Lunedì.
Io odio il Lunedì.
E, a dire il vero, non avrei nemmeno motivo di odiare il lunedì, visto che io e Fidanzato lavoriamo su turni 7/7 quindi anche sabato, domenica e festivi. E il lunedì spesso è giorno di riposo.
Oggi era pure un bel lunedì: niente fretta, un bel sole, colazione a letto.
Poi il dramma.
Il tavolo di vetro del salotto, senza un motivo apparente, si è frantumato in mille pezzi.
Nel giro di trenta secondi c'erano pezzi di vetro ovunque, Cane Gnappo era sparito dalla circolazione- ho scoperto dopo che si era nascosto sotto il letto e non c'è stato verso di farlo uscire- e io piangevo disperata perché quel tavolo l'avevo proprio voluto, desiderato, aspettato mesi e soprattutto pagato un sacco di soldi. UN SACCO DI SOLDI.
E lui che fa? Senza preavviso e senza alcun motivo plausibile decide di frantumarsi, per di più, a ora di pranzo. Che, per me, non sarebbe stato nemmeno un grosso problema -sono abituata a mangiare a qualsiasi orario- ma Cane Nero ha iniziato a muggire.
"Cane Nero abbiamo un'emergenza, mangi dopo"
"Muuuuuu"
"Cane Nero, non vedi che c'è vetro ovunque? Come faccio a passare per andare in cucina?"
"Muuuuu. Muuuu. Muuuu"
"Cane Nero, ti pregoooo"
"Muuuu. Muuuu. Muuuu. Muuuu. Muuuu"
"Ok, Cane Nero vado a preparati il pranzo"
"Bau"
Riempita la pancia di Cane Nero, Fidanzato ha iniziato a raccogliere il vetro - ci ha messo circa due ore- mentre io mi lamentavo e organizzavo le esequie del mio tavolo. E pensavo alla sfiga.
Ma, secondo voi, la sfiga esiste?
Perché ci sono certi giorni che, a casa mia, va tutto storto.
Roba che rovescio il latte sul letto, poi mi affogo con il cornetto, poi inciampo mentre vado in bagno per lavarmi, poi scopro che il mio vestito preferito si è strappato e infine torno a letto perché tanto non ha senso uscire perché come minimo mi cadrebbe una tegola in testa.
E se questa non è sfiga, è che qualcuno mi ha fatto la macumba.
Comunque, dopo due ore, non ho sentito più rumore di vetri e sono andata a controllare.
Fidanzato, dopo aver raccolto tutti i vetri,aveva disposto le sedie intorno a un foglio di carta con scritto "tavolo".
E a quel punto, ho iniziato a ridere come una squilibrata, tanto che Cane Gnappo è uscito da sotto il letto, Cane Nero ha ricominciato a muggire - stavolta voleva l'acqua- e sono arrivata alla conclusione che, alla fine, non morirò per un tavolo, anche se era bello e l'avevo tanto desiderato.
Per la cronaca, la sfiga mi ha perseguitato per tutto il giorno, quindi proprio non me la sento di dire che non esiste che sai mai ci rimane male e mi prende di mira.
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