono benzina sul fuoco (qui per saperne di più).

Non passo il tempo a raccontare a chiunque di quanti problemi di salute ci siano a casa mia, di quanto a volte sia dura e soprattutto non tiro mai in ballo problemi di salute non miei.

Oggi però l'ho fatto, ho cercato di ridurre la questione anche perché i bollettini medici mi annoiano. E non è cambiato nulla nella mia vita. Non mi sento superiore a nessuno solo perché qualcuno a cui voglio bene sta male, è stato male, starà male, anzi mi dispiace proprio questa cosa, preferirei che non ci fossero problemi di questo tipo a casa mia.

In ogni caso, se passassi il mio tempo a raccontare al prossimo quanti problemi di salute ci sono intorno a me non vivrei più. 
Non voglio farlo.
Io voglio riderci su, voglio essere felice, anche se ho paura.
Non voglio vivere sentendomi un gradino sopra agli altri perché io o una persona che amo abbiamo una patologia in più degli altri.
Non voglio vivere cercando di suscitare pena, di fare la vittima. 
Che poi, sono quasi certa che nel mondo c'è qualcuno che sta peggio di me. 
O che se non sta peggio, ha comunque dei problemi e che non ha voglia di sentirsi una che si piange addosso e fa presente quanto sta peggio, cosa che potrebbe essere vera, ma forse no, chi lo sa.
Non voglio neanche però che qualcuno venga a ripetermi ogni due minuti di quanto sia malato lui o qualcuno vicino a lui, di quanto io sia una cretina che non sa cosa voglia dire curarsi, che non so cosa voglia dire fare le pratiche per delle patologie.


Lo stesso ragionamento lo applico a qualsiasi cosa.
Non vado in giro a dire quanto sono più stanca degli altri perché ci sarà qualcuno più stanco di me. O comunque quanto me.
Non vado in giro a dire quanto la vita sia dura con me perché, ebbene si, la vita è dura con tutti, soprattutto dopo i sei anni (per qualcuno anche prima, ma spero sempre che questi ultimi siano pochi, pochissimi).
Non vado a dire in giro di quante difficoltà io abbia avuto nella mia vita perché ci sarà qualcun altro che di difficoltà ben peggiori ne ha avute e nonostante tutto non si è arreso, ha combattuto e ha vinto. O forse ha perso, ma è andato avanti lo stesso.
Che poi, la butto lì, magari chi ho di fronte non ha avuto coriandoli e petali lanciati dalla divina provvidenza ogni volta che faceva un passo per strada.
Non vado nemmeno a dire in giro a qualcuno che è tanto fortunato ad avere questo o quell'altro (con me lo fanno spesso) perché forse, la butto sempre lì, quel qualcuno non è fortunato, magari si fa il culo, magari  si è impegnato per raggiungere quell'obiettivo, chi lo sa.
Non vado a dire a nessuno di quanto io sia più stanca degli altri, di quanto io lavori più degli altri, di quanto io abbia meno cose degli altri, di quanto a me non vada di fare determinate cose quindi che le facessero gli altri al posto mio.
E non è che non lo dico perché sono migliore degli altri, eh.
Non lo dico perché, ve l'ho detto, sono una brutta persona e non voglio che lo facciate con me. 
Se però volete sfogarvi senza fare la gara, io vi ascolto volentieri, magari vi do anche qualche consiglio, ma non garantisco che sia un buon consiglio. Io, se fossi in voi, i miei consigli non li ascolterei. Per dire, eh.

44 commenti:

  1. Gilda, hai ragionissima. Purtroppo, e mi secca dirlo perché suona tanto "frase fatta", la gente è talmente frustrata che ha bisogno di lamentarsi continuamente,e mica perché ha necessità di uno sfogo! Vuole fare la vittima, vuole trovare dei motivi per incolpare il mondo di tutto quello che succede o non succede, vuole essere compatita perché...non lo so, lo devo ancora capire il perché. Anche io difficilmente mi lamento, innanzitutto per non ammorbare gli altri con i miei "problemi", e poi per non appesantirmi io stessa, altrimenti, cioè, che palle! Bisogna cercare di ridere sulle cose che non possiamo cambiare, ingigantirle ulteriormente non serve a nulla.

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    1. È proprio vero che alcune persone vogliono sfogare i propri problemi sugli altri, come se volessero trovare un capro espiatorio, quando in realtà la serenità passa prima di tutto dall'accettare il problema, qualsiasi sia.

