domenica 19 marzo 2017

Dare e ricevere

C'è un episodio della mia vita da studentessa fuori sede che non ho mai dimenticato, nonostante siano passati quasi dieci anni. 
Mi capita di raccontarlo e, oggi, non so perché ci stavo pensando. O forse lo so il perché.
Pensavo a mio padre che mi ha insegnato a cui somiglio più di quanto si creda, al fatto che magari anche lui ha un brutto carattere, ma che è sempre stata una persona di cuore.
E' stato lui a trasmettermi l'idea -giusta o sbagliata che sia- che condividere non è mai sbagliato, basta stare attenti a chi potrebbe approfittarsene. Non sono forse ancora in grado di capire chi potrebbe approfittarsene e chi no, forse non sarò mai in grado, dico praticamente sempre di si e spesso mi aspetto che siano gli altri a capire quali sono i limiti che non andrebbero superati. In questo, mi sa che sbaglio. Dovrei imparare a dire di no, a non essere sempre disponibile, ma ormai è troppo tardi per cambiare.
Comunque, dicevo: c'è questo episodio della mia vita da fuori sede che è sempre impresso nella mia mente.
Dividevo la casa con due persone, la mia dispensa era sempre piena perché non ho mai adottato lo stile di vita del mangio pasta in bianco tutti i giorni e vediamo che succede. E poi, mi è sempre piaciuto cucinare.
Era sera, un coinquilino aveva ospiti a cena, io stavo per uscire e chiesi se potevo prendere un grissino. Mi rispose: "No, perché tu non hai pagato per questo".
I commensali lo guardarono sconvolti, io rinunciai al grissino ringraziando.
Il giorno dopo -si proprio il giorno dopo, non fu neppure necessario aspettare chissà quanto- ero seduta in cucina e arrivò il coinquilino, aprì la mia dispensa, prese un pacco di pasta e delle scatolette di tonno e si preparò il pranzo. Scoprì da solo -parlando con l'altra coinquilina- dopo pochissimo che aveva preso delle cose mie senza neppure chiedermele, io non avevo detto nulla e mi disse che mi avrebbe dato i soldi.
"E' un pacco di pasta e qualche scatoletta di tonno, figurati se voglio i soldi, ma ci mancherebbe".
Credo che la sua faccia cambiò colore dal rosso al viola, passando per l'amaranto in tre minuti. A me veniva da ridere, come sempre.
Nella mia dispensa, c'erano anche tre pacchi di grissini a quel punto. Quelli grossi, che stanno tanto bene con una fetta di prosciutto crudo arrotolata intorno.
Non mi hanno mai fatto impazzire i grissini, i Torinesi poi non ne parliamo, sono troppo sottili per i miei gusti, li mangio giusto per disperazione se proprio non ho altro.
Nella vita, ho dato e ricevuto. A volte ho dato più di quello che ho ricevuto, altre volte ho ricevuto più di quello che ho dato. Credo sia normale così. Succede.
Quello che ho dato, l'ho preso e l'ho scordato. Quello che ho ricevuto ho sempre cercato di portarmelo nel cuore, anche se a volte probabilmente ho dimenticato anche quello. Non si dovrebbe fare, ma succede.
Non ho mai avuto cuore di rinfacciare a qualcuno quello che avevo dato, ma mi è capitato di averlo  avuto rinfacciato.


In questi ultimi giorni, c'è qualcuno che crede di starmi dando chissà cosa, io in realtà vedo tante cose che non mi piacciono, ma come sempre lo tengo per me. Ringrazio e porto a casa. E non faccio l'elenco di quelli che sono i miei sacrifici perché se non li vede da solo, sarebbe inutile. Prima o poi se ne renderà conto. O forse no. A me comunque non cambierà nulla.
Penso però a quel grissino negato che forse costava meno di un pacco di pasta e di qualche scatoletta di tonno, ma mi ha insegnato tantissime cose.

La foto del post è di Samira El Bouchtaoui

10 commenti:

  1. Cara Gilda, mim piace parlare del dare, è una cosa che ho imparato da quando nel l'ontano 1957 mi sono sposato, ebbene da quel giorno ho sempre dato tanto e ho ricevuto, molto di più, in due si fa la gara a che da di più!!!
    Ciao e buon San Giuseppe con la festa di tutti i papà, un abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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  2. Certe persone sono incuranti dello sconcerto che seminano. Io sono come te, quando arriva il momento di inculare un'altra persona, pagando con la stessa moneta, alzo le spalle. Il solo fatto di essere stata in grado di farlo mi fa sentire superiore. Ah, ma poi si mangiano le mani tante volte. Anche questo lato l'ho preso dal mio papà, tremendamente buono e ligio ai principi, lui, che continua a pagare il canone rai.

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    1. Anche io pago il canone Rai, anche se la tv non la guardo mai :D
      Comunque secondo me il conto non arriva, ho sempre avuto questa sensazione... ma spero sempre di sbagliarmi!

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  3. "condividere non è mai sbagliato, basta stare attenti a chi potrebbe approfittarsene"
    Saggia, come cosa. Io faccio parte di quella categoria di persone che condivide sempre e con tutti e poi mi arrivano tranvate nei denti... Ma è più forte di me, credo si acarattere...

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    1. Anche io credo sia carattere, ma delle tranvate sui denti ho imparato a fregarmene. Almeno quello!

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  4. Cara Gilda la vita è così e a me sta bene. Mio Papà mi diceva sempre che la gratitudine é un fatto puramente cristiano e che donare lo si fa senza chieder mai nulla in cambio. Io di mio ringrazio sempre chi mi ha donato qualcosa, sia esso materiale o ancor più spirituale. Ringrazio anche chi non lo ha fatto perché mi ha insegnato quanto, maggiormente prezioso, sia quello che ricevo da chi lo dá di cuore . Mi piace questo post, tanto perché rispecchia la bella persona che sei e mi fa dire: " che bei genitori hai!"

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    1. Non so se sono una bella persona, ma ho dei genitori meravigliosi, quello si. Mi hanno insegnato tante cose.
      Io comunque ho scoperto che chi da qualcosa non sempre lo fa col cuore, ingenuamente pensavo di si..e invece...

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  5. IO per anni ho dato, dato, dato e ricevuto davvero poco o nulla e allora da brava stronza adesso ho smesso di dare (eccezione con le persone veramente care!). Non perché abbia dato per ricevere ma perché ho l'impressione che la gente poi ne approfitti e a me non piace....

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    1. Che ci sia gente che se ne approfitti è poco ma sicuro :(

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