lunedì 29 giugno 2015

(Quasi) tre anni d'amore

Era Luglio di quasi tre anni fa.
Era sera e stavamo mangiando.
Eri piccolissimo, stavi sul palmo di una mano, non eri ancora svezzato.


Qualcuno ti aveva abbandonato in mezzo ai campi.
Io ti ho portato dentro casa, mentre Papi mi diceva di restituirti al vicino.
Io ti ho guardato e ho detto quello che sarebbe diventato il tuo nome.
Sai, il tuo è un nome importante: era il nome di un cane immaginario che si era inventato Papi per fare ridere Mami una sera che era triste.
Praticamente non camminavi, ma ti acciambellavi sui piedi di chiunque.
Ti avevamo preparato una cesta con un cuscino e l'indomani mattina ti avevamo comprato il collare con il guinzaglio e le ciotole.
Dopo un mese e mezzo ti abbiamo portato a Palermo, il tuo primo viaggio via terra attraverso la Salerno-Reggio Calabria con tanto di traghettata dello Stretto di Messina.
A Palermo hai imparato a fare la pipì come tutti i bravi cagnetti.

Ti abbiamo svezzato e sei diventato grande.
Avevamo paura che diventassi enorme e invece sei rimasto uno gnappetto di dieci chili che ogni tanto ancora ti portiamo in braccio. Papi ti chiude dentro l'armadio e, dopo tre secondi comincia ad agitarsi perchè non vieni fuori e quando apriamo ti troviamo che dormi tra i vestiti.
L'unico cane al mondo narcolettico.

Per metterti il microchip abbiamo dovuto tenerti in tre, alla faccia della veterinaria che disse:"Ma si, questo è piccolino, non ci vorrà nulla per tenerlo fermo":
Lei non lo sapeva che sei un delinquente. Lei forse non lo sa che il pelo non fa il cane.


C'è stata la volta in cui sei scappato e io pensavo disperata che non ti avrei mai più rivisto. E invece ti hanno trovato, a dieci chilometri da casa, dopo due ore, mentre io ti cercavo da tutt'altra parte.
Non sono riuscita ad arrabbiarmi con te.
Chiunque ci incontra, ci ferma per dirci quanto sei bello e per chiederci se sei un segugio perché hai sempre il naso per terra e tiri come un disgraziato.
Abbiamo provato a insegnarti a camminare con calma, con risultati quasi decenti. QUASI.


Ho passato un pomeriggio a insegnarti a sederti ed è l'unica cosa che sono riuscita a fare.  Adesso sei un cane educato che si siede quando deve mangiare (o quando vuole qualcosa da mangiare), che si siede davanti la porta prima di uscire da casa, che si siede se gli fai segno col ditino.
Non mangi i salumi, ma mangi i broccoli e questa è una cosa che mi ha sempre fatto impazzire.

Hai viaggiato in lungo e in largo, con il treno, con la nave, con la macchina, ma non con l'aereo perché ovunque siamo andati, tu sei venuto con noi.


Volevamo che avessi compagnia e ti avevamo preso la sorellina, alla fine lei era diventata la mia ombra e tu stavi sempre vicino a Papi. Lei ringhiava sempre con te, ma tu eri sempre appiccicato a lei. Giocavate a chiudervi l'uno il muso nella bocca dell'altra.


Una volta avete pure litigato e Mami si è messa in mezzo,
Ma di solito vi amavate.
Quando la sorellina si è ammalata, quel giorno -il primo e l'ultimo- che aveva pianto tu ti eri messo accanto a lei nel suo cuscino e lei si era calmata.
Quando pensavamo a lei e avevamo poco tempo per te, tu sei stato bravissimo.
Avevamo paura che reagissi male -ci avevano avvisato che poteva essere un trauma- ma tu sei stato triste per un po' e poi hai consolato Mami quando piangeva.
Vorremmo tanto che tu avessi una compagnia, ma non ce la sentiamo.
Da quando non sono a casa, ogni volta che torno mi fai un sacco di feste, poi sali sul letto, ti piazzi sulla mia metà e ribadisci che ormai per me non c'è più posto. Anche se poi, la mattina, non ti stacchi da me, cerchi di venire sotto le coperte e non mi lasci nemmeno un secondo.
Tranquillo piccolino che presto saremo di nuovo tutti insieme, per sempre. Devi solo avere un pò di pazienza.
Ogni volta che andiamo a casa dei nonni, cominci ad agitarti non appena siamo vicini a casa loro e quando vedi la nonna le salti addosso per farle le feste perchè evidentemente sai che per un pò si mangeranno manicaretti e non le solite cose tristi e sane che si mangiano a casa nostra.
Hai più giochi tu che un bambino: palle, palline, peluche, animali di gomma, la porta da calcio, il canestro da basket. IL CANESTRO DA BASKET. Dai, sei per forza l'unico cane al mondo che ha un canestro da basket.
Ah, dici che lo usa Papi e che era solo una scusa il fatto che fosse per te?
Non sei mai stato un cane normale: ti abbiamo trovato arrampicato ovunque, appeso al davanzale, hai camminato sui muri per inseguire zanzare.
Sono quasi tre anni che sei con noi, sempre con noi.
E spero tu stia con noi per sempre.

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