lunedì 13 luglio 2015

Amore a distanza

Quando ho aperto questo blog, volevo parlare di vita quotidiana.
Una cosa tipo:"Cosa succede nella mia vita di ogni giorno? Cosa ho fatto oggi?"
Non una sorta di diario segreto che, per carità, mi bastano quelli che ho scritto tutti i giorni dai 10 ai 13 anni circa, ma qualcosa di un po' più interessante.
Ho anche cercato di raccontare chi sono le persone che mi circondano (e ancora non ho finito di farlo), parlando di Fidanzato (altresì noto come il Tizio che non mangia salame), dei miei genitori, dei cani, dell'amica di sempre.
A quei tempi -pare una vita fa, ma in fondo sono passati poco più di sei mesi- la mia vita era abbastanza lineare, fatto salvo per questo: casa nostra, il lavoro, alcune preoccupazioni, tanto amore e un po' di malinconia per i genitori lontani.
Poi, prepotente come poche cose al mondo, nelle nostre vite si è insinuata Milano.
Milano è entrata a fare parte della nostra vita dalla sera alla mattina con una telefonata che diceva più o meno:"Ciao, ci vieni a Milano?". Passati due giorni da quella telefonata, stavo sistemando dei piatti nella credenza della cucina, è arrivata un'altra telefonata che diceva:"Allora ci vediamo lunedì a Milano?".
A momenti casco dalla sedia, mi sono passate per la testa un sacco di cose.
Sono arrivata a Milano quel lunedì senza sapere esattamente come sarebbe andata a finire.
Nel giro di tre giorni ho avuto una data per il trasferimento. Erano tutti felici per me, in modo sincero: i miei genitori, Fidanzato, le mie amiche.
Ok, non sono andata dall'altra parte del mondo e, all'inizio, ero davvero convinta che al massimo ogni dieci giorni sarei riuscita a tornare a casa mia a Roma, ma, visto che tra turni e biglietti del treno che costano uno sproposito, non è andata esattamente così.
Fidanzato, anni fa, quando ci siamo messi insieme mi aveva detto che lui era assolutamente contrario alle storie a distanza e questa cosa io non l'ho mai dimenticata, quindi un pò di paura ce l'avevo. "E se si rompe le scatole e mi manda a quel paese?"
Lui, però, è un uomo eccezionale e mi ha appoggiato in pieno. Abbiamo deciso insieme, ci siamo guardati in faccia e abbiamo capito che questo trasferimento era la cosa migliore da fare, per me, ma soprattutto per noi.
Non è stato facile perché io ho lasciato una casa che ancora doveva essere finita, ho lasciato la nostra quotidianità e soprattutto ho lasciato tutto sulle sue spalle. Tutto quello che prima facevamo in due, adesso deve farlo quasi sempre da solo, senza di me.Così come io, tutto quello che faccio, sono costretta a farmelo da sola.

A volte, complice il lavoro che facciamo, non riusciamo nemmeno a sentirci, se non grazie a Whatsapp: a volte, lui dorme mentre io lavoro e poi, quando lui a lavoro, io dormo e anche quando l'altro si sveglia, cerchiamo di non stare al telefono quando siamo a lavoro perché  non è esattamente una cosa carina da fare.
E' difficile dormire da sola, per me che sono abituata ormai da anni a dormire nel lettone con lui; è difficile rinunciare alle piccole abitudini quotidiane, come quella della colazione a letto che per me è praticamente un must. E so che io manco a lui, anche se ogni volta che sono a casa, dice al Cane che non vede l'ora che me ne ritorno da dove sono venuta!
Ma, alla fine di tutto, è più facile di quello che pensavo: ero convinta che avrei passato il mio tempo a piangere in attesa di rivedere Fidanzato e, invece, passata la grande malinconia iniziale (che ogni tanto torna per carità), mi sono adattata a questa nuova situazione, che per fortuna non sarà per sempre.


E se non sarà per sempre è perchè io so che lui mi seguirebbe ovunque se dovesse essere il caso, così come io lo seguirei ovunque. E sono felice di avere un Fidanzato così.

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