giovedì 13 settembre 2018

Starbucks, Frappuccini e nomi storpiati

A me Starbucks sta profondamente antipatico. 
Il motivo è semplice: sbagliano sempre a scrivere il mio nome sui loro bicchierini e bicchieroni di cartone e io, al mio nome, ci tengo particolarmente.
Il fatto che sia una geniale operazione di marketing che fa si che tutti (me compresa) scattino una foto al bicchiere -ino o one che sia- con il nome storpiato e la pubblichino sui social all'urlo di "guardate cosa hanno scritto al posto del mio bellisssssssimo nome" facendo di fatto pubblicità al signor Starbucks non mi consola affatto.


E poi, diciamoci la verità: io sono italiana, sono nata e cresciuta nella patria del caffè espresso -che bevo rigorosamente amaro- e non potrò mai e dico mai amare un Frappuccino qualsiasi.

Devo anche aggiungere che non ho particolare simpatia neanche per Milano e non riesco a tollerare che qualsiasi cosa apra in Italia apra lì e non a Roma che non solo è la capitale d'Italia, ma è anche la città dove vivo, ma questa è decisamente un'altra storia.

Fatte queste doverose considerazioni, aggiungo anche che io viaggio parecchio, sicuramente meno di altri, ma ecco: esco dall'amato Stivale diverse volte l'anno e, ebbene si lo ammetto,  Starbucks è sempre stata una certezza. So cosa è, so cosa fanno, so cosa troverò.
Ovunque andrò so che ci sarà uno Starbucks ad attendermi con Frappuccino, nome scritto a pene di segugio, wi-fi gratuita e possibilità di pagare sempre con il bancomat fossero anche pochi centesimi.
E, volendo, potrò anche comprare una tazza a marchio Starbucks per la mia amica Arianna che le colleziona: gliene compro sempre una e poi le tengo a casa in attesa di vederla visto che viviamo a 600 km di distanza, ma anche questa è un'altra storia.
Starbucks ha aperto a Milano e non va bene perché oh, noi abbiamo il caffè più buono del mondo, così come abbiamo la pizza più buona del mondo, la pasta più buona del mondo, i dolci più buoni del mondo, qualsiasi altra cosa edibile più buona del mondo.
Eppure eh, in Italia esiste il libero mercato: io apro quello che mi pare e tu consumatore scegli dove portare il tuo culo e i tuoi soldi. Se scegli di non portarmi i tuoi soldi perché il Frappuccino mina al tuo onore e alla tua onestà intellettuale me ne farò una ragione e, se altri mille milioni faranno come te, chiuderò alzando bandiera bianca e lasciando spazio, su territorio italico, al sushiaro numero 2.567.787 (che non ve lo vorrei dire, ma manco il sushi è italiano, ma tant'è).

Al di là del Frappuccino e del nome scritto male, fatevi un giro per bar e caffetterie in Italia: a Milano, a Roma, ovunque vogliate voi.
Adesso provate a cercare una presa di corrente dove ricaricare lo smartphone, il pc, il tablet. 
Oh si, lo so: lo smartphone andrebbe ricaricato a casa, ma provate anche a stare fuori sedici ore con uso intensivo del telefono e poi ditemi se anche voi non avete bisogno di una fottutissima presa.
Da Starbucks puoi ricaricare quello che vuoi, pure il vibratore da taschino. E no, non ti fanno pagare la corrente.
A dire il vero, da Starbuck puoi anche stare seduto quanto vuoi a leggere, a studiare, a guardare il soffitto aspettando l'idea geniale che vi rivoluzionerà la vita senza obbligo di consumare.
Potete anche solo sedervi dentro perché fuori fa freddo e scroccare il wi-fi. A Berlino, per dire, io l'ho fatto. E il wi-fi gratuito non è che ve lo diano proprio in tanti, eh. Meglio oggi che dieci anni fa sicuramente, ma ripeto: non ve lo danno in tanti. 
Si, so anche che dovremmo guardarci negli occhi e chiacchierare, ma io viaggio anche da sola e per lavoro, eh. E a Stoccolma ho scroccato il wi-fi a Starbucks sorseggiando non ricordo manco cosa mentre scrivevo mail e non avevo nessuno con cui parlare.
Nessuno vi caccerà anche se prenderete solo un caffè espresso (si, lo fanno sul serio e non fa manco poi così schifo, quello di Amsterdam non era male ad esempio).
Infine, provate a pagare un caffè con il bancomat in una qualsiasi caffetteria.
Vi guarderanno con disprezzo e probabilmente non accetteranno il pagamento, ammesso che abbiano il pos, eh. Perché ci sono le commissioni pare. E io ci credo che ci sono le commissioni e so che sarebbe meglio se non ci fossero, sia per l'esercente che per il consumatore, ma ci sono  e io vorrei poter pagare con il bancomat ovunque senza sentirmi una pezzente solo perché non giro con i contanti (ripeto: non giro con i contanti, non ne ho mai, tutti i miei amici e parenti possono confermare).
Oppure provate a pagare in un bar qualsiasi con una banconota da 50€ (o addirittura da 20€): vi faranno presente che non sono un ufficio di cambio e ci sta, è vero, hanno ragione, ma io che ci posso fare se non ho monete? Non prendo il caffè? Non faccio colazione? Cammino in ginocchio sui ceci per sei km?
Ora, provate a fare la stessa cosa da Starbucks: prendono bancomat, banconote da 500€, assegni circolari e cambiali del 1970 con su scritto "pagherò".

