domenica 8 gennaio 2017

La prima sfiga dell'anno

Che vado a Milano l'avete capito tutti.
Quello che sfugge ai più è che vado a Milano, ma poi parto per Stoccolma dove resterò un pochino. 
Contenete i gridolini di gioia che a Stoccolma in questo periodo fa buio alle 14, ci sono sei ore di luce se va bene e fa un freddo che altro che la neve in Sicilia.
Io comunque si, sono entusiasta: andare a Stoccolma per lavoro è tanta roba, vedere come lavorano lì, imparare da chi ne sa sicuramente più di me è una cosa che mi rende orgogliosa. Di cosa ancora non lo so, ma ve lo saprò dire.
Comunque, io non compro vestiti, nel senso che il 90% dei miei vestiti li compra mia madre, altrimenti potrei serenamente andare in giro con i jeans strappati e le Converse per tutto l'anno. Ogni tanto, se mi serve qualcosa, vado, pago e serenamente mi provo il tutto a casa. Ma mi deve servire eh, che proprio non ne posso fare a meno. E possibilmente deve essere qualcosa  a pois che se scelgo io, i pois non possono mancare.
L'unica mania sono le borse, quello è un disturbo ossessivo compulsivo che non riguarda solo me, ma tutta la famiglia visto che abbiamo investito -ormai un paio d'anni fa, se non di più- in una meravigliosa parete attrezzata da salotto atta a contenere le mie borse che sfiorano il centinaio. E chiaramente uso sempre le stesse, ma sai mai. 
Vi starete giustamente chiedendo cosa c' entrano i vestiti con Stoccolma.
Non avevo vestiti adatti per il freddo svedese, quindi una volta avuta la lieta novella del nuovo lavoro con trasferta annessa, mi sono precipitata a comprare maglioni pesanti e altra roba che pare fosse necessaria per sopravvivere alle temperature sotto lo zero.
Precipitata è una parola grossa, visto che da una parte c'era mia madre al telefono che mi intimava di andare in Via del Corso a comprare vestiti, dall'altra Fidanzato che mi ha dovuta letteralmente trascinare. Entrambi all'urlo di "pago io". 
Ad un certo punto, ho trovato un maglione caldo e bellissimo, adatto allo scopo. L'ho persino provato, amandolo da subito. E visto che loro sostenevano che un maglione non era sufficiente, mi sono rivolta al simpatico signore e con nonchalanche  ho domandato: "Ma questo lo avete in altri colori?".
Io so che lui ha pensato che volessi magari vagliare altre possibilità di colore, visto che quello provato era color carta da zucchero (che poi mi dovete spiegare come si può chiamare un colore carta da zucchero). Ha tirato fuori altri colore e io ho affermato: "Li prendo tutti!!"
Fidanzato mi guardava esterrefatto: "Ma tutti uguali?"
"Non sono mica uguali, sono di colori diversi".
Mia madre al telefono mi chiedeva: "Ma li hai presi tutti uguali sul serio?"
"No madre, non sono uguali, sono di colore diverso".
Comunque, alla fine sono tornata con un bottino di roba calda e per me la questione era risolta.
Ho pure comprato tante belle magliette da mettere sotto ai maglioni -tutte uguali, ma di colore diverso anche quelle- ed ero felice e soddisfatta.
Dopo cinque giorni si è aggiunto il tormentone: "Compra anche dei pantaloni".
"Perchè? i miei jeans strappati non vanno bene?"
A quanto pare no. Io ci ho provato, ma non li ho trovati dei pantaloni. Forse non li ho neppure cercati bene, ma ho comunque informato l'intera famiglia che sono munita di jeans non strappati e pantaloni pesanti.
