martedì 9 gennaio 2018

Storia delle mie trasferte di lavoro a Milano

Scrivo in diretta dalla mia stanza d'hotel a Milano, ho un letto gigante a mia disposizione, la mia roba è sparsa ovunque come sempre in questi casi e ho appena scritto un messaggio al Marito per chiedergli di mandarmi una foto del cane. 
Mi ha mandato una delle foto più divertenti di sempre, appena scattata, precisando che il cane è offeso perché non gli ha dato il permesso di andare in camera da letto, ma fuori pioveva e le zampe, nonostante le abbia pulite, non erano ancora abbastanza asciutte.
Conosco il mio cane fin troppo bene e me lo sono immaginata davanti la porta della camera da letto, salvo poi andare vicino al divano per esprimere il suo disappunto per il torto subito.
Sono rientrata in hotel alle 21, dopo una giornata di lavoro massacrante in cui non mi sono mai fermata.
Ho cenato a letto, parlando al telefono con il Marito.
Mi piace cenare a letto, mi è sempre piaciuto tantissimo, più che mangiare seduta a tavola.
Anche se tra ieri e oggi ho avuto difficoltà a reperire una cena adatta a me (qui per saperne di più), con in testa le parole di quel santo dell'uomo che ho sposato che mi ha detto, prima che partissi, di stare attenta. "Mi raccomando a quello che mangi, le hai preparate le medicine, vero?".
A volte è dura, mi piacerebbe andare fuori e scegliere di mangiare quello che mi piace, che mi va, senza fare mille domande, senza dover sempre adattarmi -se non addirittura digiunare- e le trasferte mi mettono a dura prova.
Io ho fame, ho sempre fame, ho proprio una fissa con la fame e il Marito sostiene che sono così perché, di fatto, il cibo è la causa di tutti i miei problemi. E non poter mangiare serenamente è un sacrificio.
Questo sacrificio sarebbe indubbiamente più sopportabile se avessi almeno due taglie in meno, ma niente, non c'è verso, sarà il cortisone, che vi devo dire?

Mi mancano i miei due amori, sono tre anni (qui la mia prima volta a Milano per lavoro) che sono spesso via per lavoro, ma mi mancano sempre come se fosse la prima volta e sto sempre lì a pensare che non vedo l'ora di rivederli, riabbracciarli, averli vicino.
Piccola sentimentale che non sono altro.
E poi a me Milano non piace, ho sempre avuto sentimenti ambivalenti nei confronti di questa città, non è mai scattata la scintilla e non scorderò mai il giorno in cui, dopo sette lunghi mesi passati qui, sono scoppiata a piangere quando ho visto il Grande Raccordo Anulare, rischiando per altro di andarmi ad ammazzare (qui per saperne di più).

La verità è che questa vita, tutto sommato, l'abbiamo scelta, ma non senza fatica, non senza difficoltà, non senza il magone. 
Certi giorni è più difficile che altri.
Certi giorni mi viene voglia di mollare tutto, altri sono talmente soddisfatta che mi chiedo come potrei vivere in modo diverso.
Ma la verità, quella più profonda, è che ho sposato qualcuno che mi appoggia sempre e comunque, che ha sempre saputo che io al lavoro ci tengo -non quanto tengo a lui- e che voglio essere realizzata da questo punto di vista. E lui fa di tutto per vedermi felice, per vedermi sorridere.
Lui condivide con me ogni successo, ogni traguardo raggiunto e -ebbene si- anche le sconfitte perché ci sono anche quelle e, a volte, sono difficili da mandare giù (qui trovate il rospo più grande che io abbia dovuto ingoiare).
E condivide con me i miei disastri, tipo quella volta che è dovuto correre a Milano per recuperare un'allora fidanzata con un ginocchio rotto (qui per saperne di più) e un gesso che partiva dall'inguine e arrivava alla caviglia.
E mi ricorda le cose: ieri sera, senza lui a ricordarmelo prima di andare a letto, ho dimenticato di mettere l'apparecchio. E se non metto l'apparecchio la notte, il giorno dopo mi fanno male i denti.
Sono sentimenti ambivalenti quelli che mi vengono quando sono lontana da casa, da sola.
Ad esempio, a volte ho paura di morire che vi chiederete se non forse scema, ma io la sensazione che si prova quando stai soffocando dopo aver mangiato qualcosa la conosco troppo bene. E stare lontana da casa, a volte mi fa pensare a quello.
Ho paura di perdermi dei momenti belli.
Ho paura di perdermi anche quelli brutti.
Ho paura di fare soffrire qualcuno, so che i miei genitori sono più contenti di sapermi vicina al Marito perché, ecco, quando hai una figlia con una salute cagionevole, diciamo così, non stai mai tranquillo. E io non voglio che si preoccupino.
Ho paura di perdermi pezzi per strada.

