martedì 17 ottobre 2017

Lavorare da casa: pro e contro (perché, ecco, non è tutto rose e fiori come sembra)

So cosa state pensando: lavorare da casa è una cosa bellissima, fighissima, pazzesca, una fortuna immensa. 
State pensando che così potete evitare il traffico (o lo sciopero dei mezzi), potete stare comodamente in pigiama, fare un po' come vi pare, decidere voi gli orari e via dicendo, vero?

Lavorare da casa -o forse sarebbe meglio dire da remoto, definizione che trovo più corretta- non è male, ma non è neanche tutto questo Carnevale di Rio. E vi spiego perché, eh. Mica dico una cosa e poi non la spiego.
Partiamo dalle basi: cosa si intende per lavorare da remoto? Si intende il lavorare in un qualsiasi posto dotato della strumentazione necessaria per svolgere quel determinato lavoro, che sia casa propria, una biblioteca, il tavolino di un bar o, perché no, un'amaca in riva al mare. Possibilmente ai Caraibi, se proprio si potesse scegliere, magari con qualcuno che ti sventola con la foglia di palma gigante, bibite fresche e cibo a volontà e qualsiasi altra cosa vi venga in mente.
In questo caso, parliamo del lavorare da remoto da dipendente e non da libero professionista, eh.
Credo ci siano delle differenze tra le due cose, probabilmente anche belle sostanziose.

Effettivamente, lavorare da remoto ha degli aspetti positivi innegabili:
-Non si è costretti a spostarsi, facendo un milione di km in macchina in mezzo al traffico (a Roma è così, qui per farvi un'idea) o bestemmiando in sanscrito per i mezzi pubblici che non passano, scioperano, prendono fuoco e via dicendo (si, a Roma succede anche questo, non so altrove). E si risparmia anche, in termini di benzina o abbonamento ai mezzi pubblici. O in fatica se si va al lavoro in bicicletta.

-Ci si può organizzare la giornata incastrando anche attività personali come ad esempio la piscina (qui per saperne di più). O qualsiasi altra cosa vi venga in mente,  a me al momento viene da pensare solo al profumo di cloro.

-Si può lavorare in mutande o in pigiama che non è poi così male soprattutto se fa molto caldo o molto freddo. Si, vale anche per le mutande con i Teletubbies e i pigiami con gli orsetti.

-Si può lavorare sul divano o a letto sotto le coperte: si, si può fare, dipende cosa si deve fare certo, ma si può fare. E volete mettere quanto può essere bello e rilassante?

Ehm. non mi viene in mente altro, a parte cose tipo: avere il cane che ti fa da scaldapiedi quando fuori fa freddo che però non è necessariamente una motivazione fondamentale per scegliere di lavorare da remoto.
Oppure l'avere la possibilità di mangiare in modo sano, cibo appena cucinato nella propria cucina e non scaldato alla bell'e meglio in un microonde unto o, peggio, mangiare ogni giorno fuori che bene non fa. No, non mi viene in mente altro.
Però, in questi mesi, ho piano piano creato una lista dei contro del lavorare da remoto che sono tanti, tantissimi.


-Non si hanno orari: praticamente si lavora dall'alba al tramonto, passando anche per la notte, perché la postazione di lavoro ce l'hai sotto gli occhi di continuo, idem le scadenze e non stacchi mai.
A volte capita anche di non accorgersi del tempo che passa e praticamente si lavora ad oltranza, almeno finché il cane non alza la zampa e ti fa la pipì sulla ciabatta unicorno per reclamare il suo sacrosanto diritto alla passeggiata.

