Sono abituata a viaggiare e, nonostante le allergie, non ho mai avuto grosse difficoltà a mangiare come un bue all'estero.
Certo, ho sempre dovuto fare molta attenzione, chiedere, consultare liste di ingredienti, spiegare e, per scrupolo, imparare nella lingua del paese di destinazione il nome di tutti i cibi proibiti (e sono tanti), però non ho mai avuto problemi.
Solo una volta a Lucerna, in Svizzera, sono finita in ospedale, ma era tanto tempo fa e non ricordo neanche cosa era successo esattamente.
Paradossalmente, ho sempre avuto più problemi in Italia che all'estero.
In generale, ho sempre pensato che le allergie sono una parte di me, un po' seccante a dire il vero, ma che però non devono condizionare più del dovuto la mia vita.
Conosco persone che non escono, non viaggiano, non si muovono da casa perché hanno delle allergie alimentari, ma ecco: io non sono così, giusto o sbagliato che sia.
Il giorno che deciderò di chiudermi in casa per le allergie credo che sarà la fine.
Arrivati ad Amsterdam, siamo andati in hotel, abbiamo sistemato i bagagli e siamo usciti.
Una cosa che abbiamo notato subito è che ovunque ci sono dei negozietti che vendono waffel invitanti da morire, pieni di qualsiasi cosa, forse un po' troppo pieni, ma se penso ad una cosa buonissima e golosissima penso a quel waffel lì.
Siamo entrati in uno di questi negozietti, ho fatto le mie domande di rito, sono stata rassicurata e ho scelto un waffel ricoperto di cioccolata bianca che pare fosse sicuro.
Il Marito -lo fa sempre, eh- mi ha detto: "Amò prima lo assaggio io, poi eventualmente lo mangi tu perché fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio".
Lo ha tagliato ed ecco la sorpresa: l'impasto del waffel era si privo di qualsiasi cosa, così come la cioccolata bianca era non contaminata, ma all'interno c'era un ripieno di crema di pistacchi e crema di nocciole (che secondo me era anche buonissimo, ma tant'è) molto abbondante.
"Ma tu avevi chiesto gli ingredienti del waffel e della copertura, non del ripieno" mi è stato detto.
Giusto, come ho fatto a non pensarci che, in fondo, la colpa era la mia.
Il Marito alla fine ha mangiato anche il mio waffel (oltre al suo con copertura di crema di fragole e Smarties) e io ho iniziato ad entrare in paranoia.
"Non mangerò, digiunerò, morirò di stenti e privazioni" ho pensato perché, ecco, io e il melodramma siamo molto amici.
Abbiamo notato, girando e rigirando, che il cibo è abbondante. Molto abbondante.
Ovunque, ma davvero ovunque, è pieno di questo negozietti con cibi sia dolci che salati enormi, pieni di cose, grondanti condimenti di tutti i tipi che risplendono nelle vetrine.
Ci è venuto il dubbio che queste splendide creazioni per il palato restassero in vetrina per giorni perché erano sempre lì, sempre uguali, sempre nella stessa posizione, ma magari è solo una supposizione sbagliata, non saprei.
Io comunque mi sono tenuta la voglia di dolce per quasi una settimana (anche di più considerato che da Amsterdam sono andata a Sofia dove è stato pure peggio) e il Marito si è adattato -come sempre- a me. Anche perché voi non avete idea degli occhietti disperati che riesco a fare quando il Marito di strafoga si cose che io non posso mangiare.
Ovunque siamo entrati, la prima domanda che ho fatto è stata: "Scusate, con che olio friggete?".
La risposta è quasi sempre stata: "Normal oil".
Ora, definiamo il concetto di normal oil. No davvero, definiamolo.
Per me, il normal oil è l'olio extravergine di oliva proveniente dal frantoio del cugino di mamma situato in un paese della Sicilia a 60 km da Palermo, per dire.
A casa mia si usa quell'olio per fare qualsiasi cosa, è buono, genuino, forse un tantino pesante in alcuni casi, ma ci piace molto e sull'olio non scendiamo a compromessi.
Ho avuto il sospetto però che il mio concetto di normal oil fosse un tantino distante da quello dei bar e ristoranti olandesi, non che la mia idea di olio sia necessariamente quella giusta, però ecco, è solo per dire che il normal oil magari non è per tutti uguale.
Alla fine è venuto fuori che per normail oil intendevano l'olio di semi di soia. Ho tirato un sospiro di sollievo e superato l'enorme scoglio dell'olio, iniziavo a fare le altre duecento domande di rito.
Immagino che più di una persona abbia pensato che una cliente come me è meglio perderla che trovarla e non posso neanche dargli torto.
La storia del waffel con la crema di pistacchi mi ha comunque un po' turbata, lo ammetto.
Così come mi ha turbata la presenza, oltre al normal oil, dell'olio di semi di arachidi venduto come se fosse acqua. Presenza che è assolutamente normale, ma che preferirei non lo fosse.
Abbiamo mangiato diverse volte da Mc Donald's e da Burger King per sopravvivenza: in entrambi i fast-food erano appesi in bella vista le tabelle con gli allergeni, sia in olandese che in inglese. Mi fa sempre sorridere che per mangiare cibo non contaminato, la soluzione sia quasi sempre Mc Donald's. Anche in Italia, eh.
Però c'è un però: sono riuscita ad assaggiare le loro famose patatine fritte che sono davvero meravigliose, ne avrei mangiate a chili.
Ho assaggiato il loro formaggio: quasi ovunque ci sono negozi di formaggio Gouda in tantissime varianti, io non potevo assaggiare solo quello al pesto e quello al peperoncino.
