mercoledì 11 febbraio 2015

Quando lo streaming non c'è ovvero storia di un mancato esaurimento nervoso

 Ve l'avevo detto che sabato ricominciava la Serie A.
E vi avevo anche detto che seguire le gare italiane è un'agonia.
E ovviamente non sono stata smentita.
Si sa che la speranza è l'ultima a morire, ma già venerdì l'amica Speranza era già bella che morta e sepolta. In primis, il maltempo -le squadre sono rimaste bloccate in autostrada causa neve per ore - e la mancanza di streaming - la Federazione ha deciso che ci avrebbe fatto vedere la gara in differita dopo qualche giorno - hanno creato un panico diffuso. Roba che su Facebook si leggevano messaggi disperati del tipo: "ti prego Federazione, fammi vedere qualcosa" e "chi è presente alla gara si ricordi dei poveri sfigati fan rimasti a casa e ci tenga aggiornati".
Una volta, il saggio Fidanzato disse che vedere un evento sportivo in differita è una cosa assurda perchè praticamente vedi la gara quando già sai i risultati e quindi distruggi l'effetto adrenalico generato dal "voglio sapere chi vince, che succede".
La situazione è stata resa tragica dal fatto che c'erano i rientri di ginnaste che erano state ferme causa infortunio e quindi io volevo assolutamente vedere gli esercizi.
Mi sono comunque arresa all'evidenza e tutto quello che mi è rimasto da fare è stato leggere i punteggi. Non l'avessi mai fatto. Una tragedia.
Punteggi che uscivano a raffica, alcuni alti che ti fanno venire le crisi epilettiche perchè non puoi esserti persa proprio quel grandioso esercizio e altri bassi che ti fanno venire altrettante crisi epilettiche perchè non puoi esserti persa proprio quel penoso esercizio. E poi.. perchè è penoso? Che è successo? La ginnasta sta male, si è rotta una gamba, si è rotto l'attrezzo?
Ad un certo punto della giornata, su Facebook si leggeva che c'era stato un problema con le parallele montate male. FATEMI VEDERE UNA FOTO. Ci sarà una foto di queste parallele montate male, no? NO. La foto delle parallele montate male non c'era.
E allora il caos. Gente che sui social network litigava "perchè la parallela è montata male".
"No, non è vero, è la ginnasta che è scarsa"
"Si che è vero, io lo so, ho attaccato una micro telecamera nel body delle ginnaste"
"No, non è vero. Sei un fan della ginnasta Tizia e vuoi difenderla a tutti i costi".
"Tu non sai chi sono io".

Alla fine, la parallela era davvero montata male - poi io non lo so se hanno sbagliato per questo o perchè c'era l'invasione delle formiche mutanti - ma intanto ho sofferto e la parallela me la sono sognata la notte.
E poi, ve l'ho detto, c'erano i rientri.
C'era in gara una ginnasta ferma da cinque anni. CINQUE. Ovvero una vita, se pensate che la carriera di una ginnasta dura mediamente 5 o 6 anni. E no, Vanessa Ferrari non è la regola, lei è l'eccezione: nove anni di carriera senior vincendo sempre non capitano tutti i giorni.
Comunque, c'era questa ginnasta, Serena Licchetta, che tutti aspettavamo e  che gli scettici - me in primis - non  credevano fino in fondo che sarebbe tornata.
Immaginate una ginnasta italiana che ha fatto persino una finale mondiale a parallele - noi siamo una nazione notoriamente scarsa a parallele - , che si è operata quattro volte al ginocchio e che è lì. E voi non potete vederla. Le indiscrezioni dicevano che era stata brava, aveva portato degli esercizi semplificati, ma eseguiti bene. A questa ragazza va tutta la mia stima, ma proprio tutta.


Lì è iniziata la fase di stalking nei confronti di chi aveva dei video da mostrare agli sfigati rimasti a casa  ai fan. Per vedere un video di Serena, ci ho messo tre giorni.
Tre giorni in cui questi video li ho cercati ovunque. Perchè il fan della ginnastica non si arrende, chiede a chiunque (pure alla gente che non conosce), cerca su YouTube fino alle 3 di notte e non si schioda dal divano durante la ricerca finchè non arriva qualcuno che lo porta via a forza.
"NO.IO STO CERCANDO I VIDEO.NON VENGO A LETTO".
"Ma domani devi lavorare"
"Ma io sto cercando i video.Mi licenzio".
E poi c'erano i rientri meno estremi, ma importantissimi in ottica nazionale.
Rientravano Carlotta Ferlito, Enus Marian, Tea Ugrin.
"Porteranno degli esercizi nuovi? Saranno ancora al livello di un anno fa, due anni fa, tre anni fa?".
No perché Carlotta Ferlito è stata vice campionessa europea alla trave, Enus campionessa europea junior, Tea campionessa assoluta.
Grazie al cielo, i rientri sono stati positivi, gli esercizi competitivi, le ginnaste sono in forma.
E se questo da una parte è un bene, dall'altra parte per gli squilibrati come me, diventa un problema perché comincia il toto europei.


Gli Europei sono tra due mesi e, per due mesi, si soffrirà pensando "chi ci andrà agli Europei?", facendo le congetture e i calcoli più impensabili.
Ci andrà Tizia perché può vincere una medaglia.
No, ci andrà Caia perchè Tizia è stanca. MA TE L'HA DETTO LEI CHE É STANCA?
Ci andrà Pincopalla perché se non la portano smetto di seguire la ginnastica. NON DICIAMO ERESIE, PURE SE PINCOPALLA NON CI VA AGLI EUROPEI, SEGUIRAI TIZIA E CAIA.
E non vi dico del toto mondiale perché il Mondiale è tra 7 mesi, ma è un mondiale importantissimo, qualificante per le Olimpiadi di Rio de Janeiro, quindi le congetture sono già cominciate da un pezzo.

E infine, c'erano le conferme. Ginnaste che erano già in forma, che avevano dimostrato già tanto, non si erano infortunate, ma sai mai sono arrivati i marziani e si sono dimenticate come si salta.
Fortunatamente non è successo.
Io aspettavo Lara Mori ed Erika Fasana tra tutte perchè ai Mondiali erano state strepitose e,grazie al cielo, lo sono ancora. Niente marziani. Grazie Lara, grazie Erika. Vi devo molto. Mi avete risparmiato un esaurimento nervoso.

Intanto, la Federazione non ci ha ancora fatto vedere la gara in differita perchè se è vero che vedere un evento sportivo in differita è assurdo, è vero anche che i fan della ginnastica non si fanno di questi problemi. Io, almeno, non me li faccio. E aspetto.





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