-Non si incontra nessuno, fatta eccezione per gli eventuali colleghi che si vedono tramite videochiamata su Skype che però, secondo me, non contano.
Nessuno a cui dire buongiorno o buonasera o come stai?. Niente di niente.
Alcuni giorni, soprattutto d'inverno, vi capiterà di non incontrare nessuno, fatta eccezione per marito e cane. Il cane, a dire il vero, potrebbe essere l'unico con cui scambiare qualche parola in determinati giorni e parliamo di conversazioni tipo:
"Oh amore, come sei bello e profumato oggi!"
"Bau bau"
"Amore, abbracciami va"
Segue scorreggia in faccia, cane che se ne va, Protezione Animali alla porta nel giro di trenta secondi, chiamata dal cane disperato ovviamente.
Il rischio, insomma, è quello di sentirsi soli. Giusto un pochino, eh.

-Telefonate ed e-mail di lavoro arrivano a tutte le ore perché tanto sei già sul posto di lavoro, no? Non sto scherzando, eh. Mai stata più seria.

-Molti pensano che chi lavora da remoto in realtà stia lì a rigirarsi i pollici ed è un continuo chiedere cose: "vengo a casa tua", "mi accompagni qui", "mi fai questo?".
Spesso al "fai questo per me?" segue il "io non ho tempo perché sono a lavoro".
E vabbè, queste cose vanno prese con filosofia. 

-Ci sono molte distrazioni: "oh, aspetta metto un attimo avanti la lavatrice" o "ma si, metto su il ragù" sono frasi all'ordine del giorno.
E la portiera che bussa alla porta per consegnarti la posta (e che non le fai due chiacchiere?).
E la passeggiata con il cane (abbiamo capito che il cane è una costante, eventualmente basterebbe non prenderne uno).
E le farfalle che volano e vanno assolutamente guardate.
E il contare a due a due i pois disegnati sul bicchiere finché non diventano dispari.
Insomma, ci vuole molta forza di volontà per concentrarsi, ma davvero molta.
Se avete figli, toccherà fare i conti anche con la loro presenza, che i bambini saranno bellissimi, ma averne un paio che ti ronzano intorno mentre cerchi di portare a termine una  qualsiasi cosa richiede abilità estrema (che io, ad esempio, non ho).

E insomma, questo è: il lavoro da casa, da remoto, home office o come volete chiamarlo non è tutto rose e fiori.
Avevo raccontato qui la mia prima volta con l'home office, giusto se volete farvi un'idea.

Ah, dimenticavo: serve anche spazio, possibilmente una stanza da trasformare in ufficio, soprattutto se avete necessità di utilizzare qualcosa in più di un pc portatile.
Poi eh, se siete poveri come me e vivete in una casa che a stento arriva a 60 mq, vi faccio i miei migliori auguri. E accetto suggerimenti per non lavorare sul tavolo del salotto (che, per altro, è l'unico tavolo di casa).

38 commenti:

  1. Cara Gilda, a mio parere, se anche non sarai d'accordo è che non si è mai contenti!!!
    Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Vero!
      Secondo me bisognerebbe prendere quello che di buono c'è in ogni cosa.

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  2. Alla lista dei contro aggiungo le mille sigarette che fumo davanti al pc... almeno in ufficio me lo proibiscono :)
    Alla lista dei pro aggiungo che, a volte, è meglio sentirsi sole che circondate da meschini... capita in ufficio :)

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    1. Hai ragionissima: non ci avevo pensato perchè ho smesso di fumare, ma ci sono stati giorni prima di smettere in cui, davanti al pc e ai monitor, ho fumato le sigarette che di solito fumavo in una settimana.

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  3. Dopo 4 anni di phd da casa sono pienamente d'accordo con la tua analisi. E per me la solitudine e l'isolamento sono davvero stati contro duri da sopportare. Per fortuna avevo il gatto a farmi compagnia!

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    1. La solitudine è la cosa peggiore secondo me (nonostante, nel mio caso, la compagnia perenne del cane).
      Molti sostengono che mail, telefono e Skype sono comunque di compagnia, ma a me non piace la mancanza totale di contatto umano :(

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  4. Il lavoro da remoto, meglio noto come telelavoro.
    Ho cominciato a interessarmi al telelavoro nel 2008. Perché volevo tornare in Messico.
    Secondo me lavorare da casa quando la sede dell'azienda è nella stessa città, può essere comodo occasionalmente, quindi avere la possibilità di scegliere se e quando lavorare da casa. Magari quando la figlia non va a scuola e ci deve essere qualcuno a casa, o qualche volta che piove tanto o fa freddo e non si ha voglia di uscire.

