sabato 6 giugno 2015

Lavorare gratis? Ma anche no!

Pare che Jovanotti (si proprio quello che cantava Bellaaaa come una mattina, come l'acqua cristallina, ecc ecc) abbia detto che lavorare gratis possa servire per fare esperienza.
Poi è venuto fuori che non aveva detto proprio così, ma che aveva raccontato di quando lui lavorava alla sagra del bombolone -dai, ma sei serio?- in cambio di qualche mancia e si divertiva un mondo, quindi chi se ne frega dei soldi. Aveva tredici anni o giù di lì, quindi giustamente dei soldi non gli fregava un tubo.
Ecco, io sono una di quelle persone che è estremamente contraria al lavoro non retribuito e non è che mi interessi granché del motivo per il quale si lavori gratis.
E no, non sono d'accordo nemmeno se hai 18 anni e nemmeno se ti sei appena diplomato/laureato.
E' vero è necessario fare esperienza, un lavoro non si impara sui banchi di scuola, nè tanto all'università, ma esistono molteplici modi per imparare un mestiere senza farsi sfruttare.

Durante l'università io feci un tirocinio -avete presente quei tirocini che ti danno crediti formativi senza i quali non puoi laurearti?- ovviamente gratis. Faceva parte del mio percorso di studi.
Potevo scegliere tra diverse opzioni e scelsi una cosa estremamente figa, infatti andai a lavorare alla Mostra del Cinema di Venezia.
Avevo 22 anni, avevo già svolto diversi lavoretti -tutti pagati per altro- ma quella era la primissima esperienza in quello che speravo sarebbe diventato il mio settore. Ho una laurea specialistica -abbastanza inutile a dir la verità- in Cinema e Televisione e quindi cosa meglio di quell'esperienza?
E poi dai, ho conosciuto un sacco di gente fighissima e super famosa.
Ho lavorato? Si, tantissimo: dormivo due ore a notte, adesso non so nemmeno se riuscirei a fare una cosa simile. Lavoravo e poi andavo anche alle serate per vip.
Ricordo ancora con una certa emozione l'incontro a una di queste serate con Tinto Brass. La sagra del viscidume insomma, ma una grande esperienza di vita.
Mi sono divertita? Si, da morire.
Ho imparato qualcosa? Si, moltissimo. E qualcosa di quello che ho imparato lì mi è servita tanto per quello che è venuto dopo: la resistenza allo stress, ad esempio.
Hai avuto qualcosa in cambio? Si, i crediti formativi che mi servivano per laurearmi. Senza, ciao laurea. Quindi ok, non ho avuto una retribuzione, ma avevo tutto in regola -assicurazione compresa- e poi dovevo farlo per forza.

Dopo questa esperienza, che ancora per altro compare nel mio cv e la gente fa ooooooo quando la legge -perchè si sa, la Mostra del Cinema fa sempre un certo effetto- mai più lavorato gratis.
Però, c'è un però.
Quando lavoravo durante gli studi, ovviamente, guadagnavo poco: dovevo imparare, non avevo esperienza o comunque ne avevo poca e giustamente quello che guadagnavo era commisurato alla mia esperienza.
Quando ho finito di studiare e ho trovato il mio primo lavoro full time: non sapevo nemmeno che esistesse quel lavoro, come la maggior parte delle persone. Ho imparato grazie a qualcuno che mi ha insegnato. Avevo un contratto regolare con ferie, malattia, permessi e via dicendo, ma un inquadramento contrattuale abbastanza basso. Giustamente direi.
Negli anni, continuando a fare sempre lo stesso lavoro, anche se in posti diversi, il livello contrattuale è aumentato perché avevo più esperienza.

Non voglio fare la figa, sia chiaro. E' per dire che il lavoro va pagato. SEMPRE.
Poi ovviamente meno esperienza hai meno ti pagheranno, su questo sono d'accordo, ma meno ti pagheranno non significa che mi devi dare 20 euro e una busta di patatine, ma magari mi dai il minimo salariale previsto dal contratto collettivo di quel settore merceologico, facendomi per esempio un contratto di apprendistato. Tutti i lavori hanno un settore merceologico. Poi, man mano che acquisisco esperienza e competenze magari mi aumenti lo stipendio, mi promuovi e via dicendo.

