Ciaka era IL CANE.
Non un cane qualunque, ma la mia vice mamma, la sorella che non ho mai avuto, la mia baby sitter e chi più ne ha, più ne metta.
Non un cane qualunque, ma la mia vice mamma, la sorella che non ho mai avuto, la mia baby sitter e chi più ne ha, più ne metta.
Arrivò a casa quando io avevo sei anni, ce la regalò un amico di mio padre che aveva una cucciolata di questi cani giganti, un incrocio tra un Pastore dei Pirenei e un Terranova. Un cagnolino, insomma.
I miei genitori volevano un maschio, per cui, in attesa che arrivasse, io -che avevo il compito di decidere il nome- avevo deciso che questo cane si sarebbe chiamato Ciako, sostenendo (e, vi assicuro, l'ho sostenuto per anni) che fosse un nome bellissimo. Ma proprio bellissimo, eh.
Poi arrivò una femmina e, dopo lo sconforto iniziale pensando che non avrei mai avuto un cane di nome Ciako, decisi per Ciaka, la versione femminile.
Adesso che non ho più sei anni, chiedo pubblicamente scusa a Ciaka per questo nome orrendo, anche se, a quanto pare, negli anni non sono migliorata nel dare nomi ai cani.
E' stata con noi da quando io avevo sei anni a quando ne ho avuti venti, spegnendosi un 8 Marzo mentre io ero all'università.
Era nera e buonissima, ma proprio buona buona. Ed era grande.
Si metteva a pancia all'aria e aspettava che mio padre le facesse le carezze. Poi saliva sulla sedia del giardino, mio padre le diceva "Dai, Ciaka, parla" e lei iniziava a borbottare.
Impazziva per le pesche, le rosicchiava come se non esistesse un domani e poi sputava il nocciolo completamente ripulito.
Un giorno, mia nonna mise a tavola una gigantesca parmigiana di melanzane e poi tornò a cucinare qualcos'altro. Quando torno in sala da pranzo, la parmigiana era sparita. Ma non nel senso che trovò il piatto vuoto: non trovò proprio più il piatto. Cominciarono le ricerche e nessuno sospettava di lei visto che, non solo era un cane molto educato, ma stava sdraiata tranquilla davanti la porta finestra della sala da pranzo.
Si scoprì dopo ore che la furba aveva trascinato il piatto dal tavolo alla sedia e si era servita senza farsi vedere. Poi aveva fatto sparire - ma non l'aveva mica mangiato!- anche il piatto. E non era un piatto di plastica.
Mangiava la pasta col parmigiano, nel senso che bisognava metterle una spolverata di parmigiano sopra la pasta -guai a mischiarlo- e quando lei l'aveva leccato tutto mugolava finché non le veniva servita un'altra spolverata. Alla fine, mangiava un kg di parmigiano e 20 grammi di pasta.
Mangiava la pasta col parmigiano, nel senso che bisognava metterle una spolverata di parmigiano sopra la pasta -guai a mischiarlo- e quando lei l'aveva leccato tutto mugolava finché non le veniva servita un'altra spolverata. Alla fine, mangiava un kg di parmigiano e 20 grammi di pasta.
Dopo qualche tempo, mio padre portò a casa un Husky bellissimo ma estremamente stronzo.
Tutti noi pensammo che Ciaka sarebbe stata contentissima di avere finalmente un'amichetta con cui giocare: finì che l'Husky passava tutto il suo tempo a mollo o a escogitare nuovi metodi per saltare la recinzione di casa nostra: prendeva la rincorsa dal giardino e saltava il cancello, alto circa due metri.
Ciaka mugolava, le aprivamo il cancello e l'andava a recuperare.
Il giorno che disgraziatamente ci hanno rubato l'Husky -e non l'abbiamo mai più ritrovato- credo che abbia tirato finalmente un sospiro di sollievo.
Non contenta, però, un giorno -avevo quindici anni- ebbi la grande idea di raccogliere un gattino lasciato abbandonato da qualche delinquente dentro un sacchetto dell'immondizia davanti ai cassonetti. Non sapendo dove portarlo, lo portai a casa e mia madre esordì con un: "Un gatto assolutamente no, Ciaka lo sbrana".
In effetti, all'inizio non era proprio contenta, ma con tanta pazienza, lei e il gatto -di nome Miao perché appunto noi in famiglia abbiamo dei problemi nel dare i nomi- diventarono amici: il gatto le passeggiava addosso, le rubava il cibo e lei, paziente, gli faceva fare qualsiasi cosa.
Agli altri gatti che ogni tanto si infilavano nel nostro giorno, li inseguiva con la bava alla bocca.
Quando sono diventata grande e uscivo da sola, lei mi aspettava sveglia davanti la porta di casa, nella veranda che dava sul davanti della nostra villa. Quando rientravo, la accarezzavo un pò e poi lei faceva il giro del giardino e se ne tornava nei suoi appartamenti dall'altra parte della casa.
Se io non tornavo lei non si muoveva: la trovavo lì a qualsiasi ora, che fosse mezzanotte o le cinque del mattino.
E poi un giorno se n'è andata via
Quando è arrivato Cane Nero e dovevo scegliere il nome, mia mamma mi disse:"Perchè non la chiami Ciaka? O ti sembra un nome troppo importante?". Io le risposi che di Ciaka ce n'era una sola e non sapevo se era il nome adatto.
Chissà se Cane Nero e Ciaka sarebbero andate d'accordo.
Che bella che era. Io ho avuto un solo cane nella mia vita e credo resterà l'unico. E' stato con noi 13 anni, è arrivato in un modo insolito, ne ho parlato diverse volte nel mio blog. Ci ha lasciato il 30 Dicembre 2014 e ho pianto per giorni.
RispondiEliminaIl 30 Dicembre 2014 è una brutta data anche per me xchè ho avuto la nefasta diagnosi di Cane Nero (e quando lei è morta ho pianto anche io per giorni).
EliminaI cani sono grandi compagni di vita e quando se ne vanno lasciano un grande vuoto!