martedì 19 gennaio 2016

Bambini? No, grazie

Quando ero bambina, frequentavo con i miei genitori un ristorante abbastanza chic dove si mangiava benissimo.
Ancora oggi, che quel ristorante ha chiuso perché il proprietario ha fatto i soldi e si è aperto un chiosco in Jamaica, ho l'acquolina in bocca ripensando ai loro primi e ai loro dolci.
Il proprietario mi adorava e, in occasione di un cenone di San Silvestro passato lì, non volle che mio padre pagasse il conto anche per me perché la mia cena era un suo regalo.
E io mangiavo anche a cinque anni, oh se mangiavo.
I miei genitori mi hanno insegnato a stare seduta composta, a non lanciare forchette o piatti, a non urlare e, per usare un francesismo, a non rompere i coglioni. Quanto meno se non sei il parco giochi o in un agriturismo attrezzato per bambini, un po' di sana educazione non guasta, sosteneva (e sostiene tuttora) la mia saggia madre.
Un giorno dei conoscenti dei miei genitori, dissero a mia madre che gli avevano rifiutato l'ingresso in questo ristorante con i loro due pargoli, educatissimi, che, in una precedente occasione si erano tolti le scarpe e avevano iniziato a camminare sul tavolo, per poi lanciare le tagliatelle al ragù in giro per il locale. Parbleù, ma che sarà mai lanciare del cibo in giro?
Se lo avessi fatto io, mia nonna mi avrebbe lasciata digiuna per un mese perché il cibo non si spreca, si mangia. Per dire.
Qualche giorno fa un ristorate di Roma ha scritto un bel cartello "i bambini non sono graditi". Sempre sia lodato. Dov'è questo locale? Voglio andarci subito.
Io amo i bambini -meglio noti come regazzini in quel di Roma, si con la e e non con la- rigorosamente quelli altrui, ma li amo. Sono belli, paffuti, rosa, morbidi e profumati.
Ma no, non amo i cinquenni che corrono avanti e indietro per i ristoranti.
Non amo i bambini che fanno lo sgambetto ai camerieri.
Non amo i bambini che urlano come se fosse l'ultima prova d'onore delle loro corde vocali.
Non amo i bambini che lanciano il cibo.
Non amo i bambini che vengono al tuo tavolo e si appiccicano come manco il Bostik forte.


Quelle sere che riesco ad andare a mangiare fuori, che non sono prigioniera del buio della messa in onda, che non mi devo svegliare alle cinque la mattina dopo, io voglio stare tranquilla.
Vado al ristorante perché mi secca cucinare. Ecco, l'ho detto.
Di solito, guardo Fidanzato, lui guarda me, io lo riguardo con il labbrino tremulo, poi rivolgo uno sguardo triste a affranto alla cucina e lui, da bravo principe azzurro, mi dice:"Che dici? Mangiamo fuori?"
E io, a quel punto, sono già pronta, vestita, pettinata, truccata e con la borsa al braccio.
"Dove andiamo?"
"Dove ti pare"
Il top è quando andiamo in quei ristoranti in cui arriva l'omino dei cappotti, ti aiuta a svestirti, ti sposta la sedia e poi porge due menù, uno con i prezzi per lui e uno senza prezzi per lei. Poi va beh, io prendo quello con i prezzi perché a me piace leggere quanto costa la roba da mangiare, sai mai un giorno apro un ristorante e lo chiamo Chez Gilda. 
Lì di bambini urlati non ce n'è traccia. Sempre sia lodato.
Quindi, dicevo: io vado a cena fuori perché non mi va di cucinare. E perché mi voglio rilassare. E non voglio rotture di scatole. Come il Grinch.
Voglio stare seduta, tranquilla, a chiacchierare con l'amato compagno di vita, mangiare cose buone. Al massimo, voglio alzarmi solo per lavarmi le mani, ma se mi portassero la ciotolina con l'acqua al tavolo, sarebbe pure meglio.
Le urla le vado a sentire allo stadio, la corsa ad ostacoli la vado a fare alla pista di atletica nell'anno 2000 mai.
Si certo lo so che sono bambini, ma mi hanno riferito che esistono anche bambini educati che non molestano il prossimo. E che esistono anche bambini che, per due ore, possono restare a casa con i nonni, con degli amici (dei genitori, non dei bambini che si sa, l'unico che può rimanere da solo a casa è Kevin di Mamma, ho perso l'aereo), con una baby sitter, con un fratello maggiore (e, mi auguro, maggiorenne).
I figli delle mie cognate sono disposta a tenerli io a casa mia legati ad una sedia se loro vogliono concedersi una sera al ristorante. Mia suocera chiamava mio nipote Tempesta, per dire.
E mi hanno anche detto che ai bambini non si perdona tutto. Un bambino maleducato e strafottente sarà un adulto maleducato e strafottente di domani. Che educherà figli altrettanto maleducati e strafottenti.
So anche che ci sono bambini maleducati con genitori che le hanno provate tutte. Vi porgo tutto il mio affetto e il mio cordoglio, ma il figlio è il vostro, non mio.
Ci sono i neonati che piangono. No, con quelli non mi arrabbio. Il pianto di un neonato stanco che vorrebbe essere a casa sua e invece è al ristorante alle 23 mi fa stringere il cuore. I genitori del neonato che non rispettano il pargolo, invece, mi fanno stringere le budella.

