domenica 5 giugno 2016

Il voto della domenica

Quando ero bambina, andavo a votare con mia nonna: mi facevano entrare con lei ed ero io a mettere la crocetta.
Ai tempi, si facevano file chilometriche per poter esercitare il proprio diritto al voto, in pratica l'intera giornata era occupata dal voto, visto che non tutta la famiglia votava nella stessa scuola.
Ho un ricordo meraviglioso di un referendum con ben dodici schede, mia nonna si era segnata su un foglietto cosa votare perché erano davvero troppe le preferenze che bisognava dare e aveva paura di dimenticarsene. Le dodici crocette le avevo messe io su sua indicazione, anzi su indicazione del foglietto che poi probabilmente si era auto distrutto.
Ad un certo punto, il presidente del seggio decise che ero troppo grande per entrare con la nonna, avrò avuto dodici anni e di conseguenza l'unica cosa da fare fu aspettare i diciotto anni.
Un'altra cosa bella delle elezioni, quando ero piccola, era che la mia scuola elementare era seggio elettorale, quindi avevamo le vacanze elettorali, la scuola si chiudeva il venerdì e riapriva il martedì e io, già a quei tempi, non amavo particolarmente svegliarmi presto per poi stare cinque ore seduta su un banco ad ascoltare le maestre.
Ho compiuto diciotto anni nell'Aprile 2004, a Maggio ho ricevuto la tessera elettorale a casa e i primi di Giugno ho votato per la prima volta. 
Il 2004 era l'anno in cui il Palermo tornò in Serie A dopo 33 anni di assenza, tutti amavano Zamparini che all'epoca non aveva ancora l'abitudine di esonerare allenatori come se non esistesse un domani, quindi tutti i palermitani andavano dicendo in giro che avrebbero votato per lui che, ovviamente, non era nemmeno candidato. 
Non ricordo per cosa si votasse in quella occasione, né tanto meno per chi ho votato io, ma ricordo che ero abbastanza eccitata all'idea di entrare dopo tanti anni nella mia vecchia scuola elementare e che provai ad andare in pellegrinaggio nella mia vecchia aula, ma me lo impedirono perché si votava nelle aule al primo piano e l'aula in questione era invece al secondo. La mia prima grande delusione da elettrice.
Ricordo che quando andai via da Palermo sfruttavo le elezioni come occasioni per tornare a casa a spese dello Stato, viaggiando nei carri bestiame altresì chiamati treni notte che dalla terraferma portavano, in sole venti ore abbondanti senza tenere conto delle cinque ore standard di ritardo, in Sicilia. L'unica condizione per viaggiare quasi gratis era portarsi dietro la tessera elettorale timbrata al ritorno.
Che fine abbia fatto la mia tessera elettorale palermitana non ne ho idea, immagino mia madre l'abbia conservata, visto che a me buttava tutto quello che mettevo da parte nel mio periodo da accumulatrice seriale, ma lei tiene una quantità di carta inutile in casa che manco negli archivi di Stato.


E comunque: a me l'idea di andare a votare la domenica è sempre piaciuta. 
Il lunedì mattina non è la stessa cosa.
Ho sempre avuto un'immagine delle elezioni un tantino fuori moda con la famiglia felice che si sveglia presto, fa colazione al bar, poi va a messa, va a votare (a piedi, sia chiaro) e infine torna a casa a pranzo per mangiare lasagne o anelletti al forno, arrosto o salsiccia (rigorosamente con il finocchietto, altrimenti che salsiccia è?) con le patate e poi dolci come se non esistesse un domani. Nel pomeriggio, tutti a seguire davanti la tv -rigorosamente sulla Rai- l'andamento delle elezioni.
Io la domenica non mi sono mai alzata presto se non costretta, non vado a messa e, a casa mia (quella che condivido con il Fidanzato, sia mai che mia madre abbia una crisi isterica leggendo) non credo sia mai stato fatto un pranzo della domenica. Non guardiamo neppure la Rai se per questo.
La verità è che stamattina mi sono svegliata alle 11, ma solo perché dovevo guardare le finali degli Europei di ginnastica artistica, ho atteso mezzogiorno, ho portato il caffè a letto al fidanzato, mi sono messa addosso le prime cose che ho trovato, abbiamo guinzagliato il cane e siamo andati a votare.
Il cane dentro l'urna non l'hanno fatto entrare, un po' come fecero con me a dodici anni quando mi impedirono di entrare con mia nonna. La storia, insomma, si ripete.

10 commenti:

  1. come al solito hai la capacita` di raccontare anche cose che tutti abbiamo vissuto, in maniera personale e carinissima. Anche io mi ricordo la prima volta che sono andata a votare, sia in Italia che ora qui in USA. Ricordo anche la prima volta che ho votato come cittadino all'estero e.... anche se sono felice di poterlo fare visto che sono ancora italiana e seguo la vita e politica, non capisco perche` devo votare per un candidato della circoscrizione estero, che magari non ha mai messo piede in Italia, e non per la mia circoscrizione italiana ( questo per le politiche per le amministrative non credo ci facciano votare dall'estero). Comunque tornando a queste elezioni, con cui si stanno bombardando da mesi( .eh si` se credi che basti vivere all'estero per non seguire la storia e le beghe dei candidati-specialmente a Roma- ti sbagli), trovo assurda una cosi` bassa partecipazione. Va bene il discontento dell'elettore , ma qui si parla della citta`...non di un'Italia astratta. Brutta cosa l'estensionismo. PS: comunque la cartolina rosa per andare a votare ( non mi ricordo se la riceviamo ancora pero`..) con il treno "a gratis" per anni e` arrivata anche qui. Ti immagini io che prendo il treno per venire in Italia???? :-P

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    1. Esistono i candidati della sezione estero? O_o

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    2. oh si`..credo che il famoso Razzi, quello che dice che bisogna prendere come esempio il Nord Corea, lo sia.... circoscrizione Europea http://www.antoniorazzi.eu/biografia/

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  2. allora fermo restando che la tua scheda elettorale di Palermo è assieme alla mia e a quella di tuo padre, ti volevo raccontare:
    quando io avevo circa 12-13 anni, la domenica si andava a pranzo fuori. Andavamo a pranzare a Cefalù in un ristorante sul lungomare che esiste ancora.Quando mio padre ha ordinato il vino, il proprietario che era anche un amico ricorda a mio padre che quel giorno si votava ed era proibito servire alcolici. Hai capito, era proibito servire alcolici e si rispettava la legge. Credo che quella legge esista ancora, non mi ricordo sia stata abrogata, ma tant'è non interessa a nessuno, oramai viviamo in un paese dove i valori della famiglia, dello stato ecc.. sono...cosa, non trovo la parola

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    1. Perchè, in Italia esistono leggi?
      A parte quelle che tutelano chi delinque ovviamente.

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  3. Com'era bello il tempo in cui si "andava" a "votare". Adesso la gente pensa che, non votare è segno di ribellione. pazzia. Votare è un diritto e un dovere, ce lo siamo guadagnati, anche col sangue. Bello questo racconto di un mondo che purtroppo non c'è più.
    P.S. a me da piccola non mi facevano entrare con mia madre ma che belle quelle vacanze per le elezioni :)

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    1. Io non condanno chi si astiene, anche se non sono d' accordo a farlo.
      La situazione è talmente brutta che ognuno probabilmente reagisce a modo proprio.

      Ma perchè non ti facevano entrare?

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  4. Ricordo anche io quando ero in italia e andavamo a votare tutti insieme...

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    1. Adesso credo non si faccia proprio più anche se si vive tutti insieme...

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