giovedì 21 maggio 2015

Ciao Tania

Solitamente non parlo mai di tragedie.
Ho sempre creduto di non avere il diritto di entrare nel dolore delle persone che restano e che potrebbero leggere le mie parole, pensando magari "Ma questa qui che vuole?".
Ma stavolta è diverso.

Qualche tempo fa avevo parlato dei problemi dei dipendenti di Almaviva. Problemi che, ad un certo punto, si erano risolti, facendo tirare un respiro di sollievo, non so se temporaneo o definitivo, a tutti quei ragazzi, che in parte conosco, che lavorano lì, alla sede di Palermo, che in fondo resta pur sempre la mia città, quella dove ci sono gli affetti più importanti.
Ho sposato, seppur da lontano la causa di questi ragazzi, l'ho seguita ed ero davvero contenta quando la bufera è passata.

La sede di questo call center è in una bella zona, quella che io trovo che sia la zona più bella di Palermo: è in una traversa di Via Libertà che cavolo se è una bella via. Ogni volta che torno a Palermo, la passeggiata in Via Libertà è d'obbligo, mi piace camminare in quell'enorme viale alberato pieno di negozi chic.
Non ho mai pensato potesse essere una via pericolosa, l'ho sempre vista molto trafficata, anche la sera e non avevo mai sentito di incidenti mortali lì. Probabilmente la mia è stata una disattenzione perchè ho scoperto che, in realtà, di incidenti ce ne sono stati.

Domenica scorsa una ragazza della mia età, Tania Valguarnera, ha perso la vita.
Stava attraversando la strada, era praticamente arrivata al lavoro e un pirata l'ha travolta e uccisa.
Il pirata si è fermato poco più avanti e, quando ha capito che era successo, è salito in macchina e ciao, se n'è andato. Parlava al telefono e forse era drogato.
I colleghi di questa ragazza hanno visto tutto dalla finestra -erano affacciati perché c'era stato un momentaneo black out e non potevano lavorare- e hanno chiamato la polizia.
L'uomo è stato fermato. Arrestato. E' venuto inevitabile chiedersi tra quanto sarà libero, visto che siamo in Italia e in Italia, si sa, non è detto che se ammazzi qualcuno pagherai per quello che hai fatto.


Questa ragazza doveva sposarsi a Settembre. era già tutto pronto.
Immagino il dolore del fidanzato. Non li conosco, non so niente di loro, ma quella è l'età dei progetti, dei sogni, dello sguardo al futuro con un misto di paura ed eccitazione.
Chissà quante volte questi due ragazzi avevano parlato di come immaginavano il loro matrimonio, la loro vita insieme da sposati e tutte quelle cose di cui è normale parlare quando non hai nemmeno trent'anni.
A trent'anni non pensi di poter morire da un momento all'altro. Non pensi che mentre stai andando a lavoro, una domenica mattina come tante altre, potresti morire.
E dall'altra, i tuoi familiari non pensano di poter ricevere una telefonata che dice "Pronto siete i familiari di questa ragazza? Venite subito!". Telefonate che non si vorrebbero mai ricevere.
Telefonate che non si dovrebbero ricevere.


Ho letto che il fidanzato ha voluto farle indossare l'abito bianco che lei stessa aveva scelto e la fede per darle l'ultimo saluto. E' una cosa che ho trovato, seppur nella tragicità delle cose, molto bella: la dimostrazione di un legame molto forte che un povero cretino ha spezzato. Così. Perché era al telefono, forse era drogato, ma si è messo lo stesso alla guida tanto cosa vuoi che succeda. E invece non va sempre così, non sempre non succede nulla. A volte ad un'azione corrisponde una reazione: in questo caso l'azione è guido in condizioni folli e la reazione è uccido una ragazza, con tanti sogni e progetti.

Al fidanzato di Tania e alla sua famiglia vorrei dire coraggio, fatevi forza, stringetevi in questo momento tremendo, ma in certi casi le parole non servono a nulla. Probabilmente sanno già che devono stringersi e farsi coraggio, ma non è facile.
I colleghi di Almaviva hanno organizzato un sit-in per chiedere che, in quel punto di strada dove è stata uccisa Tania, venga messo un semaforo pedonale, onde evitare che in futuro succeda ancora una cosa del genere.
I ragazzi di Almaviva hanno la mia stima perché sono capaci di unirsi e protestare insieme, di lottare per avere qualcosa, di stringersi quando c'è bisogno di farlo. E mi auguro che riescano ad ottenere anche questo: non servirà a portare indietro Tania, lo so. Ma magari servirà in futuro.
Questi ragazzi sono quelli che hanno chiesto all'azienda di poter contribuire, di poter aiutare in qualche modo la famiglia. E stanno riuscendo a fare anche questo: Almaviva ha diffuso una circolare, visto che i ragazzi volevano poter dare una mano, per permettere a chi lo volesse di donare un'ora della propria retribuzione alla famiglia.
Sarà un piccolo gesto, ma a me sembra grandissimo.


3 commenti:

  1. sei sempre molto sensibile. Purtroppo è una di quelle cose che vorresti non succedessero mai!

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  2. Una sola cosa.....ho la pelle d'oca......non c'è altro da aggiungere.....

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