E non ultimo: Starbucks a Milano ha dato posti di lavoro che va bene che si lavora anche la domenica e, si sa, in Italia la domenica è della famiglia e guai a proporre di lavorare la domenica a qualcuno senza essere linciati dalla folla, però non è malaccio come cosa.
No, non sto difendendo Starbucks a tutti i costi, onestamente non me ne frega un tubo, però ecco: ma che fastidio vi da? Non vi piace? Non andateci. Vi piace? Andateci e ingozzatevi di Frappuccini e cookies.

Che poi eh: io me lo ricordo quando ha aperto Mc Donald's a Palermo, in Piazza Castelnuovo (che sarebbe Piazza Politema per intenderci) nel lontano 1997. Tutti a urlare allo scandalo per il pagliaccio americano, eppure ci sono state file chilometriche per mesi e, a dire il vero, ci sono tuttora.
E mi riferiscono che sono passati vent'anni e i venditori di arancine e quelli di sfincione non sono ancora falliti. 
Sarà mica che due cose diverse possono convivere senza problemi e senza polemiche?

E comunque io a Milano da Starbucks ci andrò, prenderò un Frappuccino e vi mostrerò pure la foto del bicchiere con il mio nome storpiato scritto sopra. Per dire, eh.
E sono pure contenta che il primo Starbucks italiano che avrei certamente preferito a Roma, sia diverso dagli altri e che sia il più grande d'Europa e il terzo più grande del mondo.

48 commenti:

  1. Sinceramente.. Pure io ci andrò! In Messico ci andavo spesso era il mio angolino relax quando fuori c'erano 40 gradi e io non avevo l'aria condizionata ��.potevo stare ore al fresco sorseggiando caffè e sentendo in sottofondo musichetta anni 70 seduta su una poltrona di pelle. Si, ci andrò. ��

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Potremmo anche pensare di andarci insieme, anche se mi sa che tu sei un pochino agevolata rispetto a me!

      Elimina
    2. Volentieri!!! Se sali avvisa! Si sono definitivamente agevolata ma non credere, non ci vado mai a Milano! Odio il traffico e lo smog, e con la bimba che ancora non andava all'asilo le mio possibilitá erano MOLTO limitate! Ora ho 3gg a settimana uno spiraglio di luce (lei va all'asilo in quei giorni :P ) Se sali, avvisa!!!!!!

      Elimina
  2. Io ADORO Starbucks! Prima della piccola peste ci facevo merenda con marito e amici spesso nel weekend. O sola, se non ero a Berlino. Stavo su internet comodamente seduta su una poltroncina, leggevo, studiavo. A me piace! E hanno pure i bagni puliti :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Posso dire che non mi è mai capitato di trovare, in una di queste catene, il bagno sporco? Non so se sono stats fortunata io eh, però...

      Elimina
  3. Il fatto è che in Italia, forse anche in altri posti ma qui certamente, ogni fottutissima cosa mina la nostra italianità! Ma non è bello avere più scelta? L'italianità portata all'eccesso genera autarchia (la rivogliamo?), protezionismo e Salvini!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Che poi io la mia italianità non la sento certo minata da un Frappuccino e da un Mc Bacon 😅 quindi non mi capacito di come ci si possa sentire defraudati di qualcosa!

      Elimina
  4. buahhh...io mi chiamo anna e scrivono sempre il nome giusto!! (vivo in grecia e se devo prendere un espresso o un cappuccino-soia- in giro l'unico bevibile e' proprio da starbucks)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sarà che Anna è palindromo e sono facilitati 😁

      A parte questo: nei commenti sulla pagina Fb del blog mi dicono che il latte di soia di Starbucks sa di fagioli 😅

      Elimina
    2. nooo,il latte (lo stesso in grecia e in francia, altrove non so perche' primanon lo bevevo) sa di soia, e la soia E' un fagiolo! eh eh eh (seriamente, ora, usano l'alp*o, che a me piace e fa la schiumetta)
      anna

      Elimina
    3. Io non sono esperta perchè il latte di soia non mi piace 😂

      Elimina
  5. Viaggiando poco da Starbucks non ci sono mai stata e visto che non sono lontana da Milano quasi quasi un giro per curiosità ce lo farò. Mi frenano però i prezzi (tipo un caffè costa due-tre volte quello di un bar normale), però per una volta uno strappo alla regola si può fare :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si, Starbucks ha prezzi più alti rispetto ad un caffetteria, però come dici tu si può fare una volta!

