mercoledì 27 maggio 2015

Pensieri sparsi sulla ginnastica artistica

Non sono l'unica al mondo ad amare la ginnastica artistica immensamente.
E la cosa bella è che ne conosco parecchie di persone come me, quindi beccatevi le emozioni di qualcuno che non sono io, qualcuno con cui condivido la mia enorme passione per la ginnastica.

-Se penso ad una delle gare più belle per me sicuramente la finale a squadre dei Mondiali 2010: non ero a casa quella settimana e non avevo né internet né la parabola per vedere la gara (non c'era il digitale) ho obbligato mia madre a registrare tutta la competizione.
Ho fatto di tutto per non vedere il risultato una volta tornata a casa (come tutte le volte che non vedo una gara in diretta). Mia madre mi aveva fatto capire che la Cina era arrivata terza e poi ho rivisto la finale tre o quattro volte.
Quando sul forum commentavano le gare davo telefonicamente le istruzioni a mia sorella per leggere tutti i commenti in ordine in modo da immaginare la gara in diretta, come ad esempio gli Europei Junior del 2012.
Guai se so direttamente il risultato senza sapete come è andata tutta la gara!!!
(Claudia)


-La ginnastica per me non è solo il bel Body, i capelli ben legati delle ragazze, e gli esercizi perfetti nelle gare, la ginnastica per me è la fatica, il sudore, i calli alle mani e tutto il lavoro che c'è dietro. È questo che mi affascina della ginnastica artistica, il fatto che nonostante tutte le difficoltà che si pongono di fronte alle atlete, loro continuano per la loro strada per inseguire il loro sogno più forti di prima
(Valentina)

-La prima gara a cui sono andata è stata la Golden League, riscaldamento pre-gara. sicuramente una grande emozione: alcuni rientri, per altre l'ultima gara... Un' atmosfera a primo impatto ovattata, entri e il tuo sguardo segue solo le ragazze all'attrezzo, chi già in body chi ancora no. Sei curiosa più che mai e non vedi l'ora di sederti e fare il tifo per la tua eroina che nel frattempo hai già cercato con la coda dell'occhio, per non fare la figura della stalker. Inizia la gara, sei più agitata tu delle ginnaste per poco, urli a più non posso e cerchi di motivare ogni singola ginnasta, è il loro momento e speri che diano il loro meglio. Certo, ogni tanto la delusione c'è, ma con essa il desiderio di fare bene. La lista delle vincitrici, la premiazione, tutto scorre veloce ma vorresti si ripetesse, vorresti riviverlo un'altra volta, da capo.
(Bianca)

-Parto dal fatto che sono nata nel '99 ed ho iniziato a seguire la ginnastica con le Olimpiadi di Sydney (sì, ero molto piccola).
Ogni giorno me ne innamoro sempre di più e ogni giorno mi dà un'emozione diversa.
Quello che vivono le ginnaste lo vivo pure io.
Quando tornano da un infortunio (che sia piccolo o più grave) sono la ragazza più felice perché tornano ad allenarsi pienamente e tornano a dare il meglio di se.
Poi ci sono le tanto amate quanto odiate gare: odiate perché non si vedono da nessuna parte o perché tu sei dall'altra parte del mondo o dell'Italia e non hai soldi per andarle a vedere, odiate quando mettono l'Italia nelle suddivisioni cosiddette "sfigate" (cosa che capita molto spesso) odiate quando non ci danno i punteggi che meritiamo oppure a noi danno i punteggi che meritiamo e ad altre ginnaste punteggi molto alti che non si meritano e ci fanno perdere moltissime medaglie.
Ma oltre a tutte queste cose io le gare le amo: le amo si, perché le ragazze e i ragazzi danno il tutto per tutto per fare ogni elemento alla perfezione e già questo ti riempie il cuore. È una cosa fantastica.
Quest'anno nonostante la mia salute traballante sono andata a Montpellier a vedere gli Europei, sono stati quattro giorni fantastici!! Ho visto Erika Fasana fare il Chusovitina per la prima volta in una vera competizione. Purtroppo, per quello che ti dicevo prima ho sofferto moltissimo per i due quarti posti (forse mi capirai ma mi sono messa a piangere come una deficiente), ma mi sono divertita a perdere la voce per lei, per il 9° posto AA ed il 5° posto a parallele di Martina, per Ludovico, per il nostro mitico Dog Matteo, ma soprattutto per la medaglia che aspettiamo da ben UNDICI ANNI di Albero Busnari ( e pure qui mi sono messa a piangere come una deficiente ma questa volta di gioia) Emoticon smile
(Giulia)

-La prima cosa che un allenatore dovrebbe sapere trasmettere ai propri atleti è la passione per ciò che stanno facendo. E non c'è niente di male se insieme alla passione che in prima persona non si è riusciti a realizzare: perché vedere i proprio sogni concretizzarsi è comunque la più grande forza di soddisfazione, non importa se ciò avviene nella persona di un altro. E un buon allenatore questo lo sa.
Ho scritto questo pensiero il giorno dopo la gara delle mie bambine (tra i sette e i nove anni).
Sognavo di farle diventare agoniste, o almeno di provarci, ma manca la struttura (, manca lo spirito, mancano i fondi, l'organizzazione, il tempo. Poi però ho capito che mi basta dare loro il massimo, mi basta averle fatte appassionare, mi basta vederle uscire soddisfatte dopo un allenamento produttivo, mi basta ricordarmi di quanto sono fortunata ad allenare queste splendide bambine!
(Aryanna)

