martedì 2 febbraio 2016

Il buco nero dei colloqui di lavoro

Nel corso della mia vita, ho sostenuto diversi colloqui di lavoro, quasi sempre per aziende molto importanti, nazionali e internazionali.
Ho un profilo professionale particolare, che si fa fatica a trovare e questo, di questi tempi, non è un male. 
Di solito, funziona così: chiamano e io rispondo.
"Pronto, buongiorno, parlo con Gilda?"
"Si, sono io, mi dica"
"Chiamo da nome azienda, abbiamo un suo curriculum, vorremmo invitarla per un colloquio".
E quindi, mi dicono il giorno e l'ora, mi chiedono se sono disponibile e finisce lì.
I più precisi, spesso inviano una mail con tutti i riferimenti, ti scrivono persino le indicazioni per raggiungere il posto con i mezzi pubblici, ti indicano il bar più vicino sai mai arrivi in anticipo e vuoi un caffè. E poi richiamano per confermare l'appuntamento, sai mai che te ne dimentichi.
Ad oggi, non ho mai dimenticato un colloquio.
I più paranoici ti chiamano diciotto volte al giorno, per essere sicuri di averti già chiamato e cominci a pensare che qualcosa non va perché o sono squilibrati o i corridoi dell'azienda inghiottono le persone con sommo godimento di Federica Sciarelli.
Fatto il primo colloquio, che di solito dura circa un'ora/un'ora a mezza, ti richiamano dopo qualche giorno per fissarne un secondo, al quale -probabilmente- sarà presente qualcun altro, nel mio caso questo qualcun altro è di solito il responsabile tecnico.
E lì si inizia a fare sul serio: di solito è il colloquio in cui si parla di soldi, di tipologia di contratto e di turni. E poi partono milioni e milioni di domande tecniche, estremamente complesse anche se hai le macchine davanti, figuriamoci se devi andare a memoria. 
Io ho dalla mia parte ho che sono una chiacchierona e argomento ogni risposta.
Una volta, ad un secondo colloquio, mi chiesero se conoscessi una determinata strumentazione e io, quasi mortificata, risposi di no. "Mi spiace, mai sentita".
Quella roba non esiste, era una domanda trabocchetto, solo che io non lo sapevo.
Se avessi risposto di si per fare la figa, mi avrebbero probabilmente preso a martellate sulle gengive.
Dopo il secondo sfiancante colloquio, di solito ce n'è un terzo. Anche questo dura un paio d'ore.
Domande su domande. Che viene spontaneo chiedersi a cosa gli serve chiederti quattro volte la stessa cosa a distanza di dieci minuti tra una domanda e l'altra. Forse temono di stare colloquiando persone bipolari che potrebbero cambiare risposta così a caso, nel giro di pochi minuti.
Forse è un test psicologico subdolo e io non me ne sono mai resa conto.
Alla fine del terzo colloquio, di solito, ti dicono "Ci vediamo giorno tot. per la firma del contratto" o "Ci vediamo giorno tot. per la lettera d'impegno, che serve se devi dare le dimissioni da un'altra parte". I più intraprendenti ti dicono "Ci vediamo giorno tot. per il tuo primo giorno di lavoro, vieni dieci minuti prima così firmiamo il contratto". A dimostrazione che loro hanno già deciso se assumerti dopo i primi cinque minuti del primo colloquio, ma niente: devono farti soffrire per giorni, ore e minuti, mettendoti sotto torchio.
I più crudeli fanno anche un quarto e un quinto colloquio e lì è la morte. Perché se dopo il terzo colloquio mi conoscete meglio di mia madre, dopo il quinto mi conoscete persino meglio dell'Onnipotente, lui che vede tutto e sa tutto.


