venerdì 19 maggio 2017

Quell'amore di un genitore per i figli

I mobili della mia cameretta, quella in cui ho dormito ogni notte fino a vent'anni, sono bianchi e gialli. Il giallo è esattamente quel giallo limone che mi piace da morire.
Chiamarla cameretta è un po' riduttivo se consideriamo che è grande quasi quanto casa mia a Roma, ma fa tanto bambina e adolescente che non me la sento di chiamarla in modo diverso.
E' rimasta praticamente identica negli anni con sopra il letto una foto gigante di una me diecimesenne appena dimessa dall'ospedale dopo una combo micidiale di pertosse e gastroenterite, l'angolo destinato alla mia collezione di mucche provenienti da tutto il mondo, accrediti di festival cinematografici, le scatole contenenti le letterine che ricevevo da ragazzina dalle amiche di penna sparse per l'Italia e non solo. Armadi e cassetti sono vuoti, fatta eccezione per qualcosa che non metterei più neppure dopo morta, ma che mi ostino a voler conservare per motivi che francamente ignoro persino io.
La mia è la prima camera da letto che si incontra percorrendo il lungo corridoio, le altre sono in fondo e questa cosa non mi piace. Se per questo, non mi piace neppure che la mia sia l'unica camera da letto senza un balcone, c'è solo una finestra che prende tutta una parete e dalla quale, se ti affacci, vedi il mare e le montagne.
Mi addormento con la porta socchiusa, quando dormo nella mia cameretta, mi fa sentire più protetta, nonostante per anni, da brava figlia unica, io abbia dormito solo ed unicamente da sola. Non sono più abituata a farlo e non mi piace non sentire nessuno intorno.
Vado quasi sempre a letto prima dei miei genitori che rimangono a guardare la tv sulle loro poltrone, a volte sento i loro discorsi e intervengo strillando. Loro ridono, non si capacitano di come, nonostante la distanza tra una stanza e l'altra e la tv accesa io riesca a captare ogni singola parola. Non lo so neppure io, a dire il vero. 
Quando mia madre va a letto, passa dalla mia camera, mi sistema le coperte, mi da un bacio e mi dice buonanotte. A volte dormo già, a volte no, ma anche se non la sento sono sicura di questo suo gesto.
La sento che dice a mio padre di abbassare il volume della televisione altrimenti la piccolina non riesce a dormire. Se sono sveglia ripassare a chiedermi se mi da fastidio il volume delle chiacchiere, come chiamo io quei programmi in cui non fanno altro che chiacchierare del nulla e che a mio padre piacciono tanto.
Quando mio padre va a letto, passa anche lui, controlla che la piccolina stia dormendo. Se non dormo mi dice buonanotte, se dormo già lo dice lo stesso e a volte mi sveglio perché parla ad alta voce (d qualcuno avrò pur preso).
So che mia madre, se si sveglia durante la notte per un qualsiasi motivo, viene a controllare che sia tutto ok, che io stia dormendo, che non mi sia scoperta, che la gatta cattiva non mi abbia aggredito nel sonno, cosa di cui sarebbe assolutamente capace.
So anche che quando si alza definitivamente, la mattina dopo, chiude la mia porta per evitare che i rumori mi disturbino e la riapre solo per svegliarmi o se il gatto, quello buono, vuole venire da me.
Il gatto buono si chiama Remo, è romano e soprattutto è il mio gatto. Lui sa che io sono la sua vera mamma umana. A volte dorme sul mio letto, altre volte si sdraia su una sedia o su un pouf della mia cameretta e sta lì con me, forse si preoccupa anche lui che io dorma bene.
La gatta cattiva invece dorme sotto il mio letto, convinta di non essere vista. Lei sa che nè io nè Remo la vediamo di buon occhio e noi sappiamo che lei in realtà ci detesta entrambi perché deve dividere con noi l'amore dei miei genitori.


Da nessuna parte al mondo, dormo bene come nel mio letto, lì nella mia cameretta palermitana, nonostante siano dieci anni che io quella cameretta l'ho abbandonata.
E si, i miei genitori vegliano sul mio sonno, si preoccupano per me come se non avessi trentuno anni, un marito ed una casa perché una figlia è pur sempre una figlia e la si vede piccola e indifesa anche quando cresce. E finché ci saranno loro ad amarmi così, non avrò paura di niente.



12 commenti:

  1. prima o poi butterò tutto.Grande accumulo di polvere. Anche i gatti inorridiscono

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    1. A quel punto sarò costretta ad eliminare la gatta cattiva 😁

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  2. Che carino Remo! E la gatta cattiva non sembra tanto cattiva, ma mi fido XD
    E che carini i tuoi. I miei sanno che se sono in camera mia non voglio essere disturbato, o dormo o legge o comunque voglio pace XD Mi sa che la gatta cattiva di casa mia sono io.
    Per questo ho la stanza giallo canarino ;)

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    1. Se hai la stanza gialla dovresti invitarmi :D
      Comunque anche io, quando vivevo con loro, non volevo assolutamente essere disturbata :D

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  3. Pure io ho una stanza piuttosto grande, arredata gialla e bianca. Da brava figlia unica mi piace dormire da sola mi piace dormire da sola e quando devo dormire con gli altri passo la notte in bianco. Non so come farò quando andrò a convivere.

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    1. Io non dormo da sola da oltre sei anni, quindi ormai... ma ti dirò che non ho avuto difficoltà neanche all'inizio.. :)

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  4. anche io faccio così con mia figlia, pure se ha già 10 anni
    e se la notte sono agitata per qualche motivo, vado nella sua cameretta, la guardo, magari le accarezzo la testa e poi torno nel mio letto e dormo benissimo

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    1. Le mamme sono mamme, indipendentemente dall'età dei figli :)

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  5. Molte delle cose che racconti valgono anche per me e la mia cameretta, solo che la mia era (è) bianca con dei delicati mazzolini di nontiscordaredime dipinti sugli arredi, un po' troppo leziosi per i miei gusti presenti e, soprattutto, passati.
    Non ci dormo da secoli, ma quando capita che i bambini dormano da mia mamma, so per certo che si comporta esattamente come faceva con me e come fa la tua.
    E' tenero e rassicurante.
    A volte vorrei tornare a quell'epoca della mia vita in cui bastava un genitore a rimboccare le coperte per dormire sereni

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    1. Quel periodo non tornerà mai più, ma devo dire che -nonostante tutto- a me da molta serenità. I problemi "da grandi" restano, ma per un attimo, quando i miei si prendono cura di me, quasi me li dimentico :)

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