mercoledì 25 ottobre 2017

Innamorarsi di un collega

Io e il marito eravamo colleghi.
Abbiamo lavorato insieme per un anno e mezzo, forse un po' di più.
Era tanto tempo fa, la prima televisione per entrambi, quando sembrava molto figo, quando chiedevano "che lavoro fai?", rispondere: "il tecnico di regia televisiva".
Io avevo ventiquattro anni, lui ventisette. Ed eravamo colleghi, ma questo l'ho già detto.
Di quella emittente televisiva ho un ricordo dolce amaro, sono passati anni e le cose sono cambiate: sono cambiata io che nel frattempo ho visto emittenti televisive nazionali ed internazionali, è cambiato il mondo del lavoro (almeno in questo settore), è cambiato il mio modo di lavorare e di approcciarmi ai colleghi. Praticamente è cambiato tutto.
A dire il vero ho anche sette anni in più e sono diventata, invecchiando, sempre più rompiscatole e pignola (giusto per non dire cagacazzi che fa brutto), prima ero più accomodante.


Comunque, andiamo al punto che, come al solito mi perdo: innamorarsi di un collega. Vi è mai successo? A me si, come avrete intuito.
Mi sono innamorata di un collega, NON ci siamo messi insieme, siamo andati subito a convivere e, alla fine, ci siamo anche sposati.
Quando dico che non ci siamo messi insieme è vero: non esiste traccia di uno dei due che dica all'altro "Ehi, ti vuoi mettere con me?" con tanto di quadratini per la risposta con opzione si o no.
Contiamo come data di inizio di tutto quella della, ehm, prima volta.

Il Marito è il primo collega che ha interagito con me il mio primo giorno di lavoro in quel posto, lui stava lì da due anni e mi ha chiesto -udite, udite- se avessi il pranzo. Una romanticheria degna di nota, insomma (qui avevo raccontato qualcosa).
Per due mesi non abbiamo praticamente più parlato, quello era un posto con tre regie diverse e lui stava in una regia diversa dalla mia -quella per chi sapeva fare più cose (compreso giocare a poker, ma questa è un'altra storia)- e l'interazione era praticamente nulla.
Poi per una serie di eventi, è successo che io gli portassi dei dolci giunti fino a Roma grazie alla mamma (si, dolci di giù, un tripudio di ricotta di pecora che se ci penso mi viene fame), che qualcuno sparlasse e che io lo aspettassi all'uscita dal lavoro per picchiarlo.
Picchiarlo nel vero senso della parola, volevo dargli un destro in faccia, credo di averlo anche minacciato di morte.
Lui, pacifico e paziente, invece di farsi picchiare, mi ha stesa con due informazioni chiave: "sono l'ultimo di sei figli" e "sono nato a Pescasseroli perché i miei andavano lì in vacanza d'estate". Poi mi ha portata al ristorante, dove ho scoperto che non mangia salumi. No, neanche il prosciutto crudo.
Ho sposato un uomo che sostiene che il prosciutto crudo puzzi. Si anche il Parma e si, l'ho sposato lo stesso.
Siamo usciti insieme altre due volte e poi si è trasferito a casa mia.
Una di queste due volte, eravamo rimasti a chiacchierare fino alle 5 del mattino e la mattina dopo appena arrivati al lavoro, quando ci eravamo incontrati per caso nel balcone dei fumatori -io che parlavo con una collega e lui con un altro collega- c'era stato un po' di imbarazzo.

Perché sapete che succede quando ti innamori -o stai frequentando- un collega?
Che vuoi tenerti il segreto, che preferisci non dire nulla.
E difatti, tempo una settimana, un altro collega, lo seguì nella stanza per accedere al balcone dei fumatori e gli chiese se stavamo uscendo insieme. Il collega curioso, per la cronaca, non fuma ed è lo stesso che, quando ci siamo sposati, ci ha portati a cena fuori per festeggiare, nonostante siano anni che nessuno dei tre lavori più in quel posto.