      Io la penso come te: se passassi il mio tempo a parlare dei miei problemi, oltre a rompere agli altri, sarei pesante anche con me stessa. E sinceramente anche no.

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  2. Solo io non amo parlare dei problemi di salute? Boh penso che porti sfiga XD Sarà per questo che non faccio a gara a chi sta peggio XD Diciamo che però mi aspetto che ci conosce i fatti di casa mia non venga a dirmi "uuuuh sapessi quanto IO"...

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    1. In realtà non lo amo neanche io, motivo per cui -nel caso specifico- la tizia non poteva immaginare che anche io avessi dei problemi. Ha fatto l'equazione malata "questa non si lamenta=non ha problemi", una cosa tristissima.

      Comunque anche io mi aspetto che chi conosce i problemi di casa mia si ponga nel modo giusto o quanto meno che taccia!

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    2. (Mi sono perso una H)

      È una cosa tristissima sì, e credo che a certa gente inizierò a rispondere con una frase tipo "sto parlando con te, pensi che non abbia problemi?!?!?"

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    3. Mi sa che questa frase me la segno e la uso all'occorrenza!

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  3. Come sai, meno di 5 mesi fa ho avuto un aborto. Un distacco della placenta, al 5 mese di gravidanza, che mi ha provocato una fortissima emorragia, la morte del bimbo che però non riusciva ad uscire perché la placenta ne bloccava il passaggio, ma non bloccava il sangue che continuava ad uscire. I medici non ci hanno capito nulla per 3 giorni, alla fine sono finita in sala operatoria, anestesia totale mentre io ero nel panico più assoluto, 4 sacche di sangue. Mi sono addormentata convinta che non mi sarei svegliata, e invece mi sono svegliata e tutto, alla fine, è andato bene. Così mi ha detto mio marito quando mi sono svegliata...
    Per mesi ho continuato a dire questa frase: "Con tutto quello che mi è capitato!" Alla fine il marito mi ha portato alla realtà: quello che è capitato a me, capita e sarà capitato a migliaia di altre persone e soprattutto capita anche di molto peggio.
    Ho sofferto di insonnia per mesi. Per mesi ho avuto paura del buio e ancora oggi piango senza motivo. Ma alla fine poteva andare peggio, quindi quando mi chiedono come sto, io sorrido e rispondo Bene! Perché alla fine è andato tutto bene!

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    1. Robi mi si stringe il cuore a leggere queste cose.
      È vero queste cose capitano a tante persone, capita anche di peggio, ma -in questo caso- credo sia un sacrosanto diritto soffrire e stare male, anche perché, al di là del problema fisico, credo che ci sia anche un bel macigno nel cuore.

      Un bacio grande grande!

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  4. Hai una grande forza, l'ho capito al primo sguardo

    Quando vuoi sai che siamo vicine.

    Abbraccio

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  5. E' quello il problema, la gara patetica e deprimente a chi sta peggio. Io comunque sto bene, benone eh, quindi non arrabbiarti :D

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    1. Patetica e deprimente mi piacciono come aggettivi, credo che li userò per definire la questione 😂

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  6. Questo articolo mi ha bastonata forte. Perché io tendo spesso a piangermi addosso, poi però mi rendo conto che sono più fortunata di tante altre persone e allora mi ridimensiono. ��Comunque anch'io ho il terrore di morire, e nonostante non sia un soggetto allergico le temo tantissimo perché mia mamma lo è e sono cresciuta con lo spauracchio dello shock anafilattico ��
    Complimenti per come sei e per come affronti la vita, ti abbraccio! ❣️

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    1. Grazie Sara :)

      Credo sia normale, quando hai vicino una persona allergica che rischia la vita, lo spauracchio ce lo hai sempre!

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  7. Sai che c'è? Ci sono persone che nuotano continuamente nel mare dei loro dolori e altre che escono da quel mare e vivono tutto quello che la vita gli offre. Ovviamente voi siete persone del secondo tipo.��������

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    1. Grazie Speranza, ci proviamo.
      Non sempre ci riusciamo, ma ci proviamo!

