mercoledì 28 settembre 2016

Un anno fa come quindici anni fa: tornare alla vita

Quando avevo quindici anni, un ragazzino -a detta sua per fare uno scherzo- mi spalmò completamente di pesca. Sono allergica, molto allergica alla pesca. Moltissimo.
Nell'ingenuità dell'epoca, io presi il motorino cercando di raggiungere casa mia: collassai per strada, i miei genitori mi trovarono perché mio padre ricevette una mia telefonata in cui gli chiedevo di aiutarmi. Poi cadde la linea.
Sapevano dov'ero e si divisero: c'erano due sole strade possibili da casa mia a casa di quella ex compagna di classe dove avevo visto una partita di calcio dei Mondiali del 2002 -quelli dell'arbitro Moreno- e ne percorsero una a testa. Mi trovò mia madre, riversa per terra con intorno un capannello di gente. Fu il mio primo shock anafilattico, poi il coma e poi il ritorno alla vita.
Non ricordo nulla, me l'hanno raccontato, io non ne parlo mai, ogni tanto lo racconta mio padre.
Non ricordo nulla nemmeno dei giorni a seguire, ho rimosso tutto, i miei genitori invece se lo ricordano bene.
Non ho mai guardato la cartella clinica dell'ospedale, so che è conservata, so anche dove, ma non voglio vederla.
Persone come quel ragazzino -che conoscevo bene, a riprova del fatto che bisogna spaventarsi più di chi è vicino che di chi ci è lontano- nella mia vita, ho sempre cercato di evitarle. Non so che fine abbia fatto, per quanto ne so potrebbe anche essersi trasferito su Saturno. 
Frequentava la mia scuola, ma  gli imposero di cambiarla a causa di un ordine restrittivo o qualcosa di simile, in pratica non poteva avvicinarsi a me. Sussisteva, a quanto pare, il pericolo che ci riprovasse. Anche di quello ricordo poco, ero minorenne e si occuparono della vicenda i miei genitori.




Un anno fa ero a Milano e volevo tornarmene a casa mia.
Quello che non sapevo, un anno fa a quest'ora, è che sarei stata presto esaudita, che manco nella più romantica delle favole potevo aspettare un lieto fine così bello (qui per saperne di più).
A distanza di un anno, posso affermare che le ultime settimane a Milano furono terribili. Il perché non credo sia stato mai stato svelato. O meglio, avevo tirato fuori qualcosa, a mozzichi e bocconi, come si dice a Roma. Qualche discussione, un periodo pesante, niente di che: l'avevo definito così quel periodo tremendo.
Forse volevo fare l'eroina, dimenticando quanto prima un paio di facce che tanto mi ricordavano quel ragazzino che per fare il bullo pensò bene di provare a farmi secca. Per scherzo, eh.
La verità è che passavo -non di certo per mia volontà- parecchio tempo con un paio di persone che, ecco, non trovo le parole esatte per definire. Davvero, non mi viene una parola giusta, non voglio essere politically correct
Non mi piacevano e questa sgradevole sensazione non mi abbandonava mai, anzi aumentava giorno dopo giorno.
Io ritenevo il tutto molto pericoloso, non so se a torto o ragione, ma ecco, non era bello.
Alla fine, però, quello che io volevo era tornarmene a casa mia.
Ad oggi, mentre ricordo benissimo nome e cognome del ragazzino, non ricordo nemmeno come erano fatti questi due e se li incontrassi per strada non credo che li riconoscerei.
Non ho mai più saputo nulla di loro, né mai chiesto nulla.
Tornata a Roma, ho ritrovato tutta quella serenità che mi mancava in una città -che sarà anche estremamente funzionale e moderna- nella quale ho trovato gente che, per un pugno di spicci, sarebbe stata disposta a vendere la madre. 
Non solo ovviamente: ho trovato anche tante cose belle, quelle le conservo nella mia mente e ho conosciuto persone eccezionali. A Milano però non ci tornerei.
No, non è per la città. É che quando ti ritrovi ad affrontare cose più grandi di te, che non conosci e che potrebbero trasformarsi in un attimo in una tragedia, è bello poter aver qualcuno che si divide le strade alternative da percorrere e ti viene a salvare. Non sempre ci si può salvare da soli.
Io non ne avevo il potere. Avevo la forza, me la davano ogni giorno i miei genitori e Fidanzato, ma quella da sola non bastava. Mi dicevano di tornare a casa e mollare tutto, che saremmo sopravvissuti comunque. Io, però, non volevo mollare, probabilmente incosciente, e ho resistito.
No, non mi merito un brava, mi merito gli insulti per non essere stata responsabile nei confronti di me stessa. Non sai mai dove possono arrivare le persone e questo avrei dovuto impararlo a quindici anni.
Mi sono salvata solo nel momento in cui ho visto il raccordo -si proprio il G.R.A. che tutti odiano perché è sempre trafficato- e sono scoppiata a piangere. Un pianto liberatorio. 
Avevo tutto alle spalle ormai, come se non fosse mai accaduto.
Ho ritrovato tutto quello che volevo lontana finalmente da persone tremende che avevano innescato il gioco pericoloso del terrore e -meno riuscivano ad arrivare al loro obiettivo- più non si fermavano  proseguendo giorno dopo giorno con la tortura psicologica, l'aggressione verbale e i dispetti. Per scherzo, come il ragazzino.
Non mi sono mai lasciata scalfire, ricordo bene una ragazza che, assistendo ad un'aggressione fatta di urla pazzesche, mi chiese come facessi. Mi disse che se avevo bisogno, lei c'era. Ed effettivamente, ci fu.
Quel giorno, quando sono tornata a Roma per restarci, non c'era un'anima per strada, nonostante fosse un giorno feriale e fosse ora di punta.
Mi piace pensare che aspettasse me, quel Grande Raccordo Anulare che io chiamo raccordo e mio padre chiama l'anulare.
Aspettava me che in autostrada ho lasciato tutto quello che a Roma non ci poteva venire perché tutto quello schifo, dentro le mura di casa mia, non meritava di entrarci. 