Comunque, dopo un paio di settimane di relazione, mi hanno spostato nella sua regia.
Ai tempi, per altro, sapevo anche giocare a poker, adesso ho completamente dimenticato come si fa.
Il Marito faceva da referente, non sempre per fortuna, e non mi faceva andare in pausa. Non sto scherzando ,eh. Mi faceva i dispetti.
Però, sempre il Marito mi ha insegnato buona parte di quello che oggi so fare, compreso l'utilizzo di uno strumento ostico che si chiama BLT e che, ad oggi, credo che nessuna emittente televisiva lo utilizzi più.
Uno dei miei ultimi responsabili un giorno ha scoperto per caso che sapevo usare il BLT e ha sentito la necessità di chiamare non so quante persone per dirgli che aveva trovato una persona che ancora sapeva usare quell'arnese. Giusto per dire: se adesso ne vedessi uno credo che andrei in panico.

Nel giro di poco tutti sapevano.
Il capo ci chiamò in disparte per chiederci discrezione. No davvero, ci chiese discrezione.
Considerate che in quel posto lì succedevano le peggiori cose che vi possano venire in mente. E lui ci chiese discrezione.
Noi praticamente non pranzavamo neanche insieme, al massimo andavamo insieme in macchina se avevamo turni uguali, ma ci chiese discrezione.
I primi tempi, avevamo anche una differente matrice di riposi, quindi non ci vedevamo né a casa né al lavoro. Per dire, eh.

Poi iniziarono a dire a lui le comunicazioni per me e viceversa.
Se avevano bisogno che io facessi un'ora di straordinario chiedevano a lui se potessi farla, idem per i cambi turno. Praticamente eravamo diventati un'entità sola, per me, che ho una personalità estremamente ingombrante non era il massimo. Manco per lui, eh.

Però, c'è un però.
Spiegato a tutti che eravamo due persone distinte e separate, fidanzati fuori e colleghi dentro la regia, la situazione si è ribaltata a nostro favore.
Un giorno il capo venne a dirci che aveva deciso di darci la matrice di riposo uguale dopo quasi un anno in cui non ci vedevamo mai. Fui io a prendere la sua matrice di riposo ed ero anche un po' triste perché mi ero abituata alla mia.
Dopo poco decisi di fare una sorpresa all'allora Fidanzato e di portarlo a Parigi e la cosa fu molto semplice: "Capo, mi dai le ferie per entrambi? Però non gli dire nulla, eh". E così fu.
Quando è morto mio suocero -e questa è una cosa che non dimenticherò mai- io ero al lavoro e lui no.
Mi ricordo la sua telefonata, tutti lì sapevano cosa stava succedendo, mio suocero era in ospedale da un po' di tempo e non era un periodo facile. Andai a chiedere di andare via e nessuno mi disse di no.
Il capo mi chiamò dopo un paio d'ore: "Come sta Ale?"
"Eh Capo, come vuoi che stia?"
"Senti, fai una cosa: lui ha diritto a tre giorni di congedo, tu ovviamente no, ma te li metto di ferie che lui ha bisogno di te"
"Grazie Capo, ma se è un problema non voglio creare casini"
"Non è un problema, non ti preoccupare, stai vicino a lui e salutamelo".

Poi ecco, io dopo qualche mese ho iniziato ad avvertire conati di vomito ogni volta che dovevo andare a lavoro, il Marito lo sapeva e dopo un po' sono andata via. Dopo qualche mese mi ha seguita anche lui.
Siamo riusciti a migliorare, dal punto di vista professionale, ma anche come coppia.
E, quando dopo qualche tempo, si è ripresentata la possibilità di tornare ad essere colleghi ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti: "Per carità, mai più".
Adesso che sono passati anni, non avremmo più problemi a tornare a lavorare insieme, sono passati anni e... forse è proprio perché sono passati anni e ci siamo dimenticati com'era che diciamo che non sarebbe un problema, chi lo sa.