Si lo capisco, per molti sarebbe un sogno. So che non per tutti funziona così e mi dispiace.
So che molti lavorano senza una retribuzione,
Ma sono convinta che, in parte, dipenda anche da noi. Noi inteso come collettività, sia chiaro.
E vi spiego perchè.
Oltre all'esperienza, quando lavoriamo, ci mettiamo il nostro tempo, il nostro impegno. A volte ci mettiamo le competenze che abbiamo acquisito studiando a scuola o all'università, che non saranno mai come le competenze acquisite lavorando, salvo rarissimi casi, ma comunque sono competenze.
Quel tempo e quell'impegno li togliamo ad altro, che sia la famiglia, un hobby, una passione o qualsiasi altra cosa.
Io ho una sola vita e il mio tempo non lo regalo. Non so quantificare esattamente quanto possa costare il tempo di una persona, sono convinta che il mio di tempo, ad esempio, in alcuni casi valesse un pò di più e in altri un pò di meno: ci sono stati periodi della mia vita in cui magari non avrei avuto un tubo da fare se non avessi lavorato e magari avrei passato le giornate a bighellonare sul divano, altri periodi in cui il mio tempo era preziosissimo, quando Fidanzato era in clinica ad esempio.
In generale, quindi, non so attribuire in modo assoluto un valore al mio tempo, ma sono sicura che ce l'ha. Così come il mio impegno che cerco di mettere in qualsiasi cosa faccio, anche quando vorrei spaccare tutto e scappare lontana (ebbene si, a volte succede).

Hanno offerto anche a me un lavoro non retribuito, anzi in pratica avrei dovuto pagare io per avere l'onore di lavorare lì. Ho rifiutato, ma probabilmente, visto che dubito di essere l'unica a cui è stata offerta questa grande opportunità, qualcun altro ha accettato.
E finchè ci sarà qualcuno che accetta, ovviamente queste proposte verranno sempre fatte.
"Sempre meglio di stare a casa a rigirarsi i pollici".
Io lavoro non solo per l'esperienza (e anche perchè non so stare a casa a non fare nulla), ma anche per un tornaconto economico. Sarei ipocrita se dicessi che lavoro solo per la gloria. E se devo rimetterci francamente sto a casa: coltivo i miei hobby, le mie passioni, passo del tempo con le persone a cui voglio bene. Non guadagno, ma non spendo per andare a lavoro. E mantengo la mia dignitià.
Perché, ebbene si, io sono convinta che lavorare gratuitamente, comporti una perdita di dignità, oltre che di autostima. Se fossimo davvero indispensabili -come a volte fanno a credere a chi lavora gratis- ci pagherebbero per non farci andare via. Perché lo sanno bene che, prima o poi, chi lavora gratis se ne va: perché ha trovato un lavoro finalmente retribuito o anche solo perché si è stufato.
Tra l'altro, sono dell'idea che presentarsi ad un colloquio dicendo "ho lavorato gratis, facevo uno stage non retribuito e roba simile" faccia pensare a chi ci sta facendo quel colloquio che saremo sempre disposti a lavorare gratis.
E accettando un lavoro non retribuito mettiamo nelle condizioni altri di trovarsi nella condizione di scegliere se lavorare gratis o non lavorare perchè tanto, anche se io sono più bravo, più intelligente, più qualsiasi altra cosa di te, tu lavori gratis, non costi nulla.


Qualcuno mi dirà che se si è disperati si accetta di tutto.
Io aggiungo: se si è disperati si accetta di tutto, purchè sia retribuito.
Perchè se si è disperati significa che si ha la necessità di avere un'entrata, sia per pagare l'affitto o il mutuo che sia, le bollette, per mangiare, per mantenere un figlio o un genitore o qualsiasi altra cosa.
E su questo sono d'accordo: c'è stato un periodo in cui ho inviato curriculum per qualsiasi cosa perchè comunque ho una casa da mantenere e delle spese da affrontare, per cui uno stipendio mi serviva.
Avrei potuto chiedere a mamma e papà è vero. Ho dei genitori che mai si sognerebbero di farmi mancare qualcosa, ma non tutti hanno questa fortuna. Alcuni hanno dei genitori che non possono permettersi grandi cose o, più semplicemente, i genitori non li hanno più.
E poi, non vedo perché i miei genitori dovrebbero mantenermi se decido di farmi sfruttare da qualcuno che non mi paga per lavorare.

