sabato 14 novembre 2015

Parigi.13.11.2015: uscire di casa e non rientrarci mai più

Mia madre ha studiato a Parigi. Per anni, a Parigi ci abbiamo fatto le vacanze invernali: io e mia madre, io e i miei genitori, io e Fidanzato.


Potrei spendere decine di parole sulla bellezza di Parigi, sulla Tour Eiffel, il Louvre, gli Champs-Elysèes, la Senna, il Musèe d' Orsay, il Moulin Rouge, il Sacro Cuore. Ma non è questo il punto.
Quante volte il e Fidanzato siamo andati allo stadio, al teatro, al ristorante. Quante volte sono uscita la sera con amici, con i miei genitori, con dei colleghi. E poi, a fine serata, sono tornata a casa in macchina, in metro, a piedi, fumando una sigaretta, chiacchierando. Quante volte mi sono tolta le scarpe coi tacchi alti prima di entrare dentro il palazzo per non fare rumore, ho preferito le scale all' ascensore, ho aperto la porta di casa e il cane mi è saltato addosso per farmi le feste. Quante volte, quando ero più piccola e vivevo con i miei genitori, sono andata a dire che ero rientrata, poco importa se erano le due o le tre o le quattro di notte, e poi mi sono messa sotto le coperte.
Quante volte ho ripetuto gli stessi identici gesti: lavare i denti, struccarmi, togliere le lenti a contatto quando ancora non ci vedevo, ho buttato i vestiti sulla sedia e mi sono messa a dormire o ho fatto l' amore, ho abbracciato Fidanzato. 
Quante volte ciascuno di noi ripete gli stessi automatici gesti quando rientra a casa dopo una serata. Centinaia, migliaia, milioni di volte. 
Questa volta tanta, troppa gente e uscita di casa per passare una serata in compagnia o forse da casa non ci è proprio passata, è andata dopo il lavoro direttamente, magari guardando l' orologio perchè era in ritardo, ma a casa non c' è mai tornata e non ci tornerà più.
Io non ero lì, ma a km di distanza. Sto bene, ho cenato, ho passato una bella serata in compagnia della mia famiglia, dei miei genitori, dei miei zii e dei miei cugini. E, ad un certo punto, abbiamo visto alla tv quello che stava succedendo a Parigi. Abbiamo visto che tutta questa gente è morta senza un perchè. Gente che pensava di rientrare a casa e forse fare qualcuna di tutte quelle cose che anche io faccio sempre e invece a casa non c' è mai tornata. Gente che non ha visto rientrare i propri figli, fratelli, genitori, amici e forse domani si ritroverà a riconoscere un cadavere.
Non è giusto. Tutto qui.

6 commenti:

  1. Continuo a pensarlo anch'io.... Pensa che dovevamo esserci anche io e mio marito questo weekend a Parigi, perché c'è Paris Photo al Grand Palais. Ma all'ultimo abbiamo deciso di risparmiare e stare a casa....

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    1. E meno male. E' molto triste da dire, ma in questi casi l'essere "al sicuro" non è cosa da poco!

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  2. Io ringrazio il cielo che ho sentito quello che stava succedendo solo dopo aver parlato con mio fratello. Non ho avuto il panico di non sapere dove fosse, di lui che non mi rispondeva, grazie a Dio. Mio fratello vive a Parigi. Ma mio fratello è fortunato, quei ragazzi non lo sono stati e il mio pensiero è comunque tremendamente triste. Non è giusto, non dovrebbero accadere cose del genere, non dovrebbe esistere di vivere con la perenne ansia di non tornare a casa. Il terrorismo, non dovrebbe esistere.

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    1. Hai ragione: non dovrebbe esistere e spero che riescano a debellarlo prima o poi, in qualche modo.
      Non sapevo tuo fratello vivesse a Parigi. Come sta adesso? Immagino lo choc tremendo!

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