35 commenti:

  1. Io sono collega del Traspamarito da quasi diciassette anni. Si DICIASSETTE.
    All'inizio eravamo in sotto-aziende differenti, poi in settori differenti della stessa azienda, poi in gruppi differenti dello stesso settore. Ora lavoriamo sullo stesso progetto, stesso sotto-progetto. Praticamente io gli commissiono delle attività e poi verifico che vadano bene.
    Nel tempo siamo anche stati sotto lo stesso capo (ottima persona che ha cercato di tenerci su progetti diversi, più di adesso che invece i capi son diversi) e nello stesso openspace. Ecco quando eravamo nello stesso openspace i colleghi hanno scommesso sul divorzio, e invece è successo che tornava a casa dicendomi "oh ma tu lavori proprio tanto" che è stata una bella scoperta per tutti e due, perchè il mio lavoro non è tanto capito, purtroppo, e quindi a casa mi aiutava di più (che in tutta onestà già mi aiutava tanto eh)
    Io non ho mai provato a lavorare in un posto diverso dal suo, credo che ci patirei, perchè a me piace questa situazione, mi piace passare il tempo con lui.
    A pranzo all'inizio si andava in gruppo, ora sono anni che si mangia da soli noi due, e recentemente andiamo da soli noi due pure in pausa caffè, solo che poi continuiamo a lavorare, ed è un po' una sòla, come dite a Roma. E secondo me un po' ci invidiano per questa cosa che lavoriamo assieme.
    Ci sono delle volte che pensano che noi siamo una cosa sola, soprattutto la capa del Traspamarito che lo scorso anno quando era a casa con la febbre mi ha provato a chiedere quali files stava modificando, che va bene tutto, ma la fusione cerebrale ancora non l'abbiamo fatta, pure se abbiamo fatto una figlia meravigliosa.
    poi c'è sempre il collega che mi tratta come "la moglie stupida" ma quelli ci son sempre, ce ne sono anche alcuni che mi trattano come "la segretaria stupida" del mio capo, perchè di ignoranti che pensano che le donne dovrebbero fare solo le maestre le parrucchiere o le segretarie, purtroppo è pieno il mondo (e peraltro vorrei vedere se questi uomini sarebbero capaci di fare i maestri, che quello sì che è un lavoro duro!!)
    scusa se mi son dilungata!

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    1. E invece hai fatto bene a dilungarti: mi piace leggere le storie degli altri!
      Io non so se lì il problema era il posto (diciamo che era un ambiente "particolare") o il fatto che fossimo due ragazzini.
      A me adesso non dispiace parlare con lui di lavoro, mi piace il fatto che capisca di cosa sto parlando e viceversa (anche se lavoriamo in posti diversi il lavoro resta lo stesso), poi chissà cosa ci riserva il futuro.

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  2. Molto bella la vostra storia.
    Saltate i passaggi intermedi da ragazzini e andate dritti al sodo.
    Beh, a essere colleghi si sta già sempre insieme, condividendo molto.
    Sicuramente una bella cosa. E oggi lo è ancora di più.
    Ma, nello specifico (apro la parentesi) in che tv avete lavorato?

    Moz-

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    1. Vero, si sta molto insieme: noi ci vedevamo poco quando avevamo i riposi diversi, ma quando ce li hanno messi uguali eravamo davvero sempre sempre insieme!
      E si, abbiamo saltato tutti i passaggi, due matti :d

      Il nome della tv invece te lo scrivo in privato!

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  3. Bellissima la vostra storia e mi ha fatto ripensare tantissimo alla mia. Che rivivrei altre mille mila volte. Nemmeno noi abbiamo mai avuto una data perché è stata la cosa più naturale del mondo stare insieme, come se ci fossimo sempre stati. Grazie per aver condiviso la tua storia! Share the ❤️

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    1. Ma grazie ❤️
      Proprio vero: anche per noi è stato tutto molto naturale e se tornassi indietro rifarei tutto uguale altre mille volte!
      Un bacio!

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  4. Ho sempre voluto distinguere vita privata con vita lavorativa o forse semplicemente non ho mai incontrato qualcuno che valesse la pena frequentare sul posto di lavoro. In compenso ho consigliato al mio capo un valente giovane per sistemare le sue moto ovvero mio marito. Tempo un paio di anni e il mio capo c'è scappato con la moto (non con il marito!) e siamo rimasti a piedi ambedue. Meglio non mischiare lavoro e vita privata! Ne sono sempre più convinta!