22 commenti:

  1. Le persone fanno cose pesanti ma non si rendono conto di ciò che può portare fare questo che per loro è uno scherzo... Per fortuna che ti hanno trovata, e per fortuna che ora sei a casa ❤️

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    1. Vedi? C' è sempre un lato positivo nelle cose :)
      Cmq si, il problema è il non rendersi conto, purtroppo.

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  2. Deve essere stato un periodo tremendo. A volte non sappiamo dove troviamo la forza per affrontare certe cose e quando riusciamo a lasciarcele alle spalle ci rendiamo conto davvero della loro gravità.

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    1. Si, lo è stato, ma tutto passa e possiamo solo che imparare da queste cose :)
      E poi io sono fortunata perchè sono circondata da persone meravigliose.

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  3. Quel ragazzino io per caso lo conosco? Ad ogni modo, conosco quella sensazione, la seconda che hai detto, quella di Milano, seppur molto in piccolo e se penso che l'ho vissuta per poco e tu per mesi... beh, no, non brava, però a volte ci vuole coraggio e bisogna affrontare i propri mostri da sola. Si cresce, ci si rafforza e soprattutto ci si rende consapevoli che una cosa del genere non ricapiterà mai più. Non per nostra volontà almeno.

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    1. Non credo, compagno di classe del liceo, anche se -a Palermo- mai dire mai.
      Cmq è una sensazione orrenda, credo che molte persone ci siano incappate, ma si va avanti per fortuna. Vero è che bisogna sempre tenere a mente che potrebbe succedere il peggio, dato quello che si sente, e cercare di tutelarsi più possibile.

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  4. Mi spiace davvero tanto.
    È dura stare da sola. Sono felice che ne sei uscita . Un abbraccio

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  5. Cara Gilda, ho letto tutto il tuo racconto, mi dispiace di tutto quello che hai dovuto sopportare, vedi le cose brutte, anche quelle hanno un fine, e solo che non siamo sempre pronti ha sopportare tutto quello che spesso ci capita!!!
    Ora sono felice sentire che il passato devi solo pensare che è veramente passato!!!
    Ciao e buona serata cara amica, con un abbraccio e un sorriso:) sorridere fa bene!
    Tomaso

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    1. È vero, non sempre siamo pronti.
      Un grande abbraccio anche a te :)

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  6. Meno male che hai avuto la forza per venirne fuori. Brava

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    1. Grazie, ma non è merito mio, bensì di Fidanzato e genitori!

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  7. Ah bhe io sono diventata atea e apolide, ma so cosa è la violenza psicologica e l avvelenamento, ho messo al mondo un figlio che mi ha spiegato molto altro.....ciao da micky

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  8. Non conoscevo nessuno dei due avvenimenti che hai raccontato ma davvero rimango basita dalla cattiveria della gente...

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    1. Che stavo male a Milano, anche se non ho mai detto il motivo, lo avevo scritto anche se in modo molto vago, quindi era difficile da capire.
      Il primo episodio, molto vecchio, non lo racconto mai, non amo parlarne anche perchè, adesso che ho trent'anni e non più quindici, faccio davvero fatica a capire cosa possa spingere una persona a provarne a fare fuori un'altra così, senza motivo o -per essere più precisi- per scherzo.

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  9. Sono rimasta scioccata, la cattiveria della gente non ha limiti. Non sapevo la storia del ragazzino e ne dono rimasta davvero colpita.
    Sono felice che tu ira sia a casa, lontano dalla cattiverai e stupidità di certa gente!
    Un abbraccio

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    1. Ma grazie :)
      Cmq si, questa storia turba un pò tutti quella che la sentono :)

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  10. Quando poi ti guardi indietro ti chiedi: "Come è stato possibile?".
    A volte si entra in situazioni difficili senza nemmeno accorgersi ma fortunatamente tu sei riuscita a tornare in carreggiata :)

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    1. Hai proprio ragione, non ci si rende conto di come si creino certe situazioni...

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  11. ecco che con questo post chiarisci sensazioni che mi sentivo dentro da quando ho cominciato a leggerti. che a Milano non stessi bene si capiva e avevi accennato al padrone di casa che entrava senza avvertire portando via cose..ma non avevo capito la gravita` della cosa. Poi se penso all'espisodio di quando avevi 15 anni, la prima cosa che ho pensato" meno male per il cellulare, se fosse stato 10 anni prima, non sarebbe qui a raccontarcela" per il resto solo angoscia

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    1. Il padrone di casa era un' altra bella grana, anche ló gente poco per bene. Questi erano altri ancora.
      Che poi, se non fosse stato per queste cose io a Milano ci sarei stata benissimo, ho grande spirito di adattamento.

      Sul cellulare hai ragione, per altro io lo avevo avuto proprio un anno prima di questo episodio, ma ai tempi avevo amici che ancora non ce lo avevano. Confido cmq nel fatto che sicuramente (come effettivamente è accaduto) che qualcuno si sarebbe fermato e avrebbe trovato il modo di rintracciare i miei genitori :)

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