Ci sono luoghi per bambini e luoghi dove i bambini sarebbe il caso non portarli. Soprattutto per loro stessi.
E poi, sarebbe bene educarli questi benedetti bambini.

Nota: qualche tempo fa, Fidanzato era in treno per tornare a Roma da Milano. Un pargolo seienne si è calato i pantaloni e ha fatto la cacca nel bel mezzo del corridoio. I genitori non hanno fatto una piega e alle rimostranze dei controllori hanno risposto che il nano è abituato così. 


24 commenti:

  1. Come sempre leggo il tuo blog e mi diverto, ma questa volta non sono d'accordo con te. O meglio, lo sono in parte. Vietare l'accesso ai bambini in un ristorante mi sembra un gesto brutto.
    Sono d'accordo con te, spesso al ristorante trovi dei pargoli che ti scatenano i peggiori istinti assassini: dette creature dovrebbero restare a casa e non essere lasciati liberi di rovinare le serate agli sconosciuti. Ma decidere a priori che ogni bambino è monello e perciò non meritevole di passare una serata in compagnia dei genitori al ristorante, no, non mi sembra giusto. Non si può punire la categoria intera per una parte. Anche perché la maleducazione è molto diffusa anche fra gli adulti.
    Secondo me, parlando di cartelli, meglio uno che inviti al silenzio e al rispetto degli altri di un vero divieto.

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    1. Come ti dicevo, più che un divieto, è un "non sono graditi". Io non andrei in un posto dove so di non essere gradita e così, il titolare del ristorante, ha tagliato la testa al toro.
      Poi ovvio: è, come in tutte le situazioni, molto triste che a farne le spese siano anche coloro che non c'entrano nulla.

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    2. Se fossimo in un mondo ideale sarei d'accordo con Elisa, non è giusto ghettizzare un'intera categoria per qualcuno... ma qui... qualcuno?! Ormai questi 5enni maleducati (e si, intendo proprio maleducati, cioè educati male, malissimo, dai genitori) sono l'80%. E quindi come si leggono cartelli "per colpa di qualcuno non si fa credito a nessuno" io sto dalla parte dei ristoratori. E ho due figlie piccole di 2 e 5 anni. Mi sono fatta il culo per farle crescere in un certo modo e con la 2enne tremenda e disperata me lo faccio ancora. Ogni giorno. Ogni sera in settimana a cena a casa dopo il lavoro. Torno stanca ma mi impegno perchè anche la piccolina quando si riesce a mettere il naso fuori di casa si comporti in modo civile. E funziona, oh se funziona!
      Quindi... mi spiegate perchè l'80% dei genitori tutto questo sbattimento decide consapevolmente di non farlo? E perchè devono portare i pargoli scalmanati in posticini stretti o eleganti o palesemente da coppietta quando ci sono simpaticissime pizzerie con sala giochi interna? Vogliono torturare i propri figli? O visti i risultati finali vogliono torturare ristoratori, camerieri e poveri commensali paganti?
      Mi spiace ma io trovo più che corretto che i ristoratori si tutelino in questo modo. E proprio grazie a questa notizia, in questi ultimi giorni ho letto racconti raccapriccianti. Camerieri caduti col rischio di far male ai pargoletti che correvano per i corridoi o si nascondevano dietro le porte della cucina (con poca visibilità e a spinta...), i genitori che li ignorano bellamente ma sono subito pronti a minacciare denunce se il povero cameriere osa dire gentilmente qualcosa.
      Per quei pochi, pochissimi genitori che si impegnano tantissimo ma senza risultato... beh, mi spiace, ma anche per me il figlio è vostro e ve lo sorbite voi. Io ho avuto la mia bella dose di piccola indemoniata e diverse volte è capitato di rinunciare proprio perchè non era il posto dove poterla portare. O abbiamo trovato un'alternativa e siamo andati solo con la sorella maggiore. Il tutto continuando a impegnarci per farla partecipare il prima possibile, ma non a discapito del resto del mondo. Ora a 2 anni viene dappertutto. Ma il dappertutto per noi come "famiglia con bimbi piccoli" ancora per qualche anno escluderà alcuni posti. E va bene così, l'abbiamo deciso consapevolmente di avere dei bimbi, ce li godiamo, ce li cresciamo e ce li smazziamo noi.

