venerdì 20 marzo 2015

Andiamo allo stadio?

"Andiamo allo stadio" è la frase che ha detto Fidanzato qualche sera fa, mentre preparavamo la cena.
Io adoro andare allo stadio e lui lo sa. Mi piace il clima, mi piace cantare l'inno, mi piace l'ingresso in campo delle squadre, mi piace vedere la partita dal vivo (anche se dalla tv si vede meglio, soprattutto se lo stadio in questione è l'Olimpico).
 Ero già gasatissima e stavo già cantando l'inno  per ripassare perché, per cantarlo bene, ci  vorrebbe l'accento romano che io non ho. Ma io ci metto impegno.
 "Andiamo allo stadio io e i miei colleghi" è la frase  che ha detto mentre cercavo nei meandri degli  scatoloni la sciarpa della Roma. È uno scherzo,  vero?
 Non è un problema uscire ognuno con i propri  amici e colleghi, siamo una coppia in stile vai  dove vuoi, quando vuoi, con chi vuoi e come  vuoi, ma allo stadio io ci voglio venire. O  meglio andiamo allo stadio.


Per manifestare il mio disappunto, ho messo a tutto volume l'inno della Roma per giorni e, per non farci mancare niente anche Grazie Roma che, per chi non lo sapesse, non è una canzone dedicata alla città di Roma, ma    all' A.S. Roma. Poi ho messo il muso.
"Tu vai allo stadio con il collega che c'ha il nome tanto bello. Voglio venire anche io"
Alla fine, ieri è andato davvero con i colleghi allo stadio.
Io avevo un impegno importante tra l'altro e quindi o così o niente.
Il Fidanzato, però, non è abituato ad andare allo stadio senza di me, tant'è che quando ho accesso il cellulare alle 18.30, dopo averlo tenuto spento qualche ore per cause di forze maggiore, ho trovato 12 chiamate e 26 messaggi.
"Pronto Fidanzato, mi hai chiamata?"
"Amore non puoi capire, sto in un punto dove vedo benissimo, fighissimo, bellissimo"
"Secondo me finisce 0-3, la Roma perde"
"Va beh, ci sentiamo dopo"


Sai che c'è Fidanzato? Tu sei allo stadio con i colleghi e io vado in quel posto stupendo, gestito da palermitani, dove ci sono tutte cose tipiche di casa mia cucinate da palermitani doc. Costano quanto un rene e un polmone, ma chi se ne frega.
E siccome ieri era San Giuseppe -e a San Giuseppe si mangiane le sfince con la ricotta- ho mangiato due sfince con la ricotta. Buone, ma così buone che lo stadio me lo sono dimenticato.
Sono arrivata a casa praticamente a partita finita e ho ricevuto un'allarmante telefonata da mio padre:"Fidanzato dov'è? La Roma perde 3 a 0!"
Cavolo, a saperlo mi giocavo il risultato esatto e a quest'ora sarei ricca.
Ho iniziato a temere il peggio per Fidanzato: immaginavo orde di tifosi che lanciavano le pietre contro il pullman dei giocatori, contestazioni, morti e feriti. Addio Fidanzato. E se avessi giocato il risultato esatto mi potrei godere a pieno la presunta vedovanza.
Driiin driiin.
"Amore, sto arrivando. Ti devo raccontare tutto della partita. Ma proprio tutto, eh"
Intanto, io commentavo la partita con l'Amico. L'Amico, con la A maiuscola, è fiorentino e della Fiorentina. Che ve lo dico a fare?
"Amico, poi ti faccio scrivere da Fidanzato"
"No va beh lascia perdere, rispetto il momento"
Arrivato a casa, mi ha raccontato ogni singola cosa fosse accaduta.
"Amore aspetta devi rivedere i gol"
"Amore c'era questo striscione"
"Amore è successo questo"
"Amore, Totti ha fatto un rutto"
"Amore, tu che hai fatto?"
Io ho mangiato le sfince di San Giuseppe con la ricotta in quel posto buonissimo che ti piace tanto.
"Ah! E non me le hai portate? Certo che potevi portarle anche a me"


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