      Elimina
  6. A dire il vero a Milano centro, proprio di fianco al duomo, ci sono delle colonnine dove puoi ricaricare il telefono. Non le ho provate ma le ho notate abbastanza recentemente
    E poi in tutta l'area del centro c'è il wifi gratuito del comune di Milano da almeno un decenno. Non sarà una scheggia forse (non ricordo, onestamente) ma comunque c'è.
    Insomma, poi magari sbaglio, ma per come la vedo io starbucks a Milano l'hanno aperto perchè fa figo andare a prendere il frappuccino come si vede nei film americani. Al limite a farci la pausa pranzo.
    Quelli che vanno per lavorarci sono una micropercentuale, che il milanese el gh'ha minga temp de tra via e se c'è coda se ne va altrove.
    :-D
    E comunque, giusto per concludere, non credo proprio che porterà via clienti ai bar che fanno il cappuccino e il caffè espresso (pure se ce n'è uno ogni 3-4 metri in quella zona li sono sempre tutti pieni)
    Anche quando aprirono il primo Burghy (la versione italianeggiante del mc donald) si gridò allo scandalo, poi passa

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Neanche secondo me porterà via clienti ai bar eh...
      Ma sono curiosa do una cosa:dove sono queste colonnine di ricarica gratuita? Mai viste in tanti anni che frequento Milano!

      Elimina
    2. io le ho viste di fianco agli arengari (guardando il duomo sulla destra, direzione piazza Diaz)

      Elimina
  7. Confesso che sono un soggetto particolarmente difficile.
    Non mi piacciono i prodotti e mi fa sempre un po' sorridere che tutti i sostenitori della catena, te compresa, mettano l'accento non su ciò che servono, ma sul wi fi, sul tempo che puoi trascorrere lì dentro, sulle prese elettriche, insomma sugli "accessori".
    Accessori che, per altro, non mi sembrano così indispensabili o, comunque, non così eccezionali.
    Voglio dire, ormai con pochi euro al mese hai tutta la connsesione personale che vuoi, una power bank ti consente di ricaricare il cellulare in qualsiasi momento e, be', se è vero che il fondatore di Starbucks si è ispirato ai bar italiani, forse è segno che ci sono altri posti dove puoi sederti senza troppa ansia.
    Detto questo, non sono contraria all'apertura.
    Semplicemente non mi importa.
    Quello che non mi piace è esattamente quello che paice a te, che li trovi ovunque e che, ovunque li trovi, sono sempre più o meno uguali (tranne questo a Milano che sembra bellissimo e dove, se ho ben capito, tante cose "tipiche" non ci saranno).
    Come mac donald's, come H & M, come Zara, per dire.
    Una noia insomma
    Sei in giro per il mondo e ti pare di essere sempre nello stesso posto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In realtà io non sono una sostenitrice della catena: semplicemente non vedo il motivo per cui bisogna urlare allo scandalo se apre un posto del genere perché mica alla nostra italianità.
      Io non mi sento meno italiana se apre Starbucks, McDonald"s o l'ennesimo ristorante giapponese ;)

      Elimina
    2. Figurarsi
      Ci sono un sacco di italiani "veri" che pasteggiano a coca cola e melanzane alla parmigiana.
      :(

      Elimina
    3. E' vero che c'è la globalizzazione e che il mondo occidentale è un posto noioso senza troppe caratterizzazioni. Lo dico da urbanista anche. Ritroviamo lo stesso paesaggio con ikea...leroy merlin...e centri commerciali con stessi marchi. Ma onestamente, anche se non sono coì anziana per poter dire che le botteghe e i baretti col bianchino erano meglio, ricordo la mia gioventù a barcamenarmi tra negozi diversi in ogni punto della città, mentre ora è tutto vicino e si risparmia un mucchio di tempo (che tra l'altro si usa al lavoro mica a rilassarsi). Quindi semplicemente le grandi catene dovrebbero maggiormente caratterizzarsi tanto per iniziare nel paese dove vengono aperti, e poi forse il concetto di globalizzazione andrebbe affrontato una volta per tutte.
      Inoltre trovo che un posto dove si possa leggere, lavorare e magari gustare qualcosa stando da SOLI tranquilli o in compagnia non sia così facile da trovare.