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    3. Marta, grazie per questo tuo commento, è davvero splendido e quoto oggi singola parola.
      Anche io ho letto racconti di esperienza raccapriccianti e sono rimasta scioccata!

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  2. Sei un po dura,ma tu eri molto composta

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    1. Perchè tra il mangiare e il correre per i tavoli io ho sempre preferito mangiare!

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  3. Il segreto per non avere bimbi urlanti è fermarsi lo stretto necessario per cenare. I bimbi si rompono e dopo un'oretta non ce la fanno più a star seduti. Se uno vuole fare una cena da tre ore i bimbi li lascia a casa.
    Io ho figli , so cosa vuol dire andare a cena con figli e quando ci vado, raramente, mi piace mangiare in pace e i bimbi maleducati e urlanti inutilmente danno fastidio pure a me

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    1. Il tuo commento mi fa pensare che anche i genitori hanno il sacrosanto diritto di godersi una cena in pace senza doversi ingozzare in fretta e furia, quindi -potendo- credo sia meglio anche per loro, poter lasciare i bimbi a qualcuno, che sia un nonno o la baby sitter o magari, perchè no, a casa di un amichetto.

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    2. Sono d'accordo solo in parte. ;-) Ci sono occasioni in cui sarebbe il caso di uscire solo i genitori, godersi una serata in santa pace e mangiare come si deve. Le altre volte è meglio portarli, in luoghi e momenti consoni a loro e da una parte goderseli (due genitori lavoratori hanno anche voglia di portarseli dietro spesso e volentieri), ok ci si rovina un po' il pasto tra correggere uno, aiutare l'altro, sistemarli, ecc... ma per loro se la situazione è adatta è un bellissimo momento di condivisione coi genitori (il pranzo di un'oretta è fattibilissimo rispetto a una cena) e soprattutto un momento necessario di educazione nella realtà. Perchè un conto è essere a casa, un conto da amici e un conto al ristorante. Non si può pretendere che un 5enne sappia improvvisamente come comportarsi se è la prima volta che entra in un locale pubblico... ;-)

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    3. Vero anche questo.
      I bambini vanno assolutamente abituati -gradualmente ed in base alla loro età- a tutte le situazioni :)

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  4. Standing ovation! Anche io, come Elisa, ho qualche dubbio sul divieto ma con le persone che ci sono in giro di questi tempi forse ogni tanto prevenire è meglio che curare.
    Sono anche d'accordo sul fatto che bimbi qualche volta vanno lasciati a casa: ho amiche con le quali non è possibile fare una conversazione normale perché hanno sempre dietro i pargoli. Francamente, per quanto possa volere bene ai figli delle amiche, a me va di parlare con le amiche di cose che non riguardino i pargoli.

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    1. Sono molte le donne che si annullano completamente quando hanno figli. Per fortuna non ho amiche così e ne sono felice.
      Ci sono comunque situazioni in cui anche per il bene del bimbo sarebbe meglio lasciarlo altrove.... quello sicuramente!

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  5. Cenare circondati da bambini maleducati è un incubo, mi è capitato tante volte prima di avere figli e anche adesso che ne ho. Devo però dire che ho avuto anche tante cene rovinate per la maleducazione degli adulti, per le loro voci, per la loro sporcizia, per le loro porcate a tavola, per la puzza di sigaro che si portano anche dentro il ristorante e per mille altre ragioni. Dovrei immaginare un divieto per ognuna di queste? O posso immaginare che a seconda della sensibilità del titolare di un locale pubblico un giorno potrebbe essere proibito l'accesso che so a chi ha la psioriasi o a chi è grasso o a chi è gay o a chi è nero o a chi è molto brutto solo perché potrebbe creare disagio agli altri commensali. Quello che voglio dire che è pur sempre una forma di discriminazione che colpisce a tappeto tutti: i bambini e i genitori educati e quelli no. Per capirci: se anche il gestore del ristorante dove andavi da piccola avesse ragionato così, tu non avresti questi bei ricordi e i tuoi genitori non avrebbero potuto dimostrargli che esistono (grazie a dio) bambini che stanno seduti, che non fanno lo sgambetto, che non si tolgono le scarpe o lanciano tagliatelle. Ti dirò di più esistono anche tante mamme che se il neonato piange, si alzano ed escono. Poi continuo a pensare che in certi posti e in certe situazioni i bambini non ce li devi portare comunque: se hai i nonni li molli a loro, se no ci rinunci :-).
    Complimenti per il blog :-)
    Carla
    http://vedogente.blogspot.it/

