giovedì 17 marzo 2016

La storia di Fuffi, il mio cane da caccia dal nome orribile

Cane Gnappo, la star di casa e di questo blog, in realtà si chiama Fuffi.
Si, lo so: è un nome orrendo.
No, non ho scuse: il nome gliel'ho dato io. E ne ero anche parecchio orgogliosa.
L'infermiera che gli ha tolto i punti quando un Maremmano gli aveva quasi sfondato la calotta cranica, quando le abbiamo detto il nome del suo paziente, balbettava qualcosa tipo: "Ehm, che stano nome".
"Lo puoi dire che fa cagare, ne siamo consapevoli".
Con il tempo, mi sono resa conto che forse sarebbe stato più opportuno chiamarlo Vandalo o Tempesta. O Satana. O Delinquente senza possibilità di redenzione, solo che poi risultava troppo lungo e chiamarlo solo Deli forse era pure peggio di Fuffi.
Fuffi è un cane da caccia, la madre -quella biologica, eh- era sicuramente un po' mignotta visto che è venuto fuori un cane multicolore, un pò Beagle, un po' Setter.
Quando arrivò a casa aveva quindici giorni: noi non sapevamo, non potevamo immaginare, non eravamo al corrente. No, noi non sapevamo cosa significa avere un cane da caccia.
Lui a caccia non ci va. Dubito che potrebbe, anche volendo, visto che ha paura persino dei gatti. E delle api. E di tutto quello che respira e si muove.
La sua indole resta però quella del segugio criminale: lui non mangia, non fa le passeggiate, non gioca, non dorme. No, lui annusa.
Lui non segue il cuore o il cervello. Lui segue il suo naso. 
Noi guardiamo la tv, mangiamo, dormiamo e in sottofondo c'è sempre il rumore del suo naso. 
Lui ti sveglia odorandoti, sposta la coperta col naso, si infila sotto, si mette a dormire e continua ad odorare. MENTRE DORME.
Lui non mangia il contenuto della ciotola. No. Lui lo odora. E non mangia un tubo.
Ho chiamato veterinari, psicologi, educatori, San Pietro perché lui non mangia. 
Si vede che non ne ha bisogno. 10 kg di gnappitudine, una massa muscolare che se potessi lo iscriverei al campionato canino di body building e non ha bisogno di mangiare. Spilucca ogni tanto, tra un'annusata e l'altra.
Portarlo fuori è una missione. Centinaia e centinaia di euro spesi in collari, pettorine e guinzagli che lui ha annusato e poi sgranocchiato.  Nemmeno quattro anni di età e giù ventidue  guinzagli, centoventisette pettorine e novantasei collari. Le sgranocchia quando provi a mettergliele, ingaggiando una lotta all'ultimo sangue. 
E poi inizia la passeggiata: lui va dove lo porta sto benedetto naso, cerca la preda - che di solito è una formica - ti tira, ti butta per terra.
Chiama un educatore mi hanno detto.
Chiama l'esorcista mi ha detto l'educatore.
Deve correre, deve sfogarsi. Noi camminiamo per ore. E lui non è mai stanco.
Lo portiamo in area cani, lo liberiamo e lui corre. Avanti e indietro.
C'è stata quella volta in cui un ragazzo mi disse che la sua cagnolina lo avrebbe fatto stancare presto. Dopo tre ore abbondanti, la cagnolina era stramazzata al suolo, mentre Fuffi continuava a saltare. Su e giù, tra un' annusata e l'altra. 
Mi sono offerta di pagare il rianimatore per la cagnolina, se fosse stato necessario.
Lui, cane da caccia, quando sente un odore che lo incuriosisce (ovvero qualsiasi odore possibile e immaginabile) parte e non lo prendi più. Non ti ascolta. Se ne frega. Lui deve trovare quello che cerca. 
E' testardo e capoccione. Non lo convinci che è una cosa è come dici tu.
"Fuffi, amore mio, ti assicuro che sono più vecchia di te ed è come dico io"
"Bauuuuu bauuuu bauuuu"
"Fuffi, credimi"
"Bauuuuuuu"
Zampate, mugugni, lamenti. Sembra che lo si voglia uccidere quando provi a convincerlo di una cosa.
Ha sempre ragione lui. 
É possessivo, appiccicoso, molesto, iperattivo.


Solo che tra un'annusata e l'altra, nonostante abbia tutti i peggiori difetti di un cane da caccia, resta il nostro grande amore.
E poi, suvvia, lui è un delinquente, ma io gli ho dato un nome che fa schifo, quindi 1 a 1 e palla al centro.

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