venerdì 1 gennaio 2016

1 Gennaio: ode a chi oggi lavora

Ci siamo svegliati tardi stamattina e- tanto per cambiare- ci siamo ritrovati a fare le cose di corsa: fai il letto, sistema i vestiti che stanotte erano stati buttati a casaccio un po' ovunque, dai una parvenza d'ordine alla casa, prepara il pranzo, mangia, prendi il caffè. E poi Fidanzato è uscito.
Oggi lui lavora, io invece me la sono fatta franca e quindi sto a casa da sola. O meglio con il cane che, essendo notoriamente un animale da compagnia, dorme.
Preferisco di gran lunga andare a lavoro nei giorni di festa che stare a casa da sola, ma tant'è.
Sono dovuta uscire un attimo -avevo bisogno di un farmaco urgente che non poteva aspettare domani, nè tanto meno lunedì- e, intorno a me, c'era la desolazione. DESOLAZIONE VERA. 
Ho incontrato gli spazzini -ah no, si dice operatori ecologici, altrimenti non è politically correct- e i pompieri. Ho urlato buon anno, dopo aver abbassato in fretta e furia il finestrino della macchina. 
Mi avranno preso per matta.
Sono entrata in farmacia e ho augurato buon anno anche ai due farmacisti, due uomini di mezza età che probabilmente avranno lasciato a casa mogli e figli.
Poi sono andata al bar perchè dovevo prendere dei filtrini. Anche lì c'era poca gente che consumava o comprava qualcosa, ma tanta gente che lavorava. Ho augurato buon anno anche a loro.
E, infine, me ne sono tornata a casa.

E allora, in questo Primo Gennaio, un pensiero lo rivolgo a chi lavora, a chi si è tirato su dal letto e ha lasciato a casa fidanzati, mogli e mariti, figli, genitori. 
A chi lavora in tv -alle quali va sempre il mio primo pensiero perché sono una di loro- perché la tv non va da sola. C'è dietro così tanto lavoro che nemmeno io, fino a qualche anno fa, riuscivo ad immaginarlo.
A chi lavora nei cinema, nei teatri e nei musei perché quando vi sarete ripresi dalla serata di ieri e deciderete di fare qualcosa di tranquillo, loro saranno lì a farvi il biglietto, a vendervi pop-corn e patatine, a mandare in play il film.
A chi lavora negli hotel e poco importa se siete clienti che resteranno una settimana o solo due ore perché, si sa, chi tromba a Capodanno, tromba tutto l'anno. 
A chi lavora alle giostre perché quando -magari tra un pò- deciderete di portare i vostri bimbi a fare un giro sull'autoscontro, loro saranno lì.
Agli spazzini che puliscono il delirio che si è fatto ieri -giuro che ho visto chili di calendari del 2015 che qualcuno avrà ben pensato di buttare dalla finestra- e, nel caso della mia zona, quelle maledette foglie che sono ovunque.
A medici, infermieri e a tutti coloro che lavorano nel settore medico che oggi avranno una giornata difficile, come tutti i sabati sera e come tutte le festività, tra incidenti e tra persone -purtroppo ancora troppo- che hanno riportato danno sparando botti. A loro che oggi -come tutti i giorni- daranno cattive notizie, che renderanno triste a qualcuno questo giorno di festa, ma ne daranno anche di buone, restituendo a qualcun altro la speranza di una vita migliore. A loro che faranno nascere i vostri figli, che accudiranno i vostri cari, che avranno per voi una parola di conforto.
Ai veterinari che soccorreranno i vostri animali e magari gli salveranno la vita.
Ai farmacisti che sono lì a vendervi un farmaco di vitale importanza o i cerotti o qualsiasi altra cosa.
Ai vigili del fuoco, ai poliziotti, ai carabinieri e a tutte le forze dell'ordine per i quali oggi è un giorno come un altro.
A chi lavora in bar e ristoranti che oggi sono aperti, che vi prepareranno un caffè o un piatto di fettuccine all'astice, che vi porteranno una forchetta pulita, che apparecchieranno e sparecchieranno tavoli, che laveranno piatti e tazzine.
A chi lavora con gli animali perché, sapete, gli animali, esattamente come noi, mangiano tutti i giorni e non solo nei giorni feriali.
Agli operatori di call center che - in molti casi- risponderanno anche oggi per aiutarvi a risolvere un problema, per aumentare i giga della vostra connessione, per capire perché la bolletta della luce è così alta, per aiutarvi con la prenotazione di un aereo.
A chi lavora nelle navi e in porto , in aeroporto e sugli aerei, sui treni e in stazione per permettervi di viaggiare anche oggi che è festa.
Agli autisti degli autobus che probabilmente si troveranno gli autobus vuoti, ma che comunque devono circolare.


A chi lavora nei negozi che oggi sono aperti, anche se io non ne ho visti, ma non escludo che ci siano, magari in centro.
A chi lavora nei supermercati che ormai -qui, ma credo anche in tutte le città d'Italia- sono aperti h24 7 giorni su 7, di modo che, se come me, vi rendete conto di non avere carta igienica quando vi serve urgentemente, potete correre a comprarla. 
A chi lavora nelle redazioni dei giornali perché i giornali -anche se adesso le notizie le leggiamo su internet- devono uscire e per uscire, ci deve essere qualcuno che scrive, che li impagina, che li stampa. E anche a chi i giornali li consegna alle edicole alle tre del mattino.
A chi oggi non lavora, ma è reperibile. Vi assicuro che la reperibilità è una delle peggiori disgrazie dell'umanità, visto che tanto non si può fare nulla, si soffre di crisi paranoico-compulsive per paura che il cellulare non prenda, si spenga, la suoneria non sia abbastanza alta.
E a tutti coloro che non ho nominato perché, perdonatemi, ma non mi siete venuti in mente. 
Se c'è qualcuno che oggi -come tutti i festivi- lavora è perché qualcun altro usufruirà di quel servizio. E il lavoro di uno servirà a tanti.
Se è vero che quello che si fa a Capodanno si fa tutto l'anno, vi auguro di lavorare per i prossimi 366 giorni, di non perdere il lavoro, di non vedere chiudere la vostra azienda all'improvviso.

E, se proprio siete disperati all'idea di lavorare oggi, pensate alle maggiorazioni festive. 
Io, quelle rare volte che mi viene la tristezza, penso a quelle.


5 commenti:

  1. Risposte
    1. Mentre pensavo a questo post nella mia testa, mi sei venuta in mente. Ecco perchè chi lavora nei cinema sta alla seconda voce della lista :)

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    2. Già mi sono commossa prima, adesso mi scende la lacrimuccia!

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