mercoledì 22 marzo 2017

Parole, sorrisi, pacche sulla spalla e abbracci

Qualche tempo fa mi è arrivato un messaggio di complimenti per il blog. Quattro righe che ho avuto bisogno di rileggere almeno dieci volte.
Quello che mi ha stupita non era tanto il messaggio in se, ma il mittente.
Una persona che non mi ha mai fatto particolare simpatia e alla quale credo di non averne mai fatta neppure io, non sapevo che leggesse il blog e -francamente- mi sono chiesta come lo abbia trovato.
E' una persona di cui non avevo notizie da almeno cinque anni, lavoravamo insieme anni fa e non ricordo di avere mai avuto un rapporto che andasse oltre il buongiorno collettivo detto la mattina a tutti e a nessuno quando si arrivava in quel posto di lavoro a cui, in realtà, devo molto a livello professionale, anche se mi costa fatica ammetterlo pubblicamente.
Ho fatto una cosa che non si fa: ero in Svezia, lontana da casa, ho fatto uno screen del messaggio e l'ho inviato a Fidanzato, senza dire una parola. Era stupito quanto me.
Mi sono chiesta se fosse un messaggio sincero o una presa in giro, ammetto anche questo, e sono giunta alla conclusione che si, era un messaggio sincero. E bellissimo, che mi ha fatto un piacere immenso, mi ha regalato un sorriso nella sua semplicità, forse anche più di uno.
Il messaggio -quattro righe in tutto- mi ha insegnato qualcosa.
La verità è che io non lo avrei mai mandato a parti invertite perché non avrei mai dato una soddisfazione ad una persona che non mi piaceva particolarmente.
Chiaramente, sbagliavo.
Tante, troppe volte non ho scritto qualcosa a qualcuno per non dare soddisfazione. E avrei dovuto farlo, ma non ci ho mai davvero pensato finché non ho ricevuto questo messaggio.
E' incredibile come quattro righe possano farti riflettere per giorni.
Quante volte non ho detto qualcosa a qualcuno?
Ti voglio bene.
Sei dimagrita.
Stai bene vestita così.
Stai facendo un buon lavoro.
Complimenti per questo o quell'altro.
Ho sbagliato.
Mi manchi.
Coraggio.
Sei stata bravissima.
Hai fatto bene a provarci.
Andrà meglio la prossima volta.
Qualsiasi cosa vi venga in mente da dire sia a persone che avete vicino ogni giorno, sia a persone con cui magari avete un rapporto molto meno stretto, ma che comunque sono passate -o sono ancora- dalla vostra vita.
O ancora un sorriso, una pacca sulla spalla, un abbraccio che a volte le parole sono di troppo. Dipende dai casi.


Ci ho provato a dire due parole che non avrei mai detto a qualcuno. E nessuno mi ha preso per pazza, credo abbiano apprezzato, così come ho apprezzato -e tanto anche- quelle quattro righe di messaggio.


La foto del post è di Samira El Bouchtaoui.

12 commenti:

  1. Cara Gilda, un post che mi a messo alla prova, però alla fini posso dirti che sei stata brava.
    Ciao e buona giornata cara amica con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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  2. Hai ragione, spesso non diciamo troppe cose.
    E dovremmo. Perché le nostre parole servono.
    Ma ora questa persona saprà di questo post, no?^^

    Moz-

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    1. Beh si :) Non mi faceva troppa simpatia, ma stupida non é, quindi capirà anche che le sono grata. Spero :)

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  3. Post che mi ha fatto riflettere..hai ragione..!

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  4. Ma è verissimo, tendiamo a non farlo e chissà perché poi; siamo forse più abituati a far notare le cose negative e a tener per noi quelle positive? Dovrebbe essere il contrario.
    Ma ti confesso, l'ho vissuto sulla mia pelle quando mi sono separata e sono andata a vivere a Barcellona, sotto una pioggia di giudizi e di sensi di colpa.
    È stato un periodo della mia vita in cui ho dovuto riscoprire cosa mi piaceva di me e del mio carattere: mi sentivo schiacciata dalla opinioni negative. E allora ho iniziato a parlare positivo con gli altri.
    A dire le cose positive quando le sentivo, senza tenerle più per me. Perché mi dicevo "A me ne sono state dette tante, ed è brutto. Vorrei aver avuto più persone intorno che vedessero i lati positivi, invece che solo i negativi".
    Fa sentire molto meglio chi hai di fronte e anche te stessa, quindi sì prova a farlo più spesso, è molto liberatorio :)

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    1. Io ho sposato questa filosofia della positività da un po' e secondo me funziona, eccome se funziona. Sto meglio io e magari regalo anche un sorriso agli altri.

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  5. Credo che sia importante avere un'attitudine positiva verso se stessi e gli altri.
    Se ce l'hai non è poi così difficile evidenziare i tratti positivi.
    Certo, è molto più facile farlo con chi ci piace che riconoscere un merito a chi non ci fa troppa simpatia, ma la capacità di riconoscere i tratti positivi in queste persone è, credo, la misura della nostra intelligenza e ci rende il grande servizio di non appiattire il mondo che ci circonda.
    Detto questo, mi a fatto ridere che, tra i complimenti da fare, tu abbia inserito: "sei dimagrita"

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    1. La verità è che sono dimagrita 15 kg e quando me lo fanno notare sono felicissima, quindi se vedo che qualcuno dimagrisce...perchè non dirglielo? :D
      Comunque hai ragione: è molto più facile riconoscere un merito alle persone a cui vogliamo bene che non a quelle che ci piacciono meno!

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  6. Cerco sempre di essere positiva e di trasmetterlo agli altri. I miei complimenti sono sempre spassionatamente onesti. Credo sia stata la malattia a cambiarmi, ad indurmi ad essere più "complimentosa": in fondo perché non essere gentili quando ci si sente di esserlo? Fa piacere anche a me quando qualcuno fa un apprezzamento.

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    1. Esatto, non ha senso non essere gentili quando ci si sente di farlo. Questa filosofia mi sta facendo bene ;)

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