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  8. Devo dire che non tutti sono comunque così "fortunati" da avere un carattere forte e che non si piange addosso, o che magari hanno un supporto (famiglia, compagno ecc) e non sentono il bisogno di comunicare al resto del mondo i loro problemi. Anche quella è una fortuna, in fondo. E per quanto possa essere sgradevole ascoltare le lagne degli altri ci si può perlomeno ritenere fortunati di non avere questo bisogno.
    Io faccio parte della categoria di quelli a cui si legge in faccia la sfiga o l'angoscia...quindi mi sento anche un po' toccata dal discorso anche se non vomiterei mai i miei problemi a degli sconosciuti. Però sono anche dotata di tantissimo (ah l'umiltà) senso dell'umorismo, per cui a volte racconto le mie cose con molta ironia per riderci su.

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    1. Quello si Barbara, è indubbiamente carattere, ma nonostante quello, io credo che sia una pessima cosa andare dagli altri a dire "io sto peggio di te" quando in realtà non si conosce nulla della situazione di quella persona.
      Capisco lo sfogo, capisco l'angoscia, ma l'ergersi un gradino più su pensando di stare peggio senza se e senza ma no, non lo capisco, né lo accetto.

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    2. su quello nessuno può avere dubbi. Non è accettabile. Io in realtà questo comportamento lo associo né più né meno alla maleducazione. Se ti senti così intelligente da capire che i tuoi problemi siano non solo più gravi, ma anche interessanti agli occhi degli altri, sei molto maleducato.

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    3. Si, credo proprio dipenda dalla maleducazione, in effetti, nel caso specifico di cui parlavo, la signora si è sempre posta -all'interno del gruppo in cui c'è stata la "discussione"- in modo molto maleducato e arrogante, quindi probabilmente dipende da questo aspetto della sua persona.

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  9. Posso solo dire che ti capisco benissimo, anche perché vivo una situazione simile (perché non ha senso specificare qui e adesso) a tuo marito, ma soprattutto condivido il tuo pensiero, anche se in verità io del giudizio altrui me ne frego, sorrido e vado avanti.

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    1. Del giudizio di base anche io, della cattiveria rivolta in modo gratuito alla mia persona no, non ce la faccio, mi ferisce e mi fa arrabbiare (non subito, ma dopo un po').

      Un abbraccio a te, qualsiasi sia la situazione che vivi ❤️

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  10. Una volta, tanti e tanti anni fa un mio amico, per prendermi in giro, mi regalò una specie di motto che secondo lui poteva appartenermi: "never explain, never complain".
    Devo ammettere che a volte faccio fatica a trattenermi dall'explain, ma sul complain sono imbattibile.
    E non è sempre un bene, perchè sfogarsi, e anche abbandonarsi a cinque minuti di sana autocommiserazione, non sempre è un male.
    Basta non esagerare.
    E soprattutto non indire un torneo a chi è più disgraziato.
    Mi è vicina una persona che ha questa tendenza e mi dispiace dire che alla fine, non c'è una persona che la frequenti, se non per dovere

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    1. È quello Ciacco.
      Io lo sfogo lo capisco, il momento di "disperazione" anche e ci mancherebbe.
      Io per carattere preferisco sfogarmi con chi mi è molto molto vicino, ma non è una regola che tutti debbano fare così ovviamente.
      Il fastidio me lo danno la gara, la lotta, il volersi sentire un po' meglio o un po' peggio, ma comunque in una posizione di supremazia rispetto al prossimo di cui magari non sappiamo nulla.

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  11. Anche io non sopporto le lamentele, di nessun tipo e quindi non starò qui a raccontarti i dolori della mia vita.
    Ti lascio solo una frase per me bellissima di Leonard Choen "C'è una crepa in ogni cosa. Ed è da lì che entra la luce".
    Ne sono pienamente e fortemente convinta, sarà che sono diversamente spirituale ��♥ ma ogni difficoltà nella mia vita è stata portatrice di luce

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    1. Dici che è dalle crepe che entra la luce? Non ci avevo mai pensato, ma in effetti...potrebbe essere vero!

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  12. Purtroppo questo atteggiamento l'ho riscontrato anche io Gilda e non ti nego che sono arrivata ad allontanarmi da alcune persone proprio per questi continui piagnistei e paragoni. Perché si comportano così? Secondo me per un mix di motivi, tra cui spicca l'insoddisfazione. Un abbraccio

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    1. Anche io Chiara mi sono allontanata da alcune persone per lo steso motivo, in particolare un paio a cui tenevo molto, ma ero davvero arrivata al punto di non tollerare più questa storia.
      Io non so se è insoddisfazione, davvero non riesco a capire perché lo fanno ,forse non se ne rendono neanche conto :(

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    2. Non lo so nemmeno io, ma una cosa di cui mi sono resa conto è che questi soggetti applicano questo atteggiamento ad ogni aspetto della vita (salute, lavoro, vita sentimentale ecc..), vivendo costantemente di paragoni. Per me è di una tristezza infinita tutto ciò...