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    1. Mamma mia Sabrina, uno dei motivi per cui lavorare nella stessa azienda è un rischio è proprio questo: se succede qualcosa si resta a piedi in due e a quel punto è un bel problema :(

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  5. Cara Gilda, la tua storia mi piace davvero, ce di tutto la sorpresa le curiosità e tante altre cose che vi anno portato in quel meraviglioso traguardo.
    Ciao e buon pomeriggio con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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  6. Due volte, due disastri. Il primo era annunciato dato che il collega era sposato.... Il secondo sembrava una grande storia e invece, dopo che eravamo andati insieme al matrimonio di un altro collega e quindi tutti avevano capito che stavamo insieme.... mi ha lasciata dicendo che lui aveva anche un’altra donna e che si sentiva in dovere di scegliere lei, che c’era da prima!
    In ogni caso dopo un anno ho conosciuto mio marito, che non solo non era mio collega ma era pure di un’altra città. Ho mollato tutto e dopo 24 anni siamo ancora insieme ❤️

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    1. E mi sa che hai fatto la scelta giusta!

      Tra l'altro il secondo lo avrei preso a randellate sui denti :D

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  7. Carina la tua storia: mi ha fatto pensare ad un chick lit di quelli che vanno per la maggiore. Ti spingerei a mettere tutto ciò in una novella, o in un romanzo. Ma io sono una sciocca romantica.

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    1. Lo so, non si direbbe, ma anche io sono tremendamente romantica :)

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  8. Una bella storia! Penso che quel periodo di distacco in cui vi vedevate poco per orari diversi possa aver fatto bene, specie all'inizio di una relazione. Secondo me stare troppo insieme diventa stancante XD
    Comunque tanta tenerezza.

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    1. Non so Pier, all'inizio non ci bastava mai il tempo da passare insieme :D

      Ps. In un gruppo hanno chiesto se conoscessimo blog scritti da uomini e ho segnalato il tuo e quello di Miki :)

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  9. Mi ha colpito questa cosa che fin da subito per voi è stato naturale stare insieme e non vi siete mai messi insieme ma siete passati subito alla convivenza. Il mio compagno non l'ho conosciuto sul lavoro ma in viaggio ed è pure straniero e abitavamo in due paesi diversi ecc..eppure anche noi a volte confrontandoci con altre coppie ci rendiamo conto che malgrado tutta la logistica fosse a nostro sfavore e la lingua pure, in realtà non abbiamo mai parlato troppo di metterci insieme, dove e come e se ecc.. Io mi sono trasferita a Londra e tutto è stato naturale fin da subito ed eravamo sempre insieme apparte i mesi in cui organizzavo la partenza. Però ti confesso che a volte ho immaginato come deve essere bello e romantico e rilassante incontrarsi sul lavoro, spiarsi un po' e poi iniziare a frequentarsi....per me è stata una corsa sulle montagne russe ma la sostanza delle relazioni vere a quanto pare non cambia!

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    1. In realtà noi non ci siamo spiati granché, è stato tutto molto casuale. La fortuna ha voluto che ci trovassimo e ci piacessimo subito :D

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  10. Non ho mai avuto un collega di cui innamorarmi, ma un collega marito si. Io e lui abbiamo sempre lavorato insieme. Non sempre è stato semplice, parli di lavoro in ogni momento, non stacchi mai.

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    1. Ecco, ammetto che non parliamo sempre sempre di lavoro: diventerei matta!

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  11. Pensa che io e il mio compagno ci siamo messi assieme all'universita' quando avevamo in mente percorsi diversissimi, e poi siamo finiti a fare la stessa cosa. E ora qualche volta lavoriamo assieme e andiamo agli stessi convegni... praticamente la storia a rovescio!

