domenica 28 agosto 2016

Se la terra trema

Sono in vacanza da ormai un mese.
Non facevo una vacanza così lunga dall'estate del diploma, nel 2004.
In Sicilia, dove sono, il terremoto non è arrivato, l'ho scoperto la mattina alle 8 quando ho guardato il cellulare e ho trovato decine e decine di messaggi.
Se fossi stata a casa mia, probabilmente l'avrei sentito perchè così è stato per tutti quelli che abitano nei dintorni.
L'unica volta che ho sentito la terra tremare, in piena notte, avevo sedici anni. 
Credo che il terremoto sia una delle cose più spaventose che esistano: la terra trema e sei sopraffatto dalla paura.
Conosciamo qualcuno che era lì, nei pressi di Amatrice, la notte del terremoto, ma sta bene. Sotto choc, ma sta bene.
Altri non sono stati più fortunati.
C'è gente che scava da giorni. La speranza di trovare qualcuno ancora vivo diventa sempre più flebile, ma ci si prova lo stesso.
C'è altra gente che cura chi si è salvato, anche se le ferite dell'anima probabilmente saranno difficili da curare. Il tempo lenisce ogni dolore, dicono.
C'è chi si occupa dei bambini, alcuni sono rimasti soli e io non credo ci sia qualcosa di più brutto che restare soli al mondo.
C'è chi prepara da mangiare, chi si occupa delle tende.
L'Italia si è mobilitata in fretta, come sempre in questi casi.
Chi ha potuto ha dato una mano, chi non ha potuto non va colpevolizzato. Ognuno fa quel che può.

Qualcuno ha detto "armiamoci e partiamo", ma non è una buona idea.
Una come me, ad esempio, ad Amatrice o ad Accumuli non andrebbe a fare nulla, darebbe solo fastidio.
Non sono un'infermiera, nè un medico.
Non sono un vigile del fuoco, nè faccio parte della Protezione Civile, nè della Croce Rossa.
Sarei d'intralcio. Occuperei un posto letto di cui qualcuno ha più bisogno, non potrei nemmeno sbucciare un frutto ad un bambino perchè la frutta non posso toccarla.
Come me, ce ne sono tante di persone che probabilmente sarebbero d'intralcio.

Qualcun altro ha detto "organizzo una raccolta di vestiti o di giocattoli".
La protezione civile è satura di cose, le organizzazioni spontanee sono tanto belle, quanto probabilmente inutili. 
Ogni paese, ogni tendopoli, ogni sopravvissuto ha delle esigenze che probabilmente noi comuni mortali non comprendiamo.
Ci sono i canali ufficiali, basta chiamare chi di competenza e chiedere se serve qualcosa o se magari servirà qualcosa tra qualche tempo.
Non si può passare per portare coperte o cibo, le strade sono aperte solo per chi è del mestiere.
Ed è giusto così.

L'emergenza sangue sembra essere rientrata, ma di sangue c'è bisogno sempre.
Il sangue si conserva solo per un periodo limitato -circa 40 giorni- dopo viene buttato, quindi anche questa è una cosa che va fatta con intelligenza.

Amatrice - Orologio fermo all'ora della prima scossa
Il problema non è oggi, il problema per chi sotto le macerie ha perso tutto ci sarà anche domani.
Arriverà l'autunno, poi l'inverno e ci sarà gente che avrà ancora bisogno di tutti noi.
I comuni colpiti avranno bisogno di ripartire, proveranno a farlo e io spero che ci riescano. Me lo auguro. 
Non sarà facile, come non lo è mai in questi casi.
Non so cosa voglia dire perdere tutto, non posso capire davvero.
Però, davvero, non dimentichiamo domani quello che è successo, non dimentichiamo queste persone.


5 commenti:

  1. Condivido il tuo pensiero cara. Non siamo utili perché saremo d'intralcio; hanno già tanto perché la bontà di molti si è visto sino a subito... il problema è dare un tetto a queste persone. E noi non abbiamo neanche una casa, una villa o un posto per poter offrire. Chi può fa! Speriamo.

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    1. Sarebbe bello avere una casa in più da mettere a disposizione, sarebbe proprio bello.

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  2. Ciao! Quella sera l'ho sentito anch'io: ero ancora sveglia a leggere, ho sentito dondolare e subito credevo che fosse una mia sensazione poi sentendo ancora mi é venuto il dubbio e accendendo la luce, il lampadario effetivamente dondolava e si sentivo il rumore fuori dalla finestra (alla mattina come è successo a te, ho avuto la conferma del disastro). Non fortissimo perché il resto della ciurma dormiva e non hanno captato nulla, ma ció mi fa pensare che se si é percepito fino in Veneto, è stato fortissimo. Che poi in questi casi la tua casa, che é sempre lí ad accoglierti in ogni momento, il tuo rifugio, e vedere che non ce la fa, quasi ti tradisce, crolla, si frantuma...ritrovarsi forse in vita e con piú nulla... La cosa bella come dici tu, sono gli aiuti che si mobilitano da ogni parte d'Italia che anche se a volte sono un pó inutili, peró mi meraviglia e mi entusiasma l'altruismo che si crea in questi casi! Mi fa sempre sperare.. e spero continui per non dimenticare e non lasciarli soli. Soprattutto le istituzioni che sappiamo che son bravi a parlare, ma a fatti.............................

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    1. Le istituzioni... speriamo solo che non facciano come per L' Aquila.. anche se ho poca fiducia.
      Spero di sbagliarmi.

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