Succede - a me quanto meno è successo- che dopo il primo colloquio non ti chiamino più. 
Io di solito mi porto sfiga da sola, visto che esco dall'azienda dicendo "Non mi chiameranno mai, non è una posizione adatta a me", domandandomi come mai mi abbiano chiamata, visto che bastava leggere il curriculum con buona pace di tutti. 
Mi è successo una volta: cercavano un ingegnere delle telecomunicazioni madrelingua inglese. Serviva la conoscenza di una serie di sistemi per il video on demand che effettivamente conoscevo, ma non di certo come li avrebbe potuti conoscere un ingegnere. 
Sul madrelingua inglese stendiamo un velo pietoso.
E si che mi avevano detto che di ben cinquecento curriculum pervenuti, ne avevano selezionati una decina. Ah. Pensa gli altri candidati chi erano. Probabilmente Topolino e Pippo che volevano sabotare i rivali di sempre. 
Comunque, ovviamente mai più sentiti.  E se li avessi sentiti, mi sarei stupita.
Succede anche però, che dopo l'appuntamento per la firma del contratto spariscano. No, davvero, diventano irreperibili, inghiottiti da un buco nero. L'azienda chiude, cambia sede, si trasferiscono su Saturno. Io di solito non chiamo mai, ma magari, sai mai, hai dato le dimissioni e rischi di trovarti in mezzo ad una strada, quindi diventa comprensibile provare a chiamare per capire cosa è successo. Ma niente. Si fanno negare al telefono. Se ti presenti in azienda, ti dicono che quella persona (o quelle persone) non lavora più lì, che ha avuto un incidente ed è morta. 
Poi la incontri per strada e ti chiedi se è un sosia o se la reincarnazione è possibile. 
E li saluti:"O salve, si ricorda di me?"
"Come sta? So che aveva avuto un terribile incidente mortale"
"Adesso sto bene, sa mi avevano dato per clinicamente morto, ma poi (alza gli occhi al cielo) il miracolo".
A bello, stai cercando di rubare a casa del ladro.
"Capisco, sono contenta che adesso stia bene, tanti cari saluti a lei e famiglia"
"Spero di rivederla presto"
"Io no, stronzo".
E niente, insomma, a me la sparizione il giorno della firma del contratto  genera ansia e fastidio. Molta ansia e fastidio. Istinti omicidi quasi.
Mettiamo che tu, azienda, abbia cambiato idea perché hai trovato qualcuno migliore di me, con più esperienza, più simpatico, con i capelli più lunghi o che sia figlio di qualcuno, puoi chiamarmi e dirmelo. 
Magari mi dispiacerà, ma comunque accetterò di buon grado la tua decisione, senza pensare che la tua azienda è seria quanto la signorina con le tette al vento e il perizoma che staziona vicino casa mia da mezzanotte in poi. 
Che poi magari, la signorina è davvero seria e io la sto usando come termine di paragone, sbagliando. 
Ma magari fingersi morti no, dai. Magari sarebbe più chic dire, che ne so, che avete perso il numero di cellulare perché un virus ha formattato tutti i pc. E non avevate stampato copia del curriculum perché avete a cuore le sorti della Foresta Amazzonica. Così, per dire.

6 commenti:

  1. la verità è che manca il rispetto verso gli altri. Sarà che io sono un po' vecchiotta, ma credo che il rispetto e la parola siano senza tempo

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    1. Sono d'accordo.
      Io sono rimasta molto male ultimamente per una questione simile, almeno una telefonata (dopo averne fatte tantissime) potevano farla...

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  2. Io non capisco quando ti chiamano ai colloqui ma ti dicono da subito che comunque il tuo profilo non corrisponde a quello che cercano loro...con CV alla mano eh...

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  3. Io sono alla ricerca di lavoro in questo momento e mi è capitato proprio che un'azienda, dopo aver manifestato apertamente la volontà di assumermi, sparisse all'ultimo senza spiegazioni...una bruttissima sensazione!

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    1. Orribile! Sarebbe bastata una telefonata o una mail, ma non ci arrivano!

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