domenica 9 aprile 2017

La mia prima gara (dell'anno)

Dopo un mese e quattro giorni da prigioniera del mio ginocchio, quantità infinite di lacrime versate per tutte le cose a cui ho dovuto rinunciare, lamentele infinite per qualsiasi cosa, sono resuscitata.
E per un motivo validissimo oserei dire.
(Considerate che le gite a fare visite, lastre e fisioterapia non le conto come libera uscita). 
Certo, solo per una giornata, ma è meglio di niente, no?
C'è una doverosa premessa: di solito, quando a Settembre esce il calendario della gare di ginnastica dell'anno successivo in territorio italiano, con una precisione quasi chirurgica, comincio a calcolare -facendo equazioni estremamente complesse tra distanza, palazzetto, periodo dell'anno per decidere a quali andare e a quali no: ce n'è una che non mi perderei per nulla al mondo (il Trofeo Città di Jesolo), le altre le valuto. Almeno in teoria.
Finisce sempre che quando manca qualche settimana alle gare che ho depennato, manco fossi bipolare, cambio idea.
Alla fine le faccio tutte, ma proprio tutte.
La prima gara di solito è a Febbraio, quindi arrivati ai primi di Aprile ho presenziato ad almeno tre o quattro gare con somma felicità e soddisfazione.
Quest'anno il lavoro e soprattutto il ginocchio mi hanno impedito di andare alle gare e la situazione è stata più o meno la seguente: io che piangevo, i miei amici che cercavano di farmi sentire lì con gesti che mi facevano piangere ancora di più per la commozione, i miei genitori e Fidanzato che cercavano di consolare l'inconsolabile. 
Quando dissi che la ginnastica è un secondo lavoro e che sono squilibrata non stavo scherzando. Chi mi conosce ha imparato ad accettarmi per quello che sono: una pazza completa. Provate a chiedere a chi segue con me un Europeo, un Mondiale o -peggio- un'Olimpiade, quello di cui sono capace. 
Ieri si è svolta la Serie A di Roma, io ho pregato, supplicato, mendicato guardando con occhi affranti i miei medici e i miei fisioterapisti di darmi il permesso che alla fine è arrivato, con raccomandazioni e avvertimenti.


E se vi state chiedendo perché chiedo il permesso e rispetto i divieti, beh ecco: le ginocchia mi servono ancora per qualche annetto ed essendo messe maluccio, magari magari ascolto il parere di chi di ossa malconce ne sa più di me.
E così mi hanno portata alla gara, avevo tanto di autista e portaborse, assistenti, dispensatori di affetto. Oh, sembro esagerata, ma giuro che è vero.
Ho scoperto che andare ad una gara con le stampelle è divertente. Non per la fatica boia, eh.
Toglietevi lo sfizio, prima o poi, di girare per un campo gara con le stampelle, zompettando cercando di non spaccarvi qualcos' altro (io ne sarei capace).
In primis, non sarete gli unici con le stampelle. C'erano almeno altri quattro stampellanti
"Tu che ti sei fatta?"
"Io rotula, tu?"
"Io tendine, menisco e via dicendo"
Ovviamente, gli altri stampellanti erano tutti ginnasti che hanno sfidato la gravità, quindi magari dire "ho spaccato una rotula  camminando" creerà un pochino di imbarazzo.
Chiunque vi chiederà cosa è successo. Oh certo, lo chiedono anche i vicini di casa e i conoscenti, ma qui saranno la risposte ad essere diverse.
"Anche io ho rotto un ginocchio tot.anni/mesi fa"
"Io non ho rotto una rotula, ma i legamenti, il menisco, la tibia, il tendine, qualsiasi osso più o meno conosciuto vi venga in mente"
"Ma ti sono già venuti i calli alle mani per le stampelle?"
"Quando ti operi?"
"Ti insegno un trucco per camminare con le stampelle per fare meno fatica"
E procedete pure a fantasia.
Ci sarà anche qualcuno che dirà:
"Che terapia stai facendo?"
"Eh, il muscolo ci metterà ancora un bel po'"
"Se portavi le lastre, davo un'occhiata"
È bello sapere di non essere soli. Mi ha ridato coraggio. Anche se, ecco, preferirei che non si rompessero. E preferirei anche non rompermi io.
Ero felice come una bambina, la prima gara dell'anno -con un nuovo codice per altro- mi ha restituito il buonumore.
E devo dire una cosa: io sono una gran lamentosa, se qualcosa non va ad una gara rompo le scatole come una zecca succhia sangue.
Questa è stata una gara organizzata benissimo, impeccabile, perfetta. Non c'era praticamente una falla nell'organizzazione. E credetemi che di gare perfette ce ne sono poche.
Io mi sono impegnata per fare amicizia con le ancelle e i centurioni, d'altronde siamo a Roma e non potevano mancare.
Il bodyguard che mi ha permesso di muovermi dalla sala stampa al piano zero si chiama Alessio, qualcuno gli dica che lo ringrazio per l'assistenza.
Grazie a chi mi ha aperto la strada, ha trovato l'ascensore, mi ha permesso di muovermi liberamente.
Grazie a chi ha organizzato in questo modo la gara: anche se grazie l'ho già detto di persona, una volta in più non guasta mai.
Grazie a chi mi ha dato il permesso di andare.
Grazie agli amici perché senza di loro non sarebbe stato possibile. E no, non sto esagerando.