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    3. Vero, verissimo Chiara.
      Chi ha questo atteggiamento lo fa con tutto, soldi compresi.
      A me capita di sentirmi dire "eh, ma io sono più povero di te" che magari è anche vero, chi lo sa, ma visto che nessuno può conoscere la reale situazione finanziaria altrui, non mi sembra esattamente una cosa sensata da dire...

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  13. Arrivo qui ora e non sapevo se fosse il caso di scrivere o no qualcosa in questo tuo post personalissimo e carico e denso di emozioni...Ma sono un infermiera, una di quelle per la cronaca che lavora con quei bambini che hanno avuto e hanno brutti problemi da prima dei 6 anni e che non sono poi così pochi.... Ho letto questo tuo post tutto d'un fiato e non posso che dirti che ti abbraccio tanto anche se non ci conosciamo e son piombata qui a caso, che quello che hai scritto è il principio dell'empatia, che il dolore e la salute son cose personali e intime e che ognuno paga le spese e le ripercussioni delle proprie malattie e di quelle delle persone che ama! Non è una gara come fai notare tu, anzi, al massimo si dovrebbe gareggiare al chi sta meglio e non peggio! Vi auguro il meglio! <3

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    1. Grazie Federica, è un commento che mi piace tanto il tuo, mi da la carica, anche se -ecco- non sai quanto male fa vedere nero su bianco di tutti quei bimbi piccoli che soffrono perché se è vero che tutti soffriamo per qualcosa, se è un bimbo a stare male è davvero una cosa orribile :(
      E hai ragione: dovremmo fare la gara a chi sta meglio al massimo, che poi sarebbe comunque una cosa non proprio bellissima, ma tant'è.

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  14. Su Su con il morale cara Gilda, non pensare che a tutti noi non interessi la tua tranquillità!
    Di sicuro che io sono il primo che ti dice coraggio che in fondo la vita è bella!! con tutti i suoi problemi, prova a pensare a coloro che stanno forse peggio di te!!!
    Ciao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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  15. si, hai ragione, c'è del nesso tra quello che ho scritto io ed hai appena commentato ed il tuo post. aggiungo una ocsa, scritta qualche giorno fa. io con queste "brutte persone" (perchè tali sono) non voglio avere a che fare. mi innervosiscono, mi infastidiscono. non solo, tra i blogger è pieno di gente così. gente che sconta la pena di vivere vivendo. ma andassero a fare in culo

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    1. Neanche io voglio averci a che fare, hai ragione su tutta la linea.
      Questo episodio, per esempio, mi ha molto turbata (ok che l'argomento era particolare), quindi non voglio circondarmi di gente che mi fa stare male.

      "Gente che sconta la pena di vivere vivendo" è un'ottima definizione per altro!

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    2. sono onesto. non è una frase mia quella ! :-)

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  16. Io per fortuna (tocchiamo tutto ciò che si può toccare) non ho niente di grave e neanche le persone a cui voglio bene, però sono ipocondriaca e se qualcuno mi parla di malanni (oh, e giuro che tornando in Italia a Natale lo facevano TUTTI, mi sa che va di moda nella mia famiglia allargata) stacco il cervello. Non per cattiveria, ma perchè muoio di paura. Detto ciò una delle persone che più stimo al mondo è una mia amica che ha avuto proprio cose BRUTTE, e ha una forza d'animo da cui tutti dovrebbero imparare. Alla sua undicesima operazione scherzava che avrebbe dovuto fare la raccolta punti e avere lo sconto dopo la decima, e anche se sta male mette sempre gli altri prima di sè. E' una di quelle persone così forte che a volte da un po' di forza anche a me, e mi fa capire quanto sia sciocco lamentarsi.
    Ti mando un abbraccio forte...

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    1. Sai che tutte le persone molto vicine che ho avuto che hanno avuto o hanno davvero problemi di salute seri sono quelli che in realtà ci ridono più su e che si piangono meno addosso?
      Non so se è un caso, ma credo sia davvero una cosa bella.

      Ps. Anche io sono ipocondriaca, cerco di controllarmi, ma non sempre ci riesco!

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  17. Sono molto d'accordo con te!

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