Qualche giorno fa parlavo con l'educatrice che seguiva Cane Nero che mi ha detto che, dall'inizio dell'estate, sono entrati in canile circa centocinquanta cani abbandonati. ABBANDONATI.
Parliamo quindi di cani che fino al giorno prima erano a casa, con la loro famiglia, e il giorno dopo si sono ritrovati in gabbia senza capire il perchè.
La cosa che mi consola è che almeno questi cani sono stati portati in canile e non abbandonati per strada, dove magari, impauriti, sarebbero finiti sotto una macchina o, peggio, morti di stenti. Perchè, ecco, non credo che per un cane cresciuto in casa sia così immediato mettersi alla ricerca di cibo. Figuriamoci poi trovarlo, il cibo.
Senza poi considerare il trauma che può subire un cane nell'essere abbandonato.
Io non giudico, non dico nulla, il mio pensiero sui cani - e più in generale sugli animali è abbastanza noto- ma una piccola riflessione vorrei farla.
Quando Cane Nero si è ammalato, io ho rifiutato per un pò l'idea che non c'era nulla da fare. Se vogliamo dirla tutta, in un certo senso, continuo a rifiutare quell'idea ancora adesso visto che non sono ancora riuscita a cancellare dalla posta in arrivo la mail con cui l'oncologo mi mandava le lastre. Lastre che credetemi, io non sono un medico nè tanto meno un veterinario, ma sarebbero state chiare anche a un bambino di due anni.
Noi abbiamo lottato con tutte le nostre forze. Io non ho mai pensato che un giorno non ci sarebbe stata più -anche se lo sapevo- e ho fatto finta di niente. Sono andata avanti, insieme a Fidanzato, per lei e con lei. Ogni giorno.
La nostra routine giornaliera era cambiata, ma io cercavo di fare finta che così non fosse.
Abbiamo fatto in modo che apparisse assolutamente normale il fatto che Cane Nero non ci svegliava saltando sul letto, ma che ero io a dover andare da lei, cambiarle il pannolino, lavarla e poi portarla in braccio fino al prato. Gli ultimi giorni, quando al prato non c'è più potuta andare, io continuavo a pensare che prima o poi sarebbe tornata a correre. Ho sperato nel miracolo, anche quando era evidente che non ci sarebbe stato niente in grado di salvarla. Nè le medicine, né tanto meno il nostro amore.
E quando Cane Nero se n'è andato il vuoto che ha lasciato è stato pazzesco.
Tutti piangevamo. Nessuno di noi -Cane Gnappo compreso- riusciva ad abituarsi all'idea che non c'era più lei, così goffa e ingombrante.
Quando sono arrivata a Milano, non ho fatto altro che pensare a come sarebbe stato se lei fosse stata lì con me. Ho pensato che l'avrei portata con me perché lei senza di me sarebbe morta e io non avrei resistito lontana da lei.
Per chi se lo sta chiedendo, io sono molto attaccata anche a Cane Gnappo, ma non è un segreto che lui è innamorato di Fidanzato. Amore che per altro è totalmente ricambiato.
Ho pensato anche a come a Cane Nero sarebbe piaciuta Milano. Perché lei in fondo era un pò snob e già me la immaginavo con collare e guinzaglio abbinati a camminare per il Quadrilatero della Moda, ringhiando a destra e a sinistra a tutti quelli che non avrebbero incontrato la sua simpatia.
L'ho immaginata sul letto con me la sera e ho immaginato di trovarla seduta davanti la porta al ritorno dal lavoro, con il guinzaglio in bocca come a dire "Beh, scendiamo? Sbrigati!"
Ho immaginato i viaggi in treno con lei per tornare a casa nostra da Fidanzato e Cane Gnappo, cercando di capire come farle salire le scalette del treno senza farla cadere malamente (perché, ecco, lei era un cane molto intelligente, ma con le scale aveva un pessimo rapporto).
Immagino spesso anche dovrei avrei messo tutte le sue cose a casa nuova e, ogni tanto, io e Fidanzato ci guardiamo e immaginiamo che la sua cuccia sarebbe stata in un posto piuttosto che in un altro. Tutte le sue cose sono conservate, tranne la sua copertina che è rimasta con lei. Non riesco a buttarle vie e comunque non voglio farlo: se non posso avere lei, almeno voglio avere le sue cose.