Grazie a chi mi ha detto: "È bello averti qui".
Grazie anche a chi ha detto: "Sei una gnocca anche con le stampelle". So che magari non è del tutto vero che sono gnocca, figuriamoci poi con le stampelle zoppicante, ma è stato bello.
Grazie a chi mi ha portato l'acqua, il caffè e la cioccolata.
Grazie a chi si è premurato di reggermi le stampelle quando dovevo fare qualcosa e prima che mi venisse scattata una foto che, effettivamente, le foto con le stampelle sono bruttine.
Se un giorno dovessi smettere di emozionarmi ogni volta che vedo una cerimonia d'apertura di una gara...no dai, quel giorno non arriverà mai. Lo so.



Adesso so perché mi viene vietato di fare praticamente qualsiasi cosa: le ginocchia sono gonfie, doloranti e non si muovono (sia il ginocchio scemo che l'altro), le mani hanno dei calli brutti brutti brutti e mi è anche venuta la febbre.
Domani il medico e il fisioterapista mi diranno: "Hai visto?".
Almeno però ho riso e sorriso. E tanto anche.

14 commenti:

  1. Cara Gilda, sono felicissimo per te, vederti cosi sorridente mi son detto ecco come mi piaci!!!
    Ciao e buon inizio della settimana Santa cara amica con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Ero proprio felice: con tutte le complicazioni che sono sopraggiunte pensavo di non farcela. E' stato molto molto faticoso, ma ne è valsa la pena. Avevo il morale a terra!
      Un abbraccio!

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  2. Tu sei una grande!
    Ti confesso che pure ii ho piagnucolato di fronte alla Ferrari, é portentosa...
    Dai che il peggio é passato.

    Abbraccio

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    1. Grazie :D
      Comunque è proprio vero che ci sono cose che ci fanno piangere senza motivo :D

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  3. Nelle foto hai una faccia così felice.... si vede proprio :)

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  4. Oh chissà che giornata stancata, ma piena di belle emozioni.

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    1. Molto stancante e dalla quale mi porto a casa una rotula lussata, ma tant'è :D

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  5. Che bella che sei. Si vede anche la tua grande felicità.

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  6. Te l'ho già detto ma eri radiosa, stampelle o no!

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  7. ma quindi tu sei quella..... ti immaginavo diversa...:-) più bimba....

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