    Il mio concetto di telelavoro è un altro: lavorare per un Paese e vivere in un altro. Sfruttando le maggiori possibilità di lavoro e la differenza di potere d'acquisto.
    Così avevo pensato di lavorare per l'Italia e vivere in Messico.
    Con l'artigianato non era possibile, mi sono iscritto all'università e ho cominciato a fare informatica per poter cercare un telelavoro.
    In Italia è ancora utopia. Non perché non sia possibile, ma per la mentalità retrograda delle imprese. Intanto alcune cose sono cambiate, il telelavoro non l'ho mai avuto, ma va bene lo stesso.

    Non avrei comunque voluto lavorare solo da casa, avrei cercato una situazione che mi permettesse di stare con altre persone.
    Non è solo il lavoro da casa che isola. Ci sono anche altre situazioni. E l'artigianato è una di queste. Per anni ho lavorato da solo, senza avere nessun collega, né vicino, né lontano, e l'isolamento si soffre parecchio.

    Ho lavorato anche in casa, senza uscire, senza fare altro che cambiare stanza. Non lo rifarò, allora quello avevo.

    Il fatto di dover essere sempre disponibili, non necessariamente è legato al lavorare da casa. Spesso, spessissimo, capita che anche in aziende dove non ti danno il telelavoro, ti chiedono magari di lavorare per un fine settimana, o di essere reperibile. Soprattutto per la reperibilità si lavora da casa. Almeno quella la pagano. Ma tante altre volte ti arrivano mail o telefonate a qualunque ora, in qualunque giorno, ovunque tu sia, per delle necessità da parte dei colleghi. A volte ti fanno delle domande e tu rispondi a memoria su quello che ti ricordi che hai fatto.

    Comunque, le mutande con i Teletubbies sono proibite sopra i 5 anni, e i pigiami con gli orsetti, c'è una speciale delega del wwf che li consente fino ai 12. Non oltre!

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    1. Beh però, soprattutto se hai un ruolo di responsabilità, dovrai comunque fare delle trasferte in sede a lavoro, quindi il discorso vivere in un altro paese per il potere d'acquisto non ha sempre senso se poi comunque devi fare viaggi lunghi e costosi.
      Credo che l'home working sia più per lavori a massimo 3/4 ore d'aereo :)

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    2. No, con l'informatica non necessariamente devi incontrare gli altri di persona. Io a Firenze andavo a prendere posto a una scrivania perché così volevano, ma poi mi collegavo con gente che non ho mai conosciuto di persona, sparsa tra Milano, Parma, Torino, Veneto e Napoli secondo estratto

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    3. Con la messa in onda non si può fare :(

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  5. Giustissima analisi. Ma, consapevole al mille per mille di questi contro e anche del mio brutto carattere, per cui so che lavorerei 24 ore su 24, sceglierei comunque il lavoro da casa, anche e soprattutto coi figli per cui è ancora più complicato; ma lo sceglierei lo stesso perché i vantaggi sono proprio le cose che più amo: autonomia e evitare il traffico.
    Poi aggiungerei anche un contro: a casa la cucina è più buona ma è anche SEMPRE a disposizione, per cui una come me mangerebbe ogni ora una snack.
    In generale tantissimi lavori potrebbero essere eseguiti bene da casa, ed è un vero peccato che sia così poco incentivato e diffuso: saremmo tutti più sereni e ci sarebbe meno inquinamento

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    1. Autonomia dipende dal lavoro che fai: se dirigi o sei parte di un team diventa più complesso perchè dal tuo lavoro dipende quello di altri e viceversa. Ci sono davvero molte variabili.

      Sul traffico concordo, io lo odio!