Che poi, detta così sembra che ho l'armadio vuoto, ma in realtà è pieno di vestiti. Sta scoppiando. 
Vestiti che però non erano abbastanza pesanti.
L'unica certezza che avevo era quella di non aver bisogno di un giubbotto pesante perchè quello ce l'ho e me lo sono comprata spontaneamente lo scorso inverno. Nero, caldo, lungo fino alle ginocchia, bellissimo. 
Solo che ecco, venerdì sera si è rotta la cerniera. La prima sfiga dell'anno. Mi è preso un pò lo sconforto in effetti, il mio giubbotto tanto caldo adatto a Stoccolma.
Fidanzato mi ha cazziato, mia madre si è fatta prendere dalla sindrome della figlia che morirà assiderata.
"La faccio aggiustare". Col piffero che ho trovato qualcuno che sabato 7 Gennaio mi cambiasse la cerniera del piumino nero, caldo, lungo fino alle ginocchia, eccetera eccetera.
Ho anche riesumato un giubbotto pesante e caldo -ma nemmeno poi tanto bello- comprato nel lontano 2003 e usato solo quell'inverno al freddo e al gelo di Montegiorgio che, se non sapete dov'è, tranquilli, non fa niente. Solo che era rovinato completamente, inutilizzabile.
L'intera famiglia si è quindi riunita in un summit per valutare tutti i miei giubbotti invernali stabilendo che non avevo nulla di abbastanza caldo per andare a Stoccolma.
"Va beh, ma che sarà mai, ho quello corto nero col pelo che è caldissimo"
"E' troppo corto e prendi freddo"
"Ho il cappotto beige, quello tanto bello" (comprato anche lui dalla genitrice)
"E' leggero"
Mia madre mi ha intimato di andare a comprare un giubbotto caldo, lungo, pesante. "Pago io" ha detto.
Poi ha chiamato mio padre: "Sei la nostra unica figlia, ci pensiamo noi, ma compralo".
Si è unito il Fidanzato: "Vai a cercare un giubbotto, pago io".
Il cane ha abbaiato qualcosa, probabilmente mi ha offerto i suoi croccantini da barattare con un giubbotto. Non ho avuto cuore di spiegargli che nei negozi vogliono soldi, non croccantini.
Ora, chiariamo una cosa: io al centro commerciale il primo sabato di saldi non ci metto piede.
Mia madre si è giocata la carta di Via del Corso, ma ho ribadito che io non ci andavo manco dopo morta con i mezzi, una valigia (che poi, non è mica solo una) da fare e ancora una serie di cose da sistemare.
"Vado in Viale Europa". Da sola. Non ho trovato niente che fosse di mio gradimento, sono tornata a casa e ho comunicato che su, ci avrei pensato a Milano tanto mica non ho niente da mettere.
"Non morirò congelata, state tranquilli".
Credo siano passate due ore. Forse meno.
Sono arrivate due foto di un piumino esattamente identico a come avevo descritto il mio piumino ideale a mia madre. Gliel'avevo descritto su richiesta, eh. Non è che mi metto a descrivere piumini a caso io.
"Bello mamma, mi piace un sacco, però non lo volevo nero, magari un colore chiaro".
In effetti, mi aveva chiesto di misurarmi le spalle e la circonferenza del seno, però che ne so, ultimamente sono dimagrita, magari voleva solo sapere di quanto in centimetri invece che in chili.
Nel frattempo, sono giunte le foto dello stesso piumino col pelo di mammut scongelato dall'Era Glaciale (Manny si, proprio lui). In effetti, avevo anche detto che volevo una roba pelosa.


