mercoledì 25 febbraio 2015

Vanessa Ferrari: la più forte ginnasta italiana di tutti i tempi

Vi avevo raccontato (qui, qualora ve lo siate persi) di come seguire la ginnastica sia non solo estremamente complicato, ma anche uno stress incredibile.
Un esercizio dura poco più di un minuto e in quel minuto può succedere di tutto: si può cadere, si può andare fuori di pedana, ci si può sbilanciare e un sacco di altre cose.
E poi bisogna tenere d'occhio le avversarie: perché magari tu sei brava, ma un'altra è più brava di te.
Oppure ha semplicemente più c**o e non cade, non si sbilancia e fa la gara della vita, che magari non ha mai fatto prima.


E quindi si soffre molto di più per una ginnasta forte, che potrebbe vincere, che non per una che magari è brava, ma non può competere con altre ginnaste internazionali. Si soffre tanto. Troppo.
Noi in Italia abbiamo una ginnasta fortissima, che ha attraversato qualche periodo buio, ma che da dieci anni è tra le più forti ginnaste al mondo. AL MONDO. Mica pizza e fichi.
E non è possibile non conoscerla. E se non la conoscete, dovete rimediare.
Quindi oggi vi parlo di lei, che a 24 anni è ancora lì tra le otto ginnaste più forti al mondo. Ve l'ho detto, mica pizza e fichi.
La ginnastica regala emozioni e fa soffrire e io sono dieci anni che soffro con lei. E mi commuovo. E piango, a volte di gioia, altre volte di disperazione, da brava fan squilibrata quale sono.


Era il lontano 2006, nove anni fa.
Ed eravamo in Danimarca. Cioè, io in Danimarca non c'ero, ma lei si.
Era la finale mondiale individuale, su tutti e quattro gli attrezzi.
E lì lo sapevamo tutti che era forte, lo sapeva anche lei, ma c'è sempre quel filino d'ansia perché, lo sai, hai buone speranze di andare sul podio e magari, chi lo sa, di vincere il titolo.
Da fan squilibrato, alla medaglia d'oro è meglio non pensarci percéè se poi non arriva ci rimani tanto male. Le ore che ti separano dalla finale fai di tutto per non pensarci: lavi i piatti, cucini torte per l'esercito, pulisci i vetri, ti metti a studiare per l'esame che hai fra dieci mesi così ti porti avanti, vai al parco con il cane.
"Cane, io adesso ti metto in equilibrio su quel pezzo di legno che ricorda tanto una trave"
"Bau"
"Dai cane, prova a fare un salto indietro, hai quattro zampe, dovresti farcela"
"Bauuuu Bauuuu Bauuuu"
Poi inizia la gara.
Quella gara è iniziata bene: volteggio bene, parallela bene.
E poi alla trave, è caduta. Risale sull'attrezzo e fa un esercizio splendido.
Disperazione, pianti, lacrime, urla contro il televisore. Addio medaglia.
Si l'esercizio era splendido, ma c'è comunque la caduta. Meglio non farsi troppe illusione.
O forse ce la possiamo ancora fare. Io addio medaglia l'ho detto, ma mica l'ho pensato. E che si dice. Per scaramanzia.
E poi al corpo libero va e fa l'esercizio della vita. Non l'esercizio perfetto forse, ma quello della vita.
E poi, ve lo devo proprio dire? Quei due minuti tra la fine dell'esercizio e il punteggio sono stati infiniti. INFINITI. Non sono mai passati.
E ha vinto l'oro mondiale. Era suo, era anche un pò mio e di tutti i matti come me.


Sto parlando di Vanessa Ferrari, classe 1990, la più forte ginnasta italiana di tutti i tempi. E non è un modo di dire.
Che nove anni dopo quello storico oro è ancora lì.
Ed è per lei che il mio squilibrio mentale ha dato il meglio di sè.
Si, perché Vanessa l'anno dopo ha vinto l'oro europeo individuale, un bronzo mondiale e poi si è fatta male.
È andata alle Olimpiadi infortunata ed è tornata a casa a mani vuote. Ed è davvero ingiusto.
Io volevo la medaglia olimpica. E pure lei, mi sa.
E l'hanno data per spacciata. CHE SI RITIRI.
"Ma ritirati tu, perchè si deve ritirare lei?"
Ansia, panico, disperazione. Vanessa, non è che hai intenzione di ritirarti? Non puoi farmi questo!
Si lo so che non mi conosci, ma non puoi farmi questo lo stesso.
"Ma tanto è antipatica"
"E chi se ne frega se è antipatica. È forte, è brava, è ancora giovane"
E poi a me non sembra nemmeno così antipatica. Timida forse, ma non antipatica.
E comunque se pure fosse antipatica sono problemi suoi, no?
"Ma è un personaggio mediatico, dovrebbe essere più simpatica"
Se voleva fare la simpaticona, avrebbe scelto di studiare recitazione e sarebbe diventata un'attrice comica. Invece fa la ginnasta.
Non sarà mica che dopo gli esercizi, chiudono le ginnaste in un stanzetta e gli fanno fare una prova di simpatia?
E comunque poi ha ricominciato a vincere.
Ma prima di farlo, le hanno rubato un bronzo olimpico. RUBATO.
Terza a pari merito con un'altra ginnasta, a questa qui la medaglia l'hanno data e a lei no. Per una stupida regola.
E la medaglia doveva essere sua. E non lo dico perché è italiana, eh.
Lo dico perché quella medaglia era di Vanessa. C'era proprio scritto il suo nome.
Noi tifosi di ginnastica comunque siamo più civili di quelli del calcio.
Non ho augurato le peggio cose ai giudici.
No eh. Credeteci. Vi do la mia parola.
Ah, pare che un paio di giudici siano state vittime di macumbe e riti woodoo?
Mi dispiace tantissimo. Sono sincera, eh.
Così imparano e la prossima volta ci pensano due volte.

Poi però è arrivato l'oro ai Giochi del Mediterraneo, l'argento mondiale, due bronzi e un oro in Coppa del mondo, l'oro europeo.
E i miei vicini di casa hanno chiamato i carabinieri.
"No, giuro non stavamo squartando una persona"
"Ma i vicini hanno sentito urla disumane"
"E che sa, signor Carabiniere, Vanessa...."
"Vanessa chi?"
"Lei non conosce Vanessa? È molto grave. Dovrei venire io a casa sua a farle una multa"
E adesso aspettiamo le Olimpiadi di Rio de Janeiro.



 Le foto del post sono di Silvia Vatteroni e di Vanessa Ferrari




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