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  6. Ho fatto l'artigiana per ben 16 anni. Uno spazio della casa era riservato alla nostra attività. Mi sono sempre imposta degli orari, non andavo oltre, se perdevo tempo recuperavo, sempre. L'importante è darsi delle regole e rispettarle. Il fatto che lavorassi a casa mi dava delle libertà perché mi prendevo delle ore se mi servivano o se qualcuno venuva a trovarmi, i miei genitori, ma se perdevo due ore, poi le lavoravo alla sera. Ho potuto così crescere mio figlio senza aver bisogno di nessuno, ma che fatica!!!!!

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    1. Artigiana libera professionista o dipendente?
      Credo che la differenza, come dicevo, risieda molto in quello :)

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    2. Libera professionista ma con scadenze giornaliere da consegnare. Molte volte si lavorava anche di notte!!!

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    3. Allora il senso è lo stesso: con le scadenze io perdo completamente il senso del tempo e temo di non riuscire a finire :(

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  7. Secondo me a lavorare da casa ci si imbrutisce un po'. Uscire e buttarsi nel traffico non è bello, però avere i contatti con i colleghi, con altri esseri umani, avere un appuntamento fisso per mettersi in ordine. Se si potesse, alternare un po' e un po' non sarebbe male :D

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  8. su quello d'accordissimo...si arriva normalmente ai livelli più bassi di autostima.
    Però a volte può essere rassicurante lavorare col pigiamone, senza doccia e con cibo davanti. Ricorda molto le estenuanti sessioni di preparazione agli esami all'università

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    1. Io ho un pessimo ricordo dello studio universitario, mi viene il freddo solo a pensarci 😅

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  9. anch'io al momento lavoro da casa. ma faccio il più bel lavoro del mondo :)

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    1. Che lavoro è?
      Io preferisco di gran lunga mettere le mani sugli strumenti in messa in onda che non settarli da un pc. Non che non mi piaccia, ma l'adrenalina della diretta è tutta un'altra cosa :)

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  10. Io ho Mr D. che lavora a casa, o meglio fra un sopralluogo e l'altro è a casa. Lavorando da casa lavora SEMPRE, alla mattina dopo colazione è già attaccato al computer, la sera stacca giusto per mangiare e poi ci si rimette. Ci sono i pro, per carità, ma ci sono anche i contro!

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    1. Io ho lo stesso problema: diventa difficile staccare, sembra assurdo quello che dico, ma purtroppo nel mio caso (e anche in quello di Mr. D.) è così :(

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  11. Cara Gilda, solo tu potevi firmare un'analisi così lucida, illuminante ed a tratti davvero ironica: dai che il tuo quadrupede è un co-worker ineguagliabile!

    Dai, ti dico la mia, chissà che tu non abbia una buona dritta anche per me.
    Lavoro da praticamente sempre in studi professionali ma inquadrata come dipendente giacché il mio lavoro va in parallelo con quello dei professionisti a P.IVA ma infila, appunto, poi la sua strada. L'essenza stessa del lavoro è intrattenere (formalizzare, rafforzare, instaurare, blabla) rapporti professionali con mezzo mondo e naturalmente il tutto passa, nel 90% dei casi, attraverso scambi via e-mail.
    Ecco. Da tempo io mi domando se questo non sarebbe il candidato ideale al telelavoro - diciamo per metà del tempo, toh, ché sono d'accordo con te sul fatto che una dose minima di relazioni umane dal vivo sia l'antidoto migliore alla solitudine e all'abbruttimento (al di là del pigiamone in pile che è sempre cocooning e meravigliosamente confortante)
    Mah?
    (poi chiaro, tra il dire e il fare c'è di mezzo il proporre e qui coraggio scarso/non pervenuto...)

