mercoledì 6 gennaio 2016

Andavo a scuola il sabato

Io andavo a scuola il sabato.
Per cinque  anni, ogni santo sabato mi sono svegliata alle 8 per andare a scuola.
Entravamo alle 8,30 ed uscivamo alle 13,15.
Il venerdì sera non uscivo. Al massimo, nei venerdì particolarmente eccitanti, studiavo matematica perchè -chi faceva l'orario ci voleva evidentemente molto male- e per cinque lunghi anni, ogni santo sabato ci ritrovavamo un'ora di matematica.
Eravamo una classe di piccoli geni, ma la matematica non faceva per noi.
Al liceo linguistico si facevano solo due ore di matematica e, nel caso della mia classe, erano stati aboliti i compiti scritti dopo un primo disastroso tentativo al primo anno.
Chiedendo agli studenti del liceo linguistico "perché avete scelto questa scuola?", una delle risposte più gettonate era perché non si studia la matematica", seconda solo a "perché si fanno ogni anni viaggi d'istruzione all'estero", non so se mi spiego.


È successo che, durante le feste natalizie, sono andata a cena con alcune mie compagne di classe.
A questa cena erano presenti Fidanzato e anche il fidanzato di una mia compagna.
Com'è normale che sia, abbiamo cominciato a ricordare gli anni della scuola, finchè i due malcapitati hanno chiesto che cavolo di classe fosse. Ci hanno definito delle delinquenti.
A parte che c'erano anche dei maschi -2 su 25 al quinto anno- comunque eravamo studiosi. Molto studiosi.
Alla maturità. parecchi 100, moltissimi voti sopra l' 80, giusto un paio di 60.
Era già la maturità in centesimi, non quella in sessantesimi.
È successo che al terzo anno, il professore di religione fu benedetto dalle sue amabili studentesse con acqua e sale. Cosa ci facesse un pacco di sale in una classe è un dettaglio, ma la spiegazione c'è ed è anche plausibile: una ragazza si era fatta il piercing alla lingua e per disinfettarlo si era portata dietro una bottiglia d'acqua e il pacco di sale. Per fare degli sciacqui.
Il professore in questione, da quel momento e per un lungo periodo, cominciò ad entrare in classe con il crocifisso in mano. Nel senso che prima entrava il crocifisso con cui sperava di redimerci, poi entrava lui.
Era un bravo professore, ma si chiamava Santo. E non ti puoi chiamare Santo e insegnare religione.
E' anche successo che qualcuno desse fuoco a qualcun altro. E andavano di moda i vestiti -orridi- in acrilico 100%. 
E che durante un'ora di matematica si consumassero partite all'ultimo sangue a shangai (avete presente il gioco, no?).
Cosa ci facessero i bastoncini di shangai in una classe, non è dato sapere.
Oltre ai bastoncini di shangai, avevamo anche tappezzato il muro in fondo con le nostro foto da bambini, quando ancora eravamo belli e innocenti.

Al quarto anno era anche successo che ci mandassero otto persone di un'altra classe.
Durante la cena, una di queste otto persone ha detto:"Gilda non ci voleva".
Ero una bulla a quanto pare. E comunque è vero che non erano molto gradite, anche se faccio fatica a spiegarmi il motivo visto che sono tutte persone che sento tuttora e che mi sono simpatiche.
Il primo giorno di scuola di questo quarto anno, la professoressa di inglese aveva deciso che dovevamo dividerci in gruppi per fare non so cosa. 
Le otto ovviamente si erano fatte due gruppi per i fatti loro e la professoressa aveva tuonato che o ci mischiavamo spontaneamente o sarebbe intervenuta.
La professoressa è la stessa che se dicevi una parola in italiano durante le sue lezioni, ti faceva pagare 10 centesimi di multa e ti buttava fuori.
Ed è anche la stessa che quando abbiamo disertato in massa un suo compito in classe non presentandoci  a scuola, ha convocato tutti i genitori. Avevamo tutti 18 anni (o meglio, avevano tutti, le uniche minorenni eravamo io ed un'altra ragazza), mancavano un paio di mesi alla maturità e lei ci fece venire tutti accompagnati come dei tredicenni al primo anno. No dico, ma come si è permessa?