-Avevo tredici anni, ero da un' amica a giocare e lei inizia a guardare la serie tv Ginnaste-Vite Parallele, mi girai e vidi quelle ragazze saltare, volare e fu da quel primo sguardo che la ginnastica entrò in me. Sono passati ormai quattro anni da quel giorno ma lo ricordo ancora. Quel giorno ha cambiato una parte di me. Guardai tutta la puntata con lei, mi spiegò anche tutti i personaggi, ma non capivo niente, ero troppo concentrata a guardare quelle ragazze volare.
Andai a casa, e iniziai ad informarmi sulla ginnastica cercando su internet, la conoscevo già ma avevo visto solo amiche che praticavano CSI fino ad allora.
Guardai per settimane video su video di Carlotta Ferlito: è grazie a lei se ora sono in questo mondo magico.

Arriva settembre e decido di iniziare ginnastica, c'è solo una piccola palestra qua da me, ma basta. Ricordo esattamente il giorno in cui sono entrata in palestra: avevo un sorriso a 32 denti, ero emozionatissima, vedevo le agoniste fare cose strane che allora non conoscevo. Quella lezione è passata velocemente, in un batter d'occhio ma fu magnifica. Avevo due allenatrici magnifiche, gentili e mi sentivo così soddisfatta a fare quello sport. Sembravo una bambina di otto anni in un luna park!!
Iniziai a imparare tutti gli elementi, gli attrezzi, i nomi delle ginnaste nazionali e non, di quelle che hanno fatto la storia.
Era il 2012, l'anno olimpico, passai quei giorni incollata alla tv, a tifare Carlotta, mentre scoprivo la bravura di Vanessa e ne rimanevo incantata.

Imparai velocemente, non solo i miei elementi, ma tutto ciò che riguardava la ginnastica italiana e straniera.
Volevo assolutamente vedere Carlotta, correvo per il palazzetto in cerca di autografi, e di Carlotta. Non sapevo niente di come funzionavano le gare.
6-4-2013: non è morto nessuno, io quasi!
Dopo aver insistito mesi per vedere queste ragazze dal vivo, vado con la società alla finale di Serie A.
Non sapevo cosa aspettarmi, non pensavo che era tutto così diverso dalla tv.
Entro al Mandela Forum, e i miei occhi non credono di essere lì. Fu il giorno più bello. Ero ansiosa, emozionata, dentro di me c'erano tutti i sentimenti possibili.
Ma la passione per questo sport è troppa, e mi pento tantissimo di averlo conosciuto così tardi. In questi anni sto provando l'amore, la passione per lo sport che non ho provato da bambina.
Ma arriva il momento della GAL. Durante gli esercizi di Carlotta non riuscivo a parlare, ero incantata nell'osservarla. Ero stupita.
Non vi dico l'emozione, ricordo quel giorno come se fosse ieri.

Ogni gara è un emozione, l'adrenalina che mi trasmettono le gare, le ginnaste è tantissima. Mia madre si è stancata di vedermi urlare mentre guardo le gare e mi considera una morbosa della ginnastica ormai ahaha
(Marika)

-Una delle emozioni più belle legate alla ginnastica per me si vive nel momento in cui il tabellone dei punteggi mostra esattamente il punteggio che ti aspettavi ed esattamente quello che serviva alla ginnasta per poter vincere o comunque per raggiungere la finale che si aspettava. Poi ovvio che le emozioni si moltiplicano all'ennesimissima potenza quando ciò accade alla tua ginnasta )e su cosa intendo con "tua ginnasta" può capirlo solo chi ne ha una): la sua soddisfazione diventa la tua. E quel numero che compare sul tabellone, che poi in realtà è solo un numero. è il risultato di anni e anni di duro lavoro e il fatto che ti venga dato ciò che ti meritavi ti fa sentire appagato degli sforzi fatti. 
Non voglio ridurre la bellezza della ginnastica ad un numero, sia mai, ma le emozioni che quei numeri, quando sono "giusti", ti danno sono impagabili, Se poi si ha la fortuna di poter essere lì davanti al tabellone e vicino alla tua o alle tue ginnaste e quindi hai anche la possibilità di stritolare e gioire con loro del risultato, beh dai, è indescrivibile!!
(Silvia)

E infine c'è chi mi ha raccontato a voce l'emozione che ha provato a ricevere il primo accredito come giornalista per una gara, dopo aver assistito alle gare dagli spalti. L'emozione di potersi avvicinare alle nostre ginnaste, di instaurare con loro un rapporto che piano piano potrebbe trasformarsi in amicizia. L'emozione di avvicinarsi alle ginnaste americane che fino a quel momento magari si sono viste solo in tv: ginnaste olimpioniche, campionesse mondiali. Ginnaste che hai talmente tanto idealizzato che hai quasi paura che non siano vere.
So che sembra una follia, so che non si può capire fino in fondo. 

Le ginnaste sono delle persone come noi, ma viverle da vicino è un'emozione immensa, ma questo, ve lo racconto la prossima volta con un'intervista speciale.

La foto del post è di Valentina Ricci.

Nb. I mini racconti sono stati pubblicati esattamente come mi sono arrivati, non ho aggiunto né tolto nulla.

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