Poi però mi passa. 
Mi passa quando vedo che tutti i sacrifici vengono ripagati, in un modo o nell'altro perché la vita in fondo è un dare e avere. E in realtà credo di avere più di quanto dia.
Mi passa quando mi incanto a guardare qualcosa che attira la mia attenzione.

Davanti al mio hotel, a Milano, c'è una rimessa di tram.
I tram di Milano mi piacciono da morire, quasi quanto il palazzo Unicredit di Piazza Gae Aulenti.
Mi sono bloccata a guardare i tram per qualche minuto, da fuori, e ne ero incantata.


Se qualcuno mi ha visto, avrà pensato "guarda questa quanto è scema". Alla fine, come sempre, ho cercato di trovare qualcosa di bello.

E poi stasera, mi sono anche procurata una lattina di Sprite, alla faccia del tipo dell'hotel che ieri, quando l'ho chiesta al bar, mi ha detto che non la tengono perché non piace a nessuno.

12 commenti:

  1. Anch’io ho passato lunghi mesi a Milano in trasferta, sempre di corsa, vedendo ufficio e Hotel... la odi per forza a viverla così!! Ora che non devo più andarci per lavoro mi piacerebbe invece viverla da turista!

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    1. uando ho iniziato ad odiarla avevo un appartamento, non andavo di corsa e avevo tempi molto dilatati 😅

      Preferisco l'hotel in questo, almeno non mi ritrovo proprietari di casa che entrano a mia insaputa e mi portano via le mie cose 😅

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  2. Cara Gilda, leggendo con attenzione, direi quasi, le tue avventure a Milano!!!
    Ciao e buon pomeriggio con un abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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  3. Ho capito dove sei...modalità stalker inside...(il mio capo lavora anche lì e ho diversi conoscenti in atm)
    forza e coraggio per "Milano" e se hai bisogno di qualcuno (speriamo di no eh, per l'alimentazione)fammi sapere. Vengo da Monza
    barbara

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    1. Ma sai che a Monza, vicino l'autodromo, c'è un ristorantino dove ho mangiato benissimo con il Marito due anni e mezzo fa :D

      Comunque dai era facile scoprire dove sta l'hotel, da quello che so questo deposito di tram è il più antico e famoso di Milano!

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  4. Anche a me piacerebbe una trasferta di lavoro con pernottamento in albergo, tutta sola, quando mi capita di dovere partire però faccio sempre i salti mortali per non dormire fuori. Sono le fregature del senso del dovere.
    Milano mi piace, mi irrita anche un po', in genere, però può darsi che sia perchè tutti mi fanno battute trite sulla "c" e poi si risentono se faccio loro notare, chessò, che deve essere un po' legnoso da mangiare un arancio.

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    1. A me le trasferte piacciono, ma in modo limitato. Il problema è che davvero negli ultimi tre anni sono diventate tante, troppe e a volte mi pesano un po'.
      Se si tratta di Milano, beh, anche a me irrita, salvo rare eccezioni, quindi....

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  5. Posso dire che amo Milano? ;)

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