domenica 19 novembre 2017

L'Amsterdam Arena che presto diventerà la Johann Crujff Arena

"Amore, sai che nella I Amsterdam Card è compreso il tour dell'Amsterdam Arena?"
"Si, ma tanto ci andavamo lo stesso, no?"
"Certo amore!"

Sono anni che io e il Marito giriamo per stadi e, se in Italia l'unico stadio concepito come gli stadi europei è lo Juventus Stadium (che però è, al momento, l'unico stadio di proprietà della società), nel resto d'Europa gli stadi sono quasi sempre visitabili grazie a veri e proprio tour.


L'Amsterdam Arena, che a breve si chiamerà  Johann Crujff Arena, è lo stadio della Ajax, la squadra di calcio di Amsterdam che credo non abbia bisogno di grosse presentazioni.
Lo stadio è raggiungibile con la metro 54 che si prende alla stazione centrale di Amsterdam, la fermata è Bijlmer-Arena. In ogni caso, se avete dubbi chiedete e vi indicheranno la metro corretta da prendere (noi eravamo un po' confusi perché dalla stessa banchina si prendono varie linee di metro).

Il tour dell'Amsterdam Arena dura un'ora abbondante, ci sono tour ad orari precisi e si viene accompagnati da una guida che parla inglese.
Il costo è di 14,50€, ma -come ho anticipato- nel nostro caso era compreso nella I Amsterdam Card (qui trovate qualche info al riguardo).
Avevo letto in giro che all'interno dello stadio non è possibile fare fotografie, ma in realtà la guida -gentilissima e molto disponibile- ha detto che non c'erano problemi e che potevamo fare tutte le foto e i video che volevamo.

Il tour dello stadio parte dalla mixed zone in cui ci sono i due loghi dell'Ajax: la prima versione rappresenta una figura della mitologia greca -Aiace Telamonio- mentre la seconda rappresenta sempre lui, ma in versione stilizzata. Gli undici tratti che compongono il disegno rappresentano gli undici giocatori in campo (a me questa cosa ha affascinato parecchio, non so a voi).


Sul pavimento ci sono tre stelle giganti visto che l'Ajax ha vinto, ad oggi, 33 campionati e, per ogni dieci vinti, ha preso una stella.

L'Amsterdam Arena è divisa in piani, collegati da un sistema di scale mobili futuristiche (si lo so, forse non è il termine migliore, ma mi piaceva), ovunque sulle pareti fotografie dei giocatori che hanno fatto la storia dell'Ajax. I più fotografati sono indubbiamente Crujff, Van Basten e Ibrahimovic. O forse è il figlio piccolo di Ibrahimovic (si, è una battuta per pochi e forse non fa nemmeno ridere, me ne rendo conto).

Quando siamo entrati nel campo, con in sottofondo l'inno dell'Ajax, è stato bellissimo.


Se siete frequentatori dello stadio, in particolar modo dello Stadio Olimpico di Roma che è quello dove vado io, potrete immaginare l'emozione di vedere uno stadio in cui gli spalti sono attaccati al campo e non è necessario portarsi dietro il binocolo per vedere qualcosa, oltre alla bellezza di uno stadio senza barriere.
Gli spalti sono tutti rossi, fatta eccezione per la tribuna vip che è blu (che magari è un dettaglio inutile, ma mi piace osservare gli accostamenti cromatici, non prendetemi in giro).


Sugli spalti, all'altezza dei corner, ci sono le famose tre croci di Amsterdam che simboleggiano i tre eventi nefasti della città: peste, alluvione e incendio. È stato proprio allo stadio che ho imparato la storia delle tre croci, salvo poi fare caso che queste tre croci sono praticamente ovunque.
La cosa più spettacolare dell'Amsterdam Arena è il tetto. Si, il tetto che si apre e si chiude in base alle varie esigenze. La struttura del tetto secondo me è bellissima e trovo geniale il fatto che si possa chiudere ed aprire a piacimento.
Noi l'abbiamo trovato chiuso, considerato che la temperatura non era delle migliori e il freddo, l'umidità ed eventualmente la pioggia potrebbero rovinare il campo.