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    1. Io parto dal presupposto che se i maleducati venissero "emarginati", la maleducazione piano piano scomparirebbe e tutti vivremmo meglio.
      Ho lavorato, per parecchio tempo, alla Casa del Cinema di Roma e lì i cafoni (tanti purtroppo, essendo un posto ad ingresso gratuito) venivano ripresi e, se perseveravano, allontanati.
      Un grasso, un nero, un gay non da fastidio, ma un grasso, un nero o un gay che lancia il cibo addosso alla gente si e in quel caso andrebbe allontanato da un ristorante al pari di chiunque non sia in grado di comportarsi in modo civile. Parto dal presupposto che chi non sa stare al mondo sbaglia comunque, indipendente alla categoria (perdona il termine orribile) a cui appartiene.
      Poi ribadisco: il gestore di questo ristorante non ha vietato l'ingresso, ha semplicemente detto che non sono graditi, ma dubito che caccerebbe una famiglia educata con bambini altrettanto educati :)

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  6. Molti genitori sono assuefatti dalle urla dei loro figli, non si rendono conto che danno fastidio. Forse anche loro da piccoli dovevano stare seduti e composti a tavola, ma se ne sono dimenticati (o magari lo ricordano come una tortura).
    Da zia di due ex-gagni terribili (per fortuna sono cresciuti) ti posso dire che ho sempre mal sopportato le uscite in pizzeria con loro, le urla, i litigi, le rincorse tra i tavoli e le cocacole rovesciate sul tavolo, tutte cose giustificate dai genitori (con grande dispiacere di me e mia madre, che avremmo voluto sgridarli ma poi passi per cattiva).
    Il cartello del ristorante è estremo, ognuno ha il diritto di godersi una cena con la famiglia, ma lo capisco. Magari hanno ricevuto lamentele dai clienti, magari è successo qualcosa di spiacevole con genitori maleducati.
    Tempo fa una compagnia aerea ha inserito dei voli in cui i bambini non erano ammessi. Non so se esiste ancora ma aveva suscitato le ire delle mamme e un sacco di polemiche. Dopo diversi viaggi da 10-12 ore con bambini terribili che mi hanno dato il tormento con i loro capricci (e le botte sul sedile, quando ho la fortuna di trovarli seduti dietro di me) ho pensato che fosse un'idea geniale. Ma non lo dico troppo forte altrimenti mi dicono che sono intollerante e parte il pippotto sul "quando sarai madre capirai", "non hai figli non puoi parlare" ecc.
    ^_^

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    1. Io, lo ammetto, non condivido il dire "quando sarai madre capirai", mi sembra una di quelle frasi di compatimento che si dicono quando non si sa come controbattere. Sicuramente ci sono situazioni particolari e genitori stremati che non sanno come fare, ma non credo sia la regola.
      Sono assolutamente d'accordo con te sul fatto che probabilmente molti genitori sono assuefatti e non si rendono assolutamente conto, così come non si rendono conto che non prendendo provvedimenti circa la maleducazione dei propri figli rischiano che un domani i pargoli ormai cresciuti vengano addirittura emarginati...
      Io, per fortuna, non ho mai viaggiato con bimbi urlanti in aereo, ma non avrei gradito. Poi eh, se un neonato piange, non è colpa di nessuno, ma i bimbi più grandi sono assolutamente controllabili (se lo si vuole).

