martedì 12 settembre 2017

Cosa è cambiato tra la convivenza e il matrimonio

Ho sempre pensato che io e il Marito fossimo una famiglia, anche quando -almeno per la legge italiana- eravamo di fatto due estranei.
Siamo andati a convivere subito io e lui, non stavamo insieme da neanche un mese e io ho sempre detto che ci è andata bene perché, ecco, in fondo lui poteva essere un serial killer e io una pazza psicopatica (cosa che non è detto che io non sia, ma tant'è).
Abbiamo affrontato tante cose -alcune molto belle, altre molto brutte- che ci hanno uniti, facendo sempre riferimento l'uno all'altro. 
Mi ricordo come fosse ieri quella volta che ho aspettato sette ore fuori da una sala operatoria: lui aveva dovuto firmare un sacco di fogli per far si che venissi informata di tutto, ma proprio tutto tutto.
E mi ricordo benissimo anche quell'altra volta in cui di ore fuori dalla sala operatoria ne avevo aspettate un po' meno, ma avevo avuto un po' più paura della volta precedente (qui per il prima e qua per il dopo).

Sono sempre stata convinta che non cambiasse nulla tra la convivenza e il matrimonio: l'amore c'era, l'impegno c'era, la volontà di costruire giorno dopo giorno qualcosa insieme c'era, il conto in banca in comune c'era, quindi non c'era alcuna differenza tra l'essere sposati o meno.
Poi abbiamo deciso di sposarci (qui per saperne di più), abbiamo organizzato tutto in venti giorni (qui per saperne di più) e, alla fine, in una calda mattinata di inizio Maggio, ci hanno dichiarato marito e moglie (qui per saperne di più).
Il giorno del nostro matrimonio io -si, proprio io- piangevo come una fontana, ma non ero l'unica.
Nessuno avrebbe scommesso un soldo sul fatto che mi emozionassi così tanto, io che di solito sono un mostro insensibile, eppure è successo. 
Ero commossa, ero felice e nessuno avrebbe potuto portarmi via tutta quella felicità, neppure chi -dopo due giorni dal nostro matrimonio- ha scritto pubblicamente che avrei dovuto dire che ero incinta invece di rifugiarmi in un matrimonio riparatore.
Per la cronaca, non ero incinta, è il nostro non è stato un matrimonio riparatore: dopo sei anni, un mese e undici giorni insieme -quasi tutti di convivenza per altro- sarebbe stato un attimo ridicola una cosa del genere.

Io sapevo che non sarebbe cambiato niente sposandoci, sarebbe stato tutto uguale a prima.
Io e il Marito eravamo una famiglia da prima e lo saremmo rimasti per sempre, indipendentemente da una firma (che poi, non è una, credo di averne messe almeno due, se non addirittura tre, senza contare quelle per le pubblicazioni). 
Io ho sempre ragione, quindi era abbastanza ovvio che avessi ragione anche in questo caso. 
E invece sbagliavo.  Oh, se sbagliavo.

Ci ho messo un bel po' all'idea di avere un marito invece di avere un fidanzato, lo ammetto.
Per settimane, quando parlavo di lui continuavo a chiamarlo Fidanzato. Poi è diventato Fidanzato ormai Marito, poi Marito e basta.
Ancora oggi, quando parlo con qualcuno che non mi conosce e nomino questo Marito, c'è qualcuno che mi scruta per benino e poi mi chiede: "Ma sei sposata? Ma davvero?"
Evidentemente non ce l'ho la faccia da moglie, che vi devo dire?

Nel frattempo, mentre io cercavo di abituarmi all'idea di avere un Marito e lui cercava di abituarsi all'idea di avere una Moglie, a casa nostra accadevano continui incidenti diplomatici a causa del Marito che sosteneva che la sua fede era quella con scritto all'interno Alessandro e la mia quella con scritto Gilda. Eh no bello mio: funziona che nella tua c'è scritto il mio nome e nella mia il tuo. 
É così che va il mondo, fattene una ragione: il nome inciso all'interno della fede non indica il proprietario, ma colui o colei che ti ha donato il cuore (ok, questa frase potete fare benissimo finta di non averla letta, fa schifo e ne sono consapevole).