Di compito in classe ne avevamo disertato un altro -quello di filosofia.
Ora, per comprendere la situazione, è necessario sottolineare che la professoressa di filosofia era cattivissima. 
Quindi, dicevo, in otto avevamo disertato questo compito, me compresa.
"Ci facciamo interrogare e tanti cari saluti".
Il giorno dopo, lei ci fece presente che gli assenti avrebbero fatto il compito comunque.
Corsa a studiare tutto il programma, saltando ovviamente le tre domande che aveva fatto nel compito che avevamo disertato. E ovviamente lei ripropose le stesse tre domande, identiche.
Lei era la stessa che, facendo recuperare il debito dell'anno precedente a una compagna, la chiamò alla cattedra e le chiese di ripetere quello che aveva scritto nel compito, ma lei non lo sapeva.
Tuonò verso chi, secondo lei, aveva scritto quel compito (e aveva ragione), il giorno dopo ci interrogò e mise 3 a tutti i colpevoli.

La professoressa di italiano aveva l'abitudine di ripetere "Ma, ma, ma Gildaaaa!", anche quando a scuola non c'ero andata. Lei mi rimproverava, così, a caso.
Ogni tanto, diceva che potevamo ridere per cinque minuti. Lo faceva pensando che così avremmo smesso di ridere come capre. Di fatto, noi ridevamo come matti per cinque minuti, poi allo scoccare del sesto minuto la facevamo finita.
Qualcuno -in altre occasioni- fu anche buttato fuori per ridere in pace. 
Qualcun altro ancora si auto buttava fuori dalla classe perchè offeso con il professore.

In classe c'erano due gemelle -diverse tra loro, una per altro aveva i capelli lunghi e l'altra corta- ma la professoressa di italiano non le distingueva mai.
Quando le gemelle hanno compiuto 18 anni abbiamo fatto recapitare un classe un enorme mazzo di fiori per loro, raccomandandoci con il fioraio di farlo arrivare ad un orario preciso per evitare l'interrogazione di francese. Il fioraio tardò tre minuti e noi eravamo tentati di buttarci dalla finestra. A parte le ignare gemelle che ovviamente non sapevano nulla.

È anche successo che la professoressa di francese ci dicesse di andarci a friggere nell'olio bollente, ma a fuoco lento così avremmo sofferto di più.
Però come ci ha insegnato la grammatica lei, nessuno mai.
Ci alzavamo persino in piedi quando entrava.

I compiti in classe di latino li facevamo tutti insieme, un pezzo di versione per uno e le versioni erano sempre perfette. Quando devi tradurre un rigo e non una versione intera, vorrei ben vedere.
In mezzora consegnavamo le versioni ed era otto per tutti.
Abbiamo utilizzato lo stesso metodo alla maturità: tutti la stessa risposta ad una domanda della terza prova che, però, disgraziatamente, era sbagliata.
Sul muro della classe -al terzo anno- campeggiava una scritta minacciosa:deadline che significa scadenza, ma non puoi scrivere deadline e mettere ansia a degli adolescenti. 
Se non rispettavamo le scadenze, venivamo fustigati.
Ma tanto noi ridevamo. Sempre. Continuamente. Per qualsiasi cagata.
E alla fine, dai, siamo venuti su bene.
Ve l'ho detto che eravamo dei geni. E come tutti i geni, eravamo anche folli.

E comunque, l'orario di tutta la scuola lo faceva la mia professoressa di filosofia. Per dire, eh.

10 commenti:

  1. Non mi pare che per me sia stato un bel periodo

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  2. Io ho studiato in una scuola femminile, tranne l'ultimo anno, ero ripetente, in cui c'erano due maschi.
    sono stati anni pazzi, divertenti, da fuori di testa.
    Ancora oggi quando vedo le mie compagne si ride in ricordo delle stupidaggini fatte e dei profe strani che avevamo.

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    1. Ti hanno fatto ripetere l' ultimo anno? È un crimine contro l' umanità!

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  3. che poi...a dirla proprio tutta...l'idea di riproporre le stesse domande perchè "fidati che non se le vanno a vedere; sono troppo convinte; non le ripasseranno mai quelle che hai già fatto" non è proprio stata della prof. di filosofia, ma piuttosto di chi le scriveva i compiti al PC! sarà che buon sangue non mente! <3 =)

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    1. Se non ti volessi bene da ormai quasi trent'anni verrei a picchiarti a Milano <3

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  4. Sono sempre belli i ricordi delle superiori... certo le risate che mi sono fatta pensando a Santo prof di religione con il crocifisso in mano sono state assurde!!!

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    1. A ripensarci adesso,da adulta, eravamo dei delinquenti e lui davvero una brava persona, ma in effetti -come dici tu- l' idea è parecchio comica XD

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