Se volete farvi sfruttare è un vostro diritto, ma pensate sempre al danno enorme che causate a chi di farsi sfruttare non ha nessuna voglia. Non sarete schiavi, visto che magari scegliete volontariamente di lavorare gratis, ma stronzi si, lo siete.


15 commenti:

  1. pesantuccia alla fine, ma veo. Se proprio devi fare qualcosa gratis, si fa del volontariato, si aiuta il prossimo, le persone svantaggiate, ora si dice così, fa tanto chic.
    Purtroppo queste cose il nostro governo non lo capisce. Tanti bla,bla e concretamente.......mi mancano le parole

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  2. Concordo pienamente con te! Ho fatto diversi stage e lsvoretti per imparare ma mi hanno sempre pagata, poco perché giustamente sapevo fare poco. Credo sia una questione di rispetto.

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    1. Anche io sono convinta sia una questione di rispetto di chi,prima di essere lavoratore,è comunque una persona...
      Sul pagare poco all' inizio sono d' accordo anche io,l' importante è che sia comunque una cifra un minimo decorosa.

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  3. Troppo spesso si confonde il significato di "volontariato", "stage" e "lavoro", quasi sempre per scopo di lucro. Ogni esperienza della vita ci può insegnare qualcosa, ma concordo con te, la storiella del "meglio fare qualcosa che girarsi i pollici" è spesso una scusa per guadagnare alle spalle di qualcuno. Il lavoro si paga.

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    1. Eh si,è una scusa bella e buona. Quello che mi domando è come chi accetta queste cose,non se ne renda conto.

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    2. C'è anche da dire che siamo nella società dei "workaholic", adesso lavorare come pazzi, tornare a casa stremati e vivere per il lavoro è quasi figo, tutti si vantano di restare in ufficio 12 ore, alla faccia delle lotte sindacali!

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    3. E a volta si vantano anche del fatto che gli straordinari non sono pagati se non con la riconoscenza... O_o

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  4. Ogni cosa importante che abbiamo la dobbiamo quantomeno in parte ai nostri genitori. Mio babbo non é mai stato nè imprenditore né venditore, né miliardario, né cose di questo genere.

    Probabilmente erano anche attività che a modo loro gli facevano paura.

    Lui veniva dalla fame vera (non dalle cazzate della "crisi") e uno stipendio fisso era probabilmente quanto di più giusto potesse meritarsi.

    Dico sul serio.

    Una cosa peró me l'ha insegnata chiaramente: non esistono lavori peggiori o migliori.

    Nessun lavoro é "umiliante" o "degradante".

    É il lavoro stesso che é edificante. Lavorare, fare, produrre, rendersi utile alla società a prescindere dalla retribuzione.

    Quando ne parlavo con alcune persone rimanevano "colpite" (anche del semplice concetto di "andare a bottega") io rimanevo shockato.

    Quella non é formazione. Sono le cose che mi ha insegnato papà.

    Allora quando sento sfigati che stanno a casa perchè "il lavoro che gli hanno offerto è degradante" o peggio "mi pagano troppo poco" ecc...ecc...

    Mi sale il demonio.

    Si va a lavorare per "lavorare" innanzitutto. Per non sentirsi un inutile coglione. Per produrre e darsi da fare. Anche gratis.

    E mentre si sta lavorando, non dal divano a casa, si cerca qualcosa di meglio.

    Come il minotauro era un incrocio tra un uomo e un toro, un "disoccupato" é mediamente un incrocio tra un pigro e un coglione.

    Non sei d'accordo? Non votarmi alle prossime elezioni, tanto non mi candido.

    Uno che sta lavorando (anche sottopagato o gratis) che cerca lavoro é molto più appetibile di un disoccupato o di un parassita che vive di falsi assegni di disoccupazione, malattia o mantenuto da mamma.