Intanto, io mi sono resa conto che qualcosa è cambiato e no, non uguale convivere e sposarsi.
C'è quel qualcosa in più che prima non c'era.
L'amore è rimasto invariato, così come tutto quello che costruiamo insieme ogni giorno, a volte con estrema fatica, ma è come se ci fosse un luccichio in più negli occhi e nel cuore.
Un piccolo, impercettibile luccichio.
C'è il ricordo indelebile di una giornata perfetta, c'è il pensiero che mai e poi mai avrei detto che potessi essere così felice il giorno del mio matrimonio eppure ero così felice da toccare il cielo con un dito.
C'è il "se prima sapevo che eri il grande amore della mia vita, quando ti ho sentito dire di si il giorno che mi hai sposata l'ho saputo ancora di più".
Non l'avrei mai detto, ma qualcosa è cambiato dentro di me, dentro di noi. Ed è bellissimo.


E c'è anche che mi risposerei, sempre con il Marito, altre mille volte. A patto e condizione di avere sempre la stessa torta.


La foto è di Samira El Bouchtaoui.

26 commenti:

  1. Cara Gilda, passato il mio 87° compleanno eccomi per portarti il mio caloroso saluto.
    Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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  2. sai qual'è la verità?
    è che pure le ciniche come noi, lo debbono ammettere che il matrimonio un pochino cambia le cose... in meglio!
    le rende più ufficialmente serie, e non è un male, ma un piacere, che vale la pena di essere vissuto!

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    1. Concordo pienamente.
      Sembra una sciocchezza, ma è così. Ed è bellissimo :)

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  3. Mi hai quasi convinta.... NO SCHERZAVO!!! ;P
    A me manca ancora di sapere la bomboniera!

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    1. La nostra bomboniera? Sicura sicura di volerlo sapere?

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    2. Erano dei tubetti di M&M's fatti fare apposta con incisi i nomi e la data nei confetti 😅

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    3. Non ci sarei mai arrivata!! Fantastici!!!!!!!!

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  4. Mi sono sposata 10 giorni fa e non ho ancora realizzato di avere un marito e di essere moglie e mi sembra tutto uguale a prima...forse dovrà passare ancora un po' di tempo :)

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    1. Auguri 😍😍😍

      Comunque eh, io ci ho messo quattro mesi, c'è tempo 😁

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  5. Non potrei essere più d'accordo! Anche noi venivamo da anni di convivenza e avevamo pure già comprato casa... Ma che dire? Col matrimonio qualcosa tra noi è decisamente cambiato! È un meglio per fortuna!

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    1. Assolutamente in meglio anche per noi, è sempre bello sapere di non essere la sola :)

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  6. Sono contenta di questa tua emozione. La consapevolezza di essere legati da un vincolo emoziona spesso anche me.
    Oggi io e il mio marito festeggiamo il nostro 14esimo anniversario di matrimonio. E ogni volta che sento Marry you di Bruno Mars sono lacrime.
    ciao

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  7. ma lo sai che invece io del giorno del mio matrimonio ho dei momenti di buco in cui non ricordo niente? e non è che ce li ho adesso che son passati 13 anni e mezzo, ce li avevo già il giorno dopo.....

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    1. Forse la troppa emozione?
      Io non ricordavo bene tutta la cerimonia, ma per fortuna la mia previdente nipote ha fatto dei video che ho riguardato otto volte l'ora per tutta la settimana successiva :)

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  8. E' un post molto dolce... la mia esperienza in realta' e' un po' diversa perche' io ho sentito che per me non e' cambiato proprio nulla (ma io sono pure una persona arida e senza sentimenti). Per le persone attorno a noi, quello si, le cose sono cambiate, perche' certe volte avere un documento ti fa vedere una coppia come legittima, anche se secondo me si dovrebbe voler bene alle persone e accoglierle nella famiglia a prescindere...

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    1. Devo dire che io questo non l'ho riscontrato, non so se è un caso.
      Però quando mi capita di dire "mio marito" in presenza di estranei mi dicono "ma così giovane sei già sposata?". Così giovane, parliamone.

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  9. Non avendo vissuto nessuno dei due aspetti della vita di coppia posso solo immaginare quella sensazione. Però penso che se uno decide di siglare questo patto, di farlo di fronte a tutti, di rendere la coppia ufficiale, unica, legata nel modo più palese possibile deve aver maturato una certa consapevolezza. Quindi sì, penso che qualcosa cambi
    Baci :)

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    1. Non ci avevo pensato a questa cosa della consapevolezza, sai che potresti avere ragione? Forse è una cosa inconscia, ma è vero :)
      Un bacio!

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