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  12. Noi lavoriamo insieme da quasi 15 anni.
    Lui ed io, intendo, senza soci, associati o superiori. Certo non abbiamo mai aperto uno studio con due stanze ed una segretaria, perchè la presenza di altri colleghi è un arricchimento ed una bella valvola di sfogo, ma decisioni, ansie e preoccupazioni, sono nostre.
    Nel nostro lavoro infatti se le cose vanno bene, è perchè i cliente aveva ragione, se vanno male, è segno che abbiamo lavorato male.
    Ho perso il conto delle notti in cui sono stata svegliata da uno in crisi d'ansia per una scadenza che non ricordava di avere rispettato e lui ti direbbe che è un'impresa, ogni volta, sopportare i lunghissimi travagli che mi sono necessari per redigere un atto che mi spaventa.
    Penso però che questo non sia un male.
    Sul piano pratico se non avessimo fatto questa scelta avremmo dovuto cercarci altri soci per aprire un'attività autonoma e non è semplice trovare persone che vedano le cose come te, di cui ti puoi fidare a appieno ed i cui interessi non divergano dai tuoi nel lungo periodo, noi abbiamo più di una ragione per fare squadra.
    Sul piano emotivo, lasciare fuori una professione come la nostra che, piaccia o no (spesso no) coinvolge tanto, vuol dire rinunciare a portare un bel pezzo di sè nella coppia, si rischia di ritrovarsi molto lontani. E', poi, difficile tenere insieme persone con esperienze professionali emotivamente molto diverse soprattutto, spiace dirlo se quello che ha un lavoro "tranquillo" non è la donna.
    Infine, la cosa più importante, essere soci al lavoro riequilibra molto anche la gestione domestica il che, per una come me che odia le faccende, è un bel bonus.
    Aspetti negativi? Se le cose vanno male, non ci sono appigli, casca tutto

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    1. Credo sia meglio avere come socio il proprio compagno/marito che non è un estraneo, ma non mi ci sono mai trovata in una situazione del genere, quindi parlo solo per ipotesi.

      Quello che invece mi spaventerebbe molto è l'ultima cosa che hai detto, ovvero quello che potrebbe succedere nel caso in cui le cose vadano male. So che uno non dovrebbe pensarci a quell'eventualità, ma sono una che non riesce a non valutare anche questi aspetti :(

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    2. Certo che ci si deve pensare, non è mai male valutare tutte le variabili e poi, la vita è lunga e si litiga :)

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  13. Bella la vostra storia! <3
    Anche nel mio caso è stato tutto molto naturale: abbiamo iniziato a uscire insieme dopo esserci incontrati per caso, una sera per altro noiosa. Un giorno un'amica ci guarda e dice "Ma state insieme? Come, non lo sapete? A me sembra di sì!" xD

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  14. Noi lavoriamo assieme da 12 anni. Mi ha assunto lui, per dirla tutta. Dopo due anni e mezzo di rapporto lavorativo meraviglioso e di amicizia disinteressata, la mia, e di confidenze appassionate, le sue, mi sono resa conto che era tutto oro quello che luccicava e che le sue telefonate nel bel mezzo della notte non erano un inatteso raptus di follia, ma la manifestazione del suo sogno d'amore romantico 😂 Così, il 7 dicembre del 2007, si è dichiarato :D Stiamo assieme da allora, continuiamo a lavorare assieme tra scleri e sbatti e differenze. Che sono davvero, davvero, davvero tante eh... ma incredibilmente sono anche la cosa che più amo di lui.
    Sì, innamorarsi di un collega, o del capo, a volte è proprio figo! :D P.s.: bellissimo post <3

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    1. Dodici anni? Ma wow!
      Mi piace questa storia, soprattutto la parte delle telefonate nel bel mezzo della notte che sembra una cavolata, ma giuro che è una cosa un sacco romantica secondo me!!!

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  15. Colleghi anche noi... per un anno clandestini (l'azienda non approvava rapporti tra i dipendenti) e "ufficiali" per altri quattro (l'azienda nel frattempo aveva cambiato direttivo e quindi opinione). Poi lui ha deciso di andare via e io ho deciso di fare una figlia. E poi piano piano sono passati 21 anni. Adesso ci sarebbe stata l'opportunità di lavorare insieme: ho risposto con grande fermezza "no grazie"...

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    1. Perché l'azienda non approvava i rapporti tra i dipendenti? O_o

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  16. Quanto mi piacciono le storie d'amore, tanto troppo :) Con un collega mai successo, forse attrazione sì ma mai nulla che sfociasse in una relazione!

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    1. Anche a me piacciono un sacco, ognuno ha qualcosa di speciale :)

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  17. dolce e delicata la storia, mi ha ferito la tua opinione sulla BLT :)

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    1. Mi piaceva tanto eh, però non credo saprei ancora usarlo 😁

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