    Si lavora per fare esperienza. Perchè all'inizio si è inutili e si dovrebbe pagare per imparare un lavoro come si paga quando si va a scuola.

    Se poi non ci arrivi e te le devo spiegare io queste cose, bhe, hai avuto i genitori sbagliati.
    Bella pe te.

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    1. Gratis non è lavoro, è volontariato e farlo è assolutamente edificante,ma non va confuso appunto con il lavoro.
      Scrivere sul cv che si è disposti a regalare il proprio tempo ad un'azienda non porta lavoro retribuito. Molto meglio un lavoro pagato, partendo sicuramente dalla gavetta (quindi da un livello basso del ccnl di riferimento) che non sminuirsi così ;)

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    2. Carissima guarda che anche Jovanotti ha sostenuto in passato (e mi trova daccordo) che LAVORARE GRATIS serve per fare esperienza.

      Non ha detto:

      "Lavorare gratis per tutta la vita" :)

      Ovviamente NON si intende. Lavorare gratis dal primo pirla che sta per fallire. Lavorare gratis per me significa:

      "individuare qualcuno che ha già ottenuto un risultato specifico in un determinato settore o da un punto di vista finanziario"

      E ANDARE A BOTTEGA. Ossia stare a contatto con questa persona e imparare. Io quando sono stato negli Stati Uniti con il mio mentore Joseph, sapeva fare un lavoro con i clienti a dei livelli PAZZESCHI che io non sapevo fare. E ho vissuto a casa sua per circa 3 anni.

      Gli ho stirato le camice e preparato il pranzo, proprio come si faceva ai tempi. Però ORA (oltre ad avere delle attività) so come insegnarle quelle cose.

      Quindi PER OTTENERE dei risultati c'è sempre un prezzo da pagare.

      Purtroppo la maggioranza di voi NON è disponibile.
      Si fa menate mentali su:

      "Eh ma se non mi diverto adesso quando lo faccio? a 50 anni?"
      "Eh ma non esiste solo il lavoro"

      Tutte "convinzioni limitanti" tipico di chi non ha voglia di fare;).

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    3. Certo, esistono gli stage curriculari universitari (io stessa ne ho fatto uno tanti, tanti anni fa), nonchè gli stage inseriti all'interno del percorso scolastico (non so come funziona adesso nello specifico, ma so che vengono fatti tuttora), ma nel momento in cui avviene il vero inserimento nel mondo lavorativo -dopo il percorso di studi- è davvero sciocco, secondo me, lavorare gratis per due, tre, cinque, dieci anni. Anche perchè ribadisco che il volontariato, non è lavoro.
      Chiaramente sono punti di vista, tu sei liberissimo di lavorare gratis anche per sempre (consapevole però di arrecare un danno al mercato di riferimento), io mi tengo stretta il mio lavoro ben pagato ;)

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    4. Perchè questo è il modo di ragionare degli italiani, specie di quelli del sud. Hanno la mentalità del "Boost fiss" " e stare con mammà fino a 40anni".

      => Ma non funziona cosi.

      IO ad oggi ho 6 aziende che non dipendono (necessariamente dalla mia presenza) ;). E all'inizio non sapevo fare un cazzo. Ma ho risolto cosi tanti cubi di rubik dal livello:

      "Schiavo-dipendente" a "Come gestire più aziende".

      E tanti come te inizialmente mi dicevano:

      "ma nooo ma non puoi lavorare gratis" o "lavorare 20 ore al giorno".

      Però loro oggi sono ANCORA senza lavoro o con malapena uno stipendio,mentre io ho 6 attività.

      Come è possibile? ;)

      E non sono nato negli anni 60-70-80- ma nel 90.

      Ma ho fatto dei passaggi, che magari tu in questo momento non vedi.

      La prima regola:

      "Parlare di lavoro CON CHI OTTIENE RISULTATI MILIONARI"

      Come se dovessi andare da una persona grassa a chiedergli:

      "Scusa ma come si fa a dimagrire?"

      E chiaro che non può parlare. Si parla con i risultati!

      Idem con il lavoro e con il denaro. Bisogna parlare SOLO con gente che ha già ottenuto quei risultati.