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    2. Quando sarete madri capirete che queste situazioni (bimbi che vi picchiano o vi disturbano in mille modi diversi) vi faranno girare le balle un milione di volte di più! Perchè magari avrete passato ore e ore di tortura (vostra) per educare i vostri figli in un certo modo e dovrete subire l'inciviltà dei figli degli altri. O, peggio ancora, vi ritroverete in un posto tanto desiderato, dove avete deciso consapevolmente di non portare i vostri figli (magari sclerando per trovare il momento opportuno o per lasciarli a qualcuno) e vi toccherà subire le angherie e gli strilli di altri bimbi palesemente fuori posto.
      A me è capitato un paio di volte, perchè in genere non organizzo proprio di queste cose (parlo di cinema, teatro o appunto ristorante di un certo tipo) e mi è venuto un mega nervoso.
      Perchè ok, porto le bimbe a vedere Masha e Orso, ovvio che mi aspetto ci sia pieno di bambini urlanti e papà che russano sui sedili, ci sta (mio marito russava più forte di tutti). Va bene che decido di andare a teatro con un'amica a vedere La bella e la bestia lasciando a casa mia figlia 2enne (di domenica pomeriggio) e mi becco la 5enne che canta le canzoncine di fianco a me a squarciagola, ci sta, le canticchiavo anch'io che di anni ne ho più di 30...
      Ma che di sabato sera alle 21 una 4enne piange disperata urlando "mamma andiamo a casa" per 1 ora nel sedile a fianco al mio guardando il musical di Sister Act... ecco... questo mi fa altamente girare le balle. Soprattutto se in 5 anni è l'unica volta che sono riuscita a fare serata. Soprattutto se ho pagato 40-50 euro di biglietto. E soprattutto perchè da mamma a quel pianto straziante viene voglia di prendere a bastonate la mamma idiota. Perchè ok posso capire che ci hai provato, posso capire che speravi tirasse tutto lo spettacolo... ma se non ce la fa sei tu mamma a dover rinunciare, non puoi far piangere tua figlia per un'ora (che povera stella non ha colpe), nè imporre ai vicini di posto questo strazio al posto dello spettacolo. Eccheccavolo!

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    3. Tra l'altro, appunto, oltre che mancanza di rispetto verso il prossimo, è anche mancanza di rispetto verso tuo figlio che giustamente non è in un posto adatto ad un bimbo di quella età...

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  7. Ti rispondo da mamma... allora vietare l'accesso ai bambini credo si esagerato! Certo che sta all'intelligenza dei genitori capire se il ristorante è adatto o meno ai bimbi. Dopotutto i bambini fanno confusione perché si annoiano e non gli si può dire nulla per questo. Ai genitori invece sarebbe da dire di andare in un luogo più divertente per i loro cuccioli così tutti si godrebbero di più la serata! C'è pieno, per fortuna, di ristoranti per famiglie con aree gioco attrezzate e alcuni offrono anche il servizio di baby sitting quindi, per quanto mi riguarda, ben venga non andare in ristoranti di lusso per preferire un luogo adatto ai più piccoli.
    Un abbraccio,
    Angi

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    1. Purtroppo il buon senso non è per tutti.
      Che sia normale che un bambino che si annoia faccia confusione..beh, permettimi di dissentire. Se un bambino si annoia e quindi ritiene di dover urlare, molestare e magari fare male a qualcun altro, non c'è noia che tenga. E' un maleducato ;)

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  8. onestamente mi sembra si stia esagerando ... se un ristorante o locale pubblico che sia tiene fuori il cartello che i cani non possono entrare c'è la rivoluzione, gli animalisti insorgono e si va in piazza per far approvare una legge per cui gli animali possono entrare ovunque, se il cartello dice che sono i bambini a non dover entrare allora gli si fa un applauso e quasi una statua ...se ci sono bambini "ineducati" non è colpa dei bambini ma dei loro genitori incapaci di dare una qualunque regola ai propri figli ....sono loro che dovrebbero restare fuori dal locale ...questo è il mio pensieto

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    1. Io ho un cane (ne avevo due fino a poco tempo fa) e non mi sono mai lamentata di eventuali cartelli e anche dove non esposto ho sempre chiesto il permesso per poter entrare con il cane (non mi riferisco a ristoranti dove i cani preferisco non portarli, ma in generale ad esercizi commerciali).
      Sono comunque d'accordo che, nel caso dei bambini, è colpa dei genitori, ma trovo giusto che chi non vuole subire la maleducazione venga tutelato.

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  9. Strasantissime parole. Sono tprnata adesso dal cinema. Bambini in piedi. Bambini che non riescono a stare zitti. Bambini che parlano ad alta voce. E non era Masha e Orso. I bambini vanno educati. Se tuo figlio si annoia gli spieghi che è umano e che passerà. Se tuo figlio lancia gli spaghetti lo porti fuori immediatamente spiegandogli cosa ha fatto e arrabbiandoti, eccome. Non mi interessa che stanno verbalizzando un disagio e che poverini. Educare un figlio a capire dove si trova e cosa può fare significa fargli accendere il cervello. Trattarlo come un pacco da portare di qua e di là è farne un deficiente. Trovo il cartello più che giustificato!

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    1. Purtroppo non è più il tempo per spiegare ai bimbi che esistono dei limiti, che esistono gli altri e che al mondo non siamo soli e tocca adeguarsi al prossimo. Purtroppo.

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