      Elimina
    4. Ma sai che io invece trovo mille diversità tra le città che ho visitato? Pensa che per me era stata una cosa nuova anche visitare l'Ikea più grande del mondo (che è in Svezia)? Non so se sono io a trovare cose belle e nuove (ai miei occhi) ovunaue o se è davvero così però :)

      Elimina
  8. Concordo, Atarbucks è sempre una certezza. Chi viaggia tanto e fuori dall'Italia credo possa comprendere le tue parole, me compresa.
    Proverò anche io lo Starbucks di Milano ma lo storpiamento del nome in Italia avverrà al contrario, cioè saranno i nomi stranieri non tipicamente italiani ad essere scritti in modi bizzarro. Staremo a vedere che succederà.. :)
    Buona giornata
    Enza

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho scoperto che in Italia non scrivono proprio il nome perchè è una "rostery di lusso". Me lo ha spiegato giusto ieri una ragazza che ci lavora :)

      Elimina
  9. E' che in Italia facciamo fatica ad accettare i cambiamenti, qualsiasi.
    Io, ad esempio, abito a Bergamo e tutti gridano allo scandalo perché in città alta chiude un caffè storico e, al suo posto, aprirà California Bakery.
    E allora?
    Dubito che i negozi in città alta siano gli stessi degli anni '50, a prescindere.

    Quindi, per quanto mi riguarda, ben venga Starbucks che, come dici tu, è sempre una certezza. Anche se pare il frappuccino non esista nello store di Milano, ma ci sarà nei prossimi Starbucks che apriranno in Italia, grazie al cielo!

    :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Punto centrato: facciamo molta fatica ad accettare i cambiamenti, eppure oggettivamente siamo circondati da cose non esattamente made in Italy e non vedo il problema.

      Elimina
  10. Io non vado da Starbucks, ma sinceramente non capisco queste continue polemiche. Non ti piace, non vai.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Proprio quello!
      Se una cosa non ti piace non ci vai.
      Ci andrà chi vuole :)

      Elimina
  11. Io vivo di franchising e pertanto credo alla forza del network e alla standardizzazione del servizio.

    Starbucks a Milano funzionerà ma altrove dubito

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Secondo me a Roma funzionerebbe, considerata la mole di turisti!

      Altrove non so!

      Elimina
    2. appunto funziona dove ci sono turisti. ma a Salerno o Bari figurati

      Elimina
  12. "Devo anche aggiungere che non ho particolare simpatia neanche per Milano e non riesco a tollerare che qualsiasi cosa apra in Italia apra lì e non a Roma che non solo è la capitale d'Italia, ma è anche la città dove vivo, ma questa è decisamente un'altra storia."

    ... e se fanno/inaugurano/aprono/oragnizzano qualcosa di nuovo a Roma, Milano lo copia (o lo scimmiotta!), vedi il romanissimo Più Libri Più Liberi...! ;-)
    Ciao Gilda.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono andata a cercare questa cosa è sembra fighissima!
      Grazie perchè non la conoscevo!

      Elimina
  13. Sono d'accordo con te, Starbucks ha i suoi vantaggi, così come il Mac Donald, ma anche io lo amo poco...lavorando poi nel settore sono abituata a cappuccini e caffè di buona qualità, quindi la brodaglia dolciastra e incandescente starbucksiana non può piacermi!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Una ragazza che ci lavora e che conosco mi dice che hanno caffè ottimi perchè è uno Starbucks particolare, ma proverò e ti dirò (prima o poi).

      Elimina
  14. C'è anche da valorizzare il fatto che il turista straniero ritrovi una catena così importante anche in Italia come quando va in altri stati. Semplicemente è una certezza per molti turisti. Inoltre è un feticcio per molti giovani. E' evidente che nessuno sarà realmente penalizzato, e anche se i costi sono alti e si sa, le polemiche sull'opportunità o meno sono oggettivamente ridicole.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Barbara il punto è quello: polemizzare non ha senso.
      Se non vi piace basta non andare :)

      Elimina
  15. Mai stato in un Starbucks, e comunque il cappuccino è sempre meglio al bar ;)

    RispondiElimina
  16. A me proclamarono alla laurea col nome sbagliato... per cui... grrrrrr

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma veramente? Io mi sarei arrabbiata da morire!

      Elimina
    2. di secondo nome mi chiamo MAria (non particolarmente strano!) e scrissero mOira. mi presero in giro per secoli!

      Il mio primo frappuccino l'ho preso a Buenos Aires alle 7 del mattino in una freddissima mattina di novembre: ero andata da Starbucks perché necessitavo del wifi e pensai bene di prendere un frappucino. Non sapevo cosa fosse ma ne avevo tanto sentito parlare: ora so che non è una cosa da prendere per fare colazione in pieno inverno!

      Elimina
    3. In effetti il frappuccino in inverno non è molto indicato 😂😂😂

      Elimina