      E Se tu non sai fare una mazza all'inizio (come anche io 7 anni fa):

      - Che tu sia una dipendente
      - Un'imprenditrice
      - Una libera professionista.

      Tu non ti puoi far pagare. Perchè saresti una ciarlatana. E quindi (potenzialmente una truffatrice). Tu (faccio un esempio) da giovane hai riparato il carburatore del motorino, non significa che sei una meccanica.

      E se fai pagare la tua "merda" per buona, se permetti (a me cliente) mi farebbe incazzare alquanto. Perchè NON sei una professionista.

      E tu potresti dirmi:

      ========
      "Allora cosa devo fare per diventare una professionista?"
      ========

      Andare a bottega! Proprio come facevano i miei nonni. Anzi e a quei tempi si pagava pure per IMPARARE un lavoro. E voi menate la ciolla su ste cose. Vuol dire che avete avuto la classica educazione dai genitori comunisti che "vi vogliono con il bost fiss".

      Ma il mondo non funziona cosi.

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  5. O come quelli che mi dicono:

    Oggi non paga più nessuno o danno stipendi da fame!


    ================
    Le balle sugli "stipendi da fame". E quello che gli dico sempre è:

    Se vuoi combinare qualcosa nel mondo del lavoro, è necessario che tu faccia due cose :

    Smettila di menare il torrone con gli "imprenditori sfruttatori" che danno "salari da fame" e smettila con la cazzata "la vendita non è per te".

    Ti do un po' di DATI (fatti, non opinioni):

    Più della metà dei possessori di franchising McDonalds e più del 40% dei loro manager hanno cominciato la carriera come lavoratori nel ristorante partendo dal punto più basso, in un lavoro con uno "stipendio da fame".

    La catena internazionale Chipotle Mexican Grill che conta 1400 ristoranti in mezzo mondo, ha creato una aggressiva campagna di carriera per tutti i suoi dipendenti al fine di renderli manager.

    I 300 che si sono qualificati quest'anno, hanno uno stipendio medio di 90.000$, vacanze pagate, stock option aziendali e automobile.

    Tra i miei migliori collaboratori ci sono persone che hanno cominciato con un tozzo di pane e "fammi vedere cosa sai fare", e oggi si stanno portando a casa una "tredicesima" con 4 zeri attaccati e benefit vari.

    Non esistono STIPENDI DA FAME. Esistono solo stipendi "entry level" e non sono progettati né intesi come "situazione perenne per tutta la vita".

    Sono solo il primo step di carriera dal quale muoversi e scalare la vetta, anche se vuoi fare il dipendente a vita.

    E indovina come si fa a scalare le posizioni in qualunque azienda?

    Le aziende hanno SEMPRE bisogno di gente in gamba e non sono disposte a lasciarsi sfuggire:

    1 Chi si fa il culo sul serio
    2 Chi le aiuta a vendere la "merce" che hanno in magazzino, qualunque essa sia e qualunque ruolo tu occupi formalmente in azienda.

    Basta menartela con il fatto che sei "sottopagato". NESSUNO sottopaga chi si fa il culo e contribuisce alla causa, quantomeno non troppo a lungo.

    E se qualcuno lo fa, ci sarà SEMPRE qualche imprenditore pronto a valorizzare le tue qualità e la tua voglia di portare risultati.

    Muovi il culo invece di stare a casa a frignare con stronzate del tipo "Eh, ma se devo prendere solo questo allora sto a casa a fare niente".

    Se vuoi DAVVERO raggiungere qualcosa nella vita, innanzitutto devi cominciare a muoverti.

    Alza il culo. Passa attraverso ogni opportunità. Non lamentarti. Lavora.

    I risultati arriveranno.

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    1. Lorenzo, credo tu non abbia capito: lavoro da più di dieci anni e anche con risultati soddisfacenti per la mia carriera che cresce in modo positivo da diverso tempo :)
      Il post si riferisce ad una frase di Jovanotti di diverso tempo fa e io resto contraria al lavoro gratis, sarà che ho avuto la fortuna di non avere mai a che fare con stupidi che credevano di poter avere il mio tempo e le mie competenze gratis :D
      Un abbraccio!

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