In quest'estate tanto calda, abbiamo pensato a come avremmo fatto con lei che soffriva il caldo in modo esagerato e che l'anno scorso aveva avuto anche un colpo di calore, facendomi prendere uno spavento pazzesco.
Ho pianto quando qualcuno mi ha chiesto cosa le fosse successo, mi sono venuti gli occhi lucidi quando qualcuno vedendo per caso il salvaschermo del mio cellulare mi ha detto:"Che bel cane, chi è?", non sono riuscita a finire un discorso in cui parlavo di lei senza che il mio interlocutore non mi dicesse:" Ok, basta basta" perchè avevo gli occhi troppo gonfi, cerco di fare finta di nulla quando qualcuno che non ci vede da tanto mi chiede come stanno i cani non sapendo che di cane adesso ne abbiamo solo uno.
Quindi, ecco, mi chiedo come si fa ad abbandonare un cane.
Mi chiedo come si fa a scegliere di privarsi volontariamente del proprio cane.
Io non ho avuto scelta, mi sono dovuta separare dal mio cane e faccio fatica a farmene una ragione.
Invece c'è chi carica il cane in macchina consapevole che lo porterà in canile o, peggio, lo legherà a un palo. Poi risalirà in macchina e ciao, vacanze.
E allora penso ai viaggi in nave, in macchina e in treno che hanno fatto i miei cani.
Penso a Cane Gnappo e Cane Nero che hanno girato un sacco di posti, hanno preso carezze da chiunque.
Penso che un tempo eravamo due matti che salivano e scendevano dall'aereo per viaggi di 4/5 giorni e che poi abbiamo deciso di fare un altro tipo di vacanze per portarli con noi.
Penso ai miei genitori che si sono accollati tutti noi per le vacanze e ci hanno sempre accolto a braccia aperte quando in quattro invadevamo casa con tre valigie a testa (adesso gliela invadiamo in tre), penso a mio padre che quando ci hanno dato la diagnosi di Cane Nero piangeva e a mia madre che ha viziato i nipotini pelosi in modo indegno (e vizia ancora Cane Gnappo che quando riconosce la strada di casa dei miei si comincia a leccare i baffi come se non esistesse un domani).
E mi chiedo:"Perchè chi può scegliere, sceglie di separarsi dal proprio cane?"
Noi non abbiamo avuto scelta e se potessimo pagheremmo oro per riportare qui Cane Nero.
Solo che tutto l'oro del mondo, non basta.
In foto Cane Gnappo che dorme beato sui piedi del suo papà umano. La foto è scattata all'interno di una cabina della nave amici a quattro zampe (giuro che si chiama davvero così).
cane nero che fa la lotta coi gattini. ma siamo sopravvissuti anche se i ringhi dall'una e dall'altra parte si sprecavano
RispondiEliminaPovero Cane Nero vessato dalla gatta iena!
EliminaNemmeno io lo capisco...è più forte di me!
RispondiEliminaNon nego che ho desiderato tanto un cane da quando sono sposata, ma mio marito mi ha fatto ragionare sul fatto che non avremmo potuto curarlo come un cane merita.....e che quando partivamo per tornare in Italia non l'avremmo potuto portare in aereo anche perché a casa dei miei il cane nemmeno ci starebbe...a malincuore ho rinunciato proprio perché amo i cani...quindi come si fa???
E comunque ho la lacrimuccia per le tue parole su Cane Nero....
Io sono d'accordissimo con la scelta che avete fatto: se non è possibile tenerlo, è meglio non prenderlo un cane,anche se a malincuore.
EliminaSe io non avessi la possibilità di andare dai miei in auto/nave sarebbe stato un problema anche per me,soprattutto quando c'era Cane Nero che avrebbe potuto viaggiare in aereo solo in stiva. Idem se i miei non avessero una casa grande nella quale tutti -cani e gatti- possono convivere senza "pestarsi i piedi", quindi approvo!