La guida ha chiesto se qualcuno avesse domande, nessuno dei nostri compagni di tour (quasi tutti italiani, manco a dirlo) ne aveva, ma ovviamente io ero pronta con la mia domanda da un milione di dollari, domanda nata dopo ampia discussione sulla questione con il Marito che ha una grande fortuna: una moglie che ama il calcio quasi quanto lui.
"Scusami, non capisco se l'erba è sintetica o meno, sembra finta, ma ho dei dubbi che qui abbiano messo l'erba finta"
"È ibrida"
"In che senso?"
"90% vera, 10% sintetica" e a seguire super spiegazione su come funziona la manutenzione del campo con me con gli occhi a cuoricino che pensavo "oh, come siete avanti voi olandesi su queste cose, noi in Italia abbiamo le zolle d'erba che saltano nei campi di calcio e, ogni tanto, si gioca anche nei campi di patate".

Da lì ci siamo spostati poi nella sala regia, io e il Marito ovviamente guadavamo estasiati per ovvi motivi (qui per saperne di più). È stato qui che abbiamo scoperto alcune cose interessanti: in primis che oltre alle telecamere per le dirette delle partite di calcio, hanno un sistema di controllo con telecamere piazzate nei punti nevralgici della città per evitare che eventuali tifosi facciano casino in giro. Questa cosa mi ha fatto sorridere pensando ad un episodio di un po' di tempo fa in cui dei tifosi olandesi hanno praticamente distrutto Roma (qui per saperne di più). Non erano tifosi dell'Ajax però.


Infine, abbiamo scoperto che il settore ospiti è collegato ad una galleria che porta direttamente alla metro e da lì ti accompagnano in aeroporto o in stazione di modo che dopo l'eventuale partita ti levi subito dalle scatole e non te ne vai in giro a fare danni.
La guida ha però precisato che la galleria è stata usata solo tre volte in occasione di partite della Uefa (non ricordo se Europa League o Champions League, non me ne vogliate).

Abbiamo poi visitato la sala stampa, in cui si fanno le conferenze pre e post partita, con tanto di spiegazione su chi si siede dove.


E infine, la parte che a me ha commosso di più: lo spogliatoio. Si, commosso e adesso vi spiego di più.
Al di là dell'ordine che regna sovrano, la guida ha richiamato la nostra attenzione sulla sedia di Abdelhak Nouri, un centrocampista ventenne dell'Ajax che io non conoscevo, è stato considerato a lungo una promessa.


Nouri, qualche mese fa, durante una partita amichevole, ha avuto un'aritmia cardiaca. È stato soccorso, poi portato in ospedale, ma ha riportato danni gravi e permanenti.
Nouri, a vent'anni, non solo non tornerà a giocare a calcio, ma le sue condizioni non miglioreranno mai.
Aveva scelto il numero 34 per la sua maglia perché voleva vincere il trentaquattresimo scudetto dell'Ajax.
Il suo posto è ancora lì, anche se lui non tornerà. E questo è il calcio che mi piace, anche se so che  su quella sedia non ci sarà il suo nome per sempre.

Prima di andare via, abbiamo fatto ancora anche una visita alla sala dei trofei, con coppe, maglie, articoli di giornale. Io però pensavo ancora alla storia di Nouri.


6 commenti:

  1. Cara Gilda, grazie di avere pensato anche a noi, mettendo queste belle foto.
    Ciao e buon inizio della settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

    RispondiElimina
  2. Che bei post su Amsterdam! È da un po' che ce l'ho in lista e i tuoi post saranno preziosi. Forse già quest'estate, visto che anche l'Olanda è fuori dai mondiali mi sembra un motivo in più per visitarla nel 2018.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'estate secondo me è il momento migliore, a inizio Novembre era proprio freddo, quindi temo che in altri periodi sia pure peggio 😅

      Elimina
  3. Uno stadio gioiello, in Italia siamo ancora lontani.
    Saluti a presto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Già, in Italia chissà quando (e se) vedremo stadi simili...

      Elimina