"Basta che non sia un animale vero" avevo sottolineato. 
Io però lo avevo detto così. A domanda rispondo, sono educata.
Saranno passati altri dieci minuti: "Dammi un indirizzo a Milano a cui spedire il giubbotto"
Che loro lo sanno che io non sarei mai andata a comprarlo sto benedetto giubbotto.
Mia suocera nel frattempo si è offerta di sistemare la cerniera di quello nero. "Ci dai un indirizzo e te lo spediamo sistemato".
Quindi adesso ho un super mega giubbotto peloso caldo, caldissimo, fighissimo. 
E questi sono i miei genitori che sanno di avere una figlia disastrosa. E li amo anche per questo.
Prima sfiga dell'anno risolta in due ore. 
E vissero tutti felici e contenti.
E io vado a Stoccolma. 

18 commenti:

  1. E fallo a mandare a me, se velocizza la cosa, tanto poi ti recupero da qualche parte ;)
    Kla

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Già si sa dove spedirlo, però voglio essere recuperata da te ugualmente 😘

      Elimina
  2. Ma come??? Non ti piace fare shopping??? Ps: adoro la tua mamma perché sono anche io come lei!!!❤❤❤❤

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi piaceva da ragazzina (14/15 anni), adesso ne faccio volentieri a meno...

      Elimina
  3. Dai alla fine mi pare che l'allarme sia rientrato.
    Sto aspettando anche io un cappotto preso da Zalando, sperando di non aver scazzato la taglia :D
    Baci!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Allarme rientrato grazie alla mamma (che nel pacco ci ha messo pure i viveri, che a Milano non ci sono i supermercati) 😁

      Elimina
  4. ci vediamo allora? Da qui non è lontanissimo :)

    RispondiElimina
  5. Mi fa morire dal ridere questo post! Buona Svezia :)

    RispondiElimina
  6. Che famiglia efficiente la tua.
    Lo zucchero una volta veniva venduto a peso e avvolto in una carta di quel colore, da li la definizione.
    Qui la mattina ci sono -7°. Non reggo il freddoooooooo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per l'informazione, non avevo idea di questa cosa dello zucchero avvolto in una carta :)
      (A me il freddo piace e l'umidità che mi frega).

      Elimina
  7. Quindi alla fine sarai già a Stoccolma e non so se i miei consigli valgano molto però: A STRATI! Vestiti a strati. Hanno la simpatica abitudine di tenere il riscaldamento a palla in tutti gli ambienti e molte gallerie. Per cui il maglione di lana grosso no, proprio no. Perché appena entri in un posto riscaldato a 25° vorresti morire. Investi più che sul giubbotto (meglio impermeabile e resistente che caldo, perché più che il freddo ti ammazza l'aria che tira) sulle scarpe. Bei stivali con la suola in gomma motrice che ti tengano aggrappata al ghiacciato marciapiede. Poi basta, non ho altri consigli. Ah sì, attenta a latte e farina, sembrano uguali ma sono diversi da quelli che mangi in Italia. Buon divertimento!
    Virginiamanda

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non sono ancora a Stoccolma e si, sono fornita di scarpe di buona qualità e che terranno al riparo i miei piedini.
      Vestirsi a strati assolutamente, ma un giacchino di cotone non mi sembrava adatto alla Svezia, meglio un maglione caldo sotto il quale mettere una maglia in cotone di modo che eventualmente si può togliere senza problemi. In ogni caso, all'esterno senza giubbotto non riesco a stare quindi mi serviva davvero caldo e impermeabile :)

      Elimina
  8. Anche io sono un po' come te in fatto di shopping.
    So che ci sono i saldi, e che magari risparmierei (che io sono parsimoniosa abbbestia proprio!), ma l'idea di andare nel casino dei centri commerciali a litigare con la gente non mi alletta per nulla! E allora ripiego sempre sugli ultimi giorni, quando ormai ci sono solo gli "avanzi".

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I saldi sono il male: frotte di gente indiavolata alla ricerca di vestiti che, come minimo, sono di due anni prima :D

      Elimina
  9. Cara Gilda, vedo che non resti ferma mia!!! quanto mi piacerebbe poter fare come te!
    Ahimè mi devo accontentare di seguirti con la mia fantasia e di quella ce no tanta!!!
    Ciao e buona giornata cara amica con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No, non sto mai ferma, anche se a volte vorrei fermarmi un attimo :)
      Un grande abbraccio anche a te!

      Elimina