giovedì 22 gennaio 2015

Vita da fuori sede

La verità é che uno dei motivi che più hanno influito ad andare a convivere dopo così poco tempo con il tizio a cui non piace il salame, è poco nobile: i coinquilini che avevo all'epoca hanno deciso di scappare con i mobili un sabato pomeriggio.
La vita del turnista rende impossibile (o quasi) l'essere a casa quando ci stanno gli altri,quindi,un sabato mattina sono uscita per andare a lavoro e dopo nove ore sono rientrata a casa, in compagnia di quello che sarebbe diventato il Santo Fidanzato, ma che per il momento era ancora il Tizio che non mangia salame.

"Tizio che non mangia salame, ma in quella stanza, fino a stamattina non c'era un tavolo?"
"Ehm, si mi pare di si"
"E non c'era anche una credenza di circa 120 kg impossibile da spostare?"
"Ehm, si mi pare di si, ma se non lo sai tu che qui ci vivi".

"Tizio che non mangia salame, non possiamo cucinare, non ci sono più le pentole"
"Quindi ordiniamo una pizza?"
"Volentieri, ma dovremo mangiarla con le mani perché non ci sono più nemmeno le posate"

A quel punto, penso sia naturale che venga qualche dubbio e ho iniziato a controllare in giro: non c'era più niente! Letti, divano, scrivanie, armadi, tavolo, sedie, posate...tutto sparito! Ad eccezione, fortunatamente, di quello che c'era nella mia stanza, vestiti e trucchi compresi.
A quel punto, è iniziata la spasmodica ricerca di una casa, possibilmente senza coinquilini che di coinquilinaggio ne avevo abbastanza... e il Tizio che non mangia salame si è unito!!
Si, lo so: sarebbe stato molto più figa una proposta di andare a vivere insieme sotto la Tour Eiffel (o forse sotto la Tour Eiffel si fanno le proposte di matrimonio?). Non che non ci sia il rischio che un fidanzato (o compagno o chiamatelo comevipareavoi) non fugga con i mobili o, nelle peggiori delle ipotesi, con il contenuto del conto corrente, ma sai mai...

L'esperienza di furtoconmobilia però mi aveva dato una certezza: basta coinquilini!
Il fuori sede, come me, é obbligato dagli eventi ad avere dei coinquilini....come se non fosse stato sufficiente dividere casa con genitori e con eventuali fratelli o sorelle (io sono figlia unica eh, a casa dei miei avevo una stanza singola con bagno ad uso personale e, in tenerissima età, anche una stanza di giochi), come minimo, vi toccherà vivere in una casa pericolante non esattamente all'ultimo grido e con gente completamente sconosciuta.

Di solito i fuori sede si dividono in due grandi categorie: i lavoratori e gli studenti.
I lavoratori sono dei gran scassamaroni perché, nella maggior parte dei casi, pretendono il silenzio più assoluto anche alle 16 di un lunedì pomeriggio (ovviamente un lunedì pomeriggio in cui non sono andati a lavoro causa febbre a 37,1°),dicono frasi tipo"tu non puoi capire quanto è dura la vita di un lavoratore" (scusa, ma non lavori part time dalle 15 alle 18 da tre giorni?) e, se vi va male, non faranno altro che parlare del loro lavoro di cui non ve ne frega una mazza.
Gli studenti, invece,si dividono in due sottogruppi: le matricole e i "navigati".
Le matricole, stando a quello che dicono le leggende, sono da istruire quindi in casa non vanno bene. Le matricole devono stare tra di loro. Non possono stare in casa con studenti del secondo anno, figuriamoci del terzo o, peggio, del quarto o quinto anno.
I "navigati",invece, sono quelli già grandi che sanno come si vive fuori, se la sanno cavare... e poco importa se hanno appena 19 anni perché il primo anno di università, causa primina, lo hanno fatto a 18 anni.

E poi, beh, ci sono le sottocategorie delle sottocategorie, comuni a lavoratori e studenti: quello che non pulisce, quello che frigge melanzane alle 16, quello che organizza un festino a sera, quello che lascia la luce sempre accesa e fa lievitare la bolletta.
E poi ci sono quelli come me: sono arrivata a Bologna con un fardello enorme. Trovare casa pur facendo il Dams,  A Bologna ci sono gli annunci con scritto qualcosa tipo: "no matricole, no animali, no meridionali (o, nella versione più educata, solo settimana corta) e NO DAMS. Se fai il Dams non puoi avere una casa. Perché si sa, quelli del Dams, sono notoriamente spacciatori, con il cane al seguito, che durante la notte uccidono i coinquilini per ricreare il set di un film horror.

Alla fine, comunque, una casa l'ho trovata, con altri Dams come me e della vita da studentessa fuori sede ricordo praticamente solo le feste. Feste di ogni tipo. Una volta dissi, durante una lezione di Forme della serialità nel cinema e nella televisione: "Stasera c'è la festa delle mele, ho fretta di andare a casa". A quell'esame poi presi 30.


E la Festa delle Mele fu un successo.
E a quella feste ne sono seguite altre, tutte a tema. Ho praticamente imparato a realizzare costumi e scenografie facendo le feste.
Poi, mi sono evoluta: sono passata a essere lavoratore fuori sede. E mi hanno rubato i mobili.


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