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    1. La virtù sta nel mezzo (lo ha detto qualcuno di famoso credo, io ho letto questa frase a dieci anni su Topolino), quindi credo che poter lavorare da casa la metà delle ore o al bisogno potrebbe essere una buona soluzione, soprattutto se il tipo di lavoro è svolto prevalentemente (o del tutto) via mail.
      Lavorare solo da casa secondo me abbrutisce un sacco. E meno male che, nel mio caso, c'è il cane, altrimenti prenderei a capocciate la porta o il muro 😅

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  12. non sei costretta a spendere tanti soldi per abiti da ufficio. però ti perdi la soddisfazione di indossare abiti da ufficio

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    1. Io in messa in onda ci sono andata anche in tuta e in pigiama 😅😅
      Mai avuto abiti da ufficio 😁

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  13. Mi hai fatto pensare a Homer Simpson quando decide di lavorare da casa...
    A parte le risate ti posso aggiungere una cosa negativa del lavorare da casa? La figlia rompi che ogni cinque minuti ti interrompe nel più bello (cioè quando la tua concentrazione è al massimo o stai scrivendo una mail importante) per farti vedere l'ultima trovato di Curioso come George! O le scarpe che respirano!

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    1. Qui la vera domanda è: chi è Curioso come George? :P

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    2. Ahahah! In effetti mia figlia è un po' particolare e guardare semplicemente Peppa Pig o Masha e Orso era troppo scontato!
      Curioso come George è una serie animata americana prodotta da un certo Ron Howard che ha come protagonista una scimmietta che in ogni puntata si cimenta in una nuova scoperta... oggi ha scoperto che non puoi prendere tutti i semi e piantarli così nella speranza di far nascere un albero con tanti frutti (che sarebbe veramente figa come cosa), ma ogni seme appartiene a un frutto o una verdura diversa... No, non c'erano le pesche, non ti preoccupare...

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    3. Scommetto che c'era sicuramente qualche altra cosa a cui sono allergica :D
      A parte lo scherzo, mai sentita, devo documentarmi assolutamente!

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  14. Analisi molto interessante. Mai provato a lavorare da casa, e ammetto che il concetto mi ispira moltissimo. Sarà che a me dei rapporti coi colleghi onestamente è sempre interessato poco (per carità, è bello avere buoni rapporti ma non mi è mai interessato uscire a fare l'aperitivo con le colleghe, per esempio), anzi è una delle cose che mi crea più ansia. Ho provato spesso a cercare questa tipologia di impiego ma ho sempre per lo più trovato le classiche opzioni di aziende a sistema piramidale o vendite tipo yves rocher e avon, tutte cose che a quanto mi si dice alla fine non fanno guadagnare realmente abbastanza. Chissà, magari un giorno troverò qualcosa di simile. Anche se lo ammetto, il fattore cane/gatti sarebbe una distrazione notevole!

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    1. In realtà più che il rapporto con i colleghi è proprio il parlare con qualcuno di persona e non solo tramite mail/Skype, però ecco: è un aspetto di cui si può sicuramente fare a meno, lo ammetto.

      Quei lavori lì io non li considero neanche lavori, sono una persona orrenda :D

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  15. Il telelavoro (così lo chiamano da noi) è il mio sogno proibito!!!adorerei farlo per avere tutto il tempo di organizzarmi io l'orario di lavoro, sarebbe troppo bello!!!
    e poi hai dimenticato una cosa superpositiva:
    Hai il tuo bagno, quello di casa, che è una roba troppo fantastica.

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    1. Però in realtà, se non sei freelance, è difficile riuscire a organizzarsi come si vuole!

      Quella del bagno in effetti hai ragione!

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  16. Io ho imparato dopo moooolto tempo a gestire i pro e i contro. I miei pro sono sicuramente la riduzione dello stress, la possibilità di formarmi quando ho tempo e voglia (ci sono corsi online utilissimi per tutti, compresi argomenti tecnici come la sicurezza sul lavoro.. che serve anche a casa!), la sveglia a orari umani, l'organizzazione facile di altre commissioni... i contro sono la difficoltà a separare lavoro e vita privata, la sensazione di non staccare mai e anche un po' la solitudine...
    Se si trova un equilibrio, però, lo smart working è veramente l'ideale! Bisogna provare e seguire un ordine, dopo un po' ci si fa l'abitudine!

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