Il Gouda, ad Amsterdam, è ovviamente diverso da quello che arriva in Italia: molto più buono e saporito e, come per le patatine, ne avrei mangiati chili.
Ho trovato degli Oreo ricoperti di cioccolato bianco e di cioccolato al latte che potevo mangiare che sono -giuro- una delle cose più buone che io abbia mai mangiato (e che hanno in parte, sopperito alla voglia dei dolci che vedevo nelle vetrine).
Abbiamo assaggiato anche i pancakes salati, penso una delle cose più pesanti assaggiati in vita mia che, in confronto, il pranzo di Natale è dietetico.
Abbiamo assaggiato dei meravigliosi toast da Tostable che, di fatto, è stato il primo posto dove sono riuscita a mangiare senza problemi. Noi siamo stati in quello di Nieuwendijk, abbastanza vicino alla stazione centrale, ma ce n'è anche un altro.
E abbiamo mangiato in un posto che a me è piaciuto tanto, ovvero l'Eatsalon Van Dobben, nei pressi di Rembrandtplein, che io pensavo fosse un ristorante quando ho scoperto della sua esistenza, ma che in realtà è più una tavola calda. Il loro cavallo di battaglia sono delle crocchette ripiene di purè e di carne che servono in mezzo a dei panini morbidi che a me ricordano molto le brioscine palermitane.
Una roba divina, fantastica, eccezionale. Ne avrei mangiati cento.
Ci sono anche altre cose, per esempio il roast-beef è veramente buono, così come le salsicce.
In generale, non ho avuto vita facile ad Amsterdam, anche se di certo non sono morta di stenti e privazioni.
Mi sarebbe piaciuto poter assaggiare tutto e non è colpa di nessuno se non posso, però spesso e volentieri mi sono saziata anche solo guardando (sempre con l'occhietto disperato) le vetrine piene di cibo grondante condimento, quindi va bene così.
Amsterdam è abbastanza costosa, tenete a mente che i prezzi sono più alti che in Italia per il cibo (e non solo), ma di sicuro non si va in rovina.
Ad Amsterdam va infine la menzione per il peggiore caffè bevuto in giro per il mondo.
Si lo so che starete pensando: "Ma guarda questa che vuole trovate l'espresso buono in Olanda".
In realtà, ormai un buon espresso si trova praticamente ovunque, eppure ad Amsterdam non lo abbiamo trovato. Alla fine, ho rinunciato a prenderlo perché 3€ per il brodo di polpo io non ve li do.
Il Marito ha resistito imperterrito nella convinzione che prima o poi avrebbe trovato un buon caffè, ma alla fine non c'è riuscito. Ritenteremo la prossima volta.
A propósito di normal.. Qui in un locale a Bcn dopo aver letto sul menú "insalata normale" ho chiesto gli ingredienti.. E sappi che quest'insalata NORMALE ha tonno, ma is, cipolla, uovo ecc..... E io che pensavo che l'insalata normale avesse solo lattuga ahahahah
RispondiEliminaIl concetto di normale è un po' particolare all'estero mi sa :D
EliminaConcordo con te sul mai lasciare all'allergia di comandare sulla nostra vita e lasciamelo dire che hai comunque fortuna ad avere un marito che si commuove con i tuoi occhietti ... il mio si fa commuovere da altro e non sono io sicuramente! :p
RispondiEliminaAhahahaha :D
EliminaIl Marito, devo riconoscere, ha modificato completamente le sue abitudini alimentari per me, è da anni che non mangia -per dire- una pesca o un'arancia (e gli piacevano tanto), sono fortunata!
Ogni volta che leggo delle tue allergie penso che sei proprio brava. Io conosco un'intollerante, che oltre ad essere PESANTE si fa sempre problemi a fare vita sociale, e tutto perché si VERGOGNA a dirlo.. ma si può?
RispondiEliminaAnche io avevo qualche problema quando ero piccolina a dirlo, mi è capitato di sentirmi "diversa", ma adesso che sono adulta so che non voglio rinunciare a nulla, in fondo mica il cibo è tutto, no? :D
EliminaCara Gilda, io che non ci sono mai stato a Amsterdam, sarebbe bello visitare quella casa.
RispondiEliminaCiao e buon fine settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Un abbraccio anche a te!!!
EliminaCiao Gilda!
RispondiEliminaNon dev'essere affatto facile viaggiare con così tante allergie, ma è giusto che tu non ti faccia frenare da questo! Sono stata ad Amsterdam circa un anno fa e me ne sono totalmente innamorata, per non parlare dei buonissimi "poffertjes" con crema di limone e nutella che ho mangiato in un accogliente baretto su un canale, in compagnia di un'amica e un té caldo alla menta. Bellissimi ricordi!
Sappi che io sono golosissima e che questo tuo post mi ha fatto venire fame, adesso vado a mangiarmi un gianduiotto e mi segno di provare quegli Oreo :')
A presto!
Ma la Nutella sta bene con la crema di limone? Sai che adesso passerò il resto della mia vita a pensare a come potrebbe essere l'accostamento, vero? :D
EliminaSolo io ho trovato dei buoni espressi ad Amsterdam!??!!??!?!
RispondiEliminaCavoli sei bravissima a tener sotto controllo le tue allergie e non dare di matte ogni tanto!
La storia del Mac non l'avrei mai creduta...
Devo ammettere però che fino ad adesso l'Olanda è stato il posto in cui mangiare è stato più difficile